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Al di là del Fiume Nero

Nella fascia di terra compresa tra il fiume Nero e il fiume del Tuono c’è l’ultimo avamposto della colonizzazione aquiloniana: forte Tuscelan, i cui bastioni e mura e torri sono soltanto tronchi di legno intrecciati. Una ben misera difesa contro l’avanzare dei Pitti.
Siamo nel 1935. Il continente è quello hyboriano, con tutto il suo carico d’immaginazione febbrile, ma la realtà è [ancora] il Texas. Il quotidiano per Robert Howard.
Al di là del Fiume Nero (“Beyond the Black River”) è un canto di guerra. È involuzione culturale. È sopraffazione della barbarie sulla civilizzazione.
Nessuna graziosa fanciulla, dalle aderenti tuniche di seta, ad allietare le ore del cimmero.
Questa è la frontiera. Al di là del fiume Nero ci sono le terre selvagge dei Pitti, dominate da foreste intricate e del tutto impenetrabili al benché minimo tentativo di progresso.
C’è solo il sangue. E antichi riti pagani. Rituali e magie che la scienza dei colonizzatori, i raffinati aquiloniani, si rifiuta di comprendere.
Il racconto appare essere anche un riadattamento dell’Anabasi di Senofonte. Il viaggio, la fuga, il ritorno. Motivo universale.

***

Le Braccia di Dio

Si dice che il fiume Brazos (Rio del los brazos de Dios) in Texas (foto in basso), nome spagnolo che stava ad indicare le “Braccia di Dio”, sia stato lo scenario naturale che ispirò a Bob Howard l’epica del Fiume Nero. A guardare le foto relative, reperibili in rete, c’è da meravigliarsi nel constatare un paesaggio contornato da un verde lussureggiante che mal si sposa con il Texas polveroso dell’immaginario collettivo. Questa foto sembra, in effetti, una testimonianza dell’era hyboriana, uno sguardo sull’impenetrabile terra dei Pitti.
I Pitti sono una popolazione fiera e selvaggia, di carnagione scura, avversaria della stirpe dei Cimmeri, da cui Conan discende, popolo con il quale condividono l’impossibilità evolutiva, così marcatamente selvaggio il loro modo di essere, quasi fosse eredità genetica.
Il colonialismo americano ai danni dei nativi. Le schermaglie che esplodevano feroci intorno ai forti inglesi e francesi, i colonizzatori, gli uomini civilizzati e insieme gli usurpatori degli antichi territori. Impossibile non ravvisare similitudini storiche in questo splendido racconto.
Sembra, scorrendo le sue pagine veloci, di essere catapultati sul set de “L’Ultimo dei Mohicani” (1992).

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Natura e Evoluzione

Gli europei sono la gente di Aquilonia, un impero che sa di romanità moderna, in costante espansione, che incontra nella ferinità delle popolazioni limitrofe, Pitti a ovest e Cimmeri a nord, i limiti invalicabili della propria cultura.
Prospettive ribaltate rispetto a ciò che è considerata normale evoluzione storica. Una società culturalmente brillante, solitamente, svetta rispetto alle popolazioni limitrofe che, in modo diretto o indiretto finiscono per esserne inglobate.
Pitti e Cimmeri sono lì a ricordare che è la loro condizione la più naturale per l’essere umano. Vivere secondo natura, in un’accezione radicalizzata che vuole l’essere umano inserito perfettamente in un contesto che è suo perché familiare, ovvio, spontaneo. All’opposto, su un altro piano di esistenza, direi quasi contro-natura, la cosiddetta civiltà, con le sue strade, le sue meraviglie architettoniche, la superbia del proprio intelletto sempre più astratto e sempre più lontano dalle voci del mondo naturale.
Conan, in queste pagine, è attore. Lui è un privilegiato. È un selvaggio e, pur non trovandosi tra le montagne della Cimmeria, è immerso nella natura. È silenzioso laddove tutti gli altri si muovono causando un insopportabile frastuono ed è l’unico al quale le meraviglie e la crudezza della foresta non destano alcun timore.
Bellissimo paragone si instaura qui, per una volta non ingenuo, tra il barbaro superstizioso Conan che non teme i sortilegi celati dalla vegetazione impenetrabile proprio perché convinto della realtà di questi, e gli aquiloniani che, al contrario, perché illuminati dalla scienza non possono credere a tali manifestazioni e, di conseguenza, temono ciò che non riescono a capire.
Comprendere la natura delle cose comporta arrivare a possederle.

