Avevo detto che avrei scritto di Batman e I Mercenari 2: ho mentito. Ma anche no. Ho solo posticipato, ché diabolicamente voglio che le due recensioni appaiano nella prima metà della settimana, quando c’è più pubblico.
La qui presente classifica, invece, nasce da queste mie parole, scritte da qualche parte: “Ieri ero depresso. Oggi mi sento insignificante.”
Il che è vero, corrisponde proprio a come mi sento.
E la cosa strana è che non ho motivi per esserlo. Ma forse, come ho detto spesso, avendo battuto i nemici che mi hanno accompagnato in questi ultimi dodici anni, è venuto a mancare quello stato di guerra continuo a cui, giocoforza, mi ero abituato e, di conseguenza, i motivi che mi hanno retto finora. Sufficiente trovarne degli altri, altri scopi, altri obiettivi, altre idee. Sufficiente, ma non facile.
A quelle parole rispondono Davide, Bruno, Cristiano, Alex, Arcangelo… una Lega di straordinari gentlemen. E dalle risposte nasce l’idea dei cinque metodi sicuri per battere la depressione dello scrittore.
Metodi che sto per esporvi.
C’è da dire che la mia non è depressione dello scrittore, ma semplice depressione. Ma è pur vero che, tra i metodi per batterla, c’è la scrittura. Per cui sono in un circolo vizioso.
La scrittura è stata, finora, solo un passatempo, ma, vista la situazione mondiale, è divenuta unica strada percorribile. Ho deciso di puntare pesante, è sempre e comunque preferibile all’alternativa.
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Cominciamo:
5 – La passeggiata
Nessuna meta in particolare. Della durata di un’ora e più, prevede il contemporaneo utilizzo di cuffie e lettore mp3.
La musica stimola l’immaginazione, intere scene cominciano a scorrere nella testa, provviste di personaggi, dialoghi, arredamento, dettagli, colpi di scena. Solo grazie alla musica. Ciò che resta da fare e imbastirci intorno una trama. E il gioco è fatto.
La passeggiata vale anche per sistemare i nodi dell’intreccio, parti che si suppongono insolubili e che, passo dopo passo, si risolvono da sé, secondo la logica.
Oppure, resta tanta buona musica, e il guardarsi addosso, e lo scoprire che ho ancora tutti i capelli in testa, sono un uomo piacente e sognatore e che c’è gente messa peggio di me, che è partita da dove sono partito io, mi ha superato ed è andata a sbattere.
4 – Parlare con un nerd
Se non ne conoscete uno, procuratevelo. Il nerd ha quel distacco dalle cose terrene quali tasse, affitto, prezzo della benzina, bollo auto, governo Monti, necessario e sufficiente a permettere anche a me di tornare a porre le medesime cose nella giusta prospettiva, ovvero in un cantuccio, perché non possano condizionarmi e perché la mia vita torni a essere produttiva sul fronte immaginifico.
Perché l’immaginazione non me la possono tassare, non ancora.
Allora vai a trovare il nerd, ammiri la sua collezione di nerdate costosissime e ti perdi in discorsi deliranti sulle percentuali di filantropia e di coglionaggine del Capitano Archer dell’Enterprise, o se il silicone vulcaniano delle tette di T’Pol sia di una lega molecolare superiore e non necessiti di essere sostituito una tantum, come le protesi terrestri.
E la vita mi sorride.
3 – Cucinare
Trovare una ricetta su internet, uscire a procurarsi gli ingredienti e diventare chef per un paio d’ore. Disporre l’occorrente sul ripiano di legno e avere tutto sotto controllo, o sforzarsi nel tentativo. Lasciarsi inebriare dagli aromi esotici, o farsi disgustare. L’idea è concentrarsi sui fornelli per non lasciare spazio al vuoto.
Se poi ci aggiungete la musica in sottofondo, le immagini ricominciano a scorrere, e correte il rischio di bruciare tutto.
2 – La Fidanzata Immaginaria
Per quanto mi riguarda, ha il volto di un’attrice famosa, Zooey, Amber, Hayley e via dicendo. Sono immagini che si tramutano in personaggi.
Il controllo dello scrittore è totale, perché su di loro riversiamo la nostra concezione. Tutto ciò che crediamo di dover pretendere da una donna. Quasi sempre le cose sbagliate, che non corrispondono alla realtà.
Ma l’esercizio è interessante, la mente si rilassa contemplando la bellezza, si aguzza dando le rifiniture al personaggio, il tono di voce, i tic, gli atteggiamenti, le abitudini, il modo di interagire, la gamma di emozioni.
Dal punto di vista scrittorio, è impagabile, è un arricchimento continuo. Dall’altro mera consolazione, ma serve a distrarsi.
1 – Il weekend fuori porta
Due, tre giorni dedicati a conoscere luoghi nuovi e gente nuova. La condicio sine qua non è la novità, se vi portate appresso la ragazza o qualche amico non può funzionare. L’idea è partire per una piccola avventura, evitando di fare piani, altra cosa che ottunde.
Weekend che, conoscendomi, una di queste volte potrebbe trasformarsi in viaggio dalla durata infinita. Perché sono stanco delle chiacchiere inutili, dei troll idioti, di tutta questa gente che non fa un cazzo oltre che criticare il prossimo, delle battutine facili e del sarcasmo, della pochezza intellettuale.
Magari finisco in Australia a fotografare squali, o magari nel deserto, dove si può ancora ascoltare il rumore della Terra. Mi serve solo una connessione, per riuscire a salutare, di tanto in tanto, le poche persone a cui tengo davvero. Scrivere? Posso farlo anche lì, una volta uscito dall’acqua.