Underground

Un racconto per una copertina

Qualche giorno fa, l’amico Luca appiccica sulla mia bacheca feisbukiana un’immagine, questa:

cover_naked

accompagnandola a queste parole:

Niente, mi piaceva un sacco questa foto. Se hai un ebook da copertinare, magari ci può stare bene.

In pratica, mi ha omaggiato di una copertina di un ebook che non ho ancora nemmeno pensato, titolo compreso.
Però l’immagine si avvicina, concettualmente, a un’ambientazione a cui sto lavorando da un bel pezzo, alla quale ho accennato QUI.
E poi, la cover è troppo bella per far sì che questa fantasia non si realizzi.

Mi piace scrivere, lo sapete. E mi piacciono le sfide. E mi piace la scrittura cesellata e sulla quale l’autore si sofferma e ragiona moltissimo, ma anche quella di getto, come va va. Fatta per gioco.
Entrambe coesistono. Devono, anzi coesistere. Ché qua nessuno si vuole atteggiare a grande autore intoccabile, nonostante le puttanate che ogni tanto si leggono in giro, basate sul pregiudizio misto a una buona dose di nulla.

Proprio l’altra sera sono riuscito a scrivere un racconto che vi regalerò ad Halloween: cinquemila parole in due serate di lavoro, con una lieve riscrittura, giusto per eliminare i refusi e altre imprecisioni.
Così, un divertissement nel quale ho inserito millemila inside joke e riferimenti cinematografici, per farvi un piccolo omaggio.

È una sfida, questa, che secondo me chiunque dovrebbe fare: scrivere di getto, facendo poi leggere il frutto del suo lavoro, perché l’autore è tale solo se il messaggio arriva al lettore.

***

E chiariamo due punti fondamentali:

a) sono un autore, ma non mi considero fatto e finito. Sarei pazzo se lo pensassi. Sto sempre a lavorare. Quindi se di me avete un’idea diversa basata solo sul caratteraccio che mi ritrovo, vi invito a ricredervi.

b) sono altresì convinto che il testo perfetto non esista, e che si cresca solo scrivendo (tanto, ammesso di riuscirci) e facendo leggere il proprio lavoro, giammai tenendolo chiuso in cantina e sottoponendolo a un continuo lavoro di cesellatura sulla base di regole che sono sì, buone, ma che vengono puntualmente travisate proprio nell’aspetto fondamentale delle stesse: il guizzo creativo, che è, per sua natura, piegare quelle stesse regole (conoscendole).

Ragion per cui, voglio fare questo giochetto: invertire i passi. Scrivere un racconto avendo già a disposizione la copertina (che suggerisce già un determinato soggetto) e il titolo, che invece suggerisce una precisa atmosfera.

Ci riuscirò?
A scriverlo sicuramente sì. È un racconto, non un problema di fisica teorica.
Che poi il racconto sia anche funzionante e soprattutto gradevole, be’, me lo direte voi, io di sicuro mi impegnerò perché lo sia.
Magari Luca ha inaugurato un nuovo meme. Magari è solo un divertimento di poche sere, quel che è certo è che si deve provare.

Kick-ass writer, terrific editor, short-tempered human being. Please, DO hesitate to contact me by phone.
    • 10 anni ago

    Bello cominciare così. Più che scrivere una storia è come… be’, come dissotterrare un cadavere (in senso buono ovviamente). A me capita spesso di scrivere più o meno basandomi sullo stesso principio. Di solito però, invece che da una copertina o da un’immagine, parto da una frase. Una singola frase (che di solito diventa la prima del racconto) e poi ci costruisco attorno la storia, tante volte senza aver la più pallida idea di dove andrò a parare. Però mi sa che non è un metodo molto intelligente. Perlomeno non per il sottoscritto, visto che impiego sempre una vita e mezza a mettere insieme un racconto…

      • 10 anni ago

      A dire il vero è capitato spesso anche a me, di iniziare da una suggestione. Ma ultimamente devo dire che, essendo riuscito a scrivere seguendo uno schema stabilito a priori, si risparmia tempo e fatica, e soprattutto si evita di scoprire incongruenze nel testo. ^^

    • 10 anni ago

    Sfida bellissima, ma a cui – ne sono certo – saprai rispondere di par tuo.

    Che poi a volte gli stimoli sono ciò che abbiamo bisogno per partorire le nostre cose migliori (nonché non pianificate, o a malapena pensate!)

      • 10 anni ago

      Eh, a volte le cose spontanee vengono molto, molto meglio di quelle studiate. Si veda il SB. 😀

      Thanks! 😉

    • 10 anni ago

    Sarebbe un peccato lasciare quello splendore di copertina lì, ad ammuffire, senza una storia da precedere! Fai benissimo a sfidarti così, approvo in toto! 🙂 E poi voglio vedere cos’altro tiri fuori dal cappello di Margine, che hai ci hai fatto esplorare fin troppo poco 😉

      • 10 anni ago

      È un ottimo esercizio. Indubbiamente. E poi così ci si abitua a scrivere tanto e tutti i giorni (o quasi). ^^

    • 10 anni ago

    Ottima sfida con sè stessi, direi.

    Così, su due piedi: nel vedere una copertina del genere, io lavorerei su una tipa che si strappa la faccia e risucchia la gente.
    Ma questa è la mia idea idiota del momento. XD

    Bellissima copertina, ottimo Cyberluke. Che da quando ha assunto le sembianze di Magneto, è ancora più eccellente di quanto non fosse già prima. 😉

      • 10 anni ago

      Be’ sì, io avevo in mente qualcos’altro, ma vedremo. Capisco che ci si aspetta, credo, anche che il contenuto sia il più aderente possibile al soggetto in copertina. Ulteriore sfida alla sfida, se devo inserire un’androide donan col volto luminoso. 😀
      Spero di riuscirci.