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Il Punto di Vista

Balthus è un Turaniano recatosi sul confine, agli ordini del governatore di forte Tuscelan, per partecipare alla difesa dei coloni contro le scorrerie dei Pitti. È suo il punto di vista. Egli viene salvato da Conan e, al suo fianco, partecipa a una missione suicida. Uccidere Zogar Sag, un pitto, uno stregone capace di convocare i demoni, un unificatore, colui il quale è stato capace di radunare una quindicina degli sparpagliati clan dei Pitti per scagliarli contro il forte, e le case dei coloni e contro tutti coloro che, a torto o a ragione, sono intrusi in un dominio ancestrale che per secoli ha vissuto di leggi proprie.
Balthus e Conan, ben presto abbandonata la missione perché scampati a stento a un’aggressione dei pitti, sono costretti a tornare indietro dopo una lunga e frenetica fuga nella giungla per depistare gli inseguitori, con l’intenzione di avvertire il forte dell’imminente attacco e i coloni al di qua del fiume del Tuono, perché abbandonino le loro case e si dirigano a Velitrium, città aquiloniana fortificata.
A loro si aggiunge ben presto un cane, Squartatore, un tempo appartenuto a un colono trucidato dai Pitti. La bestia è tornata, come molti uomini civilizzati che hanno scelto di vivere in queste terre, a uno stato ferino, sul suo manto ferite e cicatrici della sua nuova, quotidiana condizione.

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Lex Arcana

La foresta è magistralmente descritta. E a questo punto si rafforza in me l’idea che Howard si sia recato di persona sul Brazos e lì abbia lasciato la sua immaginazione ingrandire a dismisura quei panorami incontaminati. Nel fitto intrico di liane e foglie, demoni palustri gettano richiami ingannatori. Il verso della strolaga, sono soliti chiamarlo i soldati. Un richiamo che giunge modulato secondo il timbro di voci amiche, perché i demoni imitano le voci umane, per attrarre la vittima designata in letali imboscate.
Zogar Sag, il leader dei Pitti, è uno degli ultimi depositari di arcane conoscenze, rune e formule magiche appartenute al tempo dei titani, ricordate ora solo dagli animali e da pochi esseri umani.
Conan, durante le sue avventure, è entrato in possesso solo di un frammento di questa sapienza, e tuttavia bastante a salvargli la vita.
In generale sembra, e l’impressione è sostenuta dall’aver spostato il punto di vista principale da Conan a una comparsa, Balthus, che qui il concetto di natura selvaggia e incontaminata che è soprattutto incoercibile, ed è anche perno della mitologia howardiana, sia dominante persino su quella incarnata dal cimmero.
Pur rappresentando quest’ultimo il baluardo contro la corruzione e la decadenza del vivere civile, il barbaro Conan appartiene a un modo d’essere che è ormai lontano dall’ancestrale purezza.
I riti magici che gli animali e i demoni rispettano, Conan non li possiede più, ma li usa per imitazione augurandosi che servano a qualcosa. Neanche lui capisce, ormai, ciò che è andato perduto per sempre.

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Quello che non si vede

“Al di là del Fiume Nero” è un racconto su Conan, più che di Conan. Ma questi è, ora più che mai, solo un uomo. Magari più forte, più adatto degli altri a vivere in lande sperdute, ma pur sempre un uomo di fronte a una vastità che si stenta a comprendere. Egli affronta come tutte le altre volte il suo nemico, sovrannaturale o ingannatore che sia. La sua forza basta ancora una volta ad assicurargli la sopravvivenza. Ma anche il suo avversario, come lui, è un piccolo uomo che è diventato grande utilizzando segreti incomprensibili, molto più antichi e potenti della storia stessa. Segreti che divorano perché non possono essere mai dominati a lungo.
Alla fine si beve del vino in calici di creta, inneggiando alle virtù guerriere. Quelle, almeno, comprensibili. Il resto, ciò che si nasconde, è meglio lasciarlo riposare…

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Chiodi Rossi
Ombre al Chiaro di Luna
Conan il Vagabondo

Kick-ass writer, terrific editor, short-tempered human being. Please, DO hesitate to contact me by phone.
  • Articolo molto bello, come i precedenti su Conan.
    Tra l’altro proprio la rilettura di uno di questi mi ha spinto a trovare su amazon l’ebook di Conan Queen of the Black Coast e provare a leggere il racconto in inglese (si sa mai che ‘sta lingua torni utile a breve pure dalle mie parti).

