Cinema

Ironclad (2011)

Dopo centinaia di film visti, posso dire che ancora il medioevo (come tanti altri periodi storici, del resto) non è stato rappresentato al cinema come si conviene.
Ironclad non era nelle mie mire, ma l’estate è sorda e afosa, e se ne infischia dei buoni film. L’estate vuole Notte Horror. E se la tv non è più così dolce e gentile da regalarcela, non quella alla quale tutti noi, nati nei seventies, siamo affezionati, allora è il caso di distrarsi con tutto il resto.
Il guaio del medioevo al cinema non sta nell’ambientazione, ma nella testa. La testa dei personaggi. Sono stati scritti trattati, sulla mentalità dell’uomo dell’età di mezzo, la cui vita si dice fosse impostata verso quello che c’era dopo. Vero, o almeno così si predicava. La realtà voleva che uomini venissero castrati (letteralmente) se osavano avvicinarsi alla (nobil)donna sbagliata, voleva che le “insane voglie” si praticassero lo stesso, con sommo gaudio, in barba al peccato e alla dannazione. Era età di medici che credevano agli effluvi e all’aere trasportatore di malattie curate coi salassi, età di maledizioni inflitte mescolando escrementi e farina, ma anche epoca di Università e Chiesa. Tutti a raccontarsi Aristotele, e pochi che lo capivano davvero…
Ecco, vorrei vedere questa mentalità, nei personaggi di certo cinema. Se non vera, almeno verosimile (ah, la verosimiglianza!) a quella che, si dice, appartenesse a tale era misticheggiante. Il fascino delle spade e dei castelli, dopo, fa il suo sporco lavoro…

***

Ironclad è la storia dell’assedio del castello di Rochester da parte di Giovanni Senza Terra, e di un manipolo di “valorosi” asserragliati al suo interno. Ed è un brutto film, perché è sciocco.
Non mi riferisco all’ambientazione, al medioevo di cui ho parlato più su. Ma ad altra stupidità, quella che vuole attualizzare e rendere semplice, per un pubblico di minorati mentali, quel che di semplice questa epoca (leggasi Medioevo) non ha. Tutto qua.
Finché il medioevo è rappresentato per far soldi (si spera, perché non è più tempo manco per quello), ecco il medioevo che ci daranno in pasto: pieno di virtù sconnesse, di verginelle infoiate, di cavalieri onesti e valorosi, di sovrani macchiette e di nobiluomini che ciarlano di libertà e uguaglianza come fossero parte, ora, nel XXI secolo, qui tra noi, dell’entourage di un noto presidente americano e stessero partecipando alla tornata elettorale che lo porterà alla Casa Bianca.
Ma siamo in Inghilterra. Non negli States.
Le uniche differenze, però, sono gli abiti e il fatto che a Rochester si ammazza un po’ di più. Le parole son sempre quelle, le pronunciava Alessandro Magno di Oliver Stone, gli spartani alle Termopili, dopo aver cenato all’inferno e aver urlato: “Questa è Spartaaa!!!”, Braveheart Mel Gibson dopo essere stato castrato dal morente Re d’Inghilterra e chi più ne ha più ne metta.
Tutti a riempirsi la bocca con la Libertà. E nessuno che sappia, esattamente, cosa volesse dire quella parola, a quel tempo.

***

Sull’accuratezza della messinscena non ho la competenza necessaria. Per me una spada è una spada e basta, per cui, se volete leggere di inesattezze varie e eventuali, armi inesistenti per altri duecento anni, ma tranquillamente impiegate in quel di Rochester, vi rimando all’articolo di Zweilawyer.
Da parte mia un parere sul resto, a cominciare dagli attori. James Purefoy, che per me sarà sempre Marco Antonio, riesce nella non facile impresa di andare sul set e fare il templare. Questa fottuta parola, templare, ce l’hanno fatta odiare dispensandoci per anni e anni sempre la solita merda rimestata in salsa misterico-cavalleresca. Il templare vero e proprio e, si spera, persona seria che credeva nei voti che prendeva, era un monaco guerriero e poco più. Questo è Purefoy, cui non ha giovato l’avergli messo accanto la co-protagonista Kate Mara (Lady Isabel – no, Pegasus non c’è). Non tanto per Kate, che è carina e simpatica, ma per suo il ruolo: la smorfiosa ante-litteram che, avendo saputo che il templare è casto e avendo visto che è anche figo e, cosa più importante, essendo sposata a un vecchio marcio, decide di provare a farselo. E allora, fuori infuria l’assedio di Re Giovanni, dentro quello di Isabel al pacco di Marshall il templare che, però, non ci sta perché, dice, ha preso i voti…

***

Se sopravvivete al duetto Kate-James, cinguettii e maneggi di spada compresi, stile maestro di tennis-allieva ben disposta, e a qualche altra puttanata dello stesso livello, vi potete pure godere un assedio ben orchestrato (tranne per il fatto che costruiscono una torre d’assedio nel giro di una notte, manco i Greci col Cavallo di Troia) e combattimenti realistici. Le spade sono pesanti e, quando colpiscono, fanno male, triturano ossa, tagliano a fette e fanno tutto il companatico di efferatezze, comprensive di torture e amputazioni, che piacciono ai patiti del genere.
Ultima nota, positiva, per Paul Giamatti. Uno dei pochi attori coi coglioni in circolazione. Non so com’era Giovanni Senza Terra, ma il suo è ottimo. Stronzo, isterico e nevrotico al punto giusto. Come dovrebbe essere un Re a cui sta per essere sfilato il trono da sotto il sedere. Da vedere.
È il solito medioevo, quindi. Anzi, quello scemo. Non aspettatevi di più.

