Ora ritornano dalle ferie, ebbri di nulla, sentenziando sulla solita estate pallosa e confusionaria. Hanno il sole sotto la pelle, la salsedine nel naso, la pelle piena di bubboni lasciati in dono dalle zanzare tigre e scottature ormai sedimentate, le emozioni intense provate sul bagnasciuga, quando la sabbia è entrata nelle loro mutande frizionando sadica, i ricordi fugaci dei volti incontrati e all’alba del giorno dopo già dimenticati… e la cantina buia dove noi, respiravamo piano… e il mare nero e bla bla bla…
Sono cose che mi sono ritrovato anche io a fare con T’Pol, dato che si è trasferita a casa mia, sul mare. E abbiamo passeggiato al chiaro di luna mentre lei mi sussurrava gli atroci versi sull’equilibrio di Surak. Roba da metterle una pietra al collo. Però, sapete, i vulcaniani e le vulcaniane sono mediamente forti il doppio rispetto ad un essere umano, per cui…
Tornano tutti, dicevo. Sparando cazzate indicibili, perché devono finire di scaricare il loro bagaglio di ovvietà. Chissà perché l’estate rende tutti un po’ poetici. Questa stagione spaccia dosi di filosofia spicciola.
E i suoi protagonisti, tronfi di storie d’amore vere o presunte, tornano a collegarsi ad internet, viaggiare con la mente, cercando un lido che faccia al caso loro. Molti tra gli approdi possibili si sono estinti nel frattempo perché delusi e abbandonati.
In fondo che senso c’è in un blog deserto? Se proprio si vuol continuare a parlare, basta scendere in strada e mettersi a starnazzare. Scommetto che ci farei pure qualche euro.
E i viaggiatori passano, guardano, cercano il download sicuro, ma non solo quello, anche, forse, qualche blog, qualche forum in cui mettere radici e diventare delle vere personalità, magari ridacchiano di fronte alle notizie divertenti e si interessano sinceramente a quelle… sì, a quelle vagamente interessanti (ovvio, no?). Magari ci scapperebbe anche un commento… Sì, sì, quasi quasi lo faccio, ora commento così mi faccio conoscere, ma… forse è meglio da anonimo così, non ho fastidi… Ma, cacchio, vogliono la mail! Vabbé me ne invento una, [email protected] e posso dire tutto quello che voglio…
Ma, porca putt…, ci vuole il login!!!
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Ma la paura è forte. La fo**uta paura del login.
Mamma mia! Riusciremo mai a sconfiggerla? Meglio scappare! Battere in ritirata! Aiuto!
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La paura del login…
E così si continua nel più bieco anonimato, passando, guardando, voltando la testa e alzando il mento sdegnosi, urtati da cotanta arroganza e diffidenza (la nostra).
Questione di gusti, noi qui ad esempio preferiremmo donzelle e meno gentiluomini.