L'Attico

L’Albero della Vita e degli Zombie

Guardavo The Tree of Life di Malick. Non credo di essere pronto a scriverne. Per ora dico solo che è un viaggio, con sortite nella fede e nella natura, quella vera, indifferente, brutale, che sono magnifiche a vedersi. Noiosetto, come tutte le grandi opere, o aspiranti tali. Per vederlo bisogna essere pronti. E, una volta fatto, lasciarlo lì, a sedimentare.
Ma non di questo voglio parlare. Questo è un articolo/discussione sugli zombie e, se volete allargare il tiro, sui mostri in generale. Strano, ma vero.
Ho cercato immagini dell’albero della vita.
L’albero è un albero da qualunque lato lo si guarda, se ci fate caso.
Il cinema, come spesso si dice, è finestra, sguardo o metafora.
I non-morti, gli zombie, soggetto così caro al cinema, sono metafora? Forse.
Spesso mi sono scagliato contro coloro che vedono simboli dappertutto, affastellando significati su significati. E altrettanto spesso ho indulto in questo viziaccio, con sommo compiacimento. Tutto soddisfatto per le mirabolanti teorie suggeritemi, più che altro, dai miei studi umanistici. L’ultimissima volta è stata ieri, con l’articolo su The Descent, possibilmente simbolico fin dal nome. Ma sarà poi vero? O è una nostra elucubrazione?
La Discesa in una caverna è davvero discesa in un utero dove si nascondono bambini cattivi? Aborti? Era questo che voleva dire Neil Marshall? O ce lo siamo inventato noi di sana pianta, perché detestiamo la semplicità? E fin dove è lecito spingersi con questa sovrainterpretazione?

***

La metafora preferita di Romero: lo zombie. Ma è davvero una metafora? O solo un morto tornato in vita?
Ho contraddetto me stesso: sognavo un film o un racconto dal punto di vista dell’infetto/zombie, e invece sono ritornato nel confortevole rifugio della normalità. Punto di vista umano, troppo umano. Protagonisti gli umani contro un mondo di infetti. Ho visto l’albero dalla cima, dalle fronde ricche di vita, piuttosto che da sotto. Vista difficile, quest’ultima.
Più ci penso e più mi convinco che entrambe le interpretazioni, semplice, e affastellata alla ricerca di significati reconditi sono accettabili. La realtà è che sono entrambe nella testa dei lettori/spettatori. Io penso/ scrivo di non-morti e mai per un attimo mi sfiora l’idea che un tablet ficcato a forza in bocca a uno di loro sia metafora del consumismo della società attuale. Ma c’è chi lo ha fatto. Chi ci ha visto il significato.
Ho creato un simbolo sfuggito alle mie intenzioni. Capita più spesso di quanto non si creda.
Penso che questo discorso valga anche per lo zombie. Per me è un ritornante. Punto. Non mi interessa il perché, né cosa voglia dire. Per altri, una figura mitica, sulla quale spendere fiumi di inchiostro, virtuale e non, spesso addentrandosi nello sgradevolissimo territorio della critica politica.
Eppure, stamattina, più guardo quel dannato albero della vita, e più mi convinco che debba essere questa, la rappresentazione migliore degli zombie. Vita, dunque, anche se non-morta?
E allora, di che stiamo parlando, di orrore semplice e crudo, se c’è qualcuno tra voi che ancora trova gli zombie spaventosi, di metafora sociale, di vita? Abbiamo ancora a che fare con l’archetipo più fervido, o tra i più fervidi che la nostra letteratura fantastica abbia a disposizione? Sta acquisendo dignità? Oppure è un sogno d’oppio?
Di sicuro, c’è che mi piacerebbe vedere quel coso lassù, nella copertina del mio prossimo eBook. Tema, ovviamente, gli infetti. Gialli.
E voi? Dite la vostra. Vi piace leggere/guardare o andare a caccia di simboli? Cosa sono gli zombie o i mostri, simboli, o cadaveri ambulanti putrefatti? E i vampiri e tutto il resto? Tell me.