Altre recensioni QUI

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    • 13 anni ago

    Ma… rotfl! Mi hai fatto morire con questa recensione. 😀

    Credo guarderò qualcun altro dei titoli citati, non certo Ironclad, he he he…
    Bell’articolo, comunque. 😉

      • 13 anni ago

      Thanks!
      Eh, ma gli altri film sono soporiferi! 😀

    • 13 anni ago

    Il Mestiere delle armi! Molto bello! E’ da tanto che non lo rivedo. Quasi quasi…

      • 13 anni ago

      No, io non ce la faccio adesso. Rimanderò in autunno! 😀

    • 13 anni ago

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    • 13 anni ago

    Scusate se ho nominato solo pellicole che avevate già citato, ho letto i vostri commenti dopo avere scritto il mio! 🙂

      • 13 anni ago

      Be’, Magnificat è ottimo, secondo me… storia intrigante e semplice. Meglio ancora de I Cavalieri… 😉

    • 13 anni ago

    Due buone rappresentazioni del medioevo, o meglio di due periodi del medioevo, sono “Il mestiere delle armi” di Ermanno Olmi e “Magnificat” di Pupi Avati.

    Sempre di Pupi Avati c’è anche “I cavalieri che fecero l’impresa”, che se non è proprio una rappresentazione fedelissima del medioevo, perlomeno lo tratta con rispetto. Io ci sono affezionato in particolar modo perchè nella parte iniziale parla anche dei miei luoghi sull’Appennino bolognese.

    Per il resto, piuttosto che vedere tamarraggini che del medioevo hanno solo il vestito, preferisco una parodia vera e propria, guardando il grande Gasmann nei panni di Brancaleon da Norcia.

    • 13 anni ago

    In generale non tantissimo, se non nei libri di storia. Nel senso che mi fanno incazzare ma almeno sono fatti veri, di solito la roba medievale ha tutti i difetti elencati da te.
    In effetti, non ricordo nemmeno un film ambientato lì che mi sia piaciuto… Nemmeno il nome delle rosa: ho adorato il libro ma il film proprio non l’ho digerito.

    • 13 anni ago

    Verissimo! Il Mestiere delle Armi! Com’è vero che è ad altissimo rischio abbiocco!
    Di Avati mi riferivo anche a Magnificat.

    😉

    • 13 anni ago

    Dici i cavalieri che fecero l’impresa? Non l’ho visto >.>;, ah, uno italiano secondo me molto rigoroso (anche se lo stesso, come per Tavernier, non bisogna vederlo se si è a rischio abbiocco) è Il mestiere delle armi di Ermanno Olmi. Anche se lì si va più sul rinascimento che sul medioevo.

    • 13 anni ago

    Cavolo, potrei pensare di vederlo giusto per Giamatti…

      • 13 anni ago

      @Poggy
      No, non me l’avevi raccontato… Simpatico, tuo padre, dico sul serio. 😀
      Il Quarto Comandamento lo devo vedere da non so più quanto tempo, ma la sua fama mi dissuade dal farlo.
      Ma di Avati che mi dici?

      Ah, penitenziagite, mi raccomando! 😉

      @Alice
      Fossi in te lascerei stare. Ma il medioevo in genere ti piace almeno un po’? 🙂

    • 13 anni ago

    Sì, effettivamente i film storici “veri” sono un po’ l’araba fenice. Alla sfida di tentare di esplorare una mentalità diversa e per certi versi aliena (ma per questo affascinante, no?) si semplifica e modernizza per paura di perdere l’attenzione del pubblico, o almeno questa è l’impressione che ne traggo… Pensando al medioevo in particolare, oltre al già citato Nome della Rosa (che da piccola era uno dei miei film preferiti, e forse te l’ho già raccontato, ma mio padre mi ha fatto credere per ANNI che la scena di Salvatore che prega a faccia in giù fosse stata girata nella chiesa degli Eremitani a Padova. Che burlone -__-;) mi viene in mente Quarto Comandamento di Tarvernier, anche se è un tantino pesante. E – una provocazione, ma fino a un certo punto – secondo me L’Armata Brancaleone a modo suo è più autentico di tanti altri film… Deus vult!

    • 13 anni ago

    Buon Dio, mi hai fatto appena risparmiare circa 700 mb di spazio sul piccì 🙂

    Dubito a questo punto che vedrò Ironclad.
    Sinceramente non m’interessa farlo solo per scoprire se questa o quell’armatura sono anacronistici rispetto al periodo in cui il film è ambientato.

    Sulla rappresentazione realistica del medioevo ti dirò, mi sembra una sfida impossibile. Ci si è avvicinati con “Il nome della rosa”, ma l’ambientazione era troppo circoscritta per far testo.
    Ma a me il realismo non interessa più di tanto, perché poi magari sarebbe perfino noioso. Mi basterebbe una buona finzione, che non sa troppo di presa per i fondelli.
    Proprio per questo preferisco mille volte un fantasy come Game of Thrones che non un film storico che fa acqua da tutte le parti.

      • 13 anni ago

      Ecco, il Nome della Rosa… ma questa è la solita storia. Ci mancava, alla solita truppa di attori, perché son sempre gli stessi, solo Kevin Costner. 😀
      Dipende da come lo si intende, il realismo. Però a me per una volta mi piacerebbe vedere un vero medioevo…
      🙂