Visto il gradimento del precedente dietro le quinte dedicato a Shining, ho deciso di proporre curiosità su un altro film storico. Magari questa può diventare una rubrica fissa, e un utile diversivo, almeno finché dura la crisi dei film (non se ne trova uno decente da guardare e di cui parlare neanche a pagarlo).
Che dire di Nightmare?
Che fu uno dei pochi film che da bambino riuscì a spaventarmi davvero: gli altri capaci furono Shining, La Casa e L’Esorcista.
Perché Freddy, almeno all’inizio, è ancora l’antagonista (poi divenuto protagonista, com’è stato per Hannibal Lecter; in più assumendo toni macchiettistici che hanno sempre più spinto sullo humour nero, facendone una figura iconografica che poco ha a che vedere col terrore puro. Ma ci sta, eh…). È un antagonista sulfureo, oscuro, non si vede bene in faccia quasi sempre in penombra e, in aggiunta, possiede una smaccata connotazione anti-religiosa, ravvisabile nel rifiuto del crocifisso e nella morte di Tina che appare quasi una possessione demoniaca (in stile Esorcista), che lo rendevano un esponente dell’orrore sovrannaturale classico, terribile, che accarezza le suggestioni del Maligno.
Poi sono passati gli anni, l’anno prossimo si festeggia il trentennale di Freddy, e Nightmare ha ormai acquisito una dimensione storica inarrivabile, in un’epoca in cui si pratica il remake selvaggio e indiscriminato (oltre che inutile).
Ma passiamo, senza ulteriori indugi, alle curiosità:
Wes Craven ebbe l’idea per il film leggendo diversi articoli sul Los Angeles Times che trattavano di un gruppo di rifugiati cambogiani della tribù Hmong, molti dei quali erano in preda a incubi terribili. Il gruppo era venuto in America per sfuggire al regime di Pol Pot, ed entro un anno dall’arrivo, tre uomini erano morti nelle medesime circostanze: erano giovani, in buona salute, e iniziarono a soffrire di incubi e terrori notturni, rifiutandosi di dormire fino a che la spossatezza non aveva il sopravvento. Una volta addormentati, gli uomini si sarebbero risvegliati urlando, per morire subito dopo, forse per infarto, anche se le successive autopsie non rilevarono malformazioni o insufficienze cardiache di sorta.
Fred Krueger era un compagno di scuola di Wes Craven, era anche un bullo che lo aveva maltrattato per diversi anni. Anche ne L’ultima Casa a Sinistra (1972), Craven aveva usato la medesima ispirazione, chiamando il cattivo Krug. L’aspetto di Freddy (soprattutto i vestiti sporchi e il cappello) è stato ispirato invece da un barbone che Craven sorprese alla sua finestra a fissarlo, quando aveva dieci anni.
Oltre 1800 litri di sangue finto sono stati utilizzati durante la lavorazione del film.
La scena in cui Nancy (Heather Langenkamp) viene attaccata da Freddy nella vasca da bagno è stata girata utilizzando una vasca bucata, l’intero set della stanza costruito sopra una piscina.
Il guanto di Freddy fu un’idea di Wes Craven, che volle dare al suo personaggio un’arma unica, ma al tempo stesso di facile costruzione e trasportabilità. A quel tempo, Craven si stava documentando sulle paure ataviche comuni a tutte le culture, come quella del buio; scoprì che una di questi è legata, in particolare, alla possibilità di essere attaccati e feriti dagli artigli degli animali, così decise di fornire artigli al suo mostro.
La bambina che salta la corda in giardino era la figlia della coppia proprietaria della casa usata come set per l’abitazione di Tina.
La prima volta che Robert Englund provò a indossare il famigerato guanto di Freddy, si tagliò.
La New Line Cinema venne salvata dal fallimento proprio dal successo del film, e venne scherzosamente ribattezzata: La Casa (di produzione) costruita da Freddy.
Le parole Elm Street del titolo non vengono mai pronunciate durante il film.
L’indirizzo fittizio della casa nel film è 1428 Elm Street. L’abitazione reale in cui si svolsero le riprese si trova a Los Angeles, California, al 1428 della Nord Genesee Avenue. Il cartello indicante il numero civico 1428 è stato rubato e mai restituito.
Freddy Kruger venne concepito da Wes Craven per essere il tipico killer silenzioso, simile a Jason Voorhees di Venerdì 13 o Michael Myers di Halloween. Solo nel sequel, Freddy sviluppò una personalità impertinente caratterizzata dal tipico humour nero.
Il guanto originale è stato utilizzato in Nightmare 2 – La Rivincita (1985), ed è mostrato ne La Casa 2 (1987). Wes Craven rese disponibile il guanto anche per Nightmare 3 – I Guerrieri del Sogno (1987), sul set del quale venne smarrito, forse rubato.
Secondo Heather Langenkamp, la scena della scala che si fonde è stata girata utilizzando un mix di pancake al posto del legno dei gradini. Secondo Wes Craven, tuttavia, era farina d’avena e colla. La scena venne diretta da Robert Shaye (il produttore), basata su un incubo avuto dallo stesso Shaye.
La scena in cui Freddy allunga le braccia nel vicolo prima di inseguire Tina venne realizzata con l’ausilio di due uomini piazzati ai lati della strada, fuori inquadratura, che tramite l’impiego di canne da pesca muovevano i finti arti di Freddy, presi all’amo.
Nella primissima apparizione nel film, non è Robert Englund a vestire i panni di Freddy, ma l’addetto agli effetti speciali Charles Belardinelli, lo stesso che si era occupato della realizzazione del guanto.
