Cinema

La Ragazza (di Fuoco)

The Hunger Games: Catching Fire
The Hunger Games: Catching Fire (Photo credit: vagueonthehow)

Giorni fa, come quasi ogni giorno, ero su tumblr e lì, nella dashboard, mi sono imbattuto in una gif (dei miliardi di gif) su Jennifer Lawrence, che sta dando spettacolo oltre che col secondo capitolo di Hunger Games – La Ragazza di Fuoco, anche e soprattutto nelle interviste. Dove la bella e simpaticissima Jennifer divora interi braccialetti di zucchero e racconta retroscena gustosissimi.

La serie di gif relative la trovate qui.

Vista? Bene.

In sostanza, da qualche parte, appena uscita dal bagno, Jennifer ha incontrato due ragazze fan della saga di Hunger Games che le hanno chiesto se fosse consapevole che lì intorno, nell’edificio, ci fosse l’INTERO CAST di Hunger Games. Di fronte al suo fare spallucce le hanno domandato se lei, in effetti, conoscesse Hunger Games e ancora di fronte al suo diniego, le due sono fuggite via in cerca del cast e presumibilmente, della stessa Jennifer Lawrence, che invece avevano davanti. E con la quale erano state a parlare fino a quel momento.

L’episodio è spettacolare e in qualche modo si ricollega al mio articolo precedente: Jennifer Lawrence, spogliata del suo contesto cinematografico, scompare, persino agli occhi dei fan.

L’oggetto del desiderio è lì, a portata di mano. Solo che è invisibile.

Pura poesia nichilista.

Aneddoto che mi ribalta dal ridere, oltre che essenziale per testimoniare ciò che è puro feticismo verso un fenomeno mediatico. Sottrai quel fenomeno, la cornice, le luci e la passerella e ciò che rimane è una ragazza che, anche se bellissima, è solo una tipa qualunque che è uscita dal bagno, quindi non può essere proprio quella lì, LEI, la star.

Mi chiedo se anche Jennifer Lawrence abbia l’aria da lavapiatti.

No, scherzo, non lo penso. L’ammiro tantissimo, invece.

E poi, sì, ho visto il film. E il mio giudizio è: che non so cosa ho visto.

La Ragazza di Fuoco è un film che non fa niente per nascondere la sua natura di testa di ponte verso il terzo capitolo. Piuttosto lento, lunghissimo, e, come il primo episodio, non tanto violento quanto dovrebbe essere, considerata l’ambientazione in cui si svolgono i fatti.
In fondo, gli Hunger Games sono un gioco al massacro, no?

Hunger Games Party Invitations
Hunger Games Party Invitations (Photo credit: Kid’s Birthday Parties)

Hunger Games è dedicato a un certo pubblico. Anzi, a una certa fascia di pubblico. Inutile ribadire.

Avverto fortissimo il distacco tra la mia concezione di cinema e la presente.

Eppure ha una sua dimensione dignitosa. Da grandicelli, noi vorremmo davvero poter dire che Hunger Games è uno spettacolo, ma non lo è, per noi, non più, abbiamo perso il treno. Non lo è per noi, ma è tutt’altra musica per gli altri.

Questo film si permette di guadagnare 160.000.000 di dollari nel primo fine settimana, perché è una macchina da soldi potentissima che parte da romanzi concepiti e composti (forse) con questo unico scopo, creare un universo condito di facili sentimenti. E venderlo. E magari riesce anche a far sognare e divertire, come mi faceva sognare da ragazzino Kurt Russell in Grosso Guaio a Chinatown. Oppure David Bowie in Labyrinth (che per me rimangono meglio di Hunger Games, lo stracciano a occhi chiusi. Ma tant’è… chi mi sente?).

I romanzi non erano trilogie, le sceneggiature erano originali e spesso mosse da idee bizzarre e non si sapeva se, all’uscita, avrebbero guadagnato 300 dollari o 3 miliardi di dollari. Tutto era l’avventura, ma anche effetti speciali ridicoli e il campionario di limitatezze assortite. Ora è marketing, merchandising e pianificazione scrupolosa.
Sciocco sarebbe dire che non funziona.

