L'Attico

Il mutuo scambio. Ma anche no.

blogosfera
Una raffigurazione simbolica della blogosfera

Stamattina ho letto un post interessante, via fb: questo.

Per cui vi invito a fare altrettanto. Ossia leggerlo, prima di continuare questo.

Dato che, in questa realtà virtuale, conta anche l’ “età”, e dal momento che bazzico in rete dal 2009 e che di cose (e oscenità) ne ho viste parecchie, aggiungo la mia, senza troppi sbrodolamenti.

Innanzitutto dico che, secondo me, essendo stato a suo tempo uno dei fautori della protesta citata a inizio articolo linkato, inerente alle donazioni ai blogger, gli argomenti “donazione” e “mutuo scambio” non sono collegati.

Sono, a mio avviso, entrambi dei malcostumi. Il primo si basa fondamentalmente su una presa di posizione arbitraria del “tutto gratis”, spesso enfatizzata da certe teorie libertario-pseudo anarchiche che fanno ridere i polli. Ma su questo argomento ho già dato a suo tempo, e non ho alcun interesse a riaprire la questione. Si è creato, da allora, un nuovo equilibrio, e le cose mi stanno bene così come sono adesso.

Mi interessa invece in particolare la seconda parte dell’articolo, quella del “mutuo scambio”, o del “do ut des”, come l’ho sempre chiamato io. Atteggiamento che, in soldoni, si può riassumere nella maniera seguente:

io commento da te se tu commenti da me (gne gne gne)

Con, a corollario, una condivisione o un “+1” o un “mi piace”, e via dicendo. Sempre, rigorosamente, in regime di favore reciproco.
In pratica, un continuo (e spesso inteso in maniera vincolante) scambio di commenti tra blogger (su qualunque post, con qualunque tipo di commento, a volte solo una faccina), pena, in caso di mancata esecuzione, la messa al bando, e la conseguente perdita di “utenza”.

Sarò breve: il fenomeno esiste. Da sempre. Esiste anche nella vita reale. Fuori si danno mazzette. Qui, nella rete, nel mondo dei bit, la valuta è “il commento”, “il carburante di un blog”.
Cazzate.

blogosfera due

Tutto questo fa una gran pena.

Perché la sensazione è di avere a che fare con bambini in guisa di trenta-quarantenni. Gente capricciosa che non si limita a togliere il saluto, in caso di mancato commento, ma inizia ridicole faide che durano anche mesi. E che portano a nulla. Oltre che a esacerbare gli animi dei contendenti.

Ma, al di là dei casi limite appena citati, che pure esistono, il do ut des è consuetudine radicata, stupida, e purtroppo praticata dall’oltre il 90% dei blogger. Così, a una stima superficiale.

Ora, ammettendo che la maggior parte dei lettori (e quindi dei commentatori) siano a loro volta anche blogger, si sta assistendo a una sceneggiata epocale, che probabilmente negli anni a venire sarà studiata come fenomeno sociologico di massa: la blogosfera si alimenta dei commenti dei suoi stessi autori.

In pratica, i veri lettori (quelli che dovrebbero smuovere gli ascolti e la circolazione delle notizie) mancano, e a commentare sono gli stessi autori. Ognuno che tenta, disperato, di difendere il proprio orticello e allo stesso tempo di ingrandirlo, coi solchi lasciati dall’aratro.

Un po’ come battere moneta e attribuire a essa un valore nominale, senza però possedere metallo prezioso nelle casseforti del regno.

Una catastrofe annunciata. Senza oro non c’è valore. Senza veri lettori, non c’è blogging.

Soluzioni?

Una sola.

Quella che sto attuando da tanto tempo, circa tre anni: fregarsene.

Per meglio dire: scrivere quello di cui si ha voglia, senza badare alle correnti. Leggere solo i siti che si vogliono leggere davvero, commentarli se proprio si ha qualcosa di intelligente da dire e condividere sui social network, se ci pare il caso; ignorare gli adulti-bambini che frignano appellandosi a una (falsa) netiquette che esiste solo nella loro testa. E che in realtà vogliono soltanto instaurare in rete una imitazione (pallida, ma efficace) del degradante sistema di favori che vige nel mondo reale: io aiuto te se tu aiuti me.

Questo è il mio blog, ce ne sono tanti come lui, ma questo è il mio!

