Cinema

Super 8 (2011)

Per guardarsi un film insieme al resto del mondo bisogna espatriare, non c’è stagione che tenga. C’è solo un’isola, quella di Lost, dove il tempo ha fatto un salto, portandosi dietro una differenza, un ritardo di tre mesi rispetto al suo normale corso. Quell’isola è l’Italia, dove Super 8 arriverà a settembre, vedere per credere.
E noi siamo tutti isolani. Ma, per fortuna, ci sono i traghetti. E sono molti.
Ora, questo film è di J.J. Abrams. Lo conoscete, ha concepito le prime stagioni, le più belle stagioni che si siano mai viste, di un noto telefilm, ha riportato al cinema Star Trek, in un ottimo film, a mio parere, quando nessuno ci avrebbe scommesso un euro, sul fatto che la gente si recasse in massa a guardarsi le orecchie a punta di Spock che, tra l’altro, Kirk a parte, è uno dei personaggi più riusciti. E… in generale ha quella ventata di novità, Abrams, quel gusto di voler stupire, che fa sempre bene agli spettatori.
Ma c’è un ma… e, credetemi, dopo tanti film di successo, quel ma arriva sempre: Steven Spielberg alla produzione.
E, ok, che sarà mai?
Niente, infatti. Ho amato Spielberg e i suoi primi lavori. Li amo tuttora. Solo che lui, ecco, in questi ultimi anni è diventato il Regista Puccioso per eccellenza. Quello dello Zuccherificio, del volemose bene intergalattico, delle famigliole sull’orlo della crisi di nervi che però si amano alla follia. Insomma, quello dei drammi in confezione dispenser, paghi uno prendi due, che si risolvono con gli abbracci.
Abrams+Spielberg. Miscuglio che come minimo dà vita a una minestra riscaldata.

***

I protagonisti sono un gruppo di ragazzini impegnati a girare un film di zombie, per un concorso inter-scolastico. Tra di loro, Elle Fanning, sorella di Dakota, già arruolata da Spielberg da quando era piccolissima.
E già qui, nella persistente scelta degli attori in ambito familiare, secondo l’albero genealogico, si possono vedere tracce del sentire certo cinema oggi: contratti di servitù obbligata. Tipo la gleba medievale. Se vuoi girare di alieni con Spielberg devi essere una bambina bionda, che di cognome fa Fanning, e, possibilmente, evitare di crescere. Che poi siano anche brave tutt’e due, le sorelle, diciamo che è un valore aggiunto.
Comunque, i ragazzini sono simpatici, soprattutto il ciccione che fa il regista (Riley Griffiths), prepotente, deciso e organizzato come un professionista.
Il marchio di fabbrica puccioso spielberghiano, però, è dietro l’angolo. E infatti il protagonista, Joel Courtney, è un ragazzino con un dramma familiare: ha appena perso la mamma e suo padre, questo sconosciuto, non sa fare il padre.
Ora, svolta narrativa legittima, per carità. Anche se, dopo aver visto il film, viene da chiedersi perché optare per questo dramma al dolcificante, visto che è assolutamente inutile rispetto al resto della trama. Il dramma psicologico è lì, appiccicato sopra, senza alcuna giustificazione.
Non crea contrasti, se non una piccola discussione tra papà e figlio. Quest’ultimo, ragazzino d’oggi, maleducato, alza pure la voce.
Tutto qua. Nessuno se ne frega nulla del lutto. Ma esiste, perché dietro c’è il marchio di fabbrica puccioso.

***

Il film dura cento minuti. E devo ammettere, al di là di tutte le leggende metropolitane lette e diffuse in rete, che è divertente, almeno nella prima metà. Ma non è quello che ci si aspetta.
Il gruppo di ragazzetti riesce a evocare atmosfere nostalgiche dei loro antenati degli anni Ottanta, i Goonies, anche nella mantella impermeabile gialla di uno di loro, il regista, pur restando lontani anni luce, e per carisma e per divertimento suscitato. Però funzionano, riescono simpatici. E, quando si trovano lì, a guardare l’incidente ferroviaro, una catastrofe, si viene coinvolti.
Nella migliore tradizione Abrams, stavolta, l’incidente inizia in sordina, mentre tutti sono occupati a fare altro. Nella notte, quando si riesce a intuire che qualcosa non va da scintille improvvise sui binari. E poi di seguito esplosioni, vagoni che saltano in aria, e un’apocalisse che all’inizio la subisci quasi divertito, e poi ti fa paura perché insiste, cresce e diventa difficile, quasi impossibile uscirne.
Quando tutto è finito, dalle macerie, spuntano dei cubi di uno strano metallo.
E qui i cubi sanno di botola in mezzo alla giungla, giungono inattesi, enigmatici, incongrui.

