Cinema

Le Belve (2012)

Che si chiama così, Le Belve, perché la traduzione di Savages è Selvaggi, e la mente degli italiani viene catapultata immediatamente sulle spiagge dei Vanzina, e le battutone di Ezio Greggio. Ma, coincidenze a parte, ho trovato questo lavoro di Oliver Stone noioso.
Pure un po’ ipocrita e facilone.
Ma andiamo con ordine.
La voce fuoricampo. Detestabile. Da zittire con ogni mezzo.
Quella di Blake Lively, e di Chiara Gioncardi, la doppiatrice italiana. Ora, antipatia a parte per il timbro di quest’ultima (è solo un’antipatia, non ci posso fare nulla), la voce di O, il personaggio di Blake Lively, è inutile e strumentale. E fa da salvacondotto per le coscienze, quella di Stone in primis.
L’idea è che O, insieme ai due protagonisti maschili, Ben (Aaron Taylor-Johnson) e Chon (Taylor Kitsch) abbia una storia a tre. Niente di male, ma allora perché perdere minuti interi a giustificarsi? Boh…
Le solite cose inutili messe lì per far vedere che i protagonisti sono “selvaggi” quando sono dei fighetti insopportabili arrichitisi col commercio di marijuana.
Perché di questo si tratta, commercio di droga fiorente, perché trattasi di erba di qualità superiore, in cui, come nelle multi-nazionali, vogliono subentrare narcos messicani, cazzuti e violentissimi.
L’accordo proposto dai messicani salta e le cose precipitano quando questi rapiscono Ofelia, detta O, la noiosa e ampollosa voce fuoricampo.

***

Oliver Stone è sempre là, con le sue inquadrature particolari, coi filtri con cui satura l’insaturabile, coi suoi stacchi improvvisi sui dettagli.
Piccola nota di merito, esattamente come faceva Kubrick, per evitare la comparsa di sottotitoli nelle versioni estere, le scritte sui pc appaiono in lingua italiana.
Il problema è che il film è piatto, anche quando la presunta intensità delle scene dovrebbe smuovere. La cosa a tre dei protagonisti, lo spiegone e l’abbondanza di retorica con cui viene condita non è sufficiente a mettere le basi per un sentimento ‘sì tanto solido che i due uomini, quando O viene rapita, siano diposti a mettere tutto in gioco per lei.
Anche i rapitori messicani, capeggiati da Salma Hayek versione Cleopatra dal cuore tenero e Benicio Del Toro con dei baffetti stereotipati (messicano baffo nero, suona chitarra e mangia burritos), kattivissimi, a giudicare dal fatto che tagliano le teste dei nemici e ci giocano a calcio, con Ofelia fanno i teneri gattini (sì, ok, Salma le dà uno schiaffetto e Benicio le somministra droghe, etc…, ma persino questa rivelazione, che dovrebbe scioccare, avviene nella totale calma piatta).

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Altra nota di merito, John Travolta che fa l’agente della DEA, colui che copre i loschi traffici dei ragazzini viziati; la nota riguarda la calvizie. C’è e non la copre. S’arrende all’età. Bravo.
Per il resto, davvero, un blob di noia e situazioni non solo già viste, ma telefonatissime. Quasi impossibile trovare un colpo di scena che sia uno, secondo una trama che fa di tutto per essere capita a priori.
Ma la cosa davvero odiosa è la pretesa di santificare i tre cazzoni dei protagonisti: un laureato filosofo dell’erba, che utilizza parte degli introiti della sua attività per finanziare opere di bene nel terzo mondo (certo, come no), un reduce della guerra del golfo, ovviamente con qualche residuo di psicosi, che “non fa l’amore, ma scopa” (è un selvaggio, come da titolo), una figlia di papà (o di mammà, in questo caso), ricca e straricca che s’annoia e decide di farsi due uomini contemporaneamente, ché solo lei può averli tutti e due insieme, perché il loro amore è bello bello bello.
Ce n’è abbastanza, caro Oliver.

