Underground

Un Touchscreen nel Palmo della Mano

Tra i tanti gdr che ho provato nella mia adolescenza c’era Cyberpunk 2020, edito in Italia dalla Stratelibri, ispirato alle ambientazioni futuristico-decadenti dei romanzi di William Gibson.
Al di là  dei cosiddetti cyberarti, braccia e gambe cibernetiche, da lasciare a metallo nudo o da ricoprire con verapelle, che conferivano al possessore forza e capacità  sovrumane, l’altra cosa che mi affascinava era l’orologio subdermale, ovvero impiantato sotto la pelle.
Cifre dai colori brillanti che si affacciavano attraverso il tessuto direttamente sul polso del personaggio, o dovunque tu avessi voluto impiantarlo…
Ecco, non siamo ancora a quei livelli, intendo quelli degli impianti subdermali, ma quasi.
Un gruppo di ricercatori della Carnegie Mellon University, in collaborazione con Microsoft, ha sviluppato lo Skinput, un apparecchio in grado di leggere le vibrazioni elastiche della nostra pelle causate, ad esempio, dal tocco di un nostro dito e di associarle alle funzioni del software incorporato. Questa caratteristica, unita ad un proiettore che spalma letteralmente sul nostro braccio l’interfaccia grafica, ci consente di usare parte della nostra pelle alla stregua di un touchscreen.
Vedere per credere.

Ora, siamo ancora di fronte ad un prototipo. E si vede. Applicazioni limitate, ma non troppo e apparentemente usare lo Skinput non è così comodo come possa sembrare. L’apparecchiatura risulta essere ingombrante. Però… Non vi sembra neanche vagamente interessante?
A me pare proprio di sì anche se non so se gradirei vedere un film o la mia serie preferita oppure leggere un ebook sul mio braccio…

Fonti:
Chris Harrison via GeekTyrant

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    • 14 anni ago

    Se migliorassero il sistema di proiezione, lo vedrei bene come metodo per barare, ad esempio agli esami universitari!
    Immaginate che, durante l’esame possiate sfogliare le vostre dispense, il tutto senza dare nell’occhio! 😀

    • 14 anni ago

    il cellulare sulla mano però è fantastico! 😀

    • 14 anni ago

    Non mi vengono in mente, scenari pratici di possibile impiego, però la proiezione di un fascio di luce e l’interazione su un pannello o telo è già possibile e utilizzata.
    Sforzando le meningi più a fondo, penso che con delle modifiche, un sistema più evoluto possa essere usato in luoghi dove la mobilità è profondamente limitata, ad esempio sott’acqua e a gravità zero.

    Al subdermale alla Cyberpunk, preferirei certamente la proiezione neurale di Interfacce Grafiche Utente (GUI), nelle quali agire tramite il pensiero.

      • 14 anni ago

      Eh, ma quello lo faceva già Clint Eastwood in Firefox Volpe di Fuoco. Solo che bisognava pensare in russo… 🙄

    • 14 anni ago

    Questa girala a Cyberluke 🙂

      • 14 anni ago

      Ci ho pensato in effetti… 😀