Tutte le scene ambientate nel locale caldaia vennero girate nei sotterranei della prigione di Lincoln Heights, demolita poco dopo la fine del film a causa delle elevate concentrazioni di amianto nella struttura.
Nella sua stanza, dopo essere quasi stata uccisa nella vasca da bagno, Nancy si guarda allo specchio e dice: “Oh Dio, sembro una vecchia di vent’anni”. Heather Langenkamp aveva in effetti circa venti anni all’epoca del film.
La scena in cui Freddy fa cadere il crocifisso sopra il letto in cui dorme Nancy, per poi sporgersi dal muro tentando di prenderla, venne realizzata stendendo sopra il buco nel muro un foglio di spandex. In questo ciak, Freddy fu interpretato dal designer degli effetti speciali Jim Doyle.
Il film è stato girato in 30 giorni.
Il film costò circa 1,8 milioni di dollari e incassò la medesima cifra nel weekend di esordio.
Il film che appare sulla TV di Nancy quando lei si addormenta nella sua camera da letto è La Casa di Sam Raimi (1981).
Il direttore della fotografia Jacques Haitkin indossava una benda sull’occhio durante le riprese in modo da non essere distratto.
Per trasformare Robert Englund in Freddy Krueger occorrevano circa tre ore di trucco.
Robert Englund basò la mimica di Freddy ispirandosi a Klaus Kinski nel Nosferatu di Werner Herzog. Englund affermò anche che per interpretarlo prese spunto da un episodio della propria infanzia. Il giorno di San Valentino, quando Englund era a scuola, tutti in classe si scambiarono biglietti affettuosi, tranne un ragazzo che venne escluso. Englund ricordava ancora il suo volto pieno di rabbia e invidia e associò quei sentimenti al personaggio di Freddy.
In origine, il maglione di Freddy era rosso e giallo (secondo i colori indossati da Plastic Man, che, come Freddy, potreva cambiare la sua forma; l’idea era che qualunque cosa Freddy fosse diventato, sarebbe stata gialla e rossa). Tuttavia, dopo aver letto un articolo su Scientific American nel 1982, che indicava in rosso e verde i due colori più contrastanti alla retina umana, Craven optò per questi ultimi.
Le scintille generate dal guanto quando gli artigli strisciano sulle superfici metalliche sono state ottenute collegando lo stesso a una batteria per automobili. Il famoso stridio dei coltelli invece è stato creato graffiando un normale coltello da bistecca contro le gambe metalliche di una sedia.
La scena di Tina (Amanda Wyss) spinta contro il soffitto da una forza invisibile è stata girata utilizzando una stanza rotante. La cinepresa era fissata al muro e il cameraman legato a una sedia accanto. Per i due ciak in cui Rod (Jsu Garcia) e Tina sono entrambi nella stanza, lei sul soffitto e lui accanto alla porta, la prima è sdraiata sul pavimento, Garcia al contrario è appeso a testa in giù: i capelli incollati per rimanere aderenti al cranio.
Occorsero tre anni, a Wes Craven, per riuscire a vendere la sceneggiatura di Nightmare.
Wes Craven aveva aiutato Sean S. Cunningham lavorando su un paio di ciak di Venerdì 13 (1980); a sua volta, verso la fine della produzione di Nightmare, Cunningham diresse un paio di scene.
La scena in cui Freddy brucia, insegue Nancy in cima alle scale, ricade e comincia nuovamente a inseguirla è stata girata in un’unica ripresa con l’ausilio di diverse cineprese ed è stata la scena del fuoco più elaborata mai girata fino a quel momento. Lo stuntman Anthony Cecere venne nominato miglior stunt dell’anno proprio per quella la scena.
Per la sequenza del geyser di sangue in cui Glen (Johnny Depp) viene ucciso, venne utilizzata la stessa stanza girevole impiegata per la scena della morte di Tina. Vennero versati litri e litri di acqua rossa nella camera, pompando attraverso il letto. La camera doveva ruotare mentre il sangue scorreva, ma venne fatta girare nella direzione sbagliata così il sangue, invece di sgorgare fuori dal letto e schizzare lungo le pareti, finì fuori del set passando attraverso la porta aperta dov’era sistemata la cinepresa e l’altra attrezzatura, con fili a vista e prese elettriche. Ci fu un corto circuito che privò l’intero set dell’elettricità, ma nessun ferito. Il sangue è acqua mescolata con coloranti alimentari. La scena è stata in parte ispirata dalla sequenza dell’ascensore in Shining (1980).
Nella sceneggiatura originale, il film ha un lieto fine: Nancy uccide Krueger semplicemente smettendo di credere in lui, poi si sveglia per scoprire che tutto ciò che è accaduto nel film è stato un incubo. Saluta sua madre e si dirige a scuola con i suoi amici.
Fu il produttore Robert Shaye a insistere per il finale aperto che, tra l’altro, avrebbe lasciato campo a un ipotetico sequel. Suggerì di lasciar credere al pubblico che Freddy fosse stato sconfitto, solo per rivelare che la stessa scena finale è in realtà un incubo, e poi terminare il film con Freddy che guida un‘auto lontano dalla casa e i bambini che urlano. Wes Craven, da parte sua, odiava questo finale.
Infine, ne vennero girati ben quattro; il lieto fine di Craven, quello di Shaye, e due versioni compromesso: in entrambe la madre di Nancy è tirata indietro all’interno della casa.
Craven ha sempre sostenuto che il film avrebbe dovuto avere il lieto fine che originariamente aveva scritto.
(Approfondimenti QUI)