Kick-ass writer, terrific editor, short-tempered human being. Please, DO hesitate to contact me by phone.
  • E’l’ idea e la sua espressione, che affronta con estremo realismo un elemento sovrannaturale, con quello stile quasi da documentario povero, che ha resto gli zombi romeriani un modello quasi inarrivabile 😀 e quindi è la loro immagine. Che diventa dopo un simbolo. MA, come dici anche tu, il fatto che lo sia a posteriori, non toglie valore al simbolo.
    Su sogni e incubi e loro interpretazione anche io ho delle perplessità (nonostante vada in analisi e il mio psycho si incazzi a morte perché non ricordo quasi mai i miei sogni), ma non mi riferivo a quello, ma a una specie di inconscio collettivo, che condivide gli incubi e le paure.

    Da quel poco che mi ricordo, mi capita spesso di sognare i morti viventi, in varie modalità. Mi è capitato di sognare di essere io una zombi, o di essere perseguitata e assediata da un nugolo di zombi. Il più strano è stato sognare di circolare tranquillamente in mezzo agli zombi, come se fossero parte integrante del paesaggio. 😀

    • Ah sì, l’inconscio collettivo è una cosa alla quale credo. Il Buio e la Grande Onda sono esempi eccellenti. 😉
      Il tuo terzo sogno mi ricorda Fido.
      😀

  • ohhh! Il mio argomento preferito (dopo lo zoom, ovviamente) e il mio mostro preferito in un solo post.
    Cerco di essere breve, ci provo alla disperata: sul centro commerciale, prima di tutto. Non credo che le intenzioni di Romero fossero spiccatamente politiche. Lo sono diventate dopo, a partire da Il giorno degli zombi. Il problema è che mettere un morto vivente ad aggirarsi nei corridoi di un supermercato, quindi a cercare di consumare anche da morto, è un’ immagine talmente potente, che fa satira politica anche al di là delle intenzioni di chi ha creato questa immagine. E’ un po’ come le fiabe reinterpretate sotto una luce psicoanalitica. Il simbolo è tale perché è forte, immediatamente assimilabile e perché resta impresso. Non è un caso se tutti, quando pensiamo a Dawn of the dead, pensiamo al supermercato.
    In questo senso i mostri sono quasi tutti simboli di una specie di mentalità collettiva e infatti si evolvono attraverso i secoli. L’ unico mostro del tutto contemporaneo è proprio lo zombi, che può avere millemila letture diverse, dato che è uno specchio deformante di noi vivi.
    E sì, Hell, credo che comunque sia vita. Forse la sua forma più infima e disperata, ma è comunque vita.
    Poi il rischio della sovrainterpretazione è sempre presente. Ma se si parla di incubi, si parla automaticamente di simboli.
    E un’ altra cosa: a me gli zombi spaventano. ma di brutto. 😀

    • Aaahh! Che soddisfazione! Confortante sapere di pensarla come te su Romero. Tutto ciò che è stato scritto, detto è venuto dopo, data la potenza dell’immagine. 😉

      Una cosa però: non credo molto all’interpretazione dei sogni e alla relativa simbologia. Quindi anche degli incubi. Da questo punto di vista l’associazione incubo/simbolo non la recepisco.
      E tu? Mai sognati gli zombie? 😀

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  • Io non ti so rispondere… ci sono giorni che vedo zombi dappertutto senza che mi suscitano la minima reazione. In altri momenti, di pura follia, vorrei trovarmeli davanti per vedere se ho davvero le palle:-)

    Malick intorpidisce come il morso di un serpente, am quando sei intossicato vivi quasi dentro un sogno:-)

    • Il momento sta per arrivare, Ferru. Il momento sta per arrivare… 😀

    • 12 anni ago

    Grazie del benvenuto Hell!
    Ho superato la pigrizia perché lo stupido Puffemberg oggi non mi fa accedere. 😉
    Alla tua domanda: direi proprio che il rischio c’è. E l’esempio è il succitato Tree of life. 😛

    Il mio contributo onirico al tema zombie: nel mio incubo, ricorrente fino a una decina di anni fa, la zombitudine si manifestava di punto in bianco nelle persone intorno a me, e per di più a metà, nel senso che avevano solo mezza faccia liquefatta. I fetenti, che per non farmi mancare nulla erano nella variante “pensante”, tenevano in ombra la metà decomposta fino all’ultimo. La vera angoscia era poi l’attesa: sapevo che presto le persone si sarebbero zombizzate ma non sapevo quando, nè c’era qualcuno che mi desse retta.

    • Se proprio devo dirla tutta, certe sequenze di Tree of Life le aveva fatte Kubrick nel 1968. E la chiuderei qua. 😀

      Interessanti questi incubi, ci potrebbe scappare un post un giorno o l’altro. 😉

  • In effetti ho scritto in modo poco chiaro. 😉

  • @Hell.L’errore (o perlomeno a me sembrato tale) e che come l’avevi scritto prima sembrava che gli zombi assediassero il Mall anche quando era vuoto perchè credevano di trovarci dentro dei vivi.

  • @Marina
    Strano, ma in sogno i simboli scompaiono per lasciare spazio ai sentimenti puri, come la paura…
    WOW
    Concetto ovvio, credo, ma ogni tanto riscoprirlo fa bene. Serve a capire che molto spesso si parla di castelli in aria.

    😀

  • @Fra
    E infatti io intendevo dopo. Restano lì perché ci sono quei quattro/tre chiusi lì dentro.
    Vanno lì perché è un posto importante, così come ci sono quelli che si chiudono nelle automobili tentando di guidare, o quelli che giocano a hockey. E dove sarebbe l’errore in ciò che ho scritto?

  • @ elgraeco: sul concetto abusato di “artista” ci sarebbero da scrivere enciclopedie, non mi stupirebbe scoprire che l’hanno già fatto. Come te, penso che ormai sia stato svuotato del suo significato originario e sia diventato un generico sinonimo di “scrittore”, “pittore”, “regista”, “scultore” e compagnia danzante.
    Altra cosa su cui siamo d’accordo, il fatto che in molti casi le simbologie sono frutto solo delle riflessioni del fruitore o del critico. Lo trovo quasi un atto che “snatura” l’oggetto in esame. Metto il quasi ma in certi casi è uno snaturare e basta, colossali arrampicate sui vetri per cercare metafore assurde.

    Ho sognato una sola volta qualcosa di simile a zombie: erano Gialli, tanti, affamati, e facevano una paura fottuta. Il fatto che fosse estate non aiutava 🙂

  • @Hell.Scusa se ritorno ancora sul Mall e gli Zombi,ma “Restano lì, perché hanno capito da tempo che lì dentro c’è roba da mangiare. I vivi.” non è proprio esatto.Quando i nostri arrivano al centro commerciale(che è abbandonato) ci sono già fuori torme di zombi che cercano di entrare.Nella sequenza in cui Peter,Francine e Stephen impellicciati osservano gli zombi Francine chiede:”Perchè vengono qui?Cosa cercano?” e Stephen risponde “Vengono qui perchè da vivi questo era un posto importante per loro”.
    Non è un istinto pratico a muoverli,ma il ricordo di cosa da vivi reputavano importante.E questo qualcosa è un centro commerciale.Sul fatto che gli zombi siano una vera e propria specie,beh lo dice un esperto che ad un certo punto (se non ricordo male) propone di usare l’atomica contro i centi maggiormenti infestati (furbo,visto che le radiazioni non gli danneggerebbero ma sterminerebbero superstiti umani) o di dare loro carne di cadaveri conservata.(che quindi non toccherebbero).Quindi non uno a cui darei molto ascolto…

  • Peccato aver iniziato scrivendo di gialli… È pur vero che siamo sempre lì. Poi quelli col freddo vanno lenti. Se riuscissi a descrivere quello che ho sognato, sai che scena strafiga?
    😀

  • Alla fine è anche bello cag*rsi addosso in modalità onirica. Dà perfino ispirazione per scrivere 😀

  • Sì, i miei erano zombie tipo quelli di TWD, quindi lenti, ma all’occorrenza capaci di sprint… Terribili, non mi spaventavo così a causa di un incubo da anni.
    😀

  • Il mio sogno è molto vecchio, diciamo di quindici anni fa. Ero intrappolato in un furgone assediato dagli zombie (scena in un certo simile a quella del blindato di The Walking Dead). Era una sensazione opprimenti, micidiale… Tra parentesi io non sono uno che ricorda spesso i sogni!
    E sì, sinceramente non ricordo che in quella situazione il mio alter-ego onirico stesse facendo dei parallelismi col consumismo 😉

  • Gli zombie per me vanno benissimo anche come simboli, come metafore, purché il “messaggio” sia conseguenziale alla storia e non viceversa.
    Non a caso mal tollero i film di zombie “stupidi”, quelli che sono solo baracconate dall’inizio alla fine, con spari e combattimenti.
    Romero è stato bravo a miscelare le due cose senza dare maggiore risalto all’una o all’altra, a impegno o escapisco.
    Che l’abbia fatto volontariamente o meno non m’interessa più. Del resto Romero oramai è un rincoglionito e le sue interviste recenti non fanno testo 🙁

    Sul fatto che gli zombie, i vampiri etc facciano paura o meno, non ho risposte.
    Direi di no, ma solo perché tanto sappiamo che sono solo favole. Ma se ci trovassimo davvero a che fare con uno di questi mostri, sarei il primo a riempire le mut… ehm, a spaventarmi.

    Non a caso uno dei sogni più spaventosi che ricordo riguarda gli zombie.

    • Quoto su Romero, anche se mi attirerà le ire della mia partner (vero, Lucia?) 😀
      E quoto anche sui film.
      E per ultimo, strano ma vero, qualche notte fa ho sognato anche io gli zombie, e devo dire che visti in sogno, estremamente realistici, mettono una paura fottuta. Erano terribili, altro che simboli del consumismo.
      Quindi credo sul serio che visti dal vivo, farebbero terrore. Specie se in gruppo. 😉

  • Fanno quello perché il film è ambientato in un supermercato. Fosse stato ambientato in una chiesa o allo stadio, avremmo avuto zombie che pregano (pochissimi) e zombie tifosi (tantissimi).

    Restano lì, perché hanno capito da tempo che lì dentro c’è roba da mangiare. I vivi.

    Il Centro Commerciale è il luogo adatto per trovare scorte di cibo e tirare avanti degli anni. E noi ci andiamo non perché lobotomizzati, ma perché in effetti i negozi si stanno spostando tutti lì e fare la spesa equivale a cacciare, soddisfare il bisogno primario di sopravvivere.

    Ergo, hanno creato una simbologia dove non c’è, secondo me. Ma funziona. E poi lo sa solo Romero che cavolo ha voluto fare.
    Lui l’ha mai dichiarato? Questo non lo so.

    Però, singolare, tornando alla metafora zombie da cui tutto è partito, che sempre in quel film, e sempre in quella sequenza, venga spiegato che lo zombie non è più un essere umano, ma una specie diversa, perché non si mangiano tra loro…
    E allora, tutte le menate sugli zombie e il senso di decadimento umano che si portano dietro. Sono solo menate, o cosa?

    😀

  • @Hell.Si sarà anche meccanica,ma perchè allora fanno soprattutto quello?Non avevano un lavoro?Non pulivano la casa?Se è meccanica è una meccanica imperfetta.
    P.S.In realtà il commento sul sangue puro era solo un approfondimento non richiesto,per quello avvevo scritto che era OT:D

  • Piccolo OT.Ricordo bene la scena che citi da Red Rain,c’è Dracula che prima di nutrirsi chiede ai suoi servi se hanno controllato che le ragazze non avessero segni di aghi no?
    In realtà come scena non è un caso unico,anzi in altre storie viene spesso portata avanti l’idea che i vampiri si debbano nutrire di sangue puro:
    -In Tomb of Dracula il Conte si nutre di un ragazzo tossicodipendente per poi vomitarne il sangue.
    -Ne Il Vampiro che Ride di Suehiro Maruo c’è una scena in cui la vecchia vampira Onibaba impedisce ad un givane da lei trasformato di bere da una prostituta perchè malata.
    Addirittura nel film Blood for Dracula di Morrissey la cosa raggiunge estremi grotteschi con un Dracula che può bere solo sangue di vergini.

    • @Fra
      Sarà satira, ma è soprattutto meccanica. Ovvero, il trucchetto degli zombie che reiterano non solo è evidente, ma anche spiegato dalla voce fuori-campo. Di solito la satira non ha bisogno di essere spiegata. Secondo me ci hanno ricamato sopra. E ci sta eh.

      @Marina
      Secondo me anche sulla parola artista si dovrebbe discutere. Sempre usata a sproposito, tanto che ormai non significa più nulla.

      @Angelo
      Sì, è un punto di vista interessante. Però riguardo all’usare simboli in modo inconsapevole non sono tanto d’accordo. Mi spiego, io autore uso lo zombie per quello che è, un morto ritornato uin vita. Mi invento che lo zombie reitera i comportamenti abituali di quando era in vita. E mi fermo lì. Per me, ribadisco, autore, non ha alcun significato. Quindi lo privo dei simboli.
      In quel caso, attribuire allo zombie un significato ulteriore è solo un abuso del lettore. Secondo me è il lettore ad appiccicare sopra lo zombie un’etiichetta.
      Lo so, differenza sottile. Ma per me sostanziale.
      😉

      @Fra (2)
      Eh, ma in quel caso è satira sociale o denuncia o quel che è. Come dicevo sopra, è evidente senza bisogno di spiegazione.

    • 12 anni ago

    I simboli ci sono. Che poi la presenza dei suddetti sia una scelta consapevole o meno di chi li usa è un discorso diverso. c’è chi cerca la sincronicità nella comparsa dei simboli nelle cose di tutti i giorni (anche io lo faccio). E’ una sorta di divinazione, più attendibile di altre.
    Le figure mostruose a mio parere sono simboliche delle paure fondamentali. Morte, rabbia, dolore, lussuria senza controllo.

  • Concordo sul fatto che nel medioevo il simbolo e il mostro li cercavi per ignoranza e paura. Ma è cambiato così tanto? Forse non cerchiamo più nei simboli le spiegazioni alte su come e perché funziona il mondo, ma continuiamo a usarle per indagare qualcosa che ancora sfugge al calcolo della scienza: l’uomo.
    Cinema, arte, scrittura, fotografia sono tutte espressioni alte dell’intelletto e animo umano. Ed è lì che le seghe mentali abbondano. Secondo me cerchiamo simboli per capire gli autori, nella speranza che ci svelino qualcosa di più su come funziona l’essere uomini.
    O forse, partendo dall’assioma (fondato sul nulla, ma ormai molto diffuso) “artista=genio”, speriamo che nelle sue opere siano nascoste, sotto calcolate simbologie, visioni innovative, rivelatorie e incredibili, sul mondo e i suoi misteri.

  • Scusate per i refusi che ho seminato nel commento precedente…

  • @Hell.Ricordi bene,per un certo periodo la figura del vampiro è stata usata anche come metafora dell’omosessualità.Ed è vero inorigine rappresentava altro (più il rapporto non risolto con i defunti secondo me) ma nel corso dei secoli i bisogni e le paure delle comunità umane sono cambiate e cosi ciò che il vampiro simboleggia.Se nel libro di Stoker Dracula era un compendio delle fobie e inquietudini vittoriane oggi assumerebbe altri significati,potrebbe tranquillarmente anche non averne più…
    Su gli zombi e la satira sociale,credo che quello che molti vedano nella famosa scena del centro commerciale è che quelle persone potrebbero ripetere meccanicamente altri gesti ocomportamenti eppure fra tutti quelli possibili ecco che si recano in massa al centro commerciale,come facevano da vivi.L’educazione a recarsi a consumare nel centro commerciale e talmente forte da prevalere su altre possibili azioni.Nemmeno da morti ci si libera di certe infuenze.(Inoltre la prima volta che voidi le scene con gli zombi a zonzo per il moll,mi resi conto che a parte il loro stato post-mortem non erano poi diversi dai classici frequentatori di simili posti,che spesso ci passano interi pomeriggi a gironzolare senza nulla da fare).Se non è satira questa…

  • Anzi approfitto per fare outing: sto revisionando un mio vecchio eBook/raccolta di racconti, sono dieci racconti brevi e una buona parte (mi pare 4 su 10) è costituita da racconti volutamente simbolici. 😛

  • No, no, tranquillo. 🙂 PS: Sì, non mi sono espresso prima, ma anche io lo vedo bene come cover. 😉

  • Wow, Marina, bellissima la citazione del tuo amico! 😀

  • @Gianluca

    NOn saprei, avevi creduto di essere condannato? 😀

  • Interessante osservazione, Marina. Però, ecco, nel medioevo si tendeva a mistificare ogni cosa principalmente perché non la si capiva. Allora i rumori notturni nei boschi erano lamenti degli spiriti inquieti. E al di là dei confini della civiltà, al di là del mare c’erano, che so, esseri umani mostruosi puniti da dio o chi per lui per chissà quale peccato…
    Quindi il simbolo è un po’ ignoranza e superstizione. Oggi è più enigma, sempre intenzionale.
    Sui mostri la vedo come te.
    E anche riguardo l’albero del tuo eReader.