    Però dopo aver visto le copertine nel post ho bisogno che tu trovi e recensisca quel “Solomon Kane vs Dracula” che viene citato nel Conan a fumetti 😀 lo voglio!

    • Sarà un casino trovarlo… ma credo si possa fare.
      Grazie mille. 😀

  • […] il Barbaro (film) Al di là del Fiume Nero Ombre al Chiaro di Luna Chiodi Rossi Conan il Vagabondo […]

    • 14 anni ago

    elgraeco:
    il progetto e i presupposti mi piacciono molto!

    • 14 anni ago

    Non ho molto da dire, e non ho letto ancora gli altri commenti, ma complimenti per il post interessantissimo.

    • Thanks!
      Oh, inserisci nel tuo profilo utente l’URL del tuo blog, mi raccomando… 😉

  • Non ricordo se nello specifico ho letto questo racconto o meno (le mie frequentazioni col Conan librescono risalgono ad almeno 15 anni fa, forse anche di più). Premesso ciò il tuo articolo è davvero bello, tanto che mi viene quasi voglia di riaprire i vecchi scatoloni polverosi sul fondo dell’armadio per tirare fuori i vecchi libri di Howard, che tra l’altro dovrebbero valere anche qualcosina, visto che sono tutte edizioni vecchiotte 🙂

    PS: bello, molto bello vedere i blog come questo crescere in lettori, contenuti e sezioni 😉

    • Grazie.
      Oh, ma la mia non era una critica eh. È l’insicurezza tipica di chi tenta nuove strade. Credo ci passiamo tutti coi rispettivi blog e tu, Alex, nella fattispecie, coi i tuoi romanzi.
      Potete commentare o non commentare quando volete. Questo vale per tutti. So che siete sempre presenti… per sincero interesse.

      🙂

    • 14 anni ago

    Caro El sono andato a recuperare il racconto di REH. A tal proposito ci sono numerosi link dove si può reperire gratuitamente in inglese, eccone uno:
    http://www.hyborien.nu/original-stories/Beyond%20the%20Black%20River.pdf
    L’ho riletto e devo dire che trovo il racconto avvincente come lo ricordavo e la tua analisi davvero bella e impeccabile. Ho gradito in particolare il riferimento al fiume Brazos che non conoscevo affatto. Devo ammettere di essere rimasto stupito.
    Inoltre non mi risulta ci siano articoli dedicati, almeno in lingua italiana, ai singoli racconti di Conan. O se esistono sono così ben nascosti nella rete che io non ne ho trovati.
    Per questo ti chiedo di non smettere con i tuoi, di scriverli e di analizzare i rimanenti racconti di REH una volta finita la fase estiva del blog. Continua perché a me almeno piacciono moltissimo.
    E fammi felice una volta tanto!

    ps: concordo anche con Nick. Mi piace molto l’atmosfera che c’è qui, lontana dalla faziosità di certi ambienti.
    E’ la stessa che si respirava nel forum. A proposito di riaprirlo non se ne parla eh?

    arrivederci

    • Grazie a voi.
      Ora basta con le sviolinate, però. Sennò la situazione comincia a farsi preoccupante. 😀
      E, sempre a proposito di preoccupazione, sono felice di aver avuto i vostri riscontri su questo articolo, temevo di aver fatto un passo falso.

      @ Nick
      A chi lo dici. Pagare le bollette è diventato il mio secondo lavoro… LOL
      Però queste passioni, che sono nostre e sono bellissime e gli altri non sanno che si perdono, che ce le portiamo dietro fin da quando eravamo imberbi e le nostre mamme ci aiutavano a soffiarci il naso, queste passioni qui non ce le porta via nessuno, tanto meno la vecchiaia.

      @ Orlok
      A dire il vero mi era venuta la mezza idea di allargare quella che è stata la fase balneare [non estiva, eheheheh] di B&N. Ovvero continuare su questa strada, perché i contenuti non mi sono mai sembrati così organici come adesso, aggiungendo, perché ormai ho deciso di farlo, la sezione anni ’50, la sezione Novità dei film più recenti e dare più spazio a quella dei film cult. Dici che esagero?
      Tempo permettendo, ma le intenzioni ci sono… e vorrei riuscirci davvero. Certamente, visto che i ritmi sono questi, più o meno un articolo a giorni alterni, l’alternanza tra le varie rubriche sarà più lenta, però più di così non ce la faccio. Considera poi che sto sulle 1000, 1500 parole ad articolo, si supera le 2000 con le classifiche, sono belli corposi, insomma [e faticosi].
      Però il VOSTRO entusiasmo, tuo e di tutti gli altri lettori, mi ripaga ampiamente.

