Cinema

Captain America: Il Primo Vendicatore (2011)

Mai stato così “a stelle e strisce”, questo blog, come adesso. Capitan America è un eroe dei fumetti che ha la sua storia, la sua tradizione, un mostro sacro, che si porta dietro e addosso, sulla divisa, valori che oggi stridono con la sociologia d’accatto imperante.
Ma lungi da me fare un post sul significato della bandiera. Voglio parlare solo del film, Captain America: Il Primo Vendicatore.
Il fatto è che Capitan America, in teoria, avrebbe potuto essere un nuovo Superman. Ovvero uno di quei personaggi che, per la loro stessa natura obsoleta, stentano (quando non falliscono del tutto) a trovare una giusta collocazione nell’ambito del fantastico moderno, fatto di antieroi e gente coi cappucci calati sul volto, nell’ombra. Nati per nascondersi. Che poi, nascondere cosa?
Steve Rogers è biondo, sorriso smagliante, sentinella della Libertà, questa sconosciuta. E infatti, come Atena, dea della guerra in senso difensivo, indossa uno scudo.
Insomma, è anacronistico come il mantello rosso e la “S” di Superman, non trovate?
Riconosco che portarlo al cinema, seguendo l’ambiziosissimo progetto della Marvel, di fronte al quale continuo a essere scettico, ovvero quello di trasporre la continuity dell’universo a fumetti sul grande schermo, era impresa epica dal risultato scontato, ovvero una schifezza annunciata.
E, invece, da questo punto di vista, il film sorprende. Perché, al contrario, intrattiene.
Alex arriva a dire che è ai livelli di Iron Man, ma non sono d’accordo. Lì non è solo Tony Stark, il figo, a fare la differenza. Probabilmente è Favreau, non un dio del cinema, ma un modo diverso di intendere il cinema. E, se non altro, Favreau dà l’idea di essersi divertito di più, a girarlo, il suo film.
Joe Johnston è il regista, quello che ci ha regalato Jumanji. Insomma, qualche gocciolina di sudore freddo, nell’attesa, era più che lecita.

***

Ora, comincerei a parlare di Chris Evans, l’attore protagonista. E invece mi trovo costretto a parlare di Capitan America, anzi, di Captein America, con la e. Perché nel film, doppiato, continuano a chiamarlo così. Mi spiace davvero, ma su tali scelte illogiche del doppiaggio italico non si può tacere.
Sono un fan dei titoli originali, e della lingua originale dei film, non l’ho mai nascosto. Specie se ci si trova di fronte a certi capolavori dell’adattamento, tipo Season of the Witch/L’Ultimo dei Templari. Roba da invocare le maledizioni divine. Tutte e sette.
Però, vorrei proprio che qualcuno mi spiegasse cosa c’era di così sbagliato nel tradurre quel cazzo di Captain America con un più italico Capitan America.
Questo è ipercorrettismo. O, peggio, volontà di seguire stupidissime mode fricchettone, come quelle di chi usa il “k” anziché il “ch”. Parliamo inglese, ché fa figo!
E, allora, siccome di fronte a tale scelta non c’è giustificazione, né scusa che tenga, io la bollo come imperizia. CaptEin America, maccaroni, marmllata, mostarrrda. Perché si sa, noi semo ammericani, ao’.

***

Chris Evans, dicevo. Ottimo, antipatico al punto giusto. Reso piccolo e magro dagli effetti speciali e poi pompato ad arte. Insomma, non sappiamo quale sia il suo vero aspetto, grazie alla CGI, e a questo punto è lecito chiedersi quale sia il vero aspetto di tutti gli attori che vediamo ogni giorno, ma non ci importa.
Il personaggio Steve Rogers che, personalmente, mi sarei ritrovato a picchiare nel vicolo fuori del cinema come fa l’energumeno di turno, è proprio perfetto anacronismo. Io sono dalla parte del tipo che se ne frega delle pubblicità patriottiche sparate nei cinema prima del film, lui è tutto onore e patria.
Difficile ritrarre un personaggio così antipatico e costruirci sopra un film.
Siamo d’accordo.
Infatti, l’unico modo per godersi il film è guardarlo senza appronfondire. Storia, dettagli, credibilità non dovrebbero essere presi in considerazione. Dovrebbe esserci solo spettacolo e divertimento, se possibile.
Film rispettoso del fumetto. Ma la storia del fumetto ci parla di un intreccio classico, il più classico dei classici, un piccolo uomo, grande di virtù, viene potenziato geneticamente per divenire il supersoldato contro Hitler.
Ora, siamo seri, volendo seguire questa strada, chi di voi avrebbe potuto fare meglio?

