L'Attico

Il carattere dei segni

Volevo intitolare ‘sto post Lo Scrittore, ma siccome in questo stesso titolo è contenuta tutta un’impalcatura di spocchia di un certo livello, meglio andare terra terra, e parlare di segni.
Che poi, tutto lì sta, il punto. Nel segno.
Tracciamo segni che traduciamo in suoni. Ok, è la scrittura.
Pare anche che, proprio oggi, sia un tema particolarmente sentito, qui e anche qui.
E io?
Io… traccio segni sulla carta. Come tanti. Sono bravo? Non sono bravo? E chi lo sa?
Quello che so è che a me piace il modo in cui traccio i segni. E mi piace il suono che hanno, i miei segni, quando li leggo. È così da sempre. Da quando mia mamma mi mise in mano una penna, che avevo solo due anni.
Anziché mangiarla e ammazzarmi, mi misi a scrivere. Solo numeri. Un brillante e folle futuro da matematico teorico, direte voi.
No. Solo un futuro da scribacchino. Neanche tanto certo, come futuro.
Forse perché sono un presuntuoso arrogante sicuro di sé che durante la seduta di laurea ha osato sbadigliare in faccia alla commissione.
Ok, questa non è da tutti.
Ma, per una buona volta, visto che i segni che tracciamo sono tutti uguali e le regole sono le stesse per tutti, vi chiedo:
lo scrittore lo fa il carattere?


***

Oggi ne voglio parlare per svariate ragioni. Primo, perché non mi va di parlare di cinema. Spero, altresì, che questa idiosincrasia finisca presto, altrimenti il blog è fottuto.
Secondo, è per dire, una volta per tutte, che le chiacchiere sulla scrittura e sugli scrittori mi hanno stufato.
Non ce l’ho con nessuno in particolare, sia chiaro. E nessuno mi obbliga a leggere, chiaro. Però, gli occhi ce li ho. E da qualche parte li devo poggiare.
È che, a trentaquattro anni, visto che mi si accusa simpaticamente di spararmi le pose di chi la sa lunga e ha visto tutto, tanto vale assecondare i pettegolezzi e dirvi che mi sono proprio rotto della logica da manuale. Di quelli che si sforzano di trovare un senso comune a tutto questo… scrivere.
Di quelli che ti dicono: leggi. Molto. Impara i trucchi.
Qua, se proprio lo volete sapere, è solo questione di carattere. E di capacità.
Io ho capacità. Ma ho anche un pessimo carattere: mix letale.
Volete sapere perché?
Perché sono uno di quelli che legge poco, o nulla. Roba di narrativa, intendo. Perché, sostanzialmente, la narrativa mi annoia.
Cioè, deve trattarsi proprio di un libro con le contropalle perché susciti il mio interesse. Oppure lo devo fare per contratto, impegno, obbligo, amicizia. Allora sì, leggo anche narrativa. Quand’è per amicizia lo faccio sempre volentieri, c’è da aggiungere. Non mi pesa. Però sono severo lo stesso. Anzi, di più.
Diversamente, leggo di tutto, tranne che le storie degli altri. Quelle preferisco guardarle.
Perché lo stile, il modo di esprimermi, il metodo col quale traccio i segni sulla carta, deve, non dico essere solo mio, perché magari sono arrivato là dove è giunto qualcun altro… il punto è che devo arrivarci da solo, con le mie sole forze.
Altrimenti, non c’è divertimento. Né sfida.
Ma la sfida è innanzitutto con me stesso.

