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Firefly (ep. 3 – Bon Ton pericoloso)

Riprendiamo a parlare di cose serie: Firefly.
Serie misconosciuta. Tutti, ma proprio TUTTI hanno visto prima Serenity, il film che la chiude. E tutti, ma proprio TUTTI la reputano una scusa sufficiente per non vedere ciò che l’ha preceduto.
Dico solo che non vi capisco, in tutta sincerità.
Non è fantascienza classica, specie in quest’episodio, Bon Ton pericoloso (titolo originale Shindig) che approfondisce, con pregio, quello che è il mestiere di Inara: la prostituta.
Ecco, pensateci, inserire nel cast fisso una prostituta e fare di lei un personaggio cardine, per ciò che essa rappresenta per il Capitano Reynolds e non solo, evitando di associare a questa figura tutto ciò che a essa normalmente si attribuisce, in breve, la sua valenza tragica.
L’universo di Firefly è privo di ipocrisie: le prostitute sono organizzate in gilde. Sono rispettate. E Inara ha aspetto regale. Non dimentichiamoci che a prestarle il volto c’è Morena Baccarin.
Ancora una volta, Whedon gioca coi canoni del genere, li stravolge pur restandone in un certo modo fedele. Su questa fantascienza si innestano trame avventurose, fatte di passioni terrene e gelosie o, come in questo caso, di duelli. Alle spalle, c’è sempre lo sporco lavoro del contrabbando, quello a cui la ciurma della Serenity si dedica.

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Storia che più classica non si può: romance suggerito e portato avanti secondo ritmi classici, sperimentati, inossidabili. Può non piacere, se si cerca un prodotto sci-fi, ma Firefly è anche questo, contaminazione e ricchezza di genere e messinscena.
Al di là, quindi, del facile e prevedibile intreccio che termina in uno scontro all’ultimo sangue, pur tuttavia segnato sempre dall’irriverenza di Whedon che non consente a Mal di uscirne vittorioso in modo onorevole, ma ricorrendo a sporchi trucchi (che ce lo rendono più smpatico), la bellezza di questo episodio che è sì il terzo, ma che risulta essere sesto nell’ordine degli epidosi, è la scenografia.
Sfarzosa, ottocentesca, con lampadari di cristallo levitanti, in una cornice che rammenta i pianeti lussureggianti e ricchissimi di Star Wars, legati a tradizioni di onore e sangue.
Il ballo è protagonista dell’episodio. Immagino che alcune scene e coreografie, che vedono impegnati gli stessi attori, siano costate tempo e fatica, ma il risultato è appagante e decorativo.
In breve, ci viene offerto uno scenario solito per Inara, che sceglie i propri clienti su uno schermo di computer, e che spesso si trova al centro di piccole contese.

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La Serenity per questa volta rimane parcheggiata. Mal è sempre più simile a un avventuriero in stile Dr. Jones, forte e abile con le armi, pessimo con le spade. Ovviamente, sarà sfidato all’arma bianca. Il tutto per avere il tempo, oltre che di corteggiare Inara, che però al tempo stesso respinge, secondo il romance impossibile appunto, di caricare la merce da esportare illegalmente.
Merce atipica, la cui natura si conosce solo nell’ultima inquadratura, interamente realizzata in CGI.

Puntate precedenti QUI

Autore e editor di giorno, talvolta podcaster. /|\( ;,;)/|\ #followthefennec
    • 13 anni ago

    Di Firefly ho visto soltanto il primo episodio, mai visto il film.
    Devo confessare che questo primo episodio non è che mi abbia messo tanta voglia di vedere i successivi.
    … ci riproverò!

      • 13 anni ago

      Sì, non è una cosa obbligatoria eh. 😀

    • 13 anni ago

    Beh , nella contaminazione tra generi diversi non ci trovo nulla di male…

      • 13 anni ago

      e perché io? 😀