      Il forum… diciamo che è morto da solo, o meglio si è trasformato in questo blog, dal momento che lì come qui scrivevo solo io, o almeno per la maggior parte io…
      Sta sempre lì. Norys non vuole toglierlo. Fosse stato per me l’avrei smantellato da un pezzo. Per quanto mi riguarda, a essere onesti, non mi va di impegnarmi più di tanto per tentare di resuscitarlo. Se dovesse risorgere io non lo impedirò di certo. Per ora me ne sto qui a guardare che succede…

      😉

    • 14 anni ago

    Grazie,troppo buono.
    In realtà quando il padrone del blog,come nel caso tuo o di Alex,è tanto bravo nello scrivere i suoi “pezzi giornalistici” diventa facile poter commentare.
    Quando poi anche il valore degli altri commentatori è di un livello così alto come nel caso di quelli che appaiono quì è ancora più facile sentirsi ispirati.
    Poi amo il genere,quando anni fa(cominciano a diventare troppi) a Napoli provavo a fare il fanzinaro,c’erano diversi amici molto più bravi di me.Alle volte mi piacerebbe tornare a quei tempi,quando invece di preoccuparsi del mutuo o delle bollette la maggior parte delle discussioni vertevano su Kane o sul perchè in Italia non si trasmetteva Babilon 5.
    Immagino sia il prezzo che si paga per diventare adulti.Anche se nel profondo rimarrò sempre un appassionato di queste cose anche quando avrò novant’anni.

    • 14 anni ago

    Oltre il fiume nero rappresenta probabilmente un momento di transizione per il personaggio Conan,avviato a diventare, dopo la guerra contro i Pitti ,re di Aquilonia.
    L’episodio serve anche a Conan per solidarizzare contro gli ex nemici della sua giovinezza.
    Il Conan giovane probabilmente avrebbe partecipato all’assedio di forte Tuscelan esattamente come aveva partecipato all’assato contro Venarium.
    Adesso non solo diventa amico di Balthus ma salva anche diversi coloni Aquiloniani.
    Prova autentico cordoglio per i suoi commilitoni morti a Forte Tuscelan.
    Non è un semplice mercenario,non più.
    E’ difficile scegliere un racconto più bello degli altri tra quelli di e su Conan ma questo probabilmente è uno dei maggiormente significativo.
    Interessante è che una volta tanto il punto di vista privileggiato sia quello non di Conan ma di Balthus;Howard è bravissimo nel tratteggiare questo personaggio;noi con Conan lo vediamo come una sorta di fratello minore.
    Alla fine sopratutto nel fumetto e chi,non lo ha letto,consiglio di andarselo a cercare,lo staff della Marvel ha prodotto un adattamento notevole,le ultime parole sono del vecchio reduce che alla fine della storia pronuncia la frase,che è poi il leit motiv dominante di tutta la saga:
    “La civiltà è solo un episodio,una fase,la barbarie è lo stato naturale dell’umanità”.
    E lo dice guardando Conan…
    Gran bella recensione,El,mi hai fatto venir voglia di rileggere la saga di Conan.

    • Grazie mille.
      Non so come può apparire a voi altri se dico che l’articolo piace anche a me, e mi sono divertito un casino a scriverlo. Alla fine è venuto fuori molto più intrinseco di quanto pensassi.

      È un piacere anche averti qui, Nick. Sei sempre pronto a far luce su aspetti sui quali, per la mia forma mentis, tendo a sorvolare. Tipo inserire il racconto nella giusta prospettiva anagrafica di Conan. In effetti ho dimenticato di dire che in questo racconto Conan ha già alle spalle le parti -ehm…- più spensierate della sua carriera di avventuriero e qui si avvia a ben altre ambizioni.
      Io tendo, invece, a considerare ogni racconto come qualcosa a sé stante. Parte unica, tassello, se vuoi, del messaggio di Howard.
      Per questo radicalizzo la lettura spostando il significato locale a universale, ma privo di connotazioni spazio-temporali.

      Quelle parole sono le ultime anche del racconto, anche se, pronunciate come sono da un boscaiolo, odorano fin troppo di filosofia per essere realistiche.

      😉