Underground

Frattali e geometrie d’altre realtà: Kilian Eng

Kilian Eng, Svezia, classe ‘82, predilige il digitale. Tutti i suoi lavori sono digitali, e hanno raggiunto una maestria nel dettaglio incredibile.
Mi piace la filosofia digitale. E se questa ha trovato modo di garantire un diritto di possesso a opere che, di fatto, non sono uniche, ma si possono copiare in centesimi di secondo, diventa importante sia, per l’appunto, la discussione sul mezzo, ma anche, e non meno importante, sulla fruizione dell’opera.



Il mezzo, l’abbiamo detto, è lo schermo dei nostri supporti digitali.
La fruizione è affidata ai nostri sensi. E lo sappiamo, è limitata, molto più limitata dei gigapixel di risoluzione dei nostri device. Il nostro occhio non può coglierli. Ma d’altra parte, noi possiamo usare lo zoom, e andare a guardare, specie nel caso di Eng, gli infinitesimali e ricchissimi dettagli dei suoi “affreschi”.



Sì, lo sappiamo, trovarsi davanti la Gioconda è diverso che trovarsela sullo schermo. Ma anche qui: parliamone.
Io l’ho vista, ero a distanza di un braccio. Una tavola piccola, incorniciata, afflitta dalla miriade di flash costanti coi quali è bersagliata dalla miriade di persone che vanno al Louvre solo per fotografarla. Col flash, nonostante i divieti. Una vita fa.
Ed è talmente desiderata al di là del buon senso, che vederla dal vivo non è poi stato ‘sto granché.
Ma ovviamente la colpa era della ressa. Colpa nostra, insomma.



D’altronde, Eng è raggiungibile sempre, con pochi clic. Come la Gioconda.
E che la sua sia una ricerca stilistica lo si evince dai temi costanti e ricorrenti.
Mi affascina in particolare l’impiego della luce.



Calda, morbida, in questa tavola particolare sembra quasi offrire il ristoro dell’ombra fresca.
E poi, la vegetazione, il regno dei frattali, matematica applicata alla natura.



E matematica dell’uomo, con la descrizione e composizione di strutture geometriche artificiali.
Dicono che ci sia del surrealismo, nei suoi lavori.
Ma io ci vedo solo altre realtà.
E non è detto che le altre debbano essere surreali, o dipendere dalla nostra.



Sono visioni su altri mondi. E che Eng abbia la passione per gli altri mondi è garantito dal fatto che lavora nel campo della fantascienza per conto di marchi prestigiosi.
Potreste, e dovreste amarlo.

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*il sito dell’artista

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