L'Attico

Gli Amici

Poco fa, in un commento, ho scritto di voler cambiare registro. Tre lutti nel cinema in un solo giorno, comincia a essere una storia buffa, oltre che triste. Eccessiva e goliardica, tipica del palcoscenico.
Ho mentito. Non voglio cambiare tono. Non ancora.
Ieri, una manciata di ore fa, è morto Mario Monicelli.
Non mi è bastato dedicargli un post e una foto, anche se sono convinto che quella foto da sola valga tutta la retorica che inevitabilmente sta per travolgere gli argini della decenza e del buon gusto.
Chi se ne frega di che uomo era? Grande, piccolo, bravo, in gamba, geniale, cinico, ironico, forte, vigliacco. Sì, queste sono tutte immagini che si hanno di lui e sono tutte false, o non corrispondenti al vero.
Solo lui sapeva chi era in realtà e ha deciso di conseguenza.
Il resto sono solo chiacchiere. Come sempre. Quelle stesse chiacchiere o pettegolezzi dai quali ci aveva ammonito Cesare Pavese.
E noi non abbiamo imparato nulla.

***

Perché ne parlo, allora?
Perché lui, Monicelli, insieme a Tognazzi, Celi, Noiret, Moschin e Del Prete sono io, che di nome faccio Germano, insieme ai miei amici.
Perché io ho la fortuna di avere degli amici così. Diversissimi gli uni dagli altri, eppure uniti. Uno è morto anzitempo, a ventidue anni, di incidente stradale; un altro s’è aggiunto dopo, come il Sassaroli. Alcuni professionisti, altri no. Alcuni ricchi, altri no. Alcuni credenti, altri no. Alcuni di destra, alcuni di sinistra e centro, altri apolitici.
Non abbiamo nulla in comune, ma stiamo sempre insieme a far casino. E neppure loro, le nostre donne, possono alcunché per separarci, per ricondurci a una vita di doveri e responsabilità, di famiglia.
Non che sia uno schifo perfetto, la famiglia. Questo no.
Andiamo, lo sapete benissimo a cosa mi riferisco, a che tipo di famiglia mi sto riferendo: quel vortice morboso, quel legame che ti vincola e asservisce, che ti mette il guinzaglio alle palle con la scusa che devi pensare solo alla tua famiglia e hai chiuso con le stronzate che facevi prima. Che poi, uno si chiede sempre a cinque anni dal matrimonio, ma se facevo tutte queste stronzate che dice lei, come ho fatto a diventare un professionista? Ero così inutile prima che arrivasse lei? O la colpa è sua?
Quel tipo di lei e di famiglia. Avete capito.

***

Quella non è vita, è un sepolcro al quale manca una cosa fondamentale, il ridere. Ridere tra noi amici, di noi, vissuti come siamo e viviamo tutt’ora senza esserci mai presi sul serio.
E a Mario Monicelli e a Pietro Germi, prima ancora, devo gratitudine per averci ritratti anzitempo, per aver ritratto tutti gli amici che furono e che saranno. Per averci detto che sì, c’è divertimento in ciò che siete, e c’è normalità. E che i veri morti sono tutti gli altri che non sanno ridere della vita e persino della morte.
Di quel film ricordo ogni scena, ogni battuta, ma ritengo che una recensione di Amici Miei, oggi, suonerebbe forse opportuna, ma ipocrita: lo stesso sapore avranno le repliche dei film in tv e i teatrini in tv fatti da babbei che parlano del nulla.
Di quel film, anno 1975, un anno prima che venissi al mondo, una scena venero, anzi, di più, la amo proprio: il finale, il funerale del Perozzi, giornalista.
“Era un traditore.” dice il Necchi.
“Abbiamo dovuto eliminarlo” rincara il Mascetti.
E giù un diluvio di risa amare, miste a dolore e a genuino divertimento.
Conosco persone che odiano questa scena, perché la considerano irrispettosa, sacrilega, e tutto il resto. E magari avete pure ragione.
Questo, tuttavia, resta il miglior esempio di amicizia che sia mai stato immortalato.

