Underground

Altri, nuovi viaggi con Midjourney

Lo scorso Agosto iniziava il mio viaggio su Midjourney.
Visto quanto se ne è parlato, ormai dovreste conoscerlo tutti. Midjourney è un programma grafico gestito da una Intelligenza Artificiale. Ce ne sono molti come lui, ma questo è il mio… direbbe Hartman. Funziona in modo elementare (una volta abituatisi all’interfaccia di Discord): si inseriscono i prompt, ovvero i comandi, un elenco di parole che più si avvicina all’idea che avete in mente, e la suddetta IA, in pochi secondi, vi propone quattro variazioni sul tema.

Il “tema”, in questo caso, è la protagonista del mio nuovo romanzo sci-fi

Qualora la bozza non vi soddisfi, potete ordinarle di ripetere il tentativo, fino al raggungimento del risultato desiderato.
A volte è anche bello non avere alcuna idea, e farsi trasportare in un viaggio della fantasia artificiale.
Era solo Agosto, e in questi mesi su Midjourney si è scritto e detto tantissimo, spesso a sproposito, privilegiando la sterile polemica acchiappaclic. Da reazioni sdegnate degli artisti (MJ ci ruba il lavoro e produce merda! – l’hanno detto sul serio, purtroppo anche un artista che stimo molto) a chi in pochi minuti ha messo su un profilo e si è autoproclamato “artista” (perché ci vuole arte a inserire i giusti prompt!).
Tutti a dire stronzate, come direbbe il Tenente Drebin.

C’è anche da aggiungere che – da Agosto – Midjourney ha compiuto passi enormi. Vi ricordate quando scrivevo che stavamo contribuendo ad allenare l’IA?
Si è passati da tentativi piuttosto abbozzati alla famigerata V4, che è in grado di fare cose di questo genere.

Al solito, colpisce la facilità con la quale ho ottenuto questo ritratto. Nessuno sforzo, solo una manciata di parole. E ormai… ormai il livello del materiale prodotto, pur sussistendo ancora qualche errore, è molto, molto buono.
E migliorerà.

Io resto convinto che MJ sia solo uno strumento. MJ non crea arte, ma adatta i concetti, e per farlo saccheggia lo scibile umano, tramite internet.
Nessuna paura, in realtà. Lo facciamo anche noi. Se non ci fosse una realtà alla quale attingere per trarre ispirazione, e vivessimo in una boccetta di vetro separati da tutto il resto, non avremmo idee.
Solo che MJ è una macchina, e agisce con tutta l’efficienza e la spietatezza delle macchine.*

[…] non si può patteggiare con lui, non si può ragionare con lui, non conosce pietà, né rimorso, né paura

(Terminator, 1984)

Ovviamente non solo grafica. Esistono altri Midjourney, anche per la scrittura.
Ve lo risparmio: le polemiche (sterili) sono sempre le stesse.
Un testo prodotto da una macchina è equiparabile a un testo prodotto da un umano?
Probabilmente sì.
No, posate i forconi.

Mettendo da parte l’uncanny valley, che ci fa provare disagio in prossimità di qualcosa che ci imita, il risultato, esattamente come dovrebbero essere nei film di fantascienza i ricordi artificiali, non cambia.
Purché abbia senso.
Personality goes a long way… diceva quel tale.
La personalità fa l’artista, e lo scrittore, e il messaggio. Lo stile, anche, limitandoci a una mera considerazione estetica.

Una delle mie prime elaborazioni con Midjourney, la differenza con le più recenti è stupefacente

E lo stile di Midjourney è che… non ha stile. (Non ancora.)
È partito da lavori estremamente evocativi, ma assolutamente riconoscibili, è arrivato a imitare il lavoro di artisti famosi. Amate Vermeer? Chiedete a MJ di produrre qualcosa nello stile di… non vi deluderà.
Stesso discorso con la scrittura. Laddove la mancanza di coerenza nel testo arrecherà danni maggiori – a mio avviso – al risultato finale, rispetto alle imprecisioni di un disegno.

Nello stile di Vermeer

Sarebbe bello leggere i pensieri di una macchina autocosciente, perché davvero avrebbe qualcosa da dire. Esattamente come una macchina in grado di dipingere.
Per ora, queste “creazioni” sono solo mera esecuzione di comandi. È sì intelligenza artificiale, ma non sa cosa diavolo stia facendo, si limita a portare a termine gli ordini.

Siamo ancora lontani dalla singolarità. Forse non ci arriveremo mai.
Per intanto, MJ resta un ottimo strumento per facilitare il lavoro dei creativi. Solo quello.

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*Ovviamente, c’è chi subito ha abusato di questa funzione clonando di fatto opere d’arte originali e spacciandole per proprie

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