Il mio blog è il mio migliore amico.

Senza il mio blog io sono niente!

Senza di me, lui è niente!

humanity is overrated

Bisogna fare ciò che si vuole, non smarrendo mai una cosa fondamentale, che altri predicatori, in questi anni, vi hanno spinto a ignorare: la cortesia.
Che non è accettare di scambiare i favori, ma comportarsi civilmente. In ogni ambito. Cosa che ormai pochi riescono a concepire.

Sperando, sempre, di non smarrire mai lo spunto originario, quello che ha spinto ognuno di noi ad affacciarsi alla rete, convinto di avere qualcosa da dire, volendo farlo e trovando ricco e divertente il confronto con altre menti.

Il resto è: nulla di cui preoccuparsi. La vita è troppo breve per star dietro ai capricci di bambini troppo cresciuti.

Mai dare agli altri più importanza che a se stessi e ai propri sogni.

Ad maiora.

Salva

Kick-ass writer, terrific editor, short-tempered human being. Please, DO hesitate to contact me by phone.
  • […] rischio di una prospettiva del genere, come lessi a suo tempo su Book and Negative, è di portare all’isolamento: non dal successo, proprio dal […]

  • Interessante questa cosa che hai scritto. Personalmente gestendo un forum dal 2003 ed avendo poi aperto nel 2005 un blog, che nonostante si sia spostato tra le piattaforme di msn blog a splinder ed ora in un dominio, ho visto una cosa incredibile cambiare nell’apporto degli utenti. Per prima cosa il quasi completo abbandono della “Netiquette”, come seconda la mania di popolarità che è completamente esplosa grazie ai social network. Ovviamente per poter alimentare la seconda causa, quella legata al proprio ego, i contenuti sono aumentati a dismisura a discapito della qualità degli stessi. Quindi come sottolinei è ovvio che i blogger commentino i blogger, dato che sono gli unici in grado di sopportare di leggere e diffondere spazzatura, tutti gli altri utenti invece nemmeno si avvicinano ad un circolo chiuso di autoeletti.

    Personalmente come dici te, basta fregarsene, se uno ha passione in quello che fà, non ha bisogno ne di guadagnarci ne di divenire un eroe, fa quello che vuole perchè ama farlo niente di più, niente di meno.

    Complimenti per il blog

    • Ciao, benvenuto. Ecco, una cosa a cui non avevo pensato è che questa del mutuo scambio pare essere cosa esclusiva dei blogger (chissà dei vlogger): comunque è vero, almeno per quanto mi riguarda, nei forum si sentiva di meno (parlo per esperienza personale), o forse i tempi erano ancora acerbi, perché esplodesse la mania di protagonismo.

      Grazie. 😉

  • Insomma Hell, la tua onestà intellettuale è davvero encomiabile. Io seguo la tua stessa filosofia: commentare e condividere è lecito, ma non obbligatorio. Non mi aspetto nemmeno che altri lo facciano con me. Se la cosa avviene spontaneamente, senza interesse, molto bene, sono felice. Se non avviene pazienza, non è quello che cerco quando mi imbatto nei vari blog della blogosfera. D’altronde ho vari interessi, e sono convinto che la lettura sia un piacere che va assaporato a prescindere dall’argomento trattato. Per me il COME si scrive (lo stile di scrittura) è più importante del COSA si scrive. Con questo doveroso presupposto potrei ad esempio leggere una bella poesia, ma non essendo io un poeta cosa dovrei fare, commentare con un “bellissima questa poesia che ho letto” o roba simile? Cosa aggiungerei al blog, cosa potrei donare al suo autore? Magari un like e una condivisione potrebbero essere sufficienti. Ma anche qui, tempo permettendo e solo se mi va. Niente ricatti.
    Ps: questo post verrà condiviso sui miei canali social, a chi devo mandare la fattura? 😀
    Simone

    • Ciao, Simone, benvenuto. Fa piacere incontrare una piena comprensione del mio punto di vista. La condivisione è uno strumento potente, ma come sempre accade c’è gente che ne abusa. e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: se si condivide per obbligo, ne va della qualità. Meglio tornare a un regime di condivisione volontario e più spontaneo, senza giochetti ridicoli.
      😉

      • Ok, compreso. Grazie per la spiegazione…
        Ammazza che zozzeria 😀

        Moz-

      • Allora, gli effetti della condivisione sono cambiati moltissimo dopo la modifica dell’algoritmo di gugle, che ha rivoluzionato (in peggio, secondo me), il procedimento.
        Perché, lungi dal premiare la qualità, ha premiato lo spamming. Ovvero, gugle privilegia, non è un segreto, i post che hanno maggiori condivisioni su G+. Ora tutti sappiamo che le condivisioni e i +1 possono essere pilotati, quindi è facile creare post “di successo” che compariranno per primi nelle pagine del motore di ricerca, a discapito di altri di maggior valore, ma non diffusi.
        Insomma, la condivisione, iniziata come semplice diffusione, personale, di materiale ritenuto interessante/valido, è divenuta mero strumento pubblicitario, e in quanto tale segue le stesse regole: la condivisione a tappeto.
        Lo strumento è stato snaturato, quindi.

      • A questo punto (discorso davvero molto interessante) posso fare una domanda?
        Ma secondo voi, la condivisione di un link nel vasto mondo del web ha davvero un grande effetto?
        Voi leggete davvero tutti i link che trovate suggeriti?
        O anche solo un video di yt che vi linkano?

        Io credo che ci siano vari modi per condividere facendo in modo che la cosa funzioni, magari proprio senza rinunciare al contatto diretto.

        Moz-

  • parole sante, le tue e quelle di cervellobacato…guarda io non me la voglio tirare perchè credimi non sono una che fa di ste cose…ma io, se devo esser sincera, preferisco di più le visite ai commenti…ormai sto totalizzando cifre record, eppure i commenti dalle mie parti latitano…stranissimo, ma va ben così…e poi sai come si dice: chi si accontenta gode! 😉

    • Be’, il tuo è un blog divulgativo, che tratta argomenti sopra le righe, ma interessanti, quindi direi che la strada è quella giusta. ^^

  • Sono relativamente nuovo della blogosfera (neanche un anno), ma certe dinamiche iniziano a palesarsi.. continuo comunque a leggere persone che ritengo interessanti anche se non rispondono, non commentano gli altri pubblicando giusto un post ogni tanto… il mio blog nasce come Archivio Totale Globale, poi ho preso gusto all’interscambio, ma per altri forse non è cosi. Il loro blog rimane archivio a se stante. Non li colpevolizzo. Magari non hanno neanche tempo.. mica siamo tutti Moz!! (ahah.. prima o poi il buon Miki mi banna dalla blogosfera.. ma io so farmi perdonare.. gli porto un Winner Taco formato biblico…)

    • Dopo quello che hai detto, devi portarmi LA FABBRICA intera di Winner Taco XD
      Comunque sì, credo anche io che ci sia davvero spazio per tutti, basta sapersi ritagliare questo spazio!

      Moz-

    • Benvenuto. Io torno a dire che non esiste un codice comportamentale prefissato a cui rifarsi, tranne quello del vivere civile, anche qui in rete. Quindi ognuno gestisca il proprio blog o sito come meglio crede, soprattutto senza farsi condizionare e senza condizionare gli altri. C’è davvero spazio per tutti, anche se sembra una cazzata. 😉

  • Eccomi.
    Oh, davvero il login per commentare è un muro insormontabile!

    Il mutuo scambio io lo attuo solo per quanto riguarda il following: se vedo che una persona mi ha seguito, mi pare brutto non riseguirla. In fondo non mi cambia nulla.
    Seguo e commento molti più blog di quanti blogger seguono e commentano il mio, non bado a queste cose né tolgo saluti o scateno le guerre contro la gente.
    Una sola cosa non approvo, e l’ho detto più volte anche da me: trovo proprio scortese quando non si risponde ad un commento.
    Ad esempio, sono approdato su dei blog interessanti, ho detto la mia, e non ho ricevuto nemmeno un saluto di benvenuto. No, non che sia necessario (anche se credo sia il minimo…), ma allora perché la persona dopo di me riceve una risposta al suo commento idiota? Cose del genere mi fanno immediatamente cascare antipatico il blogger, che non seguo più o seguirò con molta meno frequenza. Che dopotutto nessuno di noi è questa grande star che può permettersi atteggiamenti da divo o meglio ancora essere insostituibile in quanto geniale scrittore e autore impeccabile.