***

Il film diverte, pur essendo un polpettone action annunciato? Sì, fino a un certo punto.
Dal momento che Johnston pare essersi concentrato molto di più a descrivere la fase creazione del personaggio che la successiva, battesimo del fuoco. A questo punto si assiste a un’iniziazione lunga e laboriosa, con uno Steve Rogers magro che cinguetta, neanche tanto a dire il vero, con Peggy Carter (Hayley Atwell), al suo sfruttamento come bandiera della propaganda, che sa tanto de L’Ultimo Samurai (per come è inscenato), quando CaptEin è costretto a fare il bambolotto in spettacolini creati su misura dal ministero degli interni statunitense e poi al suo sbarco nel teatro di guerra europeo, dove Hitler, e la divisione del Teschio Rosso (Hugo Weaving) stanno facendo sfracelli, se solo qualcuno li avesse visti.
Ecco, caro Johnston, non mi puoi dedicare un’ora e mezzo di film alla propaganda e solo mezz’ora all’azione, monca, riassunta e appena abbozzata.
Cioè, uno va al cinema per vedere il Cap, le sue acrobazie, la sua forza e agilità, (altri per vedere anche un’ambientazione steampunk ben inscenata) non per vedere come ci è arrivato. Cioè, interessa, ma interessa anche di più l’altra fase, quella delle mazzate.
Non mi puoi ridurre il conflitto a cinque minuti di corse in motocicletta in vari scenari europei! Come fa CaptEin a saper usare così bene lo scudo? Come fa a pilotare gli aerei, neppure aerei americani, ma sperimentali, costruiti dall’Hydra (la fazione nazista capeggiata dal Teschio Rosso)? Come fa a passare dagli spettacolini propagandistici, durante i quali viene preso per il culo (giustamente) dalla platea, alla guerra? E non una guerra qualunque, ma la Seconda Guerra Mondiale? E prima di obiettare, ricordate Tony Stark che inizia a utilizzare la sua armatura, ricordate quando va a sbattere sul muro o quando sfonda il pavimento della sua stessa casa perché non la sa pilotare…
Ecco, se mi avesse dato, il buon Johnston, una risposta, il film me lo sarei goduto molto di più.
Poteva andare meglio? Sì. Ma poteva anche andare peggio, come Thor. Quello, almeno, ce lo siamo risparmiati.
Aspettando i Vendicatori (con un po’ d’ansia). ^^”

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Autore e editor di giorno, talvolta podcaster. /|\( ;,;)/|\ #followthefennec
    • 13 anni ago

    Sentire parlare di Stark e dei suoi tentativi con la tuta mi ha messo i brividi (quel film è una figata, posso ripeterlo?)
    Comunque Capitan America mi ha divertito, il giusto, ma mi ha divertito. E non ho trovato per niente antipatico il personaggio principale, anche se immagino che il doppiaggio abbia spacconato più o meno tutto (ed io avrei voluto vedere questo film al cinema, lo aspettavo da parecchio, a questo punto per fortuna non l’ho fatto…).

    Inutile dire che, nonostante non mi sia dispiaciuto, non ha ripagato per niente l’attesa…

    • 13 anni ago

    […] Atwell data di nascita: 5 Aprile 1982 altezza: 169 cm professione: attrice cose che ha fatto: CaptEin America: il Primo Vendicatore (2011) poteri: è […]

    • 13 anni ago

    Come forse avrai letto, a me non è dispiaciuto per nulla.
    Non gli perdono i due buchi di montaggio, ma la caratterizzazione “umana” di Rogers ci sta tutta, a mio parere.
    Molti pensano che bisognerebbe prendere il fumetto di peso e trascinarlo sulla pellicola, pari pari.
    Ma sono due media troppo dissimili, per quanti punti in comune gli si possa trovare.
    Cose scritte su un baloon possono diventare ridicole messe in bocca a un attore. E una calzamaglia con le mutande sopra funziona bene su una tavola di jack Kirby, ma guai a metterla in scena.
    Provatea fare il percorso inverso: avete mai letto una di quelle graphic novel “ufficiali” tratte dai film? Sembrano dei fotoromanzi disegnati, statici e senza nessun appeal.
    E allora, ecco che registi e sceneggiatori ricorrono ai più svariati stratagemmi per “tradurre” un personaggio bidimensionale, statico e senza voce in un essere in carne ed ossa: guardate soltanto quanto sono distanti le interpretazioni di Batman da Burton a Nolan.
    Quale si avvicina di più al fumetto?
    E cosa ha più importanza, l’aderenza all’originale o il fatto che ne sia venuto fuori un buon film?
    Meditiamo.

