Underground

Cosa non va, oggi – Al Margen

Al Margen, disegnatore, da Buenos Aires.
Vive, lavora, si annoia, è schiavo di poteri molto più grandi di lui.
Guarda con gli occhi dell’artista la società.
E ciò che vede lo mette sul foglio sotto forma di disegni.
Senza un piano preciso, seguendo l’ispirazione del momento.
Ancora una volta mi trovo a riflettere su uno degli aspetti più strani della nostra società: noi sappiamo bene cosa non va nel nostro mondo, così com’è adesso.

Lo sappiamo, non siamo ciechi.
Se lo ignorassimo, questi disegni di Margen non ci suggerirebbero niente. Sarebbero surrealismo, di difficile e aleatoria interpretazione.
Invece, sono immediati. Ci colpiscono allo stomaco. Perché sono reali.
Prendiamo ad esempio questa tavola:

Quante sono le menti sprecate ammazzate da piatti e conformi studi universitari?
Quante sono le menti che fuggono per non farsi uniformare?

Le bugie dei politici e dei notiziari, che ci penetrano il cervello come il naso di Pinocchio, che s’allunga a ogni menzogna.
Eppure, continuiamo a guardare, a pendere dalle labbra di coloro che, sappiamo già, continueranno a mentire.

I bambini schiacciati dalle attività ricreative e formative, cui è sottratta l’infanzia e la spensieratezza.
Non è un caso che siano in aumento i casi di bambini curati con psicofarmaci, perché hanno sviluppato alienazioni tipiche degli adulti e stress da iperlavoro.

Il viandante che trova tutte le strade sbarrate. O l’emigrante che non trova asilo da nessuna parte. A me ricorda la ricerca del lavoro: sei troppo vecchio, troppo inesperto, troppo giovane, troppo biondo, troppo riccio, hai la barba troppo lunga.

Il pensiero controcorrente. Difficile opporsi al senso di marcia, quando tutti gli altri ti ignorano.

La scalata al successo di una donna, che porta alla patta di un uomo.

E si parlava, qualche rigo fa, proprio di iperlavoro.

Margen stesso si riferisce alle sue creazioni in questo modo:

“They are children of boredom, nonconformity or anger. They are the representation of discarded ideas. They are the garbage of the subconscious. But they are more visceral and sincere than other drawings because they have no obligation to please. Because they were born only by an impulse and nothing more. Because they were born to annoy because they show the imperfect.”

[…] Sono i rifiuti dell’inconscio, ma sono più viscerali e sinceri di altri disegni perché non devono piacere. […]

La nostra società non deve piacerci, ma al momento va in questo modo. Idee per cambiare?

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