Cinema

Come true, il sogno è la nostra realtà

Un articolo a lungo dovuto, ma sospeso in un tempo indefinito, per le questioni che già conoscete… Come True di Anthony scott Burns, produzione canadese, parla di sogni.
Lo fa traendo e impiegando suggestioni prese dai grandi, Cronenberg in primis, ma offre un punto di vista più ampio, con implicazioni che solo apperentemente si risolvono in un finale semplicistico: è stato tutto un sogno.

No, non è esatto. Non è stato: è tutto un sogno. La realtà stessa è un sogno.
Queste tematiche mi sono care: da indeterminista puro, non ho la pretesa di riuscire a distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è. E se mi chiedeste perché, vi riponderei: potrebbe non essere così semplice come credete. Mi fido, dunque, e sulla base di questa fiducia agisco.
La realtà è ciò che possiamo percepire coi nostri organi di senso. Nei sogni percepiamo, dunque, la realtà: sentiamo, vediamo, avvertiamo, talvolta soffriamo. Quindi, per quale ragione quelle che scorgiamo nei sogni dovrebbero essere realtà meno reali rispetto alla nostra?
Tempo addietro, quando ero un blogger serio, mi permettevo pezzi come questo, in esso cito due fenomeni interessanti: nella fase REM, quella in cui sogniamo, il nostro cervello si comporta come se fosse in stato di veglia, percezione compresa. Ragion per cui, almeno a un livello meramente logico: sogno e realtà percepita sono la stessa, identica cosa.
Di fatto, voi chiamate realtà una delle due, sulla base della mera durata, probabilmente: quella che dura di più e offre maggior continuità narrativa.

La seconda è che anche gli individui affetti da danni cerebrali sognano: azioni semplici, lavarsi i denti, pettinarsi, mangiare. Avete capito bene: sognano la realtà.

Johann Heinrich Fussli, “Falstaff nella cesta”, 1792

Il messaggio di Come True, che ci viene portato attraverso un’estetica lugubre quanto affascinante, è questo, in definitiva: Sarah (Jiulia Sarah Stone) soffre di disturbi (?) del sonno, è fuggita di casa e dorme su uno scivolo in un parco giochi. E sogna. Sogna distese oscure popolate da figure incongrue, sagome nere con occhi bianchi, fino a quando non decide, più per esigenze pratiche tipo avere un tetto sulla testa che per animo scientifico, di iscriversi a un programma di studio sui sogni. Potrà dormire e venire anche pagata per questo. (Vi linko qui, per gradimento, la colonna sonora)

Lì, nell’istituto, un tizio che somiglia a David Cronenberg, con gli occhiali enormi, spia i sogni dei pazienti, tramite un’apparecchiatura che consente di tradurre gli impulsi cerebrali in immagini video.
Vi risparmio rivelazioni antipatiche sul finale a sorpresa, soffermandomi, soprattutto, sull’incertezza che domina il film, e che me lo fa amare alla follia.
È interessante analizzare il discorso sul femminile applicato al corpo (e alla mente), di Sarah. Alcuni hanno trovato determinate scene oggettivanti (persino degradanti o problematiche), io le trovo coerenti con lo sviluppo narrativo che porta al climax finale, per nulla voyeuristiche, poi, anzi, talmente fredde da risultare ripugnanti.
A parte i continui, insistiti sorvoli sulla dimensione buia – in Come True tutti fanno sogni bui, popolati di visioni che sembrano uscite, assenza di colori a parte, dalla mente di Zdzisław Beksiński (un altro che, dopo un incidente, ha iniziato a “vedere” altrove), è proprio la consapevolezza che è davvero impossibile riuscire a discernere la realtà dal sogno che fa di Come True uno spettacolo visionario come pochi.

Zdzisław Beksiński (particolare)

Noi non possiamo spiegare – non con certezza matematica – cosa sia la realtà. Non ancora. Ci stanno lavorando, e le diverse teorie del tutto non sono riuscite a spiegare… proprio tutto. Così come non possiamo spiegare cosa sia il sogno e perché tutti sognino. E no, se state pensando che voi sì, siete in grado di dire quando state sognando e quando no, spiegatemi perché, allora, quando i vostri sogni si tramutano in incubi, essi sono sufficientemente reali da farvi svegliare di soprassalto, nel cuore della notte, affannati e stanchi.

In Come True Sarah guarda il cielo notturno sperando di non sognare. Speranza vana. Succede sempre, anche durante i cosiddetti micro-sonni, che possono durare frazioni di secondo e che pure sono in grado di ospitare sogni (realtà) compiuti.
Nei sogni viviamo un tempo diverso, anche quello relativo. Immaginate, poi, il sogno di una persona in coma, che può prolungarsi per anni, di fatto, il sogno in questi casi offre senza alcun dubbio maggiore continuità.

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