Oathbreaker, terzo episodio. Vecchi personaggi che tornano, altri che vanno incontro al loro destino e SPOILERS naturalmente.
Facciamo una bella cosa e iniziamo col riassuntino offerto da IMDb come la settimana scorsa, tanto per darci una scaletta e degli spunti-promemoria.
Daenerys arrives at Vaes Dothrak. Varys finds out information on the Sons of the Harpy. Arya trains as No One. Ramsay receives a gift. Tommen meets with the High Sparrow. Jon adjusts to his return.
- La pensione da vedova di Daenerys è messa in gioco dal fatto che non si è presentata all’INPS di Vaes Dothrak subito dopo la morte di Drogo ma è andata in giro per avventure – come invadere terre straniere, liberare schiavi, raccogliere eserciti e crescere draghi adolescenti che «Mamma guardami, sono un ribelle!» se ne vanno via o si chiudono in camera loro – perciò, solo dopo che le autorità competenti avranno deciso, scoprirà il suo destino. L’Impiegata/Prima Vedova comunque le dice già che restare lì con loro è comunque la cosa migliore che le potrebbe capitare. Mi ha fatto ridere il punto in cui Daeny accenna a ripetere (di nuovo) tutta la pappardella del suo nome, però fa la versione breve di fronte alle occhiatacce dell’impiegata.
- Varys scopre che dietro gli attacchi dei Sons of the Harpy ci sono anche le altre città di schiavisti (ma guarda che strano) perciò adesso devono trovare un modo per sconfiggerle con un esercito fortemente ridotto senza scoprire il fianco a Meereen. Un concilio ristretto tra lui, Tyrion, Missandei e Grey Worm confabula per trovare una soluzione. Secondo me cercheranno di tirare i draghi fuori dalla loro stanza, però non ci metto la mano sul fuoco. È vero che l’altra volta Tyrion ha mostrato interesse, ma poi ha cambiato colore alle braghe, quindi non so se è pronto a fare Dragontrainer.
- Arya è sempre lì che mette la cera e toglie la cera. Intanto viene interrogata sul passato, la famiglia, i genitori… psicologia e arti marziali, insomma. Se non altro, vediamo la ragazza che la pesta comparire insieme a Jaqen, quindi non sono la stessa persona. Va beh, in quella Casa non puoi credere neppure al suono delle tue stesse scoregge, però diciamo che indicativamente è così. Finalmente le viene resa la vista e per Sirio il Drago– Arya Stark/Nessuno l’addestramento continua.
- Ramsay si allea con gli Umber che gli portano Osha e Rickon Stark (scomparsi dalla prima stagione e ancora non ricomparsi nemmeno nei libri, se ricordo bene) insieme alla testa del suo metalupo (quest’ultima come valore di documento d’identità per gli Stark). Sembra che su al nord si stiano formando le alleanze per attaccare la Barriera, dove Jon… ma ci arriveremo.
- Quyburn ha ereditato gli uccellini di Varys e li mette al servizio di Cersei, che ormai se ne va a spasso con Jaime e Frankleganestein (ma tutti lo chiamano ancora Ser Gregor) per la Fortezza Rossa, cercano di entrare anche nel Consiglio ma vengono lasciati da soli al tavolo della mensa dalle altre cheerleader che si allontanano con sdegno. Sì, è quello che ci ho visto io. Scusate ma questa stagione sta titillando il mio robusto senso del ridicolo, non posso farci nulla. Intanto Tommen si lascia intortare da High Sparrow con belle parole. Partito con baldanza, probabilmente se ne ritornerà a casa con un volantino sui Sette Dei e un invito a tornare per una lettura di gruppo.
- Ritroviamo anche Sam, Gilly e il bambino in viaggio verso Old Town. Sam però vorrebbe lasciarli a casa sua, perché la madre e la sorella se ne prendano cura mentre lui sarà impegnato a studiare per diventare Maestro. Tutta la scena ha una sua tenerezza condita da mal di mare e vomito, perciò voglio perdonare anche il lungo piano di studi mentre in giro piove merda e nessuno sa costruire un ombrello. Ma #statesereni che nel giro di una carriera universitaria fuori corso, Sam imparerà sicuramente a farli e allora sulla Barriera sentirete intonare: «Arrotino! Ombrellaio!» Ok, sono stato cattivo. Scusa Sam, ti voglio bene. Anche a Gilly e Piccolo Sam. Però dai… solo a me è parso un espediente di Jon per levarti dalle pa– zona del pericolo? Eh.
- Ritroviamo anche Bran (la cui somiglianza sempre più inquietante con Arisa ci mette tutti a disagio) mentre viaggia nel passato col suo maestro e vede il padre subito dopo la guerra che ha rovesciato i Targaryen. Lo vediamo affrontare poco cavallerescamente Ser Arthur Dayne, il più grande spadaccino di tutti i tempi (che secondo la leggenda avrebbe inspiegabilmente battuto da solo) con l’aiuto dell’amico Howland Reed (padre di Meera e Jojen) che gli dà una pugnalata nel coppino dando modo a Ned di colpirlo al collo (trasformando di fatto Ser Dayne in Nick Quasi-Senza-Resta, se anche i potteriani mi seguono). Tutto per entrare in una torre dove si nasconde… io lo so ma non ve lo dico, che potrei fare troppo spoiler a qualcuno.
- E poi c’è Jon. Eccolo lì che si rialza come Lazzaro/Gesù dalla tomba. Invece delle Tre Marie però c’è un Davos compostamente stupito, poi arriva Melisandre e gli chiede cos’ha visto dall’altra parte. Niente. Un vasto e vuoto nulla. Beh, lei la prende bene comunque, dice che il prescelto dopotutto non era Stannis ma Lui. Wow, che retromarcia! Avrà schizzato tutta la ghiaia del vialetto. Va beh, comunque anche gli altri la prendono bene, ci sono anche un paio di abbracci e altrettante battute. Poi via, è ora di giustizia/vendetta e si impiccano i cospiratori. Poi però basta, e che cazzo, Jon molla il mantello e la carica a Eddison Tollett, per gli amici, Edd l’Addolorato (che nella serie manca però dell’umorismo nero che me lo faceva amare nei libri), dopodiché se ne va per la sua strada. Quale? Boh, forse a moltiplicare pani e pesci. Chi lo sa! Alla settimana prossima per scoprirlo.