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La verità sul caso di Mr. Valdemar

L’idea è quella di scrivere, il mercoledì, de “I Grandi Antichi”, comprendendo in questo insieme quegli scrittori che tanto hanno influenzato, col loro lavoro, la cultura popolare, la narrativa, il cinema, l’arte: Poe, Lovecraft, Howard, Matheson e altri.
Parlando di Edgar Allan Poe in particolare, mi sono ritrovato a pensare, rileggendo i suoi lavori e documentandomi su quello che fu, all’epoca, l’ambiente in cui essi vennero recepiti, a quanto fosse moderno il suo sentire e la concezione stessa dei suoi racconti, intesi, come nel caso de La verità sul caso di Mr. Valdemar (The Facts in the Case of M. Valdemar – 1845) come strumenti effettivi impiegati per suscitare una determinata reazione nel pubblico.

valdemarCom’è stato detto a proposito de La Morte Rossa, che vede un trionfo nel modernismo attraverso cui viene percepita l’infezione quale veicolo verso il nulla cosmico, La verità sul caso di Mr. Valdemar anticipa, ancora una volta, quelle che sarebbero state, un secolo e mezzo dopo, prassi nelle trovate di marketing del cinema contemporaneo, che vantando di ritrarre fatti realmente accaduti, s’ammanta di un’aura di sacralità e potenza.

La verità è strumento potente, che sottrae di colpo il racconto dal reame della finzione artistica, seppur da sola, quest’ultima, meritevole d’encomio se particolarmente ben concepita, per stagliare il componimento nei confini della cronaca storiografica.
Se sono fatti realmente accaduti, allora possono capitare a noi tutti, e vanno intesi con maggiore serietà e proficuo scetticismo atto a successivi approfondimenti.
Quale che sia l’orrore in essi rievocato, non va preso alla leggera.

Bluff narrativo, quindi, dato che Mr. Valdemar fu spacciato come “storia vera”, come il vero rapporto di un medico che aveva impiegato il Mesmerismo, l’arte medica tesa a riequilibrare il fluido animale nel corpo del paziente, per porre un individuo in punto di morte (Valdemar) in uno stato ipnagogico, con l’intenzione di protrarre artificialmente la durata dell’esistenza terrena dello stesso e, magari creare una sorta di ponte fisico, in cui il corpo artificialmente sospeso dell’ammalato, insