Dopo aver letto il titolo dovrebbe partire una ben nota musica… O forse la parola giusta era spazio, ma tant’è. Parli del diavolo e spuntano le corna del sistema IMAX 3D che, come già ho avuto modo di sottolineare, ha, come risultati assicurati, la sollecitazione dei nervi dello spettatore, causa la maggiorazione del prezzo del biglietto in sala e la nausea e il susseguente vomito del medesimo, causa vertigini.
Talmente appetibile questa “nuova” tecnologia che ormai anche al Festival del Cinema di Venezia (2-12 Settembre 2009) l’Inquisizione s’è ravveduta e ha introdotto una categoria apposita dedicata solo ai film che ne prevedano l’utilizzo. Hollywood è tutta pimpante e ben oliata per permettere l’inserimento e l’accoglimento nelle sale cinemastroboscobiche di presunti capolavori quali Avatar di J. Cameron, Alice in Wonderland di T. Burton, Tron Legacy, etc, etc… Da notare il sorgere, da parte degli inguaribili ottimisti, delle prime voci che gridano il trionfo (presunto) sulla pirateria: “Con questo sistema, la qualità dei dvd originali sarà definitivamente superiore rispetto a quelli piratati!“. Superiore per quanto riguarda il prezzo di vendita, questo è sicuro. Ormai il cinema è intrattenimento per nobili alla Corte di Versailles.
Dai piccoli e leggeri duocolor per gli anaglifi, per una stereoscopia più immaginata che reale, agli occhiali elettronici in 3D, fino ai visori digitali LCD, uno per ogni occhio, con l’intermezzo di lenti per una visione di campo più ampia, stile 16:9.
Un bel problema, per me. Già ci vedo doppio di mio, senza ricorrere a soluzioni alcoliche di sorta. Forse otterrei un effetto quadridimensionale non voluto che mi proietterebbe nel Paese delle Meraviglie. Ricordo ancora Lo Squalo 3 (Jaws 3-D, 1983, J. Alves) quando da spettatore bambino, dopo aver rigorosamente indossato il visore di anaglifi, ebbi la netta sensazione di essere – stato preso per il cu*o – investito dalle frattaglie e da pezzi di mascella e mandibola del povero pesce deflagrato. Il risultato fu davvero incredibile: più finto del finto. La sospensione volontaria della credulità.