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AMERICAN HORROR STORY FREAK SHOW

ahs_401“Signori, io non vi ho mentito, avete visto coi vostri stessi occhi i mostri viventi del nostro serraglio. Voi ne avete riso o provato ribrezzo, tuttavia se lo avesse voluto la natura beffarda, anche voi potreste essere come loro. Non hanno chiesto loro di venire a questo mondo, eppure sono qui tra noi. Si riconoscono in un codice che nessuno ha mai scritto. Offendetene uno, e si sentiranno offesi tutti quanti.” (Freaks – 1932)

Non è possibile parlare dell’ultima stagione di AHS senza tornare indietro di più di 80 anni, quando uscì la famigerata opera di Tod Browning: Freaks. Un film al tempo martoriato da scandali, letteralmente amputato di alcune scene oramai introvabili, giudicato eccessivo e immorale. freaks-posterOggi tutti lo considerano un capolavoro, ma in quegli anni fu un fallimento totale al botteghino e distrusse la carriera di Browning, portando anche alcuni attori del film a rinnegarlo. Un cast di attori composto da veri freaks, esattamente come per AHS: non tutti, ma tanti, tra cui l’uomo foca, la donna più piccola del mondo, la più grande, quella senza gambe, i nani. Al momento nessuno ha rinnegato alcunché, ma credo che questa stagione di AHS non sia piaciuta alla critica suprema dell’intellighenzia, e forse anche al pubblico. Sembra che il successo incredibile ottenuto con la seconda stagione, Asylum, quei due pazzoidi di Murphy e Falchuk non riescano proprio più a raggiungerlo. Si è portati a credere, a questo punto, che Asylum sia stata una gran botta di culo. Beh, io non sono affatto d’accordo. E anzi, dopo qualche giorno di riflessione, posso dire apertamente che questa ultima stagione sia di alto livello. Ma andiamo con ordine. L’ispirazione al film di Browning è esplicita, ma non è la sola. Citazioni sparse con affetto per l’Halloween di John Carpenter (nell’episodio ad esso dedicato), il personaggio psicotico di Dandy, che richiama quello interpretato dallo straordinario Christian Bale in American Psycho, Patrick Bateman. Come quest’ultimo, ricco da far schifo e mentalmente disturbato, è attanagliato dalla noia. Dandy (il cui nome richiama proprio l’ostentazione degli abiti, con un maniacale individualismo al limite del grottesco, tipico del dadaismo) è nettamente sopra le righe, un personaggio estremo che ha un’evoluzione notevole. Talmente interessante da essere inizialmente insopportabile, per poi divenire addirittura adorabile nella sua follia.

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Parliamoci chiaro: oggettivamente questa stagione non è perfetta. Ma nemmeno Asylum lo era. Qualcuno si ricorda che diamine di fine abbia fatto la mini trama sugli alieni? Certo che non ve lo ricordate, perché la coppia M & F se l’è persa per strada. Ma non c’è importato un fico secco, visto il risultato. Ecco, anche in Freakshow qualche frammento si è smarrito. Fra tutti, quello che più mi ha divertito, è la dimenticanza dello squallido e meschino Stanley, tramutato nell’uomo pollo, durante la strage che compie Dandy nella puntata finale. Mi sono proprio detta, ma ché l’han fatto apposta? Mi piace credere di sì, immaginandolo fatto arrosto durante un pranzo o una cena sotto il tendone. E ci sono stati anche dei momenti di stanca, più o meno a metà stagione. Scrissi un articolo colma di entusiasmo e speranza mesi fa, dopo le prime puntate. E ci avrei scommesso tutti i miei avere che questa stagione non mi avrebbe deluso. E i fatti mi hanno dato ragione. Partiamo da un presupposto lucido e intellettualmente onesto. Non è possibile giudicare AHS nel suo insieme se non si accetta la concezione narrativa della coppia M & F, ovvero che la trama non esiste. Lynch docet. Ok, siamo un po’ lontani dal genio lynchiano, ma ne siamo vicini nell’essenza. Ho capito che a quei due non importa raccontare una storia specifica, ma piuttosto accompagnare lo spettatore in un vortice di avvenimenti concatenati, legati prettamente da un filo conduttore che, se vogliamo, possiamo definire come messaggio. Il film di Browning rappresenta un’allegoria del diverso, in Freakshow ritroviamo questo tema che si mostra in tutto il suo splendore circense, in un pout – pourri di colori. Ma non è quella la colla che unisce i punti. La colla, il messaggio alla base di tutto, è l’amore. No, non sono fuori di testa. L’amore che Dandy ha per se stesso da farlo sentire onnipotente, ma al contempo gli permette anche di amare le gemelle (l’amore di uno psicopatico, certo, ma sono le uniche che lui vuole a tutti i costi).

Mat Fraser, alias Paul: l'uomo foca in questa stagione, è anche un famoso batterista.
Mat Fraser, alias Paul: l’uomo foca in questa stagione, è anche un famoso batterista.