    Moz-

    • Benvenuto, allora. 😀

      Il following su twitter, per quanto mi riguarda, lo ricambio dopo un’occhiata a qualche tweet del’interessato, se li reputo interessanti, allora ci può stare, altrimenti non mi sento in dovere di ricambiare.
      Riguardo ciò che dici, ecco, sì, io il benvenuto l’ho sempre rivolto a tutti i nuovi arrivati. E se talvolta non rispondo è perché non ritengo di avere nulla di interessante da aggiungere rispetto alla riflessione dell’utente. Ma ignorare per partito preso, mai.

      • Per come la vedo io, finché riuscirò (per il tempo, non sicuramente per la voglia dato che per me è sempre un piacere) risponderò sempre a tutti. Poi, quando non riuscirò più, o con 10 commenti o con 100, lo dirò apertamente e magari troverò altre soluzioni (tipo commenti comunitari).
        Di certo non ho mai fatto che a te rispondo e al tizio prima di te no: o tutti o nessuno.
        Quell’atteggiamento mi ha portato via da diversi blog, perché -torno a ripetere- nessuno di noi è tutto ‘sto scrittore o blogger insostituibile.
        Tranne me, ovvio :p

        Moz-

      • Sì sì, è giusto la cosa del non tirarsela. Però, ecco, certe volte penso a quei blog che hanno centinaia di commenti per post. Se l’autore ha poco tempo, filtrare diventa una necessità. 😀
        Certo, potrebbe almeno lasciare un commento di benvenuto generale nel caso di nuovi arrivi. Però, ecco, dipende dalla sensibilità del singolo.
        Poi ovvio che ci sono quelli che fanno mille visite al giorno e si credono delle rockstar. Ridicoli.

      • Allora guarda, siamo assolutamente d’accordo.
        Anche io odio i commenti del tipo
        “ciao, bel post”
        o peggio
        ” :)”

        con eventuale link già pronto da clicckare.

        No, no. Anche io mi riferivo ai commenti giusti, ponderati, di chi vuole far parte del mondo del blogging.
        E’ ovvio non aspettarsi una visita di ricambio, o ancora di più un commento.
        Ma non è bello manco tirarsela da morire con qualcuno alle prime armi capitato da te che sei più esperto.
        E purtroppo ce ne sono tanti, così.
        A questo punto disattivassero l’opzione per commentare! 🙂

        Moz-

      • Faccio riferimento alla mia esperienza personale: dopo aver aperto ho immediatamente conosciuto quei pochi blog i cui autori sono ora tra i miei collaboratori fissi in altri progetti che abbiamo coltivato insieme. Indubbiamente, i commenti (interessanti) lasciati sui blog altrui hanno il loro peso per farsi pubblicità, ma per l’appunto dovrebbero essere piccole vetrine dell’autore, che non deve pretendere che il proprietario del blog che lo ospita debba commentare di rimando sul suo blog, ma sperare (come facevo io al tempo), che l’intervento sia sufficientemente intrigante da spingere i visitatori del blog più grande e famoso a visitare il proprio.
        Io l’ho sempre vista così. 😉

      • Senza dubbio!
        Voglio chiarire la cosa del following su blogspot: tecnicamente non “diffonde” i blog che uno decide di seguire. E’ solo un promemoria che ti permette di avere tutti gli aggiornamenti altrui nella tua bacheca.
        Le condivisioni poi sono un’altra cosa e lì la vedo esattamente come te 🙂

        Parlando di commenti, a me piace moltissimo quando si creano discussioni e interazioni, difatti allo stato attuale delle cose non posso lamentarmi affatto 😉

        Quanto al discorso principe del post, io mi metto anche nei panni di una persona che oggi, dal nulla, decide di aprirsi un blog: come si promuove? E’ logico che deve cominciare a seguire altri blog, magari quelli con più traffico. Ci sarebbero altri modi (es. farsi conoscere prima di aprire il sito) ma in fin dei conti, se ci pensi, sarebbe ugualmente un “vendersi”, no?