***

Non ho mai avuto idoli. Di nessun genere.
Qualcuno una volta mi disse che richiamarsi alle personalità altrui è segno di debolezza.
Pochi di voi sanno che mi piacciono Henry Miller e Charles Bukowski. Sì, ok, ma non per le zozzerie che scrivevano, quanto perché li sento affini alla mia personalità.
Ancora una volta, quindi, anche alla base delle mie letture, c’è il carattere.
E voi altri, potete dire di leggere volentieri un autore il cui carattere non è affine al vostro? Che non stimate un pochettino? A meno di non volerlo distruggere con la vostra critica, certo.
Quindi, fino a un certo punto, la mia è stata una sviolinata con me stesso. Una masturbazione.
Poi è arrivato il pubblico. Con internet.
Perché, siamo sinceri, tutti gli aspiranti tracciatori di segni si rivolgono prima di tutto, per mostrare il proprio lavoro, all’amico del cuore, allo zio professore di italiano, già in sé contenente quella dose di arcaicità che ti affossa, alla ragazza che proprio non sopporta il fantastico e vuole solo fare sesso.
Il vero pubblico è qui in rete, oppure al Costanzo Show, quando c’era ancora. E una di queste due affermazioni è falsa.
Il confronto è essenziale, certo. È essenziale ricevere critiche e anche complimenti, quando è giusto.
È piacevole. Anzi, bellissimo.
Ma, ancora una volta, è questione di carattere.
Nel senso che ciascuno di noi sa come sta scrivendo, se bene o male. Inutile raccontarci che non è così.
Lo sapete già, come lo so anche io, quando iniziate a scrivere e rileggete, se quello che avete creato fa schifo, è passabile, oppure no.
Il confronto a che serve, quindi?
A trovare conferme ai nostri sospetti. Nel bene o nel male.
Ho scoperto che il confronto mi piace, ma temo che non riuscirò mai a partecipare ai concorsi, perché proprio non voglio avere limiti. E sì, questa è quello che sembra: una dichiarazione di resa.
Niente concorsi, per me.
Ma il confronto, quello sì, adesso è divenuto irrinunciabile.

***

La scrittura, quindi, con tutta la sua spregevole arroganza, caratteristica intrinseca che si fonda sulla presunzione di avere un pubblico al quale possa interessare ciò che si scrive, è un atto egoistico e personale. E poco più.
Non credo si possa insegnare. Forse si può apprendere. Ma i mezzi, in questo caso, sono diversi per ognuno di noi.
Quel che è certo è che se ne parla in continuazione. E a questo, proprio non dare un perché.
Qui entra in ballo la passione, è evidente. E l’istinto. Quello che ci portò a tracciare i primi segni sui muri rupestri…
Il trucco sta nel continuare.
Ragion per cui, se volete scrivere, fatelo. E basta.
Non guardate a nessuno, se non per questione di personalità, di affinità elettiva. Non imitate, ma create.
Lo saprete da soli, quando sarà il momento, se ci siete riusciti oppure no.
Tutto il resto, critiche, consigli, sono costruttivi, certo, ma soprattutto relativi.
Quel che conta è il segno. Il resto lo fa la vostra testa.

Kick-ass writer, terrific editor, short-tempered human being. Please, DO hesitate to contact me by phone.
  • […] su alcuni dei blog che seguo da qualche tempo (colpa del Survival Blog, che mi ha fatto conosce elgraeco, Alex e Davide), e più ci penso più mi trovo d’accordo, in parte, con tutti, e […]

  • Quindi l’essenziale è che mi faccia schifo, appena succederà potrò inviarlo =_= Cervello bacato che non sono altro! 😉
    In realtà, andrò a finire che 10 minuti dopo averlo “imbustato” e inviato mi verranno in mente un centinaio di correzioni e buchi da tappare! 🙂

    • In realtà, andrò a finire che 10 minuti dopo averlo “imbustato” e inviato mi verranno in mente un centinaio di correzioni e buchi da tappare!

      Sennò, dove sta il divertimento? 😀

  • La percezione dello schifo incombente a volte è falsa, a volte è fin troppo vera. Il mio problema è che il mio cervello funziona al contrario di come uno si aspetterebbe: quel che ho scritto mi piace? Okay, è da riscrivere, ma ne sarò consapevole fino in fondo solo facendo una dozzina di passi indietro.
    Quel che ho scritto mi disgusta (nella migliore delle ipotesi non mi convince fino in fondo)? Allora forse c’è qualche speranza di trarne qualcosa di decente.
    Altro che diabolico, sovrannaturale o lato oscuro, questo deve essere un qualche problema di comunicazione tra Gino e Pino! (i mie due soli neuroni, peraltro multitasking)
    E sorvoliamo sulle descrizioni, in cui faccio sempre e comunque pena, e qui non è questione di percezioni inverse!