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Ma poi, il disgusto finale, ché dopo aver ammazzato in lungo e in largo, questi fuggono e continuano a fare i santoni saggi in Indonesia, con lei che addirittura, dopo aver definito se stessa e i due manzi “selvaggi” s’arrischia ad aprire un vocabolario (parole sue!) per controllarne la definizione. E la cosa tragica è che la definizione non corrisponde a quanto è stato mostrato dal film. Scatta la risatona involontaria.
Reparto tecnico di prima scelta, d’altronde, sempre con Stone abbiamo a che fare. Le Belve è carente dal punto di vista del coinvolgimento emotivo, non sposta l’attenzione dello spettatore di una virgola rispetto al solco tracciato, col problema serio che non sconvolge neppure quando mostra teste mozzate. È come vedere un quadro, sapendo già che è invenzione dell’autore, che quelle teste sono di gomma pur sembrando vere.
Alla fine, che i personaggi muoiano o vivano non frega niente a nessuno. Anzi, l’unico simpatico è Benicio, visto quanto risultano odiosi i protagonisti e il loro modo newage, condito di buddismo e filosofie orientali d’accatto, di metterlo in quel posto alla società moderna.
Alla fine, citando Elio: basta con questo film insoddisfacente. Ne ho un altro nella mia mente.

Indice delle Recensioni QUI

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  • Arrivo in ritardo, l’ho visto solo ieri sera. In questo caso ho fatto bene a leggere la tua recensione, hai già scritto tutto quello che pensavo. Piatto, piatto, piatto. Anche i “cattivi” sono vuoti, senza cattiveria. Se ne avverte di più in un videogame che nel personaggio di Del Toro. Che delusione.

    • A me ha infastidito soprattutto O, per non parlare della vociaccia chele hanno dato. Comunque è proprio una cazzata, non riesco a definirlo altrimenti. ^^

  • Quando passo da te, capisco perché lo faccio (anche).
    Le tue recensioni sono quanto di più fuori dei denti mi può capitare di trovare in giro, se mi interessa anche come sono scritte. 😀
    Un vero peccato che la distanza ci impedisca di andare al cinema assieme, credo che ci divertiremmo il doppio, così, a occhio e croce. 😉

    • XD Sì, anche se io al cinema non sono il tipo che fa casino. Però, sarebbe divertente. XD

  • I personaggi principali sono due fighetti insopportabili e per di più cartonati senza un minimo di spessore…

    SPOILER
    Però siccome sono americani devono svangarsela e fuggire liberi e felici nel paradiso terrestre insieme a quella che ripete ogni due minuti “solo perchè ve lo racconto non vuol dire che io sia sopravvissuta”, dimme tu chi c’ha creduto che moriva. Anzi nel finto finale. nonostante il tasso di minchiate sembrava fico ed irreale che nel 2012 un regista facesse morire tutti i personaggi. E infatti col c…

    FINE SPOILER

    Salma è sempre bellissima….

    • Non ci ho creduto nemmeno per un secondo, ma non vuol dire che io sopravviva eh… 😀

  • A me il trailer, a differenza di Gianluca, m’aveva fatto abbastanza ribrezzo sin da subito. E quando ho visto che era di Stone ho pensato “ha perso la capoccia”.
    Non ho visto il film, mi fido del tuo giudizio, a “naso”, come scritto, ho pensato alla boiata pazzesca.

    Ps: quindi, alla fine della fiera, cento volte meglio i “Selvaggi” di Vanziniana memoria? 😀 Uno degli ultimi film “trash” ancora godevoli, prima del baratro dei 60000 cinepanettoni tutti volgarmente identici.

    • Oddio, dal punto di vista del divertimento, Selvaggi faceva ridere davvero, cosa che mi stupì, perché all’epoca quel tipo di film già non li sopportavo più. E pure lì c’era l’erba, se ben ricordi. XDDD

  • Il libro mi era piaciuto ma se il film è come lo descrivi tu… Che lagna ! Hanno cambiato pure il finale, nel libro SPOILER muoiono tutti SPOILER.

    • Mmmhh… a questo riguardo Stone ha fatto la magia. 😀

  • Ah, che peccato. Quando domenica ho visto il trailer al cinema mi aveva intrigato un pochino.

    • Ma guardalo, dai. Magari sono io che ho visto troppa merda e sono diventato insensibile a tutto. XD
      Comunque, The Day sì che mostra violenza dove serve.

      • Ultimamente i miei pareri sono sempre discordanti da quelli che leggo in giro. Non so perché. 😀

      • Quello è già in lista. 😀