Hunger Games Party
Hunger Games Party (Photo credit: Kid’s Birthday Parties)

Gli attori dimoravano esclusivamente sul grande schermo e in foto sulle riviste e, dopo tre anni se andava bene, passavano in TV, sui canali commerciali.

Vivevano in ville sfarzose che immaginavamo soltanto e mai ci saremmo sognati di vederli uscire da un bagno pubblico. Averli a portata di mano.

E quindi niente: Hunger Games ha vinto. Ha vinto nel momento stesso in cui riesce a radunare folle oceaniche a una prima cinematografica, non solo al botteghino.
Un po’ come fanno i finti Hunger Games, inscenati sullo schermo.
Ha vinto nel momento in cui è diventato un simbolo così forte da annullare persino gli attori che ci hanno lavorato e prestato corpo e viso ai personaggi, facendoli anomini, fuori dallo schermo.

Il che, a rifletterci, fa anche un po’ paura.

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  • Tu hai citato due miti inarrivabili, due capolavori della mia infanzia. Hunger Games col suo stile piatterello e gli effetti speciali milionari deve solo inginocchiarsi e chinare il capo con vergogna.
    Quanto alla Lawrence che non viene riconosciuta, è capitato anche a me di non riconoscere dei cosiddetti “VIP” che praticamente mi pestavano le scarpe e gli amici che mi prendevano a coppini dicendo “Oh, hai visto? E’…?” (l’ultimo, se di vip si può parlare, è stato Fabio Fazio al supermercato, il perfetto signor anonimo).
    Però credo che se mi trovassi davanti Tarantino o Robert Downey Jr. non uscirebbero dal bagno <3

    • Lo so, però tieni presente che per l’infanzia dei ragazzi di oggi i miti sono questi: Hunger Games e Twilight.
      E lo sono con la stessa forza. 😀 Meglio accettare la situazione e farsene una ragione. Per cui, dal mio punto di vista, massacrare Hunger Games non ha molto senso. Che se lo godano. 😀

      Ci pensavo da ieri, da quando ho scritto il post: m’è capitato due o tre volte di incontrare vip per strada, in momenti assolutamente casuali, e li ho riconosciuti tutte e tre le volte. Forse sono io che sono fisionomista, non so.
      Oppure Jennifer Lawrence, come me, ha l’aria della lavapiatti. Quindi dal vivo è talmente anonima che non la si riconosce. XD
      Anche se a me non sembra.

  • Non ho (ancora, tra un po’ recupero che ho promesso ad un’amica che lo andiamo a vedere a breve) visto né questo né il precedente… Però visto l’andazzo dei blockbuster attuali concordo in pieno col tuo articolo 🙂

    Volevo, però, aggiungere: ah, Jennifer Lawrence <3

    • Jennifer Lawrence l’adoro. Se ha davvero il carattere che mostra di avere la sposerei anche domani.
      Al di là di questo, si potrebbe coniare, se non è stato già fatto, la dicitura cinema industriale. Ché ormai il processo è identico a quello del marketing di qualunque altro prodotto.
      Anzi, mi sa che su questo ci scrivo su un pezzo.

      • E poi mangia come un cavernicolo. Parole sue.
        Un sogno! 😀

      • Sì, cinema industriale mi pare un’ottima definizione. E sì, scrivici un pezzo! 😀

        Su Jennifer Lawrence <3 devo ammettere che è una delle pochissime celebrità di cui sono veramente innamorato. Che oltre che bella (ma a mio avviso se parliamo di livello "attrici hollywoodiane" non è tra le più belle) e simpatica è un'attrice fenomenale!

  • Appena finito di vederlo. Poco da dire, secondo me un bel film, quando bisogna dirlo si dice e lo dico 🙂 Ha azione, avventura, un intreccio narrativo che non è malaccio, personaggi che funzionano, ambientazione abbastanza buona, una protagonista che quando sei con federica ti tiene compagnia 😀

    • Io sospendo il giudizio fino al prossimo capitolo. Forse anche per il prossimo. Staremo a vedere.
      È che, una volta inquadrato il genere e il pubblico di riferimento mi pare ingiusto infierire. HG non sarà mai il film che fa per me. Detto questo, meno male che la protagonista si dedica anche ad altro. Se fosse rimasta legata a questo franchise sarebbe stato uno spreco. ^^