    Durante il SB, ogni pezzo mi sembrava perfettibile, mai del tutto soddisfacente.

    Se sto editando? Ci provo. Ma come self-editor faccio schifo, son più brava a fare le pulci agli altri che a me stessa… =_= Per ora ho corretto i typos (ah, il piacere della tastiera con l'”h” che si sta rompendo! 🙁 ). E sto rileggendo, immaginando di essere un lettore esterno che non sa quel che so io e a cui magari qualche dettaglio in più farebbe comodo per capire certe cose ^_^’ Difficile. Una parte di me vorrebbe riscrivere da capo certi pezzi o toglierne altri… Vedrò come va.
    Che il Grande Cthulhu sia con me!

    • L’essenziale è che piaccia a te. E non lo dico tanto per dire.
      Se vuoi un suggerimento, una volta che, dopo la rilettura, senti che ti sta piacendo “imbusta” tutto e spedisci senza pensarci più.

      😉

  • Uhm…
    Correggimi se sbaglio, ma siamo molto simili.
    A me capita sempre che, dopo aver finito di scrivere una cosa, questa mi faccia schifo.
    Quasi sempre è una sensazione mendace, che ho imparato a riconoscere e a sopprimere. Ma in passato ho abbandonato racconti validi proprio a causa sua: la falsa percezione dello schifo incombente.
    È una cosa sulla quale riflettere. Non credo si possa liquidare come ipercriticismo verso sé stessi. È qualcosa di diabolico, quasi sovrannaturale. Tipo il lato oscuro, non saprei…
    🙄

    E il Survival Blog, manca a tutti.
    Ma presto arriverà qualcosa…
    A proposito, stai editando?
    😉

  • Scrivere atto onanistico? Come direbbe un elegante americano: “Fuck yes!” E’ anche e soprattutto onanismo. Io scrivo perché mi piace; quando non scrivo è perché non ho idee soddisfacenti, e non riesco a scrivere se quel che scrivo mi fa schifo.
    C’è la parte di condivisione, ok, è anche una parte importante. Ma a me manca molto. Quello che scrivo sul blog sono seghe mentali personali e non, che leggono una manciata di persone e basta. L’altra parte di quel che scrivo è privata ormai da quando ho iniziato le superiori. Ho fatto leggere cose mie solo a un fidanzato (super-puntiglioso, esperienza utile e snervante), a un paio di conoscenti (che non hanno mai dato pareri: fico!) e in due concorsi.
    I concorsi… Ho partecipato solo a due, in tutta la mia vita, perché scrivere a comando non mi riesce granché, e perché tendo a odiare le restrizioni come una tigre odia la gabbia. Eppure, in quei due casi, le restrizioni sono diventate stimolo, sfida personale a farcela. I risultati? Nel primo caso, blanda soddisfazione personale e nulla più. Nel secondo, 12 ore dopo l’invio il racconto mi faceva schifo; dopo altre 24 gli avrei dato fuoco; a mesi di distanza lo sto riscrivendo… Perché l’ho inviato? Perché sul momento sembrava almeno sufficiente e mi interessava un parere esterno. Poi, man mano che ne prendevo la distanza, il senso critico entrava in funzione e rigettava con prepotenza lo scritto.
    Il Survival Blog, invece, è un altro paio di maniche, su cui ancora rifletto e che mi manca un bel po’.

    Riassumendo: viva l’onanismo scrittorio, i concorsi non fanno per me, il confronto è interessante, a volte controproducente e a volte sterile, mai letto un manuale e non so se mai lo farò.

    Ah, sì: io con certi scrittori ho un rapporto altalenante, tipo con Stephen King. Alcuni romanzi li ho divorati, altri li avrei messi nel tritacarte da quanto odiavo lui e la storia, altri non mi dicevano assolutamente nulla. Va a pelle, forse anche a carattere, non so.

