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Da Vinci’s Demons – Stagione 3 (ep. 7)

Alis volat proprii (volare con le proprie ali) è il titolo di questo episodio, che ci sta a significare… non lo so. Che i nostri personaggi s’involano per mete diverse? Oppure che i titoli in latino sono sì suggestivi ma un tantino criptici. In ogni caso, per sapere il resto dovete stare attenti agli SPOILERS e leggere il resto, come al solito.

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Lorenzo ha quel momentino di irascibilità che lo fa sembrare più Dracula del valacco originale. Ci piace.

In pessime condizioni fisiche, con una barba da vecchio testamento e vestito da soldato turco, Lorenzo il Magnifico arriva a Firenze e senza colpo ferire riesce a fare irruzione nella sala del consiglio. Per uno che sta in piedi sorretto da quattro venti per disperazione e buona volontà, non è mica male. Lui stesso – che ne ha viste di cose che voi umani vi fareste i raggi B addosso alle porte di Tannhäuser – arringa i suoi concittadini. Se lui, da solo e malmesso, è giunto fin lì senza incontrare ostacoli, figuriamoci l’esercito ottomano. Good point. Good point indeed, mormora il mio senso del ridicolo (che per l’occasione ha le fattezze di un gentiluomo britannico). Quindi che è quest’idea di andare in Crociata manco fosse la partita di calcetto all’oratorio? Più tardi ribadisce il punto spaccando la testa di uno dei consiglieri fedeli al Papa perché non è d’accordo con lui. Ci hanno restituito un Lorenzo che – come dicevamo – ha visto roba brutta che lo ha segnato, rendendolo irascibile, carico di sensi di colpa e incazzato come una vipera con tutti quanti. Perciò Firenze alza il medio all’Italia e decide di fare da sé, proteggere se stessa e lasciare che gli altri vadano a morire come gli aggrada. Infatti è convinto che contro l’Impero Ottomano non si possa vincere ma soltanto sopravvivere, ragion per cui ordina a Leonardo di fare retrofront coi suoi piani.

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Qui non ho capito perché gli hanno dato la vestaglia prima della doccia, ma per dare l’estremo saluto a Clarice forse lo sporco raccolto per la strada da Otranto a Firenze (in armatura turca, vi ricordo) faceva più drammatico.

Naturalmente Leo gli fa marameo, come al solito. Fa per partire verso la Valacchia per chiedere l’aiuto di Vlad ma una video chiamata da parte di Lucrezia, sullo Skype di Caterina, lo raggiunge per dirgli che la suora con la pagina del Libro delle Lamine si chiama Sofia, è sua sorella, la deve trovare e usare il Libro per vincere la guerra. Poi la chiamata viene bruscamente interrotta perché il generale turco ammazza il server, ossia taglia la gola a Caterina. Ignaro dei luttuosi sviluppi, Leonardo fa di nuovo retrofront, stavolta verso Vinci, per trovare Sofia.

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Adesso qui sembra che si facciano lo scherzone – la gif è quella che è – ma il momento drammatico mostra Leonardo che aiuta Riario a rialzarsi dopo averlo guarito dalla schizofrenia.

Riario ha riacquistato lucidità ma è ancora immerso nei sensi di colpa come una bustina di tè, tuba con la Cereta e le fa romanticamente dono di un pugnale per difendersi da lui nel caso desse nuovamente di matto. Lei lo accetta, innamorata cotta e pronta a seguirlo in crociera fino all’inferno, andata e ritorno più le tappe turistiche. Sono una bella coppia, fuori dai canoni e bizzarramente assortita, ma promettente. Insieme, guideranno la Crociata. Sempre che si faccia, visto che ogni tre per due c’è un ostacolo, un contrattempo, un colpo di scena o di rotta. Anche la missione transilvana di Leonardo è di nuovo rimandata, come dicevamo prima, quindi il titolo dell’episodio magari sta a significare che con Air Da Vinci si vola accazzo. Va beh, questo è tutto e ci leggiamo la settimana prossima. Aloha.