Rinascimentiful con SPOILERS, la soap-opera che il Vaticano prega non leggiate (affermazione arbitraria che fa sempre il suo porco effetto). Vogliamo dargli questa soddisfazione? Eddai!
Prima di buttarci nell’episodio, facciamoci subito uno schema coi quattro binari di questa settimana:
- Lorenzo e Piero sulla via di Napoli;
- Riario, Nico e Zita sul Basilisco;
- Leonardo, Zoroastro, Vespucci e Yana sulla Sentinella;
- Lucrezia, Lupo e il Vero Papa in Vaticano.
SOMARI E BRIGANTI
Il tempo è relativo, oppure lo sono le distanze. Lorenzo e Piero – che lungo la strada battibeccano simpaticamente, perché Piero si lamenta delle scomodità del viaggio (e parla anche di Leonardo, col quale dice di avere un rapporto “complicato” per via della madre, scomparsa dalla sera alla mattina) – sono già nei pressi di Napoli ma il cavallo è ancora quello con cui sono partiti da Firenze, fresco come una rosa, e Lorenzo ha solo un velo di barba. Ora, io on sono andato a documentarmi sulle tempistiche della viabilità equestre del periodo, ma così a occhio si tratta di uno di quei misteri che DVsD ci regala ogni tanto, come il Libro delle Lamine, i viaggi nello spazio-tempo del Turco o la presenza di Nico. Anyway, scoperti da due lestofanti che vendono Indulgenze spacciandosi per uomini di fede, Lorenzo evita la rapina facendoli secchi e seppellendoli nel bosco, ma poco dopo vengono fermati dalla guardia di frontiera napoletana.
IL TRIANGOLO NO
Riario e Zita amoreggiano, lei gli chiede cosa vede in Nico e lui afferma di trovare nel ragazzo qualcosa di se stesso. Forse lo vuole educare o solo comprendere. Recatosi da Nico, Riario gli domanda come mai un ragazzo istruito e di buona famiglia, con un brillante futuro davanti, abbia mollato tutto per stare dietro a un’artista, pur non avendo interessi creativi. Buona domanda, io stavo già dandolo per valletto. Nico gli ricorda invece che, secondo la profezia del Turco, se non ci sarà Da Vinci al timone, la nave sarà condannata. Detto fatto, arriva burrasca e Nico gongola amaramente. Sarà la fine del Basilisco? Grazie ai flash forward sappiamo che Riario sopravviverà, quanto al resto stay tuned.
MORIREMO TUTTI! ANZI NO
Dopo un tempo X di navigazione e la metà dei viveri consumati, gli ex schiavi rimasti a bordo (tutti circassi, gli altri sono scesi a Capo Verde) si fanno irrequieti. Il Capitano e Vespucci sarebbero per giustiziare i ribelli, ma Leo vuole educarli, così illustra i suoi calcoli a Yana che fa da interprete, ma quando la posizione di Venere lo sbugiarda, lei lancia un: «Moriremo tutti!» che è il grido della rivolta. Sedata la ribellione e rifatti i calcoli, Leo scopre pure il sistema eliocentrico e rivede i suoi calcoli, ma ormai è troppo tardi per il corso avanzato Astronomia II, perché i circassi si sono dati la morte l’un l’altro per non perdersi ai confini del mondo. Resta in vita solo Yana – e ti pareva – ma intanto è maretta anche tra Leo e Zoro, che non ha gradito i ceppi agli schiavi dopo avergli promesso la libertà. Con un battibecco alla Vianello-Mondaini, finisce questo quadretto famigliare.
ANCHE I PAPI PIANGONO
Lucrezia e Lupo entrano di soppiatto (Assassins Creed Quon Shan aspetta fuori) per incontrarsi col di lei padre e vero Papa, Francesco Della Rovere. Veniamo intanto a sapere alcune cosette, il fratello tentò di ammazzarlo già da ragazzino e in seguito gli ammazzò effettivamente una figlia (Amelia) quando usurpò la sua carica. Riario – presente all’epoca – chiese pietà per la cugina, ma suo padre, ossia Palpatine il Papa Cattivo Alessandro Della Rovere (vi ricordo che è pur sempre Rinascimentiful), le spezzò il collo sotto gli occhi del fratello Francesco e della nipote Lucrezia, che da allora odia pure Riario (così, perché faceva bello alla trama). In fine – dopo il flashback, cioè – Francesco sussurra a Lucrezia il suo piano, la cui prima mossa consiste nel prendere la spada del fondatore della dinastia ottomana e portarla a Costantinopoli. Ecco, qui mi sono domandato come avesse intenzione di riuscirci senza contatti esterni, finché Lucrezia non lo ha praticamente costretto a sputare il rospo. Essendosi ostinato già dalla prima stagione a non abbandonare la sua prigionia perché i tempi erano prematuri, questo presunto piano mi sembra una cassata ma non siciliana, ha più un accento che gli dà del pirla.