Cinema

Dredd (2012)

Dredd è uno di quei fumetti che non ho mai letto. Per cui mi fido delle cose lette in giro.
Al solito, si è ignorato il background di decine di ottimi albi a fumetti per creare una sceneggiatura nuova, che li ignori tutti.
Nessuna meraviglia, l’hanno sempre fatto e continueranno a farlo. Probabilmente perché gli sceneggiatori hanno bisogno di lavorare, e non vogliono farsi fregare il lavoro da quelli dei fumetti che, per inciso, sono anni e anni e anni (cit.) che svolgono il loro lavoro egregiamente.
Detto questo, il Dredd di Pete Travis soffre di diversi problemi:

a) la storia

b) i costumi

c) la sceneggiatura

Chiariamoci, non è il disastro che sembra, è un film con difetti evidenti, ma che si lascia guardare. Negli anni ci hanno imboccato con robaccia peggiore. Un nome su tutti, L’Ora Nera, che è davvero lammerda. E non sto nemmeno a spiegarvi il perché. Sia messo agli atti che, al confronto con L’Ora Nera, questo Dredd (in 3D!) è un capolavoro degno di Orson Welles.
Non ricordo nemmeno così bene il Dredd del 1995, con Stallone, avendolo rivisto pochissime volte, in questi anni. Indice, quest’ultimo, di scarso entusiasmo da parte mia, che i film di Sly e Zio Arnold me li vedevo e rivedevo: quella spacconata di Demolition Man l’avrò visto almeno venti volte, Dredd La legge sono io forse solo un paio, e non ricordo quasi più nulla se non i costumi sfavillanti al pari delle uniformi, con abbondanti verniciate d’oro.
Curiosamente, questo Dredd di Travis sembra adottare una scelta minimalista, uniformi sporche e logore, moto che, al confronto, la linea dell’Apecar è più aerodinamica e caschi enormi, ma a questo ci arriviamo.
Metto a confronto però, i budget…

Dredd e la tuta Fremen

***

Dredd di Stallone costò 70.000.000 di dollari.
Dredd di Travis e Urban è costato 50.000.000.

E probabilmente state pensando che quei venti milioni in più (o in meno) dipendano da Stallone. E, invece, sono segno della crisi economica odierna.
Perché Danny Cannon, regista di Dredd con Stallone, è del 1968, quindi è stato messo alla regia a ventisette anni. Un perfetto sconosciuto a cui vengono dati settanta milioni e uno degli attori-macchine da soldi di Hollywood.
Di Travis ignoro la data di nascita, a quanto pare è notizia riservata, ma a giudicare dalle foto è giovincello pure lui. A lui ne vengono dati cinquanta e Karl Urban.
Il protagonista è sempre il Giudice Dredd, personaggio interessante, insieme Giudice, Giuria e Boia, personaggio in cui le major di tanto in tanto credono, ma che, come se una macumba gravi sulle loro teste, al momento di gestire le cose, finiscono sempre per affidarlo a un piccolo regista, insieme a tanti soldi. Non una garanzia di successo, secondo me. E anziché The Rock, oppure Vin Diesel o Statham, (tanto è uguale, avrebbero portato comunque il casco in testa per fedeltà al personaggio) si prende Urban, che costa meno, con tutto il rispetto.
Ora, dicevo dei problemi…

Dredd in sella alla sua moto

***

La storia

Come tutte le storie che si rispettano, quella di Dredd dovrebbe avere dei percorsi “classici” obbligati, altrimenti non è una storia, ma un documentario.
Mi spiego: quello che manca è il personaggio.
È un film che si intitola Dredd. Dredd è il nome del suo protagonista. Solo che, chi è Dredd? A quanto ci viene mostrato è un’uniforme (con un casco enorme) indossata da un tizio che si vede che si sta sforzando a portare quel grugno, che non è naturale, e basta.
Non ha un passato, non ha personalità, ma solo un carattere sbrigativo, e non ha un futuro. Un altro po’ e in effetti non ha una storia nemmeno la città e il perché s’è ridotta così.
Il personaggio non evolve di un millesimo di millimetro nell’arco del film. Tra Dredd e una puntata di Cops non c’è alcuna differenza.

***

I costumi

E veniamo al casco:

Ha in testa un pitale, praticamente, se piove ci si affoga, tanto è grande. La faccia di Karl Urban scompare, là dentro.
E le moto non è che siano minimaliste, sono delle Apecar truccate da moto, una roba oscena.
E le tute sembrano le tute fremen riciclate da Dune di Lynch.
Ok, scelta stilistica, vogliamo dire? Oppure mancanza di fondi? Non so, certo che cinquanta milioni di dollari sono davvero tanti per un film che ha un solo set, il palazzo dove si svolge lo showdown. Sì, ok, c’è anche l’inseguimento iniziale. Quindi diciamo che ha una strada e un palazzo. Ok.

***

La sceneggiatura

E veniamo al punto citato all’inizio dell’articolo. La sceneggiatura ha debiti pesanti con quella di The Raid: Redemption.
Anzi, diciamo che è simile in modo imbarazzante, con alcuni momenti (persino dello storyboard) spaventosamente identici: la sorveglianza elettronica da parte dei nemici verso ciò che succede nell’edificio, la comunicazione agli abitanti tramite l’interfono chiedendo collaborazione nell’ammazzare i giudici, le sparatorie tra un piano e l’altro, la fabbrica di droga.

