Cinema

After Earth (2013) – [Recensione]

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Uno dei motti che mi ha accompagnato in questi anni, durante la gestione del blog, è: Shyamalan risorgerà.
Perché il buon M. Night è da anni che ha imboccato la stessa stradina laterale di Argento. Una scorciatoia.
Ora si trova in galleria, e tra poco sbucherà in una frazione sconosciuta, lontanissimo dalla metropoli del cinema.
E i motti, si sa, non sono mai serviti a nulla.

La versatilità di questo After Earth è invero rappresentata dal personaggio principale Cypher Raige, interpretato da Will Smith, cui si deve anche la storia, poi tradotta in sceneggiatura da Shyamalan e da Gary Whitta.
In che modo?
Bene, Cypher Raige è un ranger, ovvero un monoblocco di granito, peggio che Stallone in La Vendetta di Carter, se si ferma pare un pezzo di pietra, è il tipico simpaticone che, in collegamento video con la moglie fornita di torta di compleanno con candeline accese, alla richiesta di soffiare per spegnerle, anziché stare al gioco risponde: “Lo sai che è impossibile”. Perché sì, lui non è lì fisicamente, quindi non può mica spegnere le fottute candeline.
Avete presente il tipo? Lo prendereste a bottigliate in testa dalla mattina alla sera…
E ha lo stesso umorismo (e la stessa voce) di un terminator, ma uno dei primi modelli, quelli con la pelle di gomma e abbastanza scemi per riuscire a farsi passare per umani. Più che altro parla a monosillabi: Sì, no, etc… L’uomo che ogni donna vorrebbe sposare per poi avere la scusa di mescolare alcool e psicofarmaci.
Storia di Will Smith che, udite udite, in origine non era una roba fantascientifica, ma una storia dove padre e figlio vanno in campeggio, l’automobile sulla quale viaggiano ha un incidente, il padre resta ferito e il figlio parte alla ricerca dei soccorsi, un viaggio che è anche viaggio verso la maturità.

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***

Ma il progetto è fighissimo, nella testa di questi signori, perciò pensano di riciclarlo, insieme a un po’ di mobili presi dal Pianeta delle Scimmie o qualche altro sfigatissimo set di fantascienza, e di sostituire alla automobile un’astronave, e al campeggio il pianeta Terra, abbandonato dalla razza umana eoni prima e ora diventato inospitale per l’uomo.

Ooohh di profonda meraviglia.

Quindi l’idea alla base è un film di formazione.
Che ci può anche stare, se si supera l’antipatia innata della star hollywoodiana che vuole far fare carriera al figlio, per forza.
Ma in After Earth ci sono due problemi di scarsissimo rilievo: la storia e la regia.
Perché, diciamocelo, alla fine, ciò che resta è un grande imbarazzo, per uno “spettacolo” che non offre uno spunto uno che sia originale, a cominciare dai costumi anonimi che paiono tute fremen di serie Z, e che nei momenti in cui vorrebbe solleticare il sense of wonder degli spettatori fa sganasciare dalle risate.

Vi faccio un esempio.
Il Monoblocco Will Smith, ferito e sofferente, spiega al figlio: “Fai attenzione a papà tuo, ché su questo pianeta cattivo tutte le creature si sono evolute per uccidere gli esseri umani!”
L’espressione del figlio è questa: o_o. Più o meno la stessa durante tutto il film.

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Poco dopo, abbiamo l’incontro del figlio con un selvaggio gruppo di babbuini, e uno con due puma (?) in pessima CGI, una roba poco più tecnologica degli orribili leoni di I am Legend (sempre con paparino Smith). Tutti animali ferocissimi che il Piccolo Smith riesce a tenere a bada con pietre e bastoni, neanche fosse Ryu il Ragazzo delle Caverne. E, di lì a poco, il fantastico incontro con un’aquila che, siccome ha visto che il Piccolo Smith ha combattuto contro i puma per salvare i piccoli appena usciti dall’uovo, decide di immolare se stessa prendendo il Piccolo Smith privo i sensi sotto l’ala e tenendolo al caldo durante le freddissime notti terrestri, morendo lei stessa.
Alla faccia del pianeta selvaggio e pericolosissimo, se pure le aquile ti prestano soccorso!

Una oscenità che nemmeno ne La Sirenetta.

