Cinema

Legion (2010)

Legion è uno di quei film che ti scopri a rivedere di tanto in tanto, per nessun motivo in particolare o forse per uno solo, per quel che mi riguarda, capire come si possa rovinare una bella ambientazione con la tamarragine, eccesso di testosterone, angeli armati di mazze chiodate e tatuaggi e altre cafonate del genere.
E poi, parlando con Alex, scopro pure che non sono stato il solo a rivederlo, proprio in questi giorni.
È quel senso d’affezione che si crea tra uomo e film, specie i film brutti. O forse è l’idea della Madonna rivisitata, incinta, che fuma e imbraccia un fucile. Pulp come cosa e, magari, se affidata a uno scultore, farebbe una fortuna in stupide chiacchiere.
Ecco, Adrianne Palicki, alias Charlie, alias la Madonna di questa apocalisse, però funziona. Una delle poche cose.
Se l’avessi recensito due anni fa, quando arrivò in Italia, Legion, l’avrei stroncato senza pietà. Ma oggi, dopo due anni posso parlare di guilty pleasure. Quel piacere colpevole che ho, per l’appunto, nel rivederlo una tantum, scoprendo che, oltre a Charlie, magari anche la famigliola in crisi ha il suo perché, nonostante la brava Kate Walsh sia orrendamente doppiata. E poi, la vecchietta cannibale che cammina sul soffitto e… il gelataio orribile dagli arti spropositati, che appare nella notte del deserto con la melodia del furgone dei gelati.
Sono quei dettagli trash, da b-movie, ai quali ci si affeziona lentamente.

***

E c’è il diner, polveroso, caldo, infestato d’insetti e sporco. Che per un europeo è un po’ un miraggio, quello di un’America vissuta attraverso i telefilm e mai assaggiata davvero.
Per cui il diner ha il suo fascino simbolico, oltre che estetico.
Personalmente mi intriga anche l’aspetto della micro-comunità isolata dal mondo. Quel posto in cui si vive baraccati nei camper e nelle roulotte, ci si conosce tutti e si tira a campare con mestieri artigianali derivati dalla cultura hippie, altro miraggio.
Quindi in Legion c’è controcultura, una spruzzata di figli dei fiori disillusi, nel frattempo invecchiati e su tutto, l’apocalisse, quella divina, con Dio che s’è incazzato per tutte le nostre stronzate e ha deciso di farci il culo. Quando? In un normale pomeriggio assolato. Un momento vale l’altro.
Il mio tono è volgare apposta, dato che è sempre Charlie che all’inizio, da voce narrante, ci offre la sua visione pratica della fede.
Sia come sia, gli angeli se ne stanno rintanati lassù, si suppone a contemplare la grazia di Dio, tutti ammassati in strutture sopra le nuvole, nei cieli, letteralmente.

***

È tutto letterale, in questo papocchio, come se qualcuno si fosse divertito a trascrivere in immagini i testi sacri, senza interpretare le metafore. Quindi gli angeli guerrieri che portano le armi le portano per davvero, e sono armacce medievali. Tutti tranne Michael, l’Arcangelo Michele Paul Bettany, che vanta una carriera d’attore incentrata su questa cosmogonia cattolica alternativa, puro cyberpunk, tutti tranne lui, dicevo, che si accontenta di armi automatiche costruite dalle scimmie intelligenti, noi umani. E così viene ritratto sulla locandina pezzente, che stringe un coltellaccio e una mitraglietta. Un Arcangelo, certo…
Che poi, pensavo, non è tanto la questione angelica a gettare Legion nel baratro. Neanche la volgarità con la quale ritrae le creature celesti, ma tutta una serie di leggerezze nell’intreccio, che fanno nascere una serie di domande che vanno a scuotere la verosimiglianza e, una volta caduta quella, affossano tutto il resto come una puttanata. Perché, alla fine, se ne sono accorti pure su IMDb, di questo si tratta. Inutile girarci intorno.
Ma il setting, quello è interessante. L’idea che gli angeli posseggano gli esseri umani, come gli Agenti nella Matrice, con la conseguenza che tutti, potenzialmente, potrebbero essere nemici, non è malvagia, non in un serial apocalittico, almeno. Solo che questo non è un serial, ma un’apocalisse, tutta intera, che dura un paio di notti, in un diner nel deserto del Nevada. Quando si dice avere troppe pretese.

***

La Madonna che fuma, quindi, e che detesta il frutto del proprio grembo e che si fa una risata quando l’Arcangelo le porta la lieta novella, che il suo bambino può evitare la fine del mondo. Un succedaneo di San Giuseppe abbastanza bamboccio, devo dire, un cuoco pastore e persino un bambino biondo posseduto e letale; un panorama che si estende a perdita d’occhio, sempre che sia vero e non in CGI, e il sole battente. Questo è pulp. Ed è un peccato, perché se si fosse rinunciato a tutta la pretesa psicologia salvifica, che sottende a ogni dialogo, Legion avrebbe potuto essere un ottimo b-movie. La consapevolezza è tutto, il portamento e il carattere anche. La testardaggine di voler impartire la lezioncina religiosa è solo cretinaggine. Ma, ahimé, a questa non c’è rimedio.
Però, l’ispirazione, la mia, è al lavoro. Il Diner resta il sogno proibito, insieme alle cameriere sexy. Forse ne sentirete parlare ancora, in qualche eBook, ma senza angeli…

Altre recensioni QUI

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    • 12 anni ago

    Lo stanno trasmettendo su Cielo proprio ora, mentre sto scrivendo. Non l’avevo visto quando è uscito e non avevo neanche letto questa recensione che ho rintracciato e letto con sommo piacere. Comunque, da quel che vedo, il film assolve allo scopo, ovvero, intrattiene.