  • Grazie dei consigli
    Farò un giro su survival blog
    Per ora online scrivo solo su hovistounlibro
    Per il resto non ho mai messo nulla online

    • 13 anni ago

    Che tutti, gli editori per primi, pensino che uno scriva a tempo perso solo ed esclusivamente per appagamento onanistico (usate tutti ‘sta parola, tocca pure a me!), è il male della narrativa italiana.
    Parlando di letteratura commerciale, gli scrittori esteri non è che siano più bravi, semplicemente sono dei professionisti che decidono di dedicare una parte della loro vita alla scrittura, con la consapevolezza che è un investimento. Un investimento che se fatto bene dalle persone giuste ritorna un guadagno notevole. Ma in Italia, cosa ti metti a scrivere che tanto poi ti pubblica solo la piccola casa editrice con tiratura di massimo 200 copie?! Non voglio offendere nessuno, ma è da scemi perdere anni della propria vita per… niente! Lo dico partendo dalla convinzione che scrivere per pubblicare significa scrivere per gli altri come vogliono gli altri, quindi un lavoro, non un piacere.
    Per questo hai ragione, El: inutile masturbarsi dietro a manuali e saggi di stile e corsi di scrittura. Tanto in Italia non vendi. Punto.
    Per quel che mi riguarda i concorsi non servono a niente. Il senso critico non ti viene imposto dagli atri. O sai come scrivi, oppure non lo sai, e non sarà un tizio qualsiasi della rete a farti cambiare idea.

    • @ Izzy
      E infatti, sono d’accordissimo con te quando affermi che all’estero scrivere, se si possiedono le qualità, è un investimento. Qui in Italia no.
      Questo è parte del dramma in cui viviamo.

  • Io faccio già un lavoro serio.

    E poi altri 3 o 4 artistici, e quindi né seri né pagati (tra cui lo scrittore).

    Comunque prima o poi troverò qualche vecchia caramapana ricca e sull’orlo della fossa da sposare!
    😛

    • Comunque prima o poi troverò qualche vecchia caramapana ricca e sull’orlo della fossa da sposare!

      Minchia. Qua c’è solo da quotare. 😛

  • Guarda, mi hai tolto le parole… dalla tastiera.

    Dedicato agli scrittori:

    ANDATE A LAVORARE!!!

    😀 LOL

    P.S.: da domani, mi tocca consultare gli annunci sul giornale… agenzie interinali, etc…
    😀

  • ahahahahah sei troppo forte!
    ebbasta con sti scrittori comunque han rotto il ca..o, sempre a lamentarsi di qualcosa! andassero a fare un lavoro serio! 🙂

  • appunto

  • no

  • No, chiariamo. Sono polemico NON verso la gente, ma verso le situazioni.
    Non so se è chiaro.
    Coi miei amici sto sempre a scherzare.

    Diciamo che il meglio (peggio) di me lo do con gli stronzoni in determinate situazioni.
    Ovvero, quando incontro chi si atteggia a Gran Paracul Lupp Mann Nobile Cerebroleso Salvatore di noi altri poveri deficienti inferiori.

    Io credo che invece andremmo molto d’accordo dal vivo, ma pure con Mettiu e con tutti gli altri. D’altronde nelle email sono me stesso. Mi risulta che lì andiamo già d’accordo. O no?

    😉

  • No, alt: te lo sei detto da solo 🙂
    Differenza non sottile, eh eh eh…

    A parte questo, ma davvero dal vivo sei così polemico?
    No perché allora non se riusciremmo mai ad andare d’accordo…
    Io nella realtà sono un bonaccione, un pezzo di pane… Altro che polemiche e sfide a chi ce l’ha più lungo! Sono pure timido, pensa un po’ te.
    Sinceramente un po’ invidio il tuo carattere. Magari non così radicale, diciamo una via di mezzo. Mi sarebbe spesso servito nella vita.