        Moz-

      • Sai che c’è? Io rivendico, percé è nostra in fondo, lo strumento della condivisione (oppure del following), come ciò che mi permette di diffondere/seguire le cose che mi piacciono. Conseguenza, se una cosa non mi piace o non mi interessa, non la diffondo. Altrimenti, secondo me, si crea solo spam. 😀
        Almeno, questa è la mia idea.
        Per ciò che concerne il numero di commenti, io ho questa politica dall’apertura, ovvero è tecnicamente difficile commentare sul mio blog, quindi so che non avrò mai discussioni fiume. Preferisco così, dal momento che in ogni caso, capitano discussioni interessanti anche in questo modo. Come la presente, per capirci.

      • No, parlavo di following sul blog. Sulla piattaforma di blogspot puoi seguire i blog che ti piacciono.
        Ecco, io quello lo ricambio sempre, a prescindere. E manco ci bado se io seguo e tizio non mi segue a sua volta, anzi pensa che, come un cretino, è praticamente solo un anno che ho messo la possibilità di far seguire il mio blog! XD

        Poi, sul numero dei commenti: io ne ricevo abbastanza, di certo non cercati con mutuo scambio (il blog stesso parla chiaro: ha avuto in otto anni tutte le sue fasi, dalla gavetta con due interazioni a post fino a un pubblico più vasto) ma non mi sento di dire che scrivo articoli più accomodanti o di scarsa qualità.
        Non voglio nemmeno dire che scrivo cose di qualità, anzi. Io ci metto lo stesso spirito di sempre, e cerco di dare il meglio in ogni post. Altrimenti, giuro, non pubblicherei affatto 🙂

        Ah, grazie del benvenuto 😉

        Moz-

  • Un blog senza commenti è di certo un po’ triste, inutile negarlo.
    Vedo blog assolutamente meritevoli, aggiornati quotidianamente, che ricevono pochissimi o zero commenti (tipo: Chicken Broccoli, visto che sono uno a cui piace fare nomi e cognomi), e altri ingolfati di decine, se non centinaia, di commenti di adoranti e scodinzolanti followers (e anche qui: Dottor Manhattan, dove se osi lasciare un commento dissidente vieni sbranato vivo).
    La “tratta dei commenti” , io commento te se tu poi commenti me anzi commenta prima tu è una cosuccia un po’ da terza media, in effetti. Io non me ne preoccuperei troppo.
    Mi lascia invece un po’ basito il “lasciarsi i commenti da soli”, e anche un pelo triste: non riesco manco ad immaginare che ci sia chi lo faccia.

    • Ecco, questo è vero. La prima frase, intendo, in particolare.
      A volte a me capita di lasciare dei commenti anche se non sono di fondamentale importanza. Magari è solo uno stupido fastidio, ma per me è un po’ come dire “Oh, ti ho letto, il post mi è piaciuto, dai così”. Sempre la questione delle recensioni su Amazon: mi piace pensare che siano un incentivo a scrivere di più, non tutte le volte che recensisco riesco a scrivere una pagina di approfondimento critico al romanzo. 😀

      • Ma la recensione su Amazon è una gratificazione, serve al lettore per diffondere un bel libro e all’autore per capire di stare facendo la cosa giusta. O sbagliata, a seconda del tono della recensione e di quanto l’autore si faccia condizionare.
        L’importante è lasciarla solo per il gusto di farlo, non per fare un favore. Insomma, possibile che non si riesca a essere spontanei neppure nella condivisione delle notizie?
        Mah…

    • Bah, quest’ultima cosa del lasciarsi i commenti da soli non ritengo sia un fenomeno diffuso. Spero di no, anzi.
      La cosa che mi racconti sul blog del Doc invece mi giunge nuova, ma devo anche dire che non lo frequento tanto spesso.

      Ma infatti non è un malcostume preoccupante, nel senso che può, col perdurare, daneggiare i blog meritevoli, è solo quello, per l’appunto, una cosa infantile.

      Personalmente, ho da sempre avuto la registrazione per poter commentare, perché ho sempre preteso che chi commenta deve farlo scientemente, ovvero solo se lo vuole davvero (in questo caso, la registrazione diventa un piccolo ostacolo, insormontabile per i commentatori superficiali).

