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Come affrontare le recensioni negative

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Per quel poco che ho scritto, devo dire che ho avuto parecchie recensioni. I miei colleghi anche più di me, ma non mi posso lamentare.
La maggioranza di queste recensioni sono positive.
Qualcuna appena un po’ freddina. Sapete, la tipica stiticità da 3 stelle.
Poche, ma terribili, sono delle assolute stroncature.

Avere recensioni negative, o stroncature, fa male.
E quelli che affermano il contrario, ovvero che non faccia male/dia fastidio, mentono sapendo di mentire.
E questo è un fatto.
Specie se, come accade oggi in internet, il recensore può, forte del mezzo stesso, improvvisarsi oratore del senato romano, e lanciarmi contro le catilinarie.

Per quanto ancora, Hell, abuserai della nostra pazienza con ebook incomprensibili?

Cose così, sapete, me le immagino pronunciate da voci tonanti, stile cattivi di Ken il Guerriero. Più luce, voglio più luceeeeee!
Etc…

Me ne ricordo uno, ormai quasi con affetto, che dopo aver finito di scrivere il pezzo per affondarmi, dichiarò che avrebbe portato a spasso il cane; altri vanno a comprare le uova, o il latte o semplicemente la cena per stasera.
Credo lo farò anch’io, subito dopo aver cliccato su “pubblica”.
È l’assoluta normalità della vita, che ridimensiona istantaneamente i miliardi di parole spese online, appresso a questo o quell’altro soggetto. I litigi, le lotte, le rivoluzioni…
Esco a comprare le sigarette… (cit.)

Ma, ribadisco, una delle verità incontrovertibili è che il parere negativo fa male.
Perché uno ci ha perso tempo e sudore, su un libro, e se lo vede liquidare in due righe di numero, senza pietà.

Quando almeno puoi dire che quel libro lo hai venduto, il discorso si fa un po’ meno folle, rispetto a quando ti stroncano gli ebook gratuiti.
Almeno questo. Strocare sul gratuito è pura cattiveria, secondo me. 😀

Ora, la vexata quaestio è: come comportarsi quando voi, autori, incontrate il vostro stroncatore?
Perché arriva, quello lì, prima o poi.

Ecco, di seguito, una simpatica dot-list di metodi spicci da usare all’occorrenza.

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1) scoprite dove abita o lavora e aspettatelo nel parcheggio, con una mazza da baseball. O con un crick.
In sostanza, l’impiego di una mazza da baseball darà alla vostra dialettica maggior potenza, quella verve comunicativa che prima vi mancava. Riuscirete, di sicuro, a esporre le vostre ragioni al vostro critico. E a fargli cambiare opinione.

2) invitate il critico a bere un caffè, o a pranzo, se potete permettervelo, e spiegategli in breve, ma dopo la prima portata, perché è lui quello che non capisce un cazzo, e che è meglio che smetta di leggere e recensire, ‘sto inutile stronzo.
Tenete la mazza da baseball sotto il tavolo, pronta all’occorrenza.

3) scoprite i suoi gusti e stroncate senza pietà, tramite recensione, qualcosa che lui ama alla follia, e postategli l’anteprima della recensione via fb.

4) meglio ancora, se il vostro critico è pure “aspirante scrittore”, demolitelo, lui e i suoi lavori schifosi e pieni di orrori grammaticali. Distruggetelo. Fatelo pentire di essere nato.

5) fate il remake di Cloud Atlas. Non tutto il film, è sufficiente la scena del “critico letterario”. Naturalmente i protagonisti siete voi e il vostro critico. Ah, e vi ci vuole un set piuttosto alto, tipo il Pirellone.

Oh, NATURALMENTE, perché pare bisogna dirlo per forza:

si sta scherzando.
È tutta satira.

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Ci si prende un po’ gioco di tutta la baracca internettiana.
Perché, come dice anche il buon JA Konrath, in questo articolo che ho copiato dal quale ho tratto ispirazione, il metodo migliore per affrontare una stroncatura è: ignorarla.

E magari farsi una buona birra con qualche amico.

Per tutta una serie di questioni: a partire, sì, dalla vituperata libertà di parola.
Che, dovendo scegliere un mondo dove posso collegarmi a internet e dire ciò che voglio col tono che voglio, e uno dove vengono controllate anche le sillabe che posto e magari vengo pure oscurato dall’autorità, scelgo sempre la libertà.
Chiaro e semplice.

Ignorare, quindi.
Anche perché è questo che autore e lettore dovrebbero fare. Sempre.
Una civile indifferenza.
A ognuno il proprio mestiere.
Oppure, se proprio non ce la fate a non far nulla, andarsi a guardare le recensioni di autori ben più famosi: quelle che preferisco sono le stroncature a Manzoni.
Manzoni, che ovunque sta, si sta cappottando dalle risate, lo accusano di raccontare troppo e di non mostrare un cazzo e gli affibbiano, di conseguenza, una stellina acidissima, tutti incazzati…
Una stellina per ghermirli e nel buio incatenarli…

Per sempre…
Per sempre…
Per sempre…

Kick-ass writer, terrific editor, short-tempered human being. Please, DO hesitate to contact me by phone.
    • 9 anni ago

    […] facoltà di sfanculare rispondere alle recensioni su Amazon non esisteva ancora. L’articolo lo trovate qui. Non ho altro da aggiungere in merito. Sono ancora d’accordo con le conclusioni di quel post: […]

    • 10 anni ago

    Tipi umani che diventano casi umani 😉

    • 10 anni ago

    Non dimenticare la bruttissima razza dei frustrati. Sempre gente che ha “il capolavoro” nel cassetto ma che la kasta degli editori, nemici del genio e della vera arte, boicotta per ignoranza!

      • 10 anni ago

      Ah be’, c’è tutto un mondo sommerso di tipi umani. Si potrebbero fare decine di post.

    • 10 anni ago

    Un conto è una recensione negativa. Brucia come le terga di un petomane che sia passato troppo vicino a una fiamma libera ma puoi almeno misurarti su motivazioni più o meno articolate. Un altro paio di maniche sono i distruttori sistematici, coloro che devono smontare e demolire e stracciare, il tutto per il gusto di rimettere chiunque al loro livello, quello della terra. Personalmente se faccio una proporzione tra recensioni positive e negative il rapporto è favorevole alle prime per un buon 8 a 2 considerando le le “stroncature” erano circoscritte a numero quattro recensioni di altretanti lettori di Anoobi. Una era fondamentalmente corretta, l’altra per partito preso, una terza secondo me per un’errata interpretazione di un concetto e la quarta boh. Per correttezza, ho segnalato anche queste, per chiunque fosse incuriosito e riguardavano tutte il mio primo romanzo: Masche.
    A essere onesti, ci sta tutto. A essere umani, l’incazzatura è sacrosanta.

      • 10 anni ago

      Massì, infatti, una cosa è l’incazzatura, che ci sta sempre, anche in presenza di una recensione negativa, ma circostanziata, e quindi utile.
      La stroncatura per partito preso, o quegli altri tipi fanno incazzare soprattutto per la gratuità e la facilità con la quale si distrugge un lavoro. Anche perché spesso non sono motivate, o peggio ancora sono scritte da gente che palesemente non ha capito ciò che ha letto.

    • 10 anni ago

    allora mi copi ! 😀
    http://beppeiaf.altervista.org/blog/stelline-amazon/

      • 10 anni ago

      Zitto, tu! Spammer! 😀