  • Che periodo eh, stai proprio lavorando sul personaggio 🙂

    Come sai io invece partecipo volentieri ai concorsi/selezioni, quando sono almeno un minimo sicuro che siano seri. Per cosa? Principalmente perché in parecchi si vincono soldi, e se penso di saper fare abbastanza bene una cosa non vedo perché non provare pure a guadagnarci.
    Poi il solito egocentrismo e gusto della competizione, che a me in ogni campo fa rizzare i capelli e non solo. Ovvio, c’è tutta la solita storia poi delle merdate di certi concorsi e dell’editoria con la quale sinceramente (a mio avviso) diversi blogger un po’ stanno intasando il web. Abbiamo capito che certe cose non vanno e se l’abbiamo capito allora tanto vale fare quello che vale senza stare sempre lì a lamentarsi di cosa non funziona, di perché non funziona. A meno che non lo si faccia per alzare un po’ di polvere e portare visite ai blog, nel qual caso va bene 🙂

    Sull’onanismo se ne potrebbe parlare parecchio. Considerando che siamo esseri che puntano per gran parte al piacere personale, marie terese di calcutta a parte, mi chiedo quante cose facciamo non siano per noi e il nostro godimento.

    Non sono invece d’accordo col fatto che chi scrive sa già com’è quello che scrive. Nel senso che, soprattutto all’inizio, lo sviluppo del senso critico deve avvenire, e per questo serve il confronto. E talvolta leggere qualcosa e sentire che “non fila” non equivale a capire cosa non fila.
    Per non parlare di stili e tecniche che esistono, si sentono e magari si vogliono tentare, per divertimento personale, per venire incontro a esigenze (la scrittura del SB ne è un esempio) ed ecco che ispirarsi ad altri autori o addirittura studiare da “manuali” può essere utile e chiarire cosa fila e non fila in ciò che si fa.

    “potete dire di leggere volentieri un autore il cui carattere non è affine al vostro”

    Per Cthulhu e tutti gli Dei Esterni, sì!
    Anche perché: chi può conoscere il carattere di tutti gli autori che legge?
    Diciamo poi che “affine al vostro” è una semplificazione da bloggher astuto ;), che dice tutto e nulla. Probabilmente posso trovare qualcosa di “affine” spesso e volentieri, ma da questo a scegliere o preferire gli autori in base a queste affinità ne corre davvero troppo.

    • Quando ci incontreremo capirai che non sono un personaggio. Sono proprio così. Ahimé.

      E dico ahimé, perché vorrei essere più accomodante. Ma è un desiderio sciocco. Dato che l’essere non cambia mai. Tutt’al più si maschera…

      Comunque, è un periodaccio e il mio malumore si riflette sui miei post. Questo è vero. Ma nessuno può dire che manco di autoironia, visto che da Alex mi sono dato del numero 5 senza tanti giri di parole… eheheheheh

      Diciamo poi che “affine al vostro” è una semplificazione da bloggher astuto

      In realtà no, è solo un uso improprio del linguaggio tipica del blogger imbecille (io). 😀
      Mi spiego: è ovvio che per sapere se un autore è affine a me, te, gli altri, bisogna leggerlo almeno una volta. Quel che intendevo è quanti di noi continuano a leggere un autore che ci sta antipatico, ma magari è bravo? E quanti, al contrario, un autore col quale sentiamo di condividere il modo di pensare, etc…?

      A me è capitato. Magari sbaglio io.

      😉

  • @ Alex
    Figurati. 😉

    @ Luca
    Spero non sia stato troppo indigesto… 😛
    Mi riferisco all’articolo, ma anche al pacco. LOL

    @ Wayne
    Benvenuto.
    Allora, per cominciare due dettagli tecnici:

    1) il tuo primo commento, come capita a tutti, è finito in moderazione automatica. D’ora in poi, via libera. 😉

    2) Devi farti un giro nel tuo profilo utente, qui su B&N, e inserire l’URL del tuo/vostro blog.
    Così, il nickname diventa un link.