***

Il mistero, a mano a mano, viene rivelato. E Super 8 evoca spettri di altri film del passato, tutti a matrice spielberghiana, rivelandosi piuttosto noioso, sia nello score, rumoroso e roboante, per dare un tono epico a scene che di epico hanno ben poco, sia nella presunta drammaticita che, però, risulta piatta e poco coinvolgente, perché, come detto prima, trattasi di suggestioni emotive messe lì per caso, per fare scena, anzi per contratto, senza che alla base sussista un sentire particolare, l’esigenza di comunicare qualcosa. Sono emozioni vendute in scatola, all’ingrosso, come da Zuccherificio.
Altra cosa che si è persa per strada è il Sense of Wonder. E.T. telefono-casa, sotto la coperta da cui spunta il dito luminoso, e le note di Incontri Ravvicinati, quella musica linguaggio universale, ce la sognamo la notte, ormai.
La visione è piatta anche se tecnicamente ineccepibile. E non è manco questione d’attori, sapete, o di registi, a questo punto. Dal momento che, una volta create certe cose, credo sia impossibile dimenticare come le si sia fatte.
Ma, come per Falling Skies, credo che l’ostacolo sia la Premiata Ditta, divenuta macchina da soldi, che pretende di muoversi nel terreno asettico per continuare a dare agli spettatori esattamente ciò che vogliono. E non parliamo di gente che va al cinema conoscendo i personaggi e mestieranti coi quali ha a che fare, pronti al disastro ma confidando nella rinascita. Parliamo di quelli che Spielberg, e chi è?
Ecco che allora per questi spettatori tutto è nuovo e sbrilluccicoso. Peccato che sia soprattutto vuoto.

Altre recensioni QUI

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  • ahah! ☺☺☺

    Mai andata via, solo poco da commentare .-) Ma leggo tutto!

    • Lo so, lo so, me l’hai detto. 😀

  • D’accordo praticamene su tutto.
    E, a dire la verità, Abrams ha dato il meglio di sé perché conoscendo i suoi lavori credo proprio che la sequenza del disastro ferroviario e dell’alieno nella “cava” siano farina del suo sacco.
    Bravissimi i bambini però il film in sé è spento, troppi drammoni familiari, il finale col medaglione mi ha fatto andare in overdose di zuccheri.

    Siamo lontani anni luce davvero da Explorers e fratelli, mi è sembrato un omaggio anni ’80 ma con l’anima del 2011. Tanta rabbia in diverse sequenze… Un’occasione mancata.

    • Spetta che devo incorniciare il momento… 😀
      Siamo d’accordo! E bentornata! 😉

  • […] edit mattutino per segnalarvi anche le due recensioni di Book and Negative ( di parere molto diverso dal mio, ma un fa sempre bene un altro punto di vista) e Ulteriorità […]

  • … ecco il motivo per cui non guarderò mai più niente con Abrams di mezzo.

    Me lo ripeto da anni, ormai, eppure ci ricado lo stesso, ogni volta.

  • Oddio, la cosa oscena del tappo non credo, si dice che avesse scritto le linee guida delle scene finali con rivelazioni sogno/morte/aldilà ecc. Quindi non è che non sapessero come tirare i fili, non è mai interessato a nessuno, perché quei fili non hanno appositamente mai avuto né capo né coda. 🙂

  • @ Silente: non che abbia assistito a molti finali di serie tv ma questo è davvero pessimo… Certo è che tirare i fili in mezzo a tutto quel casino risultava un po’ impossibile. Unica cosa che mi viene da dire per abbozzare una mezza difesa…

  • @ Alice: leggenda vuole che Abrams, oltre ai primi due episodi di Lost, abbia scritto anche il finale. Tutto il resto, certo, è colpa dell’accoppiata Lindelof/Curse, ma quel finale…

    • Ah, così Abrams è responsabile della Teoria del Tappo? Interessante…
      Prevedo raid punitivo a Los Angeles entro la fine dell’anno…

      😈

  • Va beh,sugli idoli la vediamo più o meno nella stessa maniera, anche se l’affetto mi fa essere indulgente, ultimamente. Ma credo sia l’età.
    Ho molti attori-registi-scrittori-qualsiasicosa che mi piacciono, non è adori qualsiasi cosa in cui sono presenti, ma sono in grado di sorbirmi del materiale pessimo, spesso, soltanto per nostalgia…

    Scusa per i cento messaggi ma ero andata in paranoia 😀

    • Figurati. Vai in paranoia quanto ti pare. 😀

      Ma poi è sempre il solito discorso, le opinioni cambiano. Oggi ho trovato Super 8 così così, magari tra dieci anni lo rivaluterò. Spesso, poi, non occorre che siano dieci anni, basta qualche mese appena per cambiare opinione. Come su True Blood. Ora non mi pare più questo granché…

      😉

  • Dunque.
    Ha diretto e scritto i primi due episodi.
    Poi compare solo come produttore esecutivo.

