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Cinque metodi sicuri per battere la depressione dello scrittore

Avevo detto che avrei scritto di Batman e I Mercenari 2: ho mentito. Ma anche no. Ho solo posticipato, ché diabolicamente voglio che le due recensioni appaiano nella prima metà della settimana, quando c’è più pubblico.
La qui presente classifica, invece, nasce da queste mie parole, scritte da qualche parte: “Ieri ero depresso. Oggi mi sento insignificante.”
Il che è vero, corrisponde proprio a come mi sento.
E la cosa strana è che non ho motivi per esserlo. Ma forse, come ho detto spesso, avendo battuto i nemici che mi hanno accompagnato in questi ultimi dodici anni, è venuto a mancare quello stato di guerra continuo a cui, giocoforza, mi ero abituato e, di conseguenza, i motivi che mi hanno retto finora. Sufficiente trovarne degli altri, altri scopi, altri obiettivi, altre idee. Sufficiente, ma non facile.
A quelle parole rispondono Davide, Bruno, Cristiano, Alex, Arcangelo… una Lega di straordinari gentlemen. E dalle risposte nasce l’idea dei cinque metodi sicuri per battere la depressione dello scrittore.
Metodi che sto per esporvi.
C’è da dire che la mia non è depressione dello scrittore, ma semplice depressione. Ma è pur vero che, tra i metodi per batterla, c’è la scrittura. Per cui sono in un circolo vizioso.
La scrittura è stata, finora, solo un passatempo, ma, vista la situazione mondiale, è divenuta unica strada percorribile. Ho deciso di puntare pesante, è sempre e comunque preferibile all’alternativa.

***

Cominciamo:

5La passeggiata

Nessuna meta in particolare. Della durata di un’ora e più, prevede il contemporaneo utilizzo di cuffie e lettore mp3.
La musica stimola l’immaginazione, intere scene cominciano a scorrere nella testa, provviste di personaggi, dialoghi, arredamento, dettagli, colpi di scena. Solo grazie alla musica. Ciò che resta da fare e imbastirci intorno una trama. E il gioco è fatto.
La passeggiata vale anche per sistemare i nodi dell’intreccio, parti che si suppongono insolubili e che, passo dopo passo, si risolvono da sé, secondo la logica.
Oppure, resta tanta buona musica, e il guardarsi addosso, e lo scoprire che ho ancora tutti i capelli in testa, sono un uomo piacente e sognatore e che c’è gente messa peggio di me, che è partita da dove sono partito io, mi ha superato ed è andata a sbattere.

4Parlare con un nerd

Se non ne conoscete uno, procuratevelo. Il nerd ha quel distacco dalle cose terrene quali tasse, affitto, prezzo della benzina, bollo auto, governo Monti, necessario e sufficiente a permettere anche a me di tornare a porre le medesime cose nella giusta prospettiva, ovvero in un cantuccio, perché non possano condizionarmi e perché la mia vita torni a essere produttiva sul fronte immaginifico.
Perché l’immaginazione non me la possono tassare, non ancora.
Allora vai a trovare il nerd, ammiri la sua collezione di nerdate costosissime e ti perdi in discorsi deliranti sulle percentuali di filantropia e di coglionaggine del Capitano Archer dell’Enterprise, o se il silicone vulcaniano delle tette di T’Pol sia di una lega molecolare superiore e non necessiti di essere sostituito una tantum, come le protesi terrestri.
E la vita mi sorride.

3Cucinare

Trovare una ricetta su internet, uscire a procurarsi gli ingredienti e diventare chef per un paio d’ore. Disporre l’occorrente sul ripiano di legno e avere tutto sotto controllo, o sforzarsi nel tentativo. Lasciarsi inebriare dagli aromi esotici, o farsi disgustare. L’idea è concentrarsi sui fornelli per non lasciare spazio al vuoto.
Se poi ci aggiungete la musica in sottofondo, le immagini ricominciano a scorrere, e correte il rischio di bruciare tutto.

2La Fidanzata Immaginaria

Per quanto mi riguarda, ha il volto di un’attrice famosa, Zooey, Amber, Hayley e via dicendo. Sono immagini che si tramutano in personaggi.
Il controllo dello scrittore è totale, perché su di loro riversiamo la nostra concezione. Tutto ciò che crediamo di dover pretendere da una donna. Quasi sempre le cose sbagliate, che non corrispondono alla realtà.
Ma l’esercizio è interessante, la mente si rilassa contemplando la bellezza, si aguzza dando le rifiniture al personaggio, il tono di voce, i tic, gli atteggiamenti, le abitudini, il modo di interagire, la gamma di emozioni.
Dal punto di vista scrittorio, è impagabile, è un arricchimento continuo. Dall’altro mera consolazione, ma serve a distrarsi.

1Il weekend fuori porta

Due, tre giorni dedicati a conoscere luoghi nuovi e gente nuova. La condicio sine qua non è la novità, se vi portate appresso la ragazza o qualche amico non può funzionare. L’idea è partire per una piccola avventura, evitando di fare piani, altra cosa che ottunde.
Weekend che, conoscendomi, una di queste volte potrebbe trasformarsi in viaggio dalla durata infinita. Perché sono stanco delle chiacchiere inutili, dei troll idioti, di tutta questa gente che non fa un cazzo oltre che criticare il prossimo, delle battutine facili e del sarcasmo, della pochezza intellettuale.
Magari finisco in Australia a fotografare squali, o magari nel deserto, dove si può ancora ascoltare il rumore della Terra. Mi serve solo una connessione, per riuscire a salutare, di tanto in tanto, le poche persone a cui tengo davvero. Scrivere? Posso farlo anche lì, una volta uscito dall’acqua.

