Siamo arrivati a Not Fade Away, quarto episodio di Fear the Walking Dead, alias Adventures of Rezzonico in Deadland.
Che ci sia un tocco femminile dietro all’episodio, diretto dalla regista Kari Skogland e scritto da Meaghan Oppenheimer, è palese fin dall’inizio, che mostra una panoramica del quartiere ora delimitato da un’invalicabile recinzione mentre risuonano le sempre meravigliose note di Perfect Day. “Such a Perfect Day… Rezzonico is in the zoo…” ecc. Gran raffinatezza dunque e anche gran cazzeggio dietro il filo spinato apparentemente sicuro, ma non tutti i personaggi si sentono tranquilli. Se infatti l’Ispanico fa jogging nei momenti in cui non lecca il chiulo ai militari, la ex moglie è diventata il medico dell’intero quartiere e Rezzonico ne approfitta per sguazzare in piscina o rubare morfina ai malati terminali (giuro! La scena peraltro ricorda molto quella di Thirst ma nel film di Park Chan-Wook aveva una sua dignità, qui fa solo ridere), Mamma Hubert, Sorella Gervasona e Fratellastro Chris, sempre armato di telecamera digitale, sono inquieti e non si fidano molto delle promesse dei soldati che spadroneggiano in città. Ne hanno ben donde, tra l’altro, visto che tra una risata e l’altra il kapò dei militari minaccia esplicitamente di sparare a chi non dovesse rispettare le regole vigenti all’interno del campo di conc…ehm… del quartiere.
Anche perché detto neighborhood è popolato di persone sull’orlo di una crisi di nervi. La vecchia babysitter di Rezzonico e Gervasona, come scopriremo alla fine dell’episodio, si è suicidata a seguito della solita folgorazione da castigo divino che colpisce chiunque veda pascolare gli zombie sulle strade e c’è un mezzo boscaiolo dall’aspetto pingue che passa virilmente il tempo a piangere e decide di abbandonare moglie e figli sgommando con la macchina in 30 metri recintati (i militari lo cercano tutta la notte prima di trovarlo e portarlo in qualche luogo misterioso e lontano. Mah); oltre a questo, Telecamera Digitale e Mamma Hubert scorgono in lontananza dei segnali luminosi, ma vengono perculati sia dall’Ispanico che dal kapò dei militari, cosa che spinge Mamma a uscire furbamente dalla recinzione, solo per scoprire che i dintorni sono disseminati di zombie abbattuti e di vivi freddati senza troppi complimenti. Forse che i militari non sono proprio tutti nel chilo e hanno cominciato a soffrire della “sindrome di ACAB, anche detta sindrome da Scuola Diaz”?
Il Barbiere ne sarebbe convinto, vista la brutta infanzia trascorsa nelle sue terre d’origine (e visto il fatto che la figlia è preda delle attenzioni lubriche dei soldati), ma non fa quasi in tempo ad avvertire Mamma di stare in campana che arriva un’inquietante dottoressa, spalleggiata dall’ex moglie dell’Ispanico, a portare via sia la moglie del Barbiere sia, attenzione!, Rezzonico!!!! Il povero Rezzonico, che in questa puntata ha rimediato schiaffoni dalla madre dopo essere stato sgamato a rubare morfina ed è stato pure pestato dai militari mentre cercava di scappare con la sua solita agilità. Lo rivedremo ancora? Secondo me sì, anche se ora la domanda clou della serie è: chi diamine è che cerca di comunicare tramite specchietti e luci intermittenti? Il ciccioBBrufolo delle prime due puntate? L’elfo Dobby? Non lo so, ma un virus ha sicuramente colpito anche me visto che ho trovato l’episodio interessante e dinamico, al di là degli immancabili momenti WTF. Spero che qualcuno mi uccida prima della prossima puntata. ENJOY!
(Quest’articolo è stato gentilmente redatto da Erica de Il Bollalmanacco di Cinema)