    Anche tu scrivi? Ha per caso messo qualcosa online?
    Io per il momento solo il Survival Blog. Grande esperienza che mi ha aperto al confronto coi lettori.

    Grazie dei complimenti.
    Stasera passo dalle vostre parti per Gomorra. 😉

    • 13 anni ago

    Ciao ,
    è vero un libro deve veramnete prenderci entro 20 pagine per quel che mi riguarda altrimenti lascio perdere.Un film brutto invece riesco anche a guardarlo tutto
    La scrittura è un atto creativo in primo luogo privato: per me nasce da un urgenza creativa interiore che poi vuole per sua natura uscire all’esterno ed esporsi al confronto, alla relazione e al giudizio con gli altri.
    Peccato, il Costanzo Show non esiste più: a pensarci bene mi ricorda le cose di un passato recente (come il walkman o i rullini fotografici)ormai scomparse…
    Complimenti da Wayne co-autore di http://hovistounlibro.blogspot.com/

  • Uhm… meno male che io non scrivo.
    Posso saltare tutto questo post e i suoi commenti. 😛

    (non è vero, invece me lo sono letto tutto. Oh, dvd arrivati, grazie!)

  • Leggo solo ora il complimento… ti ringrazio e aggiungo che la cosa è assolutamente reciproca!
    Ci si può confrontare, anche partendo da posizione opposte, senza perdere il controllo o la dignità.
    😉

  • Sui concorsi devo dare ragione totalmente a Germano.
    Provare a scrivere un racconto “tanto per” è una scocciatura, anzi, di più: una perdita di tempo.
    A questo punto meglio dedicarsi a un racconto extra-concorso, che magari leggeranno dieci persone, ma che può comunque riuscire meglio rispetto all’altro.

    Poi, dal canto mio, odio la competizione, quindi i concorsi preferisco organizzarli, non parteciparvi.
    E’ un mio limite, sia chiaro.

    PS: “Sì, ma a che posizione sono arrivato?” Ecco, appunto. C’è uno che ha partecipato a Ucronie Impure che mi sta sfracellando i coglioni. Non sei arrivato in finale, che t’importa sapere se sei 23° o 49°?

    • Una perdita di tempo per chi scrive e anche per chi lo legge… 😉

      Il limite per i concorsi, poi, a quanto pare è lo stesso che ho io. Non so se sia un limite vero e proprio. Posso solo dire che ho un’estrema difficoltà a parteciparvi.
      Anche quando, come in questo caso della Macelleria n. 6, condivido in toto lo spirito e gli scopi dell’iniziativa. Ovvero scrivere e dirsi le cose in faccia, senza fronzoli.

      Poi, altra cosa importante, è che non posso fare a meno di sottolineare quanto sia importante conoscere una persona come Alex.
      Mi spiego: diciamo che al 95% siamo sempre d’accordo.
      Poi c’è quel 5% di contrapposizione assoluta. Tipo su The Walking Dead. Ed è giusto così, altrimenti sarebbe tutto più noioso. Ma quel che voglio dire è che, quando ci “scontriamo”, accade sempre in modo costruttivo e aperto al contradditorio.
      E come lui, da queste parti ce ne sono molti altri.
      Di questo te ne sono grato. Sono grato a tutti.

      😉

  • Hell.
    Anch’io sono per il punto tre e quando vedo situazioni da due (succedono purtroppo)mi incazzo come un bestia 🙁

    • E a me lo dici?
      Se l’ho detto vuol dire che anche io sono conscio dell’esistenza dei numeri 2.
      Che poi, s’incazzano come montoni se dici loro che quello che scrivono fa cagare. Se invece gli dici bravo si atteggiano a semi-divinità della scrittura.
      Un po’ come quelli che si attaccano alle classifiche. Del tipo: “Sì, ma a che posizione sono arrivato?”. Ma che roba è?
      Cui prodest?
      Se fa schifo come scrivi, farà sempre schifo se hai questa mentalità d’accatto. Non importa quanti manuali riesci a leggere. Se sei arrivato cinquantesimo è perché magari, rispetto al cinquantunesimo ha messo uno sbroccolo in meno.