L’amore di Elsa verso i suoi freaks, nonostante tutto, non è falso, è solo oscurato da troppo dolore. L’amore di Twisty verso i bambini. L’amore che lega tutti i freaks è tale da concepire leggi interne con le quali non si discute. Questo è, a mio parere, il fulcro. L’amore nelle sue forme più variegate ed estreme, che tiene conto solo delle proprie leggi morali. Incomprensibili, illogiche, crudeli. E l’amore che M & F provano per i reietti è sviscerato completamente in Freakshow, con un episodio particolarmente riuscito (il 10), forse il migliore in assoluto di tutte e quattro le stagioni. L’episodio in cui Pepper (una straordinaria Naomi Grossman) prende un’altra strada e scopriamo il collegamento con Asylum. Ritroviamo per un momento l’ospedale psichiatrico e Suor Mary Eunice (Lily Rabe), in un finale che è straziante, di pura poesia. Amore potentissimo, espresso senza noiosa retorica sentimentale. Arriviamo, così, in prossimità della fine, col penultimo episodio che è un omaggio magnifico a Freaks, esplicato nella famosa scena del banchetto. La giustizia raggiunge il suo culmine nella puntata finale, dove Dandy si scatena dopo l’umiliazione e le gemelle, con l’aiuto di Jimmy e Desiree, chiudono baracca e burattini e si godono lo spettacolo, mangiando pop corn. Un’escalation di violenza inaudita. Ma la chiusa, dedicata completamente a Elsa Mars, è una pernacchia lunga chilometri sulle note di Heroes, verso coloro che hanno trovato ridicola l’esibizione di Jessica Lange nel brano Life On Mars, sempre di David Bowie.
“Certo che quella vecchia ne ha di coraggio!”, commentano i freaks sopravvissuti, guardandola in TV. Sembra quasi che M & F si aspettassero le critiche grossolane nei confronti di certe performance musicali. Che è bene rammentare, sono sempre i creatori di Glee. Fräulain Elsa è vittima e carnefice allo stesso tempo, è donna prigioniera dei suoi sogni e di scelte discutibili (se non addirittura orribili), ma non sono mai riuscita a trovare il male puro in lei. E non ci riesce nemmeno lo spirito che si aggira la notte di Halloween, Edward Mordrake, tanto da lasciarla andare Altrove. Un finale giusto, coerente, dolce.
Mi rendo conto che AHS sia indigeribile per molti spettatori, ma io continuo a fidarmi e ad appassionarmi. E quando una stagione si conclude, mi sento triste.
American Horror Story freakshow, a conti fatti, è la mia preferita. Sarà l’amore esagerato per Freaks, sarà il freak che c’è in me a comandare. Ma io la preferisco mille volte a Murder House (carina, ma nulla di più), a Coven (che è un pastrocchio, ammettiamolo) e perfino alla tanto idolatrata Asylum.
Vorrei solo chiedere una cortesia a M & F: potreste, per una volta, far sopravvivere Emma Roberts? Ve ne sarei grata. Ci vediamo il prossimo anno!elsa-mars-ahs
“La morte di un mostro caro è sempre una sofferenza, ma non è mai una sorpresa. Se organi malformati, o una qualsiasi anomalia fisica non li uccide, allora lo farà l’assoluta intensità del loro splendore.” (Elsa Mars)

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  • Io sono con te, Freak Show mi ha conquistato. 😀 La citazione finale che hai messo, poi, mi ha anche un po’ commosso. 🙂

      • 9 anni ago

      Perché quella citazione proviene da quell’episodio memorabile con Pepper. E sì, mentre la trascrivevo, mi si è stretto il cuore.

      • Povero Salty e povera Pepper. :'(

  • Lo sai, sulla diatriba Asylum/Freak Show, l’amore ci divide 😀
    Secondo me Asylum come struttura e profondità della storia narrata rimarrà sempre imbattuta.
    Però per il resto hai perfettamente ragione: ci sono spettatori a cui il modo di gestire le cose di Murphy non piace. E non gli piacerà mai, qualunque cosa faccia.
    Ma ciò non significa che Murphy commetta degli errori. Sono scelte consapevoli, le sue e quelle degli altri autori della serie. E sono scelte radicali, quindi destinate a far discutere.

      • 9 anni ago

      Sono d’accordo sul fatto che Asylum sia strutturata meglio, e capisco perfettamente chi la preferisce tra tutte. La mia è una scelta basata sull’emotività, non ha nulla di razionale. E comprendo anche chi, appunto, non riesca ad appassionarsi a questa serie (tipo il padrone di casa, qui). Come dici tu, la strada percorsa da Murphy e soci è consapevole e non presa facendo le cose a casaccio. Non è Lost, tanto per citare una serie andata a schifio, narrativamente parlando. Anzi, ti dirò, rispetto molto questa convinzione degli autori, coerente e coraggiosa.
      Mi rivedrò Asylum, così intanto mi coccolo fino al prossimo anno 😀