***

In sostanza, ammettendo che, diversamente da quanto si racconta in giro, il film è colmo di citazioni dal fumetto, pur non riprendendone alcun intreccio (qui la pagina delle curiosità di IMDb, con decine di citazioni), si è voluto, “ispirandosi” in maniera pesante a The Raid, rispettare le unità aristoteliche: di luogo (grattacielo), tempo (il tutto si svolge in una notte) e azione (la missione di Dredd e della sua pupilla in prova).
E il film devo dire che diverte, perché è la struttura stessa a renderlo divertente. Ovvero l’idea di un massacro su scala ridotta, di una lotta senza tregua tra assalitori e difensori è sempre divertente. Questa non è brillante, e messa a paragone con The Raid scompare nell’oblio, ma non è pessima.
Solo che il Dredd del titolo non c’è. Al suo posto ci poteva essere Kenshiro, un Terminator, persino Freddie Kruger o Jason di Venerdì 13, il risultato sarebbe stato identico.
Poi c’è la questione droga, la Slow-Mo, che è un pretesto del regista per utilizzare tecniche di ripresa dettagliatissime, al rallentatore, con telecamere ad altissima definizione. E sì, ok, si apprezza il gesto tecnico, ma alla fine ci si domanda, essendo il rallentamento della percezione uno degli effetti della droga, perché mai non è stata effettuata una ripresa in soggettiva, mentre si è preferito far assistere a scene rallentate dall’esterno, come se ad assumere la Slow-Mo fosse stato l’operatore.
In conclusione, direi che mi è pure piaciuto. Ma non è Dredd, è un action-movie con costumi brutti, che ti fa venir voglia di recuperare il Dredd di Stallone per vedere com’era.

Indice delle Recensioni QUI

Kick-ass writer, terrific editor, short-tempered human being. Please, DO hesitate to contact me by phone.
    • 11 anni ago

    Nonostante i distributori italiani (e solo quelli, il film è arrivato in tutto il resto del mondo, paesi del Terzo Mondo compresi e non scherzo) abbaino deciso che noi non eravamo pronti per questo Dredd 3D, ricorrendo ad altri canali l’ho recuperato e me lo sono visto.
    Mi manca il riferimento a The Raid, del quale hanno parlato in troppi per non essere vero, ma sostanzialmente sono d’accordo in tutto ciò che scrivi: la storia che è una storiella, il casco che è un guscio di Calimero, Karl Urban che potevo essere io, tu o Alvaro Vitali era uguale, la monolocation che con cinquanta milioni di dollari, mah, secondo me qualcuno sti soldi li ha spesi proprio male, e soprattutto, il personaggio di Dredd che non è un personaggio.
    Un celerino qualsiasi, pure un po’ ottuso nella sua determinazione di cui non ci viene spiegata neanche di striscio l’origine, privo di crescita psicologica, di spessore, di tutto.
    Insomma, magari hai già letto cosa ne pensavo QUI.
    Peccato, per me è una gran bella occasione buttata, perché il personaggio meritava.

      • 11 anni ago

      Ecco sì, ho dimenticato di sottolineare il fatto che ancora non è prevista una distribuzione italiana. Probabilmente arriverà in dvd. su qualche settimanale.

      No, non l’avevo letta la tua, perché prima di guardare un film non leggo mai recensioni, ma adesso noto che abbiamo elencato difetti molto simili. Ambedue ce la siamo presa col casco enorme XDD

      Per quanto riguarda The Raid non so se possa piacerti: è un film action nel puro senso del termine, ma a differenza di Dredd non c’è la pretesa di un protagonista pittoresco, il vero protagonista, come da titolo, è il Raid stesso, ovvero l’azione e il combattimento che ne segue.

    • 11 anni ago

    Come ho scritto sul blog di Lucy, devo ancora vederlo ed è lì che aspetta. 🙂

    • 11 anni ago

    Anche a me il vecchio film non era dispiaciuto. Allora non conoscevo il fumetto e adesso ne ho letto pochissimo, quindi non posso dire di conoscere il personaggio. Certo che questa reensione mi fa venire voglia di lasciar perdere e riguardarmi quello vecchio, e magari poi vedermi anhe The Raid.

      • 11 anni ago

      The Raid è straconsigliato. Merita tanto. 😉

    • 11 anni ago

    L’originale è un film che mi è piaciuto all’epoca e ancora quando l’ho rivisto qualche mese fa.
    Aveva quella commistione tra spettacolo/azione e ironia che il cinema d’oggi non riesce a trovare (sempre che davvero si metta a cercarla).

      • 11 anni ago

      Devo recuperarlo assolutamente. ^^

    • 11 anni ago

    […] Visita il sito bookandnegative oppure iscriviti al feed Leggi l'articolo completo su AlterVista […]

    • 11 anni ago

    Il Dredd con Stallone mi era piaciuto. Non l’ho mai rivisto, ma ne serbo un ricordo positivo.
    Di questo boh, non mi ha mai intrigato e le tue parole non favoriscono la visione… Facciamo che mi riguardo quello del ’95 e tanti saluti. 😀

    Ciao,
    Gianluca

      • 11 anni ago

      Guardati The Raid, se non l’hai già fatto: è SPETTACOLARE:

        • 11 anni ago

        Eheh, è in lista da quando avevo letto la tua rece!

    • 11 anni ago

    Che poi il problema è che sarebbe stato anche un videogioco divertente, Dredd, solo che non lo giochi tu e ti limiti ad assistere.
    Ed è vero, i costumi sono davvero tanto brutti-

      • 11 anni ago

      Diciamo che Dredd è un personaggio accessorio. Cioè, è un costume e basta (pure brutto) XD