    • 10 anni ago

    Quando penso a Kurt Russel mi viene sempre in mente Grosso Guaio a Chinatown (che adoro) piuttosto che Fuga da NY. Chissà perché, a pelle, sono portato ad identificare questo attore con il primo film anziché con il secondo. Comunque, ho visto per la prima volta il primo capitolo di Hunger Games proprio ieri sera su Premium. Mia figlia di 13 anni adora il film e muore dalla voglia di vedere il secondo. Questa passione – di cui non sapevo nulla fino a ieri sera – mia figlia la condivide con diverse amiche e compagne di scuola della sua età. Sarò banale ma credo che essenzialmente il personaggio interpretato dal premio Oscar (giova sottolinearlo) Jennifer Lawrence piaccia alle adolescenti perché incarna un tipo di ragazza forte, determinata e non la solita donzella in difficoltà bisognosa di aiuto. Insomma, sarò ancor più banale ma meglio questo tipo personaggio che la solita lolita del pop.

    • Può essere, può essere. Di sicuro trovo migliore Hunger Games a Twilight.

      PS: anche per me Kurt rimarrà sempre Jack Burton. 😀

    • 10 anni ago

    [parentesi mi vien da ridere: penso che Tom Hiddleston vorrebbe davvero gli succedesse di potersi mimetizzare. ma anche il maglioncino di pile blu e rosso e con i capelli ricci, le fan lo beccano dovunque. E vai di foto e autografi… 🙂 ]

    c’è una compagna di classe di Milli che ha perfino inciso sul muro della classe “benvenuti nella città delle ossa”. Sì, ogni generazione ha i suoi miti. Però forse è meglio che restino miti, cioè non rivisti quando il “candore” della giovane età è venuto meno.

    • Be’, ma Grosso Guaio a Chinatown è epico ancora adesso a 37 anni. 😀
      Magari funziona anche per Hunger Games.
      È la questione macchina promozionale che è un filino inquietante.

  • Aneddoto divertente e al contempo inquietante.
    Nel mio piccolo mi è capitato di vedere come alcune “celebrità”, se non contestualizzate nel loro habitat naturale (il palco di un concerto, nel mio caso), possono magicamente diventare invisibili agli occhi dei superficiali.
    E i superficiali sono sempre più numerosi.
    Presto saranno la maggioranza (un po’ come nei film di zombie).

    Sul resto, che dire… Ho visto il primo film. Non orrendo, come dicono in molti, bensì piuttosto noioso.
    Vedrò anche questo, prima o poi.
    Anch’io mi faccio questa domanda: l’avessi visto nei miei 18 anni, l’avrei mitizzato come ho fatto con “L’Implacabile” o altri titoli.
    Chissà…

    • È una risposta che non conosceremo mai. 😀
      Però sì, è inquietante, come se spogli l’attrice dell’abio sfarzoso e la metti all’uscita di un cesso pubblico, magari con la pettinatura diversa, diviene una persona qualunque, per cui immeritevole di troppa attenzione.
      Ed è ancora più assurdo, visto che ci dovevano essere di sicuro, lì dove si svolgeva la conferenza stampa, cartelloni col viso di Jennifer Lawrence ovunque. Proprio, un livello di disattenzione colossale. Direi quasi patologico. 😀

      • Esatto, il ragionamento porta a quello: Jennifer Lawrence esiste solo nella pellicola. Nella realtà è una che esce da un cesso pubblico. XD

        Se non sbaglio ci hanno fatto anche un film, o un libro, su questa cosa. Solo che all’epoca era fantascienza. Invece noi ci siamo dentro.

      • A me è capitato anche, qui a Milano, di sedere per caso al bar di fianco a personaggi televisivi molto noti (in zone centrali della città non è così raro), senza che nessuno li considerasse nemmeno per sbaglio. Eppure, diavolo, erano riconoscibili.
        Solo che la gente oramai ragiona per compartimenti stagni: l’attore deve essere sempre in un film, il cantante su un palco, la showgirl in TV. Come se fossero pupazzi senza una vita reale.
        Che poi, facendo una piccola digressione, è lo stesso comportamento che porta gli imbecilli a insultare e infangare i personaggi pubblici, a cui spesso non viene riconosciuta la dignità di esseri umani.