La Stanza Bianca

[Di incipit si muore, il podcast]: Neuromante

Sesto episodio di Di incipit si muore, il vostro podcast preferito.
Questa volta, io e Bruno Bacelli di Mondi Immaginari (autore de L’uomo che odiava il tempo) ce la prendiamo con Neuromante, partendo dal celeberrimo “cielo sopra il porto” e allargandoci in una discussione sul cyberpunk, sulle sue origini nebulose e su dove stia andando a parare, considerando soprattutto una sua strana caratteristica intrinseca, ovvero quella di essere, periodicamente, superato dalla realtà, con la quale deve rimettersi in pari e addirittura sforzarsi di superarla.



E se oggi il presente non è proprio come ipotizzato da William Gibson e dagli altri e il cielo non ha ancora il colore di un canale morto, ciò non vuol dire che, per altri versi, il mondo non si sia adeguato, suo malgrado, a certe brutture, ideate su carta con altri fini e diventate concrete.

Di incipit certamente Gibson non è morto, anzi. Ma spesso viene preso a esempio, e come unico nome, di un sottobosco che, dall’occidente al Giappone, ferveva già da qualche anno, applicando alla narrativa quella visione fosca del futuro, la paranoia e lo spostamento dei valori comuni, per non dimenticare il simbiotico rapporto con la tecnologia e l’informatica.
Insomma, il cyberpunk è ancora vivo? Chissà.
Buon ascolto. E alla prossima puntata.

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