Underground

Phil Hale – l’arte dinamica

Americano, classe ’63, residente a Londra, con un’infanzia trascorsa in Africa, al seguito dei suoi genitori.
Sua mamma dipingeva: soggetti africani, elefanti, leone, paesaggi. E lui li ricopiava freneticamente, in una sorta di tacita gara.
Lui cresceva amando i lavori di Frazetta. Cercando di assorbirne l’essenza magica, la potenza.
L’essenza dell’arte figurativa di Phil Hale, fumettista, artista, fotografo, è il corpo.
Il corpo umano colto nell’azione, nel dinamismo. Dinamismo desunto dalla carriera parallela di Hale, la fotografia. Fotografia che gli ha permesso di scoprire un dinamismo completamente inedito nell’arte figurativa.
Alla fotografia, alla raltà, quindi, Hale si ispira per ritrarre le sue figure.

All’opposto della concezione statica, paesaggistica e d’animo intrinsecamente classicista, l’azione tende i muscoli, li strappa quasi nel combattimento, nella passione dell’unione carnale su un freddo cofano di un automobile, ma anche, soltanto, nello sforzo di mantenere una posizione statica, scomoda, su un cranio (Spectre, della DC Comics).

Una figura accovacciata, che forse ha appena scagliato una bomba, forse un sasso, i muscoli gonfi dalla tensione, a mala pena rilassati.
Questo volto di donna, al contrario, appare una delle composizioni più fisse, ma a ben guardare, neppure un ritratto soggiace alla stasi del momento. Non è una modella in posa, ma un’interlocutrice, che scruta lo spettatore. Forse s’è appena seduta, forse sta per afferrare un pacchetto di sigarette, forse sta per andare via o per sussurrargli qualcosa all’orecchio, un invito, un rifiuto…

Batman ha appena finito di pestare Joker, lo scuote, lo trascina, una lotta infinita. Joker sta per esplodere in una risata folle.

E ancora il pugile, che subisce il colpo da una creatura iperumana. La mascella contratta, spostata, ancora una volta i muscoli tesi allo spasimo, le vene gonfie. Ma i sensi sono già andati via, è il colpo del KO.

 

Figure non necessariamente realistiche, ma surreali, con parti cancellate, distorte, che si prestano a molteplici interpretazioni, non tutte legittime, o attese dall’autore. Sembrano, nel sottoscritto, rievocare la vittoria del caso, l’imprevedibilità della sorte.


Del resto, l’artista fa arte. Questo è quello che fa.
Tutto ciò che gli sta intorno, non lo riguarda.

(articolo modificato alle 15:28 del 23/03/2017)

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LINK UTILE:
sito dell’artista

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