***

Tra di noi sono io il Perozzi.
E, se mi guardo da qui a trent’anni, mi vedo ingrassato, con parecchio colesterolo nelle arterie, diabete, sposato infelicemente a una donna bella, ma glaciale, una perfetta stronza, e con un figlio che è peggio di un estraneo.
Questo nei giorni neri. Perché mi conosco e conosco anche la donna che mi può regalare tutto questo. E mettermi il guinzaglio. E chissà che nel prossimo futuro non riesca a incastrarmi.
Passato il nuvolo, poi posso fantasticare finché voglio, ma la realtà probabile appare essere quella.
Ma loro, gli amici, ci sono sempre e ci saranno sempre. Rideranno di me e mi prenderanno anche per il culo. Perché mi vogliono bene sul serio. Perché a loro, a quegli amici io affiderei la mia vita.
E Monicelli, che ruolo ha in tutto questo? È stato, semplicemente, il regista. Ha ritratto alcune vite che sono molto più reali di quanto ad alcuni di voi piaccia pensare.
Gli amici così esistono sul serio. Così come esistono gli stronzi. Da parte mia sono fortunato ad aver incontrato i primi e schiacciato i secondi. E voi altri, coi quali scambiamo pareri in rete tutto il giorno, sappiate che come amici vi considero…
Grazie di tutto, Mario. Grazie per averci dedicato un film così. In fondo in fondo, anche se i moralisti non sono d’accordo, ce lo siamo più che meritato.

Giusto uno sfogo. Da domani si torna a cazzeggiare. Promesso.

Autore e editor di giorno, talvolta podcaster. /|\( ;,;)/|\ #followthefennec
    • 14 anni ago

    Non devi scusarti di niente, è il tuo blog e ci scrivi quello che vuoi, usando i toni che vuoi.
    Non esiste uno più liberale di me su queste cose. 😉

    • 14 anni ago

    Sulla famiglia, Luca, siamo d’accordissimo.
    Ecco perché poi mi vengono in mente gli amici.
    Senza nulla togliere a quei familiari che mi sono stati accanto in questi ultimi mesi e che ringrazio, devo però dire una cosa.
    La notte in cui mio padre è morto, in ospedale, indovina chi c’era con me, al mio fianco? Gli amici.
    E non aggiungo altro.

    Anzi, scusami se sono andato sul personale, ma per me questa è una discussione seria alla quale tengo molto.

    Il fatto è che l’amicizia non è, o non dovrebbe essere intesa come un rapporto di scambio che si basa su un giusto equilibrio o che si costruisce col tempo.
    Quella c’è o non c’è.
    E il matrimonio, che ti devo dire, l’idea mi spaventa, ma forse perché ho sempre avuto davanti esempi malsani di questa unione. Non credo sia un male assoluto. Dipende sempre da noi. Come tutto il resto.

    😉

    • 14 anni ago

    Qualcuno direbbe che ho delle imperdonabili lacune cinematografiche, e probabilmente avrà anche ragione: ad esempio, devo ancora vedere parecchi Hitchcock, quasi tutti i Woody Allen (ma i pochi che ho visto mi hanno fatto tutti schifo, non so cosa farci), e molta roba di Monicelli, appunto…. Tra cui Amici miei , che magari recupererò in questi giorni di retrospettiva selvaggia.
    Ma riesco comunque a seguire la tua riflessione sull’amicizia e sul suo valore che, spesso, trascende quelli della famiglia.
    Personalmente, purtroppo non sono stato fortunato su nessuno dei due versanti: la mia famiglia è assente all’appello d sempre, e gli amici, mah, pochi, troppo pochi davvero. Succede a chi si aspetta molto, immagino…. Ma è disposto anche a dare molto.
    La nostra società, così com’è strutturata, naturalmente privilegia il legame matrimoniale con tutto il suo fardello di obblighi e responsabilità (soprattutto morali), ma quella è una strada che non ho mai voluto imboccare.
    Non che in cambio abbia chissà quale compagnia di amici, come dicevo, no: ma quella vita, no, proprio non mi interessa.
    Sarò anche aprioristico e non nego che nella mia vita ho cambiato idea su parecchie cose, ma per ora la penso così… E preferisco vivere senza promettere nulla ed illudere nessuno.

    • 14 anni ago

    El, dopo l’orsetto stanotte avrò gli incubi. 😀
    L’articolo è davvero bellissimo.

    • 14 anni ago

    Ben fatto 🙂

    P.s.
    La foto uscita dalla censura è agghiacciante LOOL

    • 14 anni ago

    E ti pareva: non ho visto neppure “Amici miei” -__-
    ***
    Che sentimentale che sei, El XD
    Purtroppo la mia asocialità mi ha impedito di creare amicizie così salde. Troppi anni da orso.

      • 14 anni ago

      Sì, più tenero dell’orsetto di Coccolino.

      coccolino

      A proposito, avete mai visto niente di così inquietante?

      Cambiando discorso, stasera sto sclerando perché tutti i film nuovi da vedere riguardano apocalissi assortite e non vorrei risultare monotematico…

      🙂

    • 14 anni ago

    @ Lapsus
    Poi volevo aggiungere che non è una questione di capire o non capire, noi o loro. Queste sono tutte stronzate.
    Tutto il discorso si basa sull’attinenza di Amici Miei alla realtà. Le cose funzionano così. Almeno per quanto mi/ci riguarda.
    Non so se altri le fanno funzionare diversamente. Se sì, contenti loro.
    Io però gli occhi ce li ho e vedo tanta tristezza e depressione da parte di chi è stato assimilato.
    Amici Miei, quindi, è un capolavoro della filmografia italiana perché indaga un aspetto reale e bellissimo dei rapporti umani: l’amicizia. Per di più nella sua forma autentica e disinteressata.
    Non vedo cosa ci possa essere di strano o di tanto incomprensibile.

    • 14 anni ago

    @ Gerr
    Me stai a maltrattà quea porella, così brava e così bella….. si te pijo te tronco.
    MUAHHAHAHAHAHA.
    Te do un bacio in bocca la prossima volta che te vedo.
    Sciao a Mario e a quel grande film. Le ragazze dicono di capirlo, ma nun ce possono arrivà mai. Poi tocca de litigà per forza. E te credo.

    ps: i capelli ce l’ho pure io. aritiè 😎

      • 14 anni ago

      Alle solite.
      Il mio grido d’aiuto non è stato capito affatto. Tutti a prendere le sue difese.
      Traditori.
      Sparite che è meglio.

      👿

    • 14 anni ago

    Grazie mille.
    E sono sincero quando dico che vi considero miei amici/amiche. Senza scherzi.

    😉

    • 14 anni ago

    Quando mio padre cita Amici miei ha sempre gli occhi languidi di chi sogna. E i motivi stanno tutti dietro le tue parole.
    Bello.

    • 14 anni ago

    Anch’io adoro la scena del funerale del Perozzi. Tant’è che, sentito della morte di Monicelli, l’ho postate su Facebook immaginando che a lui il suo funerale sarebbe piaciuto così.

    Concordo in tutto e per tutto ciò che dici riguardo agli amici.
    Conosco troppa gente che, crescendo, vi rinuncia perché, si sa, occorre pensare alle cose serie: famiglia, lavoro, pargoletti. A me è sempre parsa come una lapide che scolpiamo con le nostre stesse mani, giorno per giorno.

    C’è una frase di “Amici miei” che mi rappresenta al 100%. E’ questa: Ho già sulle spalle un bel fardello di cose passate. E quelle future? Che sia per questo, per non sentire il peso di tutto questo che continuo a non prender nulla sul serio?

    Non credo di poter aggiungere altro…

      • 14 anni ago

      Be’, hai detto tutto.
      Bellissimo intervento, tra parentesi.
      Per fortuna c’è gente così, come noi. E chissà che, incontrandoci di persona, insieme a tutti gli altri, non si scopra che, in fondo, è come se ci conoscessimo da sempre.

      Tornando al matrimonio, o al legame sentimentale, aggiungerei che non è che lo considero IL NEMICO, come può sembrare ed è sembrato facesse anche Monicelli con questo film. È la malattia del rapporto, qualsiasi rapporto, il problema. E, per quanto se ne dica, il fatto che certa gente non è proprio capace di ridere.

    • 14 anni ago

    Al di là di tutto è davvero bella.
    Restando in tema, Amici Miei è su Youtube, in pezzi da dieci minuti. Fa un po’ strano vederlo così, ma ne vale sempre la pena. Anche per me la scena migliore è il funerale, col vecchio che si mette a piangere sul serio e il boss (Prof. Sassaroli) che è risorto perché ha sette vite!

      • 14 anni ago

      L’ho detto io: alieni.
      E comunque non ho detto che sto per sposarmi. Non esageriamo. Da qui a trent’anni può succedere tutto e il contrario di tutto.

      Sento già col mio senso di ragno i primi rigurgiti moralisti sotto forma di hate-mail… 😈

    • 14 anni ago

    Germà, stai lontano da quella. Per favore. Se no non ti si potrà vedere neanche di profilo.
    Poi mi sono un pochino commosso. Deve essere l’età o i capelli che sono sempre di meno. Tranne che per te. A proposito, come ca**o fai ad averli ancora tutti in testa?

      • 14 anni ago

      Questo è il tipico post in cui sembra di stare a guardare/leggere degli alieni. Ma chissenefrega?
      E mica sono uno stronzo, io, che mi metto pure a perdere i capelli. Tiè.

      😈