Nel frattempo, il Monoblocco Smith si fa di antidolorifici, pensando al difficile rapporto col figlio, dal quale, essendo un militare granitico che non soffia per finta sulle candeline, si fa chiamare “signore”. E lo fa tramite flashback pallosissimi.
Muore qualcuno, ma a noi non frega nulla, perché nel frattempo il Piccolo Smith arriva al pezzo di astronave che contiene l’apparecchio, una specie di baby-monitor che servirà a trasmettere il segnale di soccorso alle altre astronavi.
Ma non è finita qui, perché tocca al mostro di fine livello. E qui abbiamo quel tocco cinefilo che non guasta mai, che ti fa proprio dire che Shyamalan è un regggista che proprio non ne trovi di così fighi in giro, perché unisce in un solo colpo Star Wars e Il Signore degli Anelli.

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C’è un vulcano, tipo Etna, solo dalla vetta del quale Piccolo Smith può trasmettere il segnale. Perché nel ventordicimilaquarantaquattro dell’era della Repubblica Spaziale, i baby-monitor soffrono ancora di interferenze.
E poi c’è il mostro di fine livello che il Piccolo Smith deve affrontare facendo ricorso alla Forza: ovvero estraniandosi dalla paura del combattimento e usando la sua spada. Sì, i ranger hanno la spada, ma siccome qua i costumi sono sfigati, non è una spada laser.

Alla fine, tutto è bene quel che finisce bene, il Piccolo Smith lancia il segnale e salva il Monoblocco Smith, frignando tra le braccia paterne un “Papàààà, voglio lavorare con mamma, non voglio più fare il ranger!”
E lui: “Anche io!”

E vi giuro che dicono esattamente così. E voi lì, che non credete a ciò che avete udito e visto.
E pensate che Shyamalan abbia avuto un brutto incidente, sia stato rapito dagli alieni, o soffra della stessa malattia di un esimio collega già citato a inizio articolo, e non abbia la più pallida idea di cosa stia facendo.

E scoprite, tutt’a un tratto, che è ora di trovarsi un nuovo motto: qualcosa di più cazzuto, per tutte le stagioni.
E fate un ciao-ciao incredulo alla balena che saluta con un tuffo l’astronave che lascia la Terra…

Indice delle recensioni QUI

Kick-ass writer, terrific editor, short-tempered human being. Please, DO hesitate to contact me by phone.
  • Ah, lo vedi che sugli assoluti siamo d’accordo? 😀
    Pur con tutta la benevolenza verso l’indianino (unbreakable ma anche <i<Signs me li rivedo ancora volentieri), After Earth l’ho trovato insalvabile.
    Per tutti i motivi che dici tu, più i miei, più altri a cui non ho pensato ma che ci sono di sicuro.
    Brutto, banale, mal fatto, noioso, prevedibile, fastidioso, stucchevole. Ce le ha tutte.
    E manco un’inquadratura di Zoë Kravitz nuda.
    Per carità.

    • Sì, quando è troppo è troppo. Shyamalan è ingiustificabile, stavolta. E io non ho visto il precedente perché mi sembrava bambinesco, ma questo… oddio. 😀

  • – Papà…
    – Sì?
    – Voglio lavorare con la mamma…
    – Anch’io.

    Ci mancava solo questo: http://youtu.be/-T-yGGagQt0

    • ahhahahahahaha XD

  • Sospettavo che fosse una vaccata del genere perché Shyamalan non ne azzecca una da tempo – non mi fido di lui da qualla roba con Mel Gibson e gli alieni che solubili come la Strega di Oz, che muoiono con l’acqua – e anche perché la trama era da “oh mio dio, ci fanno il pistolotto padre-figlio”, e comunque la frase finate del figlio, quel: non voglio fare il ranger, potrebbe essere tradotto in non voglio fare l’attore, piantala di mettermi sempre in mezzo, cazzo. XD Però mi è venuta voglia di vederlo tanto per la vaccata, ma non al cinema. XD

    • Ma non è che faccia ridere…
      A me invece Signs piacque molto. Certo, ci sarebbe da domandarsi come mai alieni allergici all’acqua migrino su un pianeta che è acqua al 70%… ma, sai com’è? 😀

      • Ma nooooooo!
        In realtà era un bel miscuglio di momenti comici, ma leggeri, e momenti tensivi. Insomma, a me piace. Tiè! 😀