    Tutto sommato è abbastanza innocente.

  • Uff, volevo andare a controllare ma su IMDB lo segnano come “Creatore” generico e non c’è l’elenco degli episodi scritti.
    Da ossessiva compulsiva devo ottenere una risposta entro breve, nel caso ti faccio sapere 😀

  • In realtà, se ricordo bene, lui ha messo lo zampino soltanto sul primo episodio. Almeno come scrittore. Gli addosso le colpe di Lost, però, perché lo porta sulle spalle e viene considerato, dai più, opera sua dall’inizio alla fine. Credo che abbia vestito i panni di produttore, più che altro… ma dovrei andare a controllare, sono rimembranze antiche. Sto cercando di dimenticare!
    E in Fringe – che è più opera sua – è autore di tutte le parti tendenti al romanzo d’amore fantascientifico…
    Non sei un suo estimatore? Mi pareva di sì, o forse sono io che se qualcuno non lo detesta spassionatamente, lo infilo direttamente nella schiera dei suoi fan!

    • Ok, sono tornato adesso. Si è risolto tutto senza di me, vedo. 😀

      In realtà sono il tipo che non ha mai avuto idoli. Se mi piace qualcosa di un autore di solito non vuol dire che diventi automaticamente fan dello stesso.
      Due esempi sono Kubrick e Scott (Ridley). Per quanto ami alla follia alcuni loro film, questo non mi impedisce di considerarne altri come orribili, e qui mi riferisco più a Scott…

      😉

  • […] Visita il sito bookandnegative oppure iscriviti al feed Leggi l'articolo completo su AlterVista […]

  • mi associo a silente, solo che il mio giudizio è molto più tranciante.
    E Star trek non l’ho trovato nemmeno divertente, solo una vergogna (e spock è stato violentato pesantemente… e non sono una “fan” seria della serie, solo un’occasionale appassionata, se lo fossi credo che mi sarei incavolata parecchio…).

    Fringe è copiato da Doctor Who – non mi stancherò mai di ripeterlo – e, a parte questo, ormai è ridicolo, Lost è stato buono-ottimo fino alla quinta stagione (se togliamo gli inutili flash back) per poi sputtanarsi completamente rendendo difficile il salvataggio della serie… (io l’avrei fatta finire con l’esplosione della bomba, senza spiegare niente, ma ci sarebbero state milioni di soluzioni possibili…). E lo scrivo con profondissimo rammarico perché lost ha segnato un’epoca, per me, e mi ha spinto a riprendere le serie tv in generale…
    Cloverfield l’ho trovato inutile e non ho capito tutto quell’entusiasmo.
    Alias non lo vedrò mai. In pratica, trovo Abrams tanto inconcludente quanto fastidioso.

    Insomma, dopo tutta questa filippica, non lo so mica se Super 8 me lo vedo, se ha addirittura deluso te che, a quanto leggo, sei suo estimatore…

  • A me Abrams, insomma, ecco, non è che stia simpaticissimo. Lost è stata una delusione epocale e una presa per il culo galattica, Fringe è stato fatto con scarti di scarti di scarti di idee, Alias era partito col botto ma poi ehm, e poi boh, MI3 inguardabile, Star Trek divertente ma poco altro, ecco, dai, l’idea di Cloverfield spacca, ma in fondo solo quella.

    Devo dire però che Super 8 mi incuriosisce parecchio…

    Simone

  • Insomma, si deve vedere?
    Dimmi solo che non è un E.T. parte seconda.

    • Allora, con ordine:

      @ Luca
      No, non è un E.T.
      Non so cosa sia a dire il vero. Una sorta di Species senza alieno e senza Natasha Henstridge. E coi ragazzini.

      @ Silente
      Boh, mai coperti tutti ‘sti prodotti. Solo Star Trek.

      @ Alice
      Abrams è stato coinvolto direttamente, se non sbaglio, solo nelle prime due stagioni di Lost.
      E mai stato un suo estimatore.

      🙂