    😀

  • Hai ragione, touchè. 🙂

    Beh, dai, da come ho detto prima se c’è anche il lato “altro” è anche meglio, quindi il Survival Blog non poteva che essere meglio anziché “solo” bene. 🙂 Mi son salvato in corner? 😀

  • Bell’articolo, e bell’albero della vita. Starà benissimo sul mio e-reader 😉
    Passando alle tue domande, credo che la caccia ai simboli sia quasi una seconda natura dell’uomo; sono secoli per non dire millenni che nel mondo reale e nel mitologico/mostruoso cerchiamo simboli da decifrare per arrivare più vicini a comprendere quel che ci circonda. Credo solo che, di epoca in epoca, sia cambiato il modo di farlo, o forse l’importanza culturale della caccia al simbolo. Prendi il medioevo, i suoi bestiari, testi come il Fisiologo (e qui torniamo indietro alla tarda antichità), l’idea del “come in basso così in alto”, che tutto quello che esiste (naturalia e monstrua) è specchio deformato di qualcosa di più alto.
    Oggi non facciamo qualcosa di molto diverso, cercando sottotesti freudiani in “Tre millimetri al giorno” o critiche al consumismo negli zombie di Romero. Siamo sempre lì. Cerchiamo di sviscerare misteri che a volte non esistono. A volte sono solo enormi seghe mentali.
    Da parte mia, credo di farmene pochi, di questi viaggi mentali. Se so che quel che sto scrivendo è opera di un autore senza velleità filosofiche, cerco di evitare di cercare significati mistici che lui per primo non voleva metterci. Se, al contrario, ho a che fare con un autore più simbolico, mi sforzo di vedere cosa voleva dirmi sotto il velo dell’apparenza. Ma farmi seghe mentali gratuite come quelle sui Tre millimetri, che Cthulhu mi scampi e liberi!

    Quanto alla mia visione di zombie e mostri vari… credo che valga la stessa idea di cui sopra. Sono mostri. Sono non morti (zombie), o maledetti (licantropi e qualche tipo di vampiro), o incazzati col mondo (alcuni fantasmi), o incastrati tra aldilà e aldiqua (altri fantasmi). Sono, punto. Me li godo e basta, a meno che i sottotesti non siano parte evidente e preponderante del contesto. ^_^ E forse applico un po’ della logica ludica del mio amico Ennio, che uscendo dal cinema dopo il primo Resident Evil, con sufficienza da giocatore di D&D, disse: “Tsk, dilettanti. Noi abbiamo il Turning undead!”

  • Diciamo di sì, io non sto comunque lì con la lente d’ingrandimento a cercare per forza un significato “altro”. Di solito se questo c’è l’ho avverto subito, senza star lì a rimuginarci dopo. Se non avverto nulla vuol dire che non c’era, ma non per questo il film/libro ne perde in bellezza. 🙂

    Per me i Gialli son Gialli, non c’ho visto nulla di speciale in loro. Però la Pandemia ha un suo perché, e Alessandro nel suo SsPG lo mostra anche abbastanza bene. Oppure pensa al Survival Blog di Ariano, lui ha fatto diventare i Gialli simbolo di un ritorno al selvaggio, e ha usato questo spunto per rendersi cannibale e imbastire anche un SB originale rispetto agli altri. Magari non l’avrà fatto consciamente, come tu per il tablet, però emerge come cosa.

    PS: Gran bell’articolo, ne usciranno discussioni interessanti sicuramente! 🙂

    • @Mandarino
      Benvenuto. Io non l’ho intesa come schifare la storia rispetto al simbolo, ma come un’interpretazione aggiunta, molto spesso frutto del “delirio” del fruitore dell’opera, perché magari il regista non c’ha pensato proprio. Tutto qui.
      E allora è lecito domandarsi, ad esempio, se in conseguenza di questa applicazione, non si sottovaluti o al contrario non si sopravvaluti un’opera. O no?

      @Gianluca
      Vedi che ti fa vedere un albero… 😀

    • 12 anni ago

    Che ce ne rendiamo conto o no, che ne condividiamo l’ideologia o no, certi simboli sono parte di noi, del nostro modo di interpretare il mondo. Ma la ricerca del famigerato sottotesto di un’opera deve sempre essere secondo rispetto all’analisi letterale. E’ infatti possibile tirar fuori letture che l’autore magari non aveva coscientemente previsto, però non è corretto, a mio avviso, schifare la “storia” per passare al “nasconsto”: è come dire all’autore che
    ciò che ha fatto non è in realtà ciò che voleva fare. 😀 Un po’ trattare l’artista come un bambino un po’ tardo da non prendere alla lettera.

  • @ Gianluca
    Quindi, se ho capito bene, va bene tutto e se crea ragionamenti va anche meglio?
    Ma quello che non ho capito è la tua visione. Nel senso, ok, il regista riesce o meno a farti vedere delle cose.
    Però tu spettatore o autore? I gialli, ad esempio, cosa sono per te?

    @Fra
    Il vampiro non è stato anche, se non sbaglio, interpretato come una sorta di simbolo omosessuale, o una roba così?
    Ma in origine era ben altro no? Paura della notte, delle forze demoniache.
    In Red Rain ad esempio, Dracula è schifato nel bere il sangue dei malati di AIDS…
    Però questi sono simboli evidenti e intenzionali.
    Quante volte hai sentito parlare, ad esempio della metafora del consumismo romeriano rappresentata dal Centro Commerciale? Eppure, Romero stesso, nello stesso film, afferma che gli zombie reiterano comportamenti abituali che facevano in vita.
    Ovvero, vanno al centro commerciale. Dov’è la satira sociale, in questo?

    😉

  • Premettendo che anche per me ambo gli approcci sono validi e rispettabili,credo che certe figure determinati significati c’è li abbiano fin dalla loro nascita.Prendiamo la figura del generico ritornante (vampiro,zombie,fantasma) e domandiamoci perchè anche se con forme diverse ritorna sempre nelle storie e nella cultura popolare.Perchè è perfetto per veicolare anche certi significati,il vampiro poi nel bene e nel male si adatta sempre come un guanto ai sottotesti della società umana.Quando l’hanno ritirato fuori negli 80/90 ecco che rappresentava la paura dell’Aids o la tossicodipendenza,mentre oggi sembra essere o un incarnazione delle più infantili fantasie adolescienziali o in altri casi viene usato come sombolo della diversità razziale,della minoranza che cerca di adattarsi ad un mondo che non accetta forme di diversità.
    Va detto anche che cercare sempre sottotesti è un arma a doppio taglio.Ricordo quanto fossero ridicole certe interpretazioni freudiane di 3 millimetri al giorno,che vedevano nel confronto finale tra il protagonista e il ragno la paura della vagina dentata che castra il maschio e simili.

  • Ammetto di essere uno che i significati a volte li vede e li discute anche in fase di recensione. Mi piace poter pensare che anche nel più infimo dei film/libri di genere, ci sia la possibilità di leggerci un messaggio, un tema. Forse lo faccio per contrastare la tendenza diffusa a dividere nero e bianco: il mainstream deve insegnare, il genere deve intrattenere. Per me no, entrambi devono e possono fare entrambe le cose. 🙂

    Quindi per me gli zombie sono sì mostri, mostri che devono spaventare, schifare, orripilare, etc etc. Ma se nel mezzo il regista/scrittore riesce attraverso di essi a farmi vedere meglio qualcos’altro, beh, ben venga. 🙂

    Ciao,
    Gianluca

  • Eppure, c’è chi ne cerca anche in Galline in Fuga.
    Ma il fascino vero e proprio è la possibilità che l’autore non ci pensi proprio a voler fare simbologia, eppure… la teoria dei simboli applicata sembra dare ragione a chi la impiega. O almeno una parvenza di ragione.

    E il maledetto zombie/infetto, che roba è? 😀

  • Bella domanda. Verso la fine del liceo ero un assiduo cercatore di simbolismi e significati reconditi. Persino nei film più insignificanti ne cercavo, neanche avessi la scimmia dei simboli. Poi alla fine la cosa ha iniziato a sembrarmi forzata, va bene vedere simbolismi in un film surrealista ( che sui simbolismi ci campa) ma se ne cerchi anche in “Galline in fuga” (visto solo per uno stupido compito di inglese) fai meglio a darti una calmata. E semplicemente ho smesso.