  • Su Youtube cercando deliri made in Hong Kong. Parte come Kickboxer ma diventa un delirio a base di reincarnazioni , riti di magia nera particolarmente disgustosi ed altre pazzie. Talmente folle che mi è piaciuto.

    • Mmmhh… 😀

  • In effetti dalla tua recensione questo film sembra proprio una tamarrata , di quelle che guardi più volte senza sapere perchè. Ma sono convinto che come guilty pleasure nessuno batta questo :http://www.youtube.com/watch?v=2LBzqrvicu0 !

    • È una cosa atroce, dove l’hai pescata? 😀

  • […] Visita il sito bookandnegative oppure iscriviti al feed Leggi l'articolo completo su AlterVista […]

  • mah, Legion proprio non riesco a farmelo piacere. Però ho anche io il mio guilty pleasure con gli angeli marocchi, si chiama Gabriel (la furia degli angeli) ed è dichiaratamente un b- movie.
    Mentre preparavo l’ambientazione per una storia con angeli e co, mi ero fatto una notevole pseudo-cultura di angelologia e demonologia (a parte che ci sono cosi’ tante versioni delle stesse che i nomi cambiano, i numeri slittano, i cori non sono mai uguali, a seconda della versione che scegli di seguire….).
    Se ti serve una mano sul fascicolo, fammi un fischio.
    e per quanto riguarda il diner… beh direi che visto che l’ho usato per il mio spin off, anche io ne subisco il fascino

    • Quindi sempre Gabriel, non il guerrafondaio Michele. Certo, è una curiosità da soddisfare.
      Io avevo in mente un articolo stile classifica, sugli angeli più cazzuti. Tu che proponi? E a ogni modo, la tua mail la trovo sul blog?

      😉

      ps: sì, il diner è un luogo di una bellezza spaventosa. Non so neanch’io perché, ma mi piace. ^^

  • Visto anche io e divertitomici abbastanza, malgrado le già evidenziate pecche. Domanda: ma si basa su un fumetto o qualcos’altro? Mi ha lasciato perplesso che il guerrafondaio fosse Gabriele, quando di solito è proprio Michele il picchiaduro celeste, quello che manda Satana all’Inferno, agita la spada di fuoco eccetera. Inoltre Paul Bettany nella parte del duro (come in Priest o Il Codice Da Vinci) non riesco a vedercelo, sarà che è stolidamente inespressivo come se quello fosse l’unico modo di interpretare un tipo tosto.

    P.S. La Madonna Cameriera mi ha ricordato la Madonna della Flanella. LOL

    • No, sembra sia frutto della mente degli sceneggiatori.
      In realtà, Gabriele guerrafondaio è presente anche in The Prophecy, là è Christopher Walken. E invece Michele viene visto di solito come il più leale e fedele a Dio. Mah… ci sarebbe da indagare e fare un post sulle gerarchie angeliche. ^^

      PS: no, dai, la Madonna della Flanella è inarrivabile, come ti liscia la testa lei, non lo fa nessuno. 😀

      • Vada per il fascicolo, allora. ^^

      • Bello, una classifica di Armi di Distruzione di Messa! LOL Ehm, circa. ^^’ Al catechismo l’unica cosa che abbia letto con piacere è stata l’Apocalisse, e quando chiedevo se si poteva parlare del diavolo mi guardavano male. Oggi mi ritrovo in casa la Pseudomonarchia Daemonum di Johann Wier e il Dizionario Infernale di Collin de Plancy, ma nonostante ciò non sono diventato satanista (forse perché non ho ascoltato abbastanza metal), e anzi mi ha fatto poi lollare parecchio dei satanisti del fine settimana e di qualche film de paura. 😀

      • Potrei fare un piccolo post consuntivo. Magari citare gli angeli più cazzuti, e i demoni. ^^

      • Devo dire che l’angelologia così come la demonologia mi intriga, ma non sono abbastanza ferrato. Questa però potrebbe essere una spinta a documentarmi di più, devo anche riguardarmi il film con Walken perché ormai me lo sono dimenticato. 🙂

        P.S. Il taumaturgico pat-pat sul capino. 😀

  • Sì, ecco, la vedo nel tuo stesso identico modo.
    La prima visione di questo film fu traumatica dal tanto che lo trovai brutto (ma in effetti avevo anche delle attese eccessive, che non fanno mai bene). La seconda passata mi ha divertito un po’ di più. Mi sono goduto le tamarrate, dimenticando le falle abissali della trama, che esaminata da vicino rasenta il ridicolo.
    Come angeli preferisco mille volte quelli del ciclo de “La Profezia”, con Walken. Anche se il Gabriel mazza-dotato ha in fondo un suo perché (pur sembrando più un soldato di Mykenes, i nemici di Mazinga, che non un angelo).
    🙂

    • Ti dirò, credo si sia capito dall’articolo, ma stavolta, alla terza visione, mi sono fissato con la Madonna/Cameriera. E non tanto perché l’attrice è caruccia, anche se questo è uno dei motivi :D, quanto perché è una figura interessante e dissacrante. E poi non c’è la solita love story. Lei in fondo al bamboccio lo sopporta perché gli è utile, non perché sbava per lui. 😀
      The Prophecy sono arrivato a considerarlo un ottimo film.