      • A me quello che non piace del blog del Doc (che lurko abitualmente) è l’elevatissimo numero di commenti, per la maggior parte “inutili”. Numeri così mi fanno sentire una goccia nell’oceano, quindi mi passa la voglia. Per Zerocalcare idem…

  • Il problema è che in molti associano il numero di commenti di un blog (o il contatore delle visite) alla qualità del blog stesso. Perciò vale il pensiero che “numero di commenti elevato=blog famoso e/o di qualità”.
    Un po’ come dire che Twilight è un capolavoro solo perchè ha venduto milioni di copie in tutto il mondo.

    C’è anche il fatto che i numeri sono mostri che ingannano la mente, quindi fare 2+2 con quanto detto sopra viene naturale.

    Io per esempio il contatore lo guardo solo in occasione dei famigerati “numeri tondi”. Per il resto, il famigerato “Fregarsene” penso sia alla base di chiunque, sul web, voglia innanzitutto (e continuare a) divertirsi senza dare conto tanto ai propri “seguaci”, quanto ai numeri di cui sopra.
    Altrimenti si diventa schiavi della propria creazione. E si snatura il tutto (e quanti blogger, vloggere e YouTuber ho visto snaturarsi – o peggio, svendersi – in nome della “nomea” o della presunta “popolarità”).

    Il sub4sub, il commentoXcommento esiste, ma è una pratica che qualsiasi persona sana di cervello abbandona sin da subito. Anche perchè a lungo andare diventa controproducente.

    Personalmente parlando, se dovessi mettermi a commentare tutti i 50/60 siti/blog che leggo quotidianamente, non mi basterebbe l’intera giornata.
    Quindi mi limito a leggere, lurkare (soprattutto per la gioia di Cyberluke) e commentare unicamente se ho qualcosa di sensato da dire.

    Sennò, ciccia. 😀

    • Sì, ma è appunto un ragionamento, quello dei numeri, che è spontaneo fare all’inizio, durante i primi mesi di blogging, se si è così in gamba e/o fortunati da cominciare a macinare cifre interessanti.
      Dopo di ché, si arriva al fatidico bivio: 1) prosegui pensando solo ai numeri, e diventi in un certo senso dipendente da essi, 2) te ne freghi e critichi ciò che di negativo ha la blogosfera, possibilmente senza ergerti a censore morale di turno. Una semplice presa di coscienza che certe cose non vanno.

      Eppure, io continuo a vedere e soprattutto a sentire blogger ostracizzati perché non “vanno in giro a commentare” e quindi “si comportano da stronzi ingrati”. Commentare non è un obbligo. Così come non lo è diffondere i link degli amichetti e solo di quelli.

      Insomma, s’è perso di vista, in nome dei numeri, la reale natura del blogging: l’informazione.

      • No, quasi mai i numeri alti sono sinonimo di qualità. Sono sinonimo di successo, ma il successo e la qualità non vanno a braccetto.
        Di solito i grandi numeri sono possibili quando il prodotto (e intendo qualunque tipo di prodotto) incontra il maggior gradimento possibile, per ogni fascia di età, quindi sono opere che sono costruite per soddisfare tutti, patteggiando sulla qualità.

        Anche se è inesatto parlare persino di qualità. Si tratta soltanto di complessità e ricercatezza del messaggio, cose che possono andare a braccetto con la qualità, è vero. Complessità che, quando si parla di grandi numeri, non può esistere per forza di cose.

      • In realtà… mah, non sono troppo d’accordo, pare un po’ estremizzata quest’ultima vostra posizione. Secondo me è anche vero che numero alto di commenti è sinonimo di qualità, soprattutto perché se c’è culopesismo nel commentare e condividere parrebbe strano ora non dar valore a blog ricchi di discussioni. È vero che ci sono blog di qualità con poca interazione, ma penso che numeri alti siano per forza di cose anche sinonimo di qualità. Il paragone con Twilight, per questo, non mi convince.
        Per quanto riguarda la natura del blogging, dal mio punto di vista, personale quindi, è il confronto, non l’informazione. Poi chiaramente dipende dal tipo di blog, ma in generale la oenso così. Penso anche che tutti siano un po’ intrappolati nel magico mondo dei numeri, ne sono sicurissimo.