  • Mi sembra che “in linea di massima” abbia ragione Hell quando afferma che voi scrittori lo sapete già se una cosa scritta da voi fa schifo oppure no, giusto?

    @ Keyem: Sto facendo le flessioni per come quoto questo concetto:-)

    • Per chiarire:

      la storia dei concorsi.
      Provare tanto per, tipo quando si andavano a fare gli esami così, ad minchiam, per me non ha mai avuto senso.
      E ve lo spiego pure:
      Se sei convinto di aver scritto una merdata e ci provi lo stesso a fartela giudicare, allora le cose sono tre:

      1) hai voglia di ascoltare le critiche per migliorare. E su questo punto tanto di cappello. Ma è un tantino inutile nel caso lo si sappia già che lo scritto fa cacare.

      2) sai di aver scritto una porcata, ma speri lo stesso che qualcuno ti dica bravo. E di vincere pure. In questo caso, fai pena. Oltre a essere ridicolo.

      3) sei conscio dei tuoi mezzi. Hai scritto una cosa che ritieni valida e dato del tuo meglio. In questo caso partecipi per soddisfazione personale e per discutere in modo proficuo dei tuoi limiti.
      Limiti che tutti hanno. Io per primo.

      Ecco, io sono il numero 3.
      Rispetto il numero 1.
      Quello che stroncherei è il 2. Senza pietà. Il 2 deve morire.

      😈

  • Dài Hell vedrai che anche in macelleria farai la tua sporca figura:-)

    • 13 anni ago

    Mi sembra che “in linea di massima” abbia ragione Hell quando afferma che voi scrittori lo sapete già se una cosa scritta da voi fa schifo oppure no, giusto?
    No va beh io lo amo, punto. 😀

    ♡♡♡ (11)

    • @ KM
      Stai trasformando tutto questo articolo e relativi commenti in una roba alla Marzullo.
      Onanistica.
      LOL 😉

      @ Ferru
      Tanto se non riesco a scrivere una cosa che mi piace col cazzo che la posto. 😉
      È proprio così. Deve piacere a me.
      Sennò non se ne fa nulla.

  • In linea di massima ti quoto, la penso esattamente come te riguardo agli idoli letterari, quelli che adoro li sento più vicini caratterialmente che per il modo come scrivono, poi va da sé che mi piacciono anche le loro storie. Ci sono scrittori considerati bravissimi che non ho mai letto perché mi stanno sulle palle.
    I concorsi li faccio perché mi servono a capire i miei limiti, ma molte volte a causa del tempo li uso soltanto come allenamento. Però, ogni tanto, quando mi arriva qualche pacca sulle spalle mi fa piacere.
    “Onan il barbaro” :-))

    • In linea di massima ti quoto


      D’accordo, ma puoi anche incazzarti e mandarmi affanculo, se proprio devi.
      Lo so che le mie sono tesi impopolari. Ma, per quanto mi riguarda, le cose hanno sempre funzionato così.
      La macelleria… ci sto provando. Ho anche scritto qualcosina.
      Ma… l’ammosciamento c’è stato. E non è colpa di nessuno. Chissà come finirà…

      Onan il Barbaro è eccezionale! Sto morendo dalle risate STRALOL 😆

  • E l’hai capito solo ora?
    Minchia. Andiamo bene!

    😀

    • 13 anni ago

    Adesso è chiaro perché ti è piaciuto il Survival Blog.

  • Eh, ma attenzione: TUTTO quello di cui scriviamo sul blog è un po’ onanismo e un po’ su un graffito sul niente.
    Le recensione di film, di libri, gli articoli sui mostri, lo stesso Survival Blog.
    Sono tutte comunicazioni sul nulla (obiettivamente) e col nulla.
    Che poi ci piacciano è un altro discorso. 🙂

    Ma se dovessimo parlare solo di cose sostanziose gestiremmo tutti blog sull’economia, sulla finanza, sulla fisica, sulla geopolitica.
    Ammesso e non concesso che questi argomenti si salvino dalla definizione di “nulla”.

