Il settore dei serial tv negli ultimi anni attinge a pieno titolo dall’universo cartaceo saccheggiando a man basse fumetti e libri; le storie ivi contenute vengono adattate e alle volte stravolte dal passaggio televisivo, eppure molti di questi adattamenti hanno mediamente successo. In realtà, per garantire il successo delle opere, basterebbe semplicemente non rivoluzionare troppo la trama, evitando di diluirla in più episodi e soprattutto bisognerebbe evitare la cancellazione dello show per futili motivi economici, avendo gli adattamenti già in partenza potenziali spettatori derivati dalla loro versione originale.
Chissà se è questo quello che hanno pensato i produttori di Blood Ties, serial tratto dai romanzi di Tanya Huff, che ci racconta le avventure di Victoria Nelson, da ora Vicky, ex detective della squadra omicidi, costretta da una malattia degenerativa (la retinite pigmentosa), ad andare in pensione forzata, dopo aver rinunciato ad un incarico di ufficio, che le era stato proposto. La malattia, col passare del tempo, la porterà alla cecità, nel frattempo Vicky diviene investigatrice privata e per puro caso si trova di fronte a un omicidio perpetrato da un essere demoniaco. Con l’avanzare delle indagini, scoprirà che esiste un mondo oscuro, in simbiosi con il mondo comune, dove il paranormale è possibile, di cui tutti, compresa lei (prima di essersi scontrata per caso), ignoravano l’esistenza. Di questo mondo fa parte il Vampiro Henry Fitzroy, figlio bastardo del Re Enrico VIII, perfettamente inserito nel mondo dei mortali, disegnatore di fumetti, anche se lui preferisce vengano riconosciuti per quello che sono, ovvero “Graphic Novel”… A seguito di uno scontro con un demone, Henry verrà ferito gravemente e Vicky le donerà il suo sangue per salvarlo, da questo momento tra i due nasce un rapporto di collaborazione reciproca; il vampiro vorrà tenere il suo territorio di caccia libero da creature soprannaturali che possano intralciarlo, mentre la donna vorrà continuare le sue indagini sul paranormale. Mike Celluci (detective, ex partner di Vicky, ma ancora profondamente legato) scettico di fronte alle affermazioni della investigatrice, sarà costretto dalle circostanze a rivedere le proprie convinzioni, aiutandola e rischiando anche la vita in varie occasioni.
Questa serie tv riesce a mantenere una certa serietà di fondo, anche se nella trama sono presenti molti stereotipi che alle volte risultano poco credibili: ad esempio evil nerd, intenti ad evocare demoni spinti da megalomania e delusioni d’amore, o una bella ragazza geek esperta in esoterismo ed informatica che in poco tempo riesce a trovare soluzioni a problemi paranormali in pieno stile da osservatore… Addirittura in un episodio un demone malvagio è intento a riportare sulla Terra una stirpe demoniaca e per questo motivo feconda numerose donne sterili in un centro di fertilità, sottoponendole a speciali trattamenti che non sono altro che rituali di evocazione demoniaca. Guardando questo episodio ho avuto un pesante sentore di dejavu, e potrei citare almeno quattro altri episodi. Voi non avete già visto queste situazioni? Ma andando oltre, del personaggio di Henry Fiztroy non mi è piaciuta l’esternazione dei caratteri animaleschi dei vampiri, anche se mostrata di rado, ma onestamente non ne posso più di vedere vampiri con occhi neri e canini al vento per ogni minima cosa…
Nonostante gli elementi descritti precendentemente, la prima serie televisiva mi è piaciuta, complice la presenza di due belle figliole, l’attrice protagonista Christina Cox e Gina Holden assistente-geek della situazione, ma anche grazie alla varietà della trama degli episodi quasi sempre autoconclusivi, ai ritmi di narrazione veloci e le relative tematiche tratte da varie leggende, risultando godibili e mai noiosi. Sono intenzionato a proseguire la visione di questa serie, conscio e rammaricato dal fatto che ancora una volta (anche se in una diversa realtà, ovvero quella dell’industria produttiva canadese) non si è riusciti a portare a termine un progetto televisivo (almeno questo fino ad oggi pare) del resto non è per forza “Colpa del Canada” o forse si?
South Park – Blame Canada
Se mi imbatterò nei libri di Tanya Huff, non negherò loro una lettura, dal canto mio, lancio un proclama, farò di tutto per non farmi contagiare dalla nuova dilagante morbo-mania, quella dei vampiri emo-cerebrolesi… conscio del fatto che una variante del virus è riuscita a sfuggire alla diffusione controllata e ha influito su altri esseri quali i Cylon in forma umana… voi invece siete stati avvisati, salvatevi se volete!