      • 13 anni ago

      E scusa chi ha parlato di fumetto? 🙂
      Io lo trovo sbilanciato nella parte action, appena abbozzata, cosa che (ho appena letto) hai notato anche tu.
      Per il resto concordo con la tua analisi.
      Il film mi ha sorpreso in positivo. 😉

    • 13 anni ago

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    • 13 anni ago

    Sì, sì. Come ho scritto l’Hydra viene ridicolizzata, e Teschio Rosso si spara solo le pose da super-nazi, però alla fine della fiera non combina un cazzo e si autopolverizza.
    Un genio. Forse in una vita precedente faceva il doppiatore.

      • 13 anni ago

      Sicuro.

    • 13 anni ago

    Sì, concordo.
    A me è piaciuto quando Erskin chiede a Steve perché vuole arruolarsi, e lui non risponde con le solite boiate sulla patria e sull’America, bensì replica dicendo che odia i prepotenti, di qualunque tipo esso siano.
    Una battuta felice che ha evitato il solito pistolotto pro-States etc etc etc.

      • 13 anni ago

      Ecco il pistolotto è una cosa che mi attendevo, dato il personaggio, e che invece non c’è stato.
      Però la guerra è troppo innocua, secondo me. E il cattivo è quasi inesistente. Diciamo che a un certo punto Teschio Rosso (come lo chiamano nel film?) m’è pure simpatico.

      😀

    • 13 anni ago

    Se poi vuoi uno spunto extra-cinematografico su cui parlare, potrei domandarti: ma davvero non esistono più “uomini piccoli di grandi virtù?”
    Cioè, anche a me stanno sulle spalle gli eroi arciconvinti di combattere sempre per il Bene con la B maiuscola, eppure mi chiedo se in fondo non ci sia qualcosa di sbagliato, in questa società che ci ha portato sempre a simpatizzare per gli antieroi come il Punitore o Mad Max.
    Se fosse solo un discorso di fighaggine ok, niente da eccepire. Ma credo che ci sia molto di più, e questo a volte (ma solo a volte, tipo oggi) un po’ m’inquieta.

    Ok. Chiusa parentesi filosofica che poco o niente ha a che fare col film. Chiedo umilmente scusa per l’Ot.

      • 13 anni ago

      No, ma in realtà fa parte della forza del film risultare gradevole pure presentando un eroe classico che si discosta dal machismo oscuro che, tra parentesi, ha rotto un po’ le palle.
      A me è piaciuta molto la scena in cui il pre-Cap magrolino si getta sulla granata per sacrificarsi.
      È proprio da quel punto di vista che il film è riuscito, perché il personaggio era “rischioso” dal momento che non siamo più abituati a sentir parlare di ideali, e invece riesce gradevole, no?

      😉

    • 13 anni ago

    Bella rece, anche se in alcuni punti diverge dalla mia (come è giusto che sia!).
    In realtà io ho apprezzato l’approccio biografico del film. So che è assurdo dirlo, ma ciò che temevo di più in una pellicola del genere era trovarmi davanti a 110 minuti di azione, sparatore, esplosioni e pose da figo.
    In realtà l’umanizzazione del Cap, per quanto normalmente non sia nemmeno io un appassionato di eroi patriottici, mi è piaciuta molto.
    Adesso, non vorrei passare che ghei, ma in alcune espressioni (come quella che sto usando come avatar su FB) il Cap sembra quasi una persona dolce. Niente a vedere con l’ipermasculo repubblicano che temevano tanti.
    Amando le sorprese devo dire che è un dettaglio che mi è piaciuto.

    Poi, per l’amor dell’Hydra, sono il primo a dire che è un film più che perfettibile. Forse in me subentra un po’ di particolare affetto per il personaggio (tanto mi sta simpatico il Cap quanto mi sta sul mulo Superman), non so.

    Comunque, e lo ribadisco, bella rece.

    Sui doppiatori, battute a parte, ho trovato davvero penosa la scelta di non chiamarlo semplicemente Capitan America, all’italiana. Soprattutto considerando che gli altri ufficiali del film vengono giustamente italianizzati in tenente, generale, sergente. E ci mancherebbe!

      • 13 anni ago

      Sì, capisco e infatti il lato umano non l’ho disprezzato. Però il film è sbilanciato, così com’è. Cioè si passa letteralmente, dalla presa per il culo pubblica alla guerra.
      Uhm…

      E infatti, un attimo prima è Capitano, perché quello è il suo grado. Poi si mette il costume e diventa CaptEin.
      STRALOL.

      😆