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Come costruisco una storia

La storia.
Che dovrebbe essere la parte fondamentale, forse la principale, della narrazione. Insieme ai personaggi.
Ecco, parliamo di come si costruisce una storia. O meglio, dei metodi non ufficiali per costruirne una. Perché qui non si fanno manuali: si scrive. E basta.

Perché, lo sapete, si parte sempre da quell’impulso elettromagnetico che vi attraversa il cervello: l’idea.
Io la chiamo anche suggestione. Perché spesso si imprime in un cantuccio, tra i neuroni, e spunta in tutta la sua chiarezza solo dopo, a distanza di settimane, o mesi, magari.
L’idea.

Amber Heard, da una sua foto è partito tutto... è nato Darkest, per dirne una.
Amber Heard, da una sua foto è partito tutto… è nato Darkest, per dirne una.

Può scaturire da un’immagine: l’immagine di Amber Heard, per dirne una. E quella immagine si tramuta in un personaggio. Cominciate a vederla acconciata in uno stile particolare, e poi forse, dopo averla vista vestita e aver sentito la voce del vostro personaggio, vi piacerà costruirci attorno un mondo, cominciare a farla interagire con qualcun altro, intessere, rigo dopo rigo, un abbozzo d’intreccio, magari per giustificare il barboncino morto che chiude il primo paragrafo del prologo, e che avete messo lì giusto per intuizione, perché vi è sembrato figo mettercelo, arrivati a quel punto. Per dare una scossa al lettore. Per solleticare il suo sensovuonder. O per dirla in italiano, per indurgli meraviglia.

Ecco, il precedente è un esempio, personale, di come mi accingo alle storie. Comincio da un’immagine, quasi sempre. Ma può anche essere un brano musicale. Non poniamo vincoli prima ancora di aver cominciato, per favore. È il miglior modo, quest’ultimo, di non scrivere. Mai.
Partiamo quindi dall’idea.
E, se così cominciate, avrete tra le mani la prima scena, il primo capitolo, l’azione motivante l’intreccio, o magari già il colpo di scena. Dovete pensare a dove inserire questa bellissima suggestione, dosarla, farla esplodere nel testo.
O forse, avrete costruito il vostro primo personaggio, magari il/la protagonista: che altro non è che il mezzo attorno al quale, e con il quale, narrare la vostra storia.
Quindi il mio primo passo è quasi sempre il personaggio, perché quasi sempre vengo sollecitato da imput visivi.
Il secondo è l’intreccio, ovvero, completare il quadro, fornire al personaggio un background, una motivazione al suo agire, dargli un mistero da risolvere (il mistero attizza sempre).
Il terzo è mettergli attorno, e contro, il/gli antagonisti.
Quarto: metterci la parola fine. È bello scrivere “fine”, bello e malinconico.

Tutto qua.
Messa così, costruire una storia sembra la cosa più facile del mondo. E in effetti lo è, se durante quel processo divertente chiamato “prima stesura” non pensate ad altro che a questo: scrivere.
E scrivere.
E ancora scrivere.
Tutti gli artifizi, gli abbellimenti del testo, il filtraggio del POV e bla bla bla, quelle son cose che verranno dopo, in fase di correzione, o anche durante, riuscendovi istintivi, se avete il manico.

Questo, in breve, il mio processo creativo.
Sarei curioso di ascoltare i vostri, se vorrete mettermi a parte del vostro segreto.
Alla prossima.

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