    • @ Alex
      Infatti.
      Il nulla è bello.
      Sublime. A volte.
      Sempre stato nichilista.

      😉

      No, ma che scherzi? La FINANZA non rientra nel nulla. Quella e le altre sono solo allegre dissertazioni sulla follia umana. 😉

    • 13 anni ago

    Quanto mi piace leggere questi articoli!!
    La metà delle volte li devo anche rileggere perché non ci capisco nulla! Ma in senso buono. 😉
    Che dire, concordo con Alex quando dice che sbagli a non partecipare ai concorsi.
    Per il resto io da lettrice adoro….. leggerti!
    Amo anche te veramente
    Cioè chi altro riesce a scrivere ” alla ragazza che proprio non sopporta il fantastico e vuole solo fare sesso” in un articolo sulla scrittura??
    😀

    ♡♡♡ (9) e ♡♡♡ (10)

    • @ KM
      Ah, e tu? Dov’eri finita in questi giorni? 😉

      I concorsi:
      ma io parto sempre con le migliori intenzioni.
      Poi niente.
      I concorsi e i relativi paletti mi ammosciano.
      È così. Una roba di viscere.

      Cioè chi altro riesce a scrivere ” alla ragazza che proprio non sopporta il fantastico e vuole solo fare sesso” in un articolo sulla scrittura??

      Bah, suppongo siano morti. tutti gli altri che ci riuscivano. O sono inconsapevoli di saperlo fare. D’altronde se prima di iniziare a scrivere si fanno il culo a strisce sui manuali, quando cavolo lo sapranno mai?

      Scusate la finezza.

  • Ma un atto onanistico non è, in fondo, egoistico? 😀

    Cazzo, mi sembra di essere Marzullo. Per la contorsione linguistica, non per l’onanismo.
    ahahahahhaha

    Comunque, attenzione, io ho tirato in ballo la passione non in riferimento alla scrittura, ma al fatto che di questa si parli ovunque.

    La scrittura è comunicazione col nulla.
    Come su Twitter. Dove, in fondo, i messaggi sono graffiti sul niente. Che qualcuno leggerà, che magari non leggerà nessuno.
    Anche qui, ATTENZIONE, non voglio santificare Twitter. È solo un esempio.
    Avrei potuto tirare in ballo anche i graffiti sulla caccia.
    Quella è comunicazione. Basta.

    😉

  • Ah, cos’è oggi, il giorno dei post sulla scrittura? 😀

    Comunque, pur partendo da punti di vista opposti sul “problema” generale, devo ammettere alcuni punti di tangenza col tuo ragionamento.
    Anch’io non partecipo più ai concorsi, e non è solo per mancanza di tempo, come vado dicendo. Cioè, quello incide, eccome, ma in realtà non mi piace imbrigliare la creatività dei paletti di un concorso.
    E sbaglio. Perché, come dice Davide, scrivere a comando è un esercizio forse noioso, ma utile.
    Secondo punto di tangenza: nemmeno io credo nei manuali.
    Infatti domani pubblicherò un post sui manuali 😀
    Mi è stato chiesto e io l’ho fatto. Però, come leggerai, i pochi manuali che io mi sento di citare, sono più saggi generi che non vaccate del tipo “Come imparare la creatività in 7 giorni”.

    Per il resto dissento sul fatto che la scrittura è un atto egoistico. Cioè, in buona parte lo è, ma è anche un atto altruistico, di condivisione. Magari incoscia, ma lo è. E poi è un atto onanistico, questo senz’altro.
    Un’altra cosa su cui dissento, e che sono un po’ stanco di leggere ovunque, è che è “solo una passione”.
    Perché chi balla, chi canta, chi gioca a pallone può dire che “è un’arte”, oppure un lavoro. Mentre chi scrive parte dal presupposto di farlo perché gli piace e basta. Ma non deve rompere troppo i coglioni e soprattutto non pretendere nulla: né riconoscimenti né soldi.
    E che caz.