      • Una vaccata fulminante, Signs! XD La cosa dei messaggi poi è così new-age da ridefinire il concetto di presa da wrestling per il culo. Poi ha fatto Airbender, e io che sono un fanz della serie animata non gliel’ho perdonata in nessun modo. Ha commesso un tale numero di vaccate sia a livello di sceneggiatura, che cinematografiche e persino logiche da farmi gridare alla Shamayalata. =_=

    • 11 anni ago

    Insomma un film a conduzione familiare un po’ come quelle trattorie sfigate …secondo me Shyamalan ce lo siamo giocato…non so quanto definitivamente ma mi sa che passo a questo giro…

    • Io direi che ce lo siamo giocato in via definitiva, a costo di sembrare troppo fatalista. ^^

  • distrutto un sogno – volevo vederlo 🙁

    • Ti ho salvato, Ferru. U_U

  • Ok, aspettavo giusto di sapere se fosse il caso di vedere questo film o no… e a quanto pare è un enorme NO.
    Quella storia dell’aquila, poi… nel ventordicimila d.C. hanno ancora la propaganda patriottica, dopo che, oltrettutto, presumo, gli stati uniti sono scomparsi da mo’?
    Che tristezza…

    • No, vabbé, la storia dell’aquila la si può intendere come un piccolo messaggio subliminale, considerando che è il simbolo degli States, ma nel film non c’è traccia di nazioni etc…

      A parte questo, è davvero brutto. E te lo dico da fan di Shyamalan. 😉

  • Insomma sto film è lammerda!? xD Amen, lo salto a piè pari e me ne vado a vedermi Into Darkness e settimana dopo Man of Steel. Non spreco soldi 😉

    • Li vedrò entrambi anche io. Spero ne valga la pena. 😀

  • Ahahah, questo film merita di esistere solo per aver generato una recensione così! 😀

    Ciao,
    Gianluca

    • Grazie, Gianluca. 😀

  • Il film ancora non l’ho visto… però dalla recensione vedo una chiave di lettura politica, il padre e il figlio (famiglia) neri (Obama) , l’aquila che difende le nuove generazioni dal freddo (un nuovo futuro per la nazione) , se fosse cosi sarebbe un messaggio abbastanza becero.
    Peccato per Night , in passato ha fatto dei film molto belli pur con qualche pecca, ma con idee abbastanza originali.

    • Ciao, benvenuto.

      Ma sai, anche io ho visto della simbologia nella storia dell’aquila. Troppo palese per non vedercela. Diciamo che in fase recensoria ho soprasseduto.

      Shyamalan io l’ho sempre difeso a spada tratta, tutte le recensioni dei suoi precedenti lavori a testimonianza. Stavolta è impossibile.

      • No, credo che il peggiore sia Last Airbender, che non ho finito di vedere. 😀
        Forse, pur mancando di momenti involontariamente comici come E venne il Giorno, After Earth è peggiore di quest’ultimo.

        PS: davvero? Non ricordavo, anche se ti ho visto parecchie volte sul blog di Lucy. ^^

      • Mi stai velatamente comunicando che questo è il suo peggior film? 😉
        Io ho difeso (e difendo) “E venne il giorno” , qua la situazione è peggiore?

        P.s.
        grazie per il benvenuto, ci siamo incrociati su fb nei commenti di Lucia. 🙂

  • Avatar con gli afroamericani (cit.), ma brutto!

    • No, guarda, è molto peggio. Avatar almeno (se visto al cinema) ti fotteva le palle degli occhi per la bellezza delle immagini. Qua manca anche quello. 😀

      • Battleship è divertentissimo, altroché.

      • Per questo ho aggiunto “ma brutto” 😀

        Mi sa che passo.
        Battleship ha più dignità, più onestà nel suo essere trash.

        Più Rihanna 😀

  • Vorrei solo puntualizzare che era Ryu il Ragazzo delle Caverne.
    Io credo comunque che il film sia basato su una storia vera – quella di Will Smith che vuole a tutti i costi che il figlio faccia l’attore, e quello non vuole saperne.
    Già quando a malapena sapeva camminare, Smith cercò di coinvolgerlo nel secondo Men in Black, e il pupo scoppiò in lacrime, mandando in palla lo shooting del video originale, e dovette essere rimpiazzato.
    Quanto a Shamalan – io dopo Unbreakable l’ho sempre visto in difficoltà.

    • Giusto, non ricordavo! Ora correggo. 😀
      E vabbé, ma il pupo magari è bravo a fare qualcos’altro. Ma non è tanto lui il problema, è tutto quello che gli sta intorno. Insomma, è ridicolo. 😀