Musica

Kick-ass writer, terrific editor, short-tempered human being. Please, DO hesitate to contact me by phone.
    • 12 anni ago

    […] più umana. Questo, però è un post che trae ispirazione da quelli dei guru-blogger Alessandro e Germano relativi alla depressione scrittoria. Ora, i fotografi cosidetti pro non dovrebbero avere questi […]

    • 12 anni ago

    […] Visita il sito bookandnegative oppure iscriviti al feed Leggi l'articolo completo su AlterVista […]

    • 12 anni ago

    Caspita, mi trovo a comportarmi in maniera simile. Le cose che più mi rilassano, sono per la maggior parte quelle che elenchi. Sono anche quelle che mi galvanizzano, se si può dire. Gli unici due punti a cui apporto modifiche, per quel che mi riguarda, sono la posizione 2, ed è inutile che ti dica il perché, e la posizione 1, che per lavoro il giro fuori porta me lo faccio da solo tutti i giorni.

      • 12 anni ago

      Be’, sì, mi sembra giusto. 😀
      Per il resto, magari ci facciamo un pranzetto e una passeggiata, quando ci incontriamo. 😉

        • 12 anni ago

        ok 😉

        • 12 anni ago

        Mooolto volentieri! E prima o poi ti aspetto da queste parti, eh?

    • 12 anni ago

    La passeggiata… addirittura di corsa. Per ora è l’unico modo che possiedo per battere i momenti cupi e depressivi

      • 12 anni ago

      Ma allora è una corsa, non una passeggiata! 😀

        • 12 anni ago

        Io correvo, ma solo per questioni di forma fisica. Chissà che non riprenda. 😀

        • 12 anni ago

        eh sì, parto con l’idea della passeggiata ma le gambe scappano

    • 12 anni ago

    5. Idea interessante la passeggiata con sottofondo musicale, non la faccio dai tempi delle superiori. Io però ne farei una strategia legata alla bella stagione, ossia quella fredda. D’estate non potrei mai farcela, tornerei dritto a casa per baciare il condizionatore giurando eterno amore e ripetendogli: «Mai più. Non ti lascerò mai più».

    4. Per me parlare con un nerd non è un problema, tutti i miei amici lo sono in un modo o nell’altro, anche quelli che lo negano. Sì, aiuta. Paradossalmente, il nerd che conserva un lato fanciullesco (ma non deve esserne ostaggio, se no diventa inquietante) ha punto di vista più rilassato, perché conservando comunque le sue passioni e interessi – e continuando a divertircisi soprattutto – non si trasforma in un grigio personaggio da reportage sull’alienazione dell’uomo contemporaneo.

    3. Cucinare non è proprio la mia arte, riesco a mettere insieme qualcosa facendo esperimenti ogni tanto ma in generale mi dichiaro un Fantasista del Precotto. Al cucinare preferisco l’atto che ne consegue.

    2. Quanto alla fidanzata immaginaria la penso come Bruno, ma capisco cosa intendi. Immagino dipenda dal periodo che si sta attraversando e dalle esperienze personali.

    1. Il week-end fuori porta in solitaria mi manca, però almeno una giornata qua e là prendendomi su per fare o andare a vedere qualcosa è capitato e ammetto che è stato bello. Lo tengo in considerazione.

      • 12 anni ago

      Be’, ammetto che non sono metodi universalmente validi, però almeno tre su cinque aiutano davvero. 😉

    • 12 anni ago

    Io avevo suggerito anche un coppino sulla nuca ;). …grazie della citazione!

      • 12 anni ago

      😉

    • 12 anni ago

    Se posso, un suggerimento. A chi piace farlo anche dedicare un’ora o due allo sport X di cui si è appassionati, meglio se da praticanti, può servire per togliersi un pò di ragnatele dal cervello. Senza bisogno di essere ultra competitivi.

      • 12 anni ago

      Perché no? ^^

    • 12 anni ago

    Le fidanzate immaginarie, al contrari di Bruno, si stanno rivelando indispensabili al mio equilibrio (o alla mia follia).
    Tu lo sai MOLTO più di altri 😉
    Concord anche sugli alt punti. Passeggiata in primis, e aggiungerei anche un giro in macchina, specialmente in qualche periferia deserte lontana dal traffico.
    Il week end fuori porta per me è legato a una persona…per molti motivi è difficile concepirlo diversamente (però hai ragione: in molti sensi non funziona).
    Di mio aggiungerei la visione di qualche vecchio film comico, tipo Fantozzi, o un fumetto, ma di quelli davvero validi.

      • 12 anni ago

      Eh, i film a volte servono, a volte no. Anzi, mi fanno stare peggio. 😀
      Massì, la fidanzata immaginaria è essenziale al giusto equilibrio psichico, sono uno strenuo fautore di questa teoria. 😀

    • 12 anni ago

    La fidanzata immaginaria non andrebbe bene per me, mi sparerei.
    Meglio i metodi 5 e 4.

      • 12 anni ago

      Sì, immagino di sì. 😀 Il quattro è impagabile. 😉