  • Ciao Hell, intanto grazie per l’articolo ”in risposta”, mi piace quando si discute così, aspetto esattamente opposto al mero favoritismo che tanto schifo (e pure tu a quanto pare).
    Fregarsene è una soluzione, come dici, ed è quella che attuo anch’io, anche se non sembrerebbe visto il modo in cui concludo l’articolo. In realtà sottolineo l’aspetto condivisione, culopesismo e limiti dell’anonimato proprio perché ho testato abbastanza (almeno mi pare) i vantaggi e gli svantaggi del blogging così come lo faccio, quindi provo questa via di ”disanonimizzazione”, ma non facendomi grosso problema del ”io ti cago se tu mi caghi”.
    Per quanto riguarda l’aspetto soldi l’ho citato perché mi pareva un buono spunto per iniziare il discorso, e soprattutto perché come l’altro è un aspetto negativo che si avverte nel web. Sul fatto che i due aspetti siano legati più o meno fortemente mi sa abbiamo opinioni un po’ diverse invece 🙂
    Rispondo allo Psicopompo…
    Sono molto d’accordo sull’idea che esponi così come sugli esempi, e anche nella blogosfera trovo che sia un aspetto positivo, e difatti lo dico pure nell’articolo. Il confronto, la condivisione quando sentita, anche come atto di favore (non di favoritismo) è una delle caratteristiche che più amo del blogging. Se scriviamo qui sopra è per farci leggere, per confrontarci, per il piacere di comunicare qualcosa agli altri, altrimenti scriveremmo tutti nel nostro foglietto word e morta lì. Io critico il fatto che questo spirito di confronto e condivisione venga inquinato dai numerini di commenti e visite, che portano poi alla chiusura e a dei comportamenti che sinceramente fanno un po’ schifo. Anche perché va bene fregarsene, come dice Hell, però rompe un po’ le palle che se io non ho voglia di commentare qualcosa o di leggere (perché ci può anche stare, mica siamo costretti no?) mi ritrovo con un calo di lettori e di commenti proporzionale al mio non girare meno per altri blog. E’ chiaro poi che l’essere completamente ignorati è un caso estremo, ma tant’è.
    Volevo soltanto evidenziare questa tendenza fastidiosa, che a quanto pare in molti hanno notato. E’ poi chiaro che non si può fare di tutta l’erba un fascio, dato che per questa macchia scura c’è dall’altro lato molto di positivo 😉

    • Rispetto al collegamento dei due argomenti (donazione – scambio di favori) non so ancora nemmeno io come la penso. In genere non li ritengo collegati, nel senso che io non chiedo soldi per i miei post (non c’è proprio, sul mio blog, il pulsante per le donazioni), ma ciò non mi impedisce di fare donazioni ai blog che seguo con assiduità. Come, del resto, il fatto che io non abbia ancora mai pubblicato qualcosa a pagamento non mi impedisce di comprare gli ebook pubblicati da altri blogger. Cosa che, in effetti, faccio fin troppo spesso (povero portafogli)! 😀
      Capisco la frustrazione di chi si trova i commenti “generici”, tipo “Bel post! faccina” e sa già che l’autore del commento si aspetta un altro commento sul suo post, di qualunque natura esso sia. La capisco e in questo caso condivido il sentimento di malsopportazione…
      Che poi tra l’altro è proprio questa distorsione del concetto di “scambio” che inquina la percezione che normalmente si ha di questo sistema che, ripeto, di base sarebbe una gran prova di cortesia e civiltà…

      • Ma io credo che il tuo (che poi è anche il mio) sia un comportamento più che ovvio: commentare dove e quando ci piace, condividere ciò che ci piace, acquistare ciò che ci piace di più.
        Il problema, che poi è alla base della degradazione del naturale scambio è fare della condivisione uno strumento di favoritismo obbligato e di imposizione (complice anche la politica di zio gugle, non lo nego, che obbliga a diffondere i link a manetta, altrimenti si finisce nel dimenticatoio).
        Il problema è che, esattamente come schifo questo atteggiamento nel mondo reale, aborrendo i favoritismi, lo schifo qui in rete.
        E da qualunque parte la si giri, ‘sta cosa dei commenti tra amichetti (o aspiranti tali) è ridicola. 😉

    • Di tanto in tanto, questo dei favori come “atti dovuti” l’ho affrontato anche io in questi anni… persiste, per quanto mi riguarda, da parte di alcuni internauti, questa deformazione di cortesia che si esplica nello scambiarsi complimenti, di solito, o commenti di qualunque genere. Come se un generico commento del tipo “Bravo! Post fantastico!” aggiungesse, secondo l’idea dell’autore del post stesso, valore all’articolo, più di quanto non ne abbia già in sé.

      Ecco, questo è il tipico atteggiamento esecrabile che non tollero. Allora si fa bene a parlarne di tanto in tanto. È bene rammentare a tutti che qua, in rete, ognuno è libero di condividere o non, e non come atto dovuto, ma come semplice convinzione di stare difondendo qualcosa di valore, se la si ritiene tale. Condividere automaticamente come favore all’amichetto/a di blog è un’azione discutibile.

      😉

  • Ma a quanto pare siamo d’accordo: condividere ciò che si sente di condividere, senza obblighi di sorta.

    Quindi, ok. ^^

    E nessuna prolissità: qui non c’è limite di parola. 😉

  • Uhm… Post interessante, questo. Devo dire che avevo letto il post di Cervello, ma ho evitato di commentare perché dopo 100 commenti mi pare che le cose sensate da dire siano belle che esaurite…
    Dunque, visto che questo post è invece ancora “vergine”, dico la mia.
    Io sono profondamente FAVOREVOLE al “do ut des”. Credo che sia un grande esempio di civiltà e maturità intellettuale, economica e politica.
    Vado a spiegare la mia posizione prima di essere coperto di insulti.
    Il sistema delle mazzette è un’esacerbazione, una deviazione malata e incancrenita, una pallida imitazione del “vero” do ut des. Esempio.
    Io leggo un romanzo, magari in ebook, magari comprato su Amazon.
    Mi piace.
    Ecco, a questo punto la cosa potrebbe esaurirsi qui. Libro comprato, letto, piaciuto, punto.
    Decido invece di lasciare un commento, una recensione positiva, un apprezzamento.
    Perché?
    Perché magari l’autore è incentivato a continuare a scrivere. Che è un favore che fa ANCHE a me, che leggo i suoi libri con piacere.
    Oppure.
    Vado a cena in un ristorante. Mangio bene. Pago un conto accettabile.
    Anche in questo caso potrebbe finire tutto qui.
    Ma, magari, la prossima volta che vado a cena fuori con gli amici, li porto lì. Il proprietario mi riconosce, il cameriere pure, magari ci fanno uno sconto.
    E’ un do ut des: ti porto nuovi clienti, mi fai uno sconto.
    Niente mazzette, niente di OBBLIGATO.
    Semplice cortesia, civiltà.
    Se io mangio bene in un ristorante e pago giusto, la cosa per me finisce lì.
    Ma se il posto è carino, il cuoco esce e parla con me, mi spiega i piatti, il cameriere è gentile… Magari mi viene in mente di cercarli su Tripadvisor e lasciare una recensione. In cambio della cortesia ricevuta, della solerzia dimostrata, del buon lavoro svolto.
    Faccio ancora un altro esempio poi mi taccio.
    Io lavoro nelle scuole. Insegno Teatro. Lavoro molto, per la verità.
    Capita, a volte, che una Scuola nuova mi chiami, perché ha sentito parlare bene di me e della mia Associazione. Ma io ho finito le disponibilità, sono pieno di lavoro, devo dire di no.
    Ma magari consiglio al Dirigente un’Associazione con cui collaboro, che so che LAVORA BENE (il fulcro è sempre quello).
    E spero che, in futuro, nel caso in cui capitasse l’occasione, l’altra Associazione faccia lo stesso con me. E uno scambio non basato sull’obbligo, ma sulla consapevolezza che io, come l’altra Associazione X, lavoriamo in un certo modo, manteniamo certi standard di qualità.
    Se, un giorno, un Dirigente mi dovesse chiamare per dirmi “Oh, ma chi mi hai consigliato? Questa Associazione X lavora di merda!”, allora io NON consiglierò più quell’Associazione.
    Come non consiglierei un ristorante che mi da da mangiare carne cattiva.
    O uno scrittore che pubblica brutti libri.
    Spero di non essere stato troppo prolisso… Mi piacerebbe continuare la discussione! ^_^

  • Ho sempre trovato ridicolo il controllare se uno sta commentando da me prima di commentare da lui. Uso il tuo stesso sistema: commento se ho qualcosa da dire, condivido se ritengo giusto farlo. Per il resto, le faide non mi interessano, i capricci ancor meno.