Underground

Marilyn

Marilyn è la protagonista del mio prossimo eBook, spin-off di Due Minuti a Mezzanotte, intitolato Lollipop. Il racconto è terminato, sarà impaginato da Matteo Poropat, e dotato di una spettacolare copertina disegnata da Max Novelli in collaborazione con Giordano Efrodini.
Piccolo post celebrativo, quindi. Perché, prima ancora che lo leggiate, il risultato finale mi soddisfa molto. E Marilyn, la sua storia, segna un passo importante.
Scritta in terza persona limitata, al passato remoto. Un ritorno al classicismo. Direi che la missione è riuscita, ma questo sta a voi giudicarlo.
Come per Offshore, nato da una canzone, Lollipop è nato da una foto. La conoscete già, proviene da un servizio realizzato da Amber Heard per Details. È questa:

Più tardi, grazie all’occhio allenato del Doktor Mana, e a quel mostro di bravura di gugle, avrei scoperto che l’auto è una Corvette (potete anche notare il simbolo sul portachiavi inserito nel quadro, indicato dalla freccia), incerto l’anno di fabbricazione, ma si suppone nei Sixties e che le scarpe, rosa shocking, sono sandali Givenchy. E tutto fa bene al personaggio della storia.
A questa suggestione potente ho aggiunto una colonna sonora che è partita dalle Chordettes e da Link Wray, fino a giungere al 2011, con l’album di una band sconosciuta, tedesca, Electric Moon, genere rock elettronico/psichedelico.
Il risultato è, come preventivato da alcuni di voi nell’articolo precedente, una storia veloce, diretta verso il precipizio.

***

Quindi, per scrivere Lollipop, stavolta è bastata una foto, intorno alla quale ho imbastito la storia, e l’ascolto della musica. Non sono neanche uscito a cena col personaggio come faccio di solito, per carpirne l’emotività, perché la brevità (una notte) e l’intensità della vicenda non lasciano molto spazio alle elucubrazioni.
Il variare del genere musicale, dagli anni cinquanta allo psichedelico moderno ha avuto solo il merito di rendere più immediata una vicenda che era già così nella mia testa, cancellando quegli intermezzi di cazzeggio involontario, fumettistico.
E vi dirò di più, mi ci sono talmente affezionato, a Marilyn, che metterò mano a un secondo episodio, senza nemmeno aspettare gli esiti del primo.
Ma ciò di cui mi preme discutere, in verità, è l’occasione che ha visto scaturire il tutto, un racconto robusto, di 11500 parole: una foto.
Ecco, personaggio e intreccio derivano da una singola foto.
A voi è mai capitato niente del genere?
Stiamo forse parlando di ispirazione?
Be’, se pensate che la mia Ragazza è frutto più di calcolo che di altro (esigenze profonde alla base, vero, ma sempre di calcolo narrativo s’è trattato, persino nella scelta della protagonista), direi che sì, stiamo parlando di ispirazione. E la definizione migliore, più calzante, che mi viene in mente per descriverla adesso è: innesco.
Cui segue la deflagrazione.
Ditemi la vostra. Nel frattempo ascoltatevi Lost and Found Souls.

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  • […] giorno fa Hell parlava di ispirazione e innesco, del fatto che Lollipop (leggetelo, se ancora non l’avete fatto) è nato da una foto; […]

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  • L’ispirazione, l’innesco, per me sono di norma frutto o di un ragionamento ozioso o di una canzone. Mai, fino ad ora, è stata una foto a innescare la voglia di scrivere. I ragionamenti oziosi, gli “e se…”, invece, sono come fiammiferi gettati sulla benzina 🙂
    Quanto a Marilyn e tutto quello che finora la riguarda, già sai 😉

    • E allora aspettiamo, anche se poi un parere approfondito su di lei lo voglio. 😀

  • Molto curioso 🙂

  • L’ispirazione può nascere da qualsiasi cosa, un’immagine, una canzone.
    Ancora non mi è capitato con una foto, ma la con la musica SEMPRE.
    Se mi capita, ti faccio sapere 😛

    • Sì, che sono curioso. 😀

  • Secondo me sarà un bel racconto 😀
    E comunque partire da un volto noto (più che da un’immagine specifica) su cui costruire un personaggio l’ho sempre ritenuto un esercizio divertente e utile 😉

    • Be’, è un vantaggio, specie se si conosce bene la gamma di espressioni del volto noto. Scrivere nel dettaglio poi diventa facilerrimo. ^^

  • Io di calcolo narrativo ne faccio ben poco, se non a livello di tematiche. Quasi tutto il resto è ispirazione o innesco se vogliamo chiamarlo così. Suggestioni interne, più che esterne. “Foto virtuali”, immagini da cui parto per costruire tutto il resto. Raramente ho scritto senza partire da una immagine vivida formatasi nella mente, anche se sto iniziando a sperimentare processi alternativi. 🙂 Ed è bello confrontarsi anche su questi aspetti più tecnici della nostra passione, sì sì. 🙂

    Ciao,
    Gianluca

    • Interessante. Io sto subendo un processo inverso, a quanto sembra. Anche se mantengo il controllo assoluto sull’intreccio e sui personaggi.
      Certo che partire da un dettaglio e costruire intorno tutto il resto è più complesso, ma anche appagante, almeno credo. 😛

      • La attendo al varco. 😀

      • Eh, ma ‘sta Marilyn è un tantino più complessa, te ne accorgerai. 😀
        Per il momento è solo voglia di raccontare e scrivere, soprattutto. ^^

      • Complessissimo, direi. 🙂 Hai una singola scena, poi magari se ne forma altre intorno, e allora si ha un pochino di calcolo narrativo per riuscire a dare una tematica comune alle varie scene, e si continua a visualizzare in avanti o a ritroso per collegare le cose. Quando due cose separate si ricollegano nella mente, beh, è una figata. 🙂
        Per il mio spin-off di 2MM sto accumulando un sacco di suggestioni interne, spero che ciò aiuti in fase di stesura, un pochino come a te aiuta portare a cena i tuoi personaggi. E infatti non ho fretta di scriverlo, verrà più avanti proprio per poterlo guardare nella mente finché ne ho voglia. 😉

  • Tempi tecnici, tempi tecnici. 😀

  • Non vedo l’ora di leggerlo…un attesa straziante! 😀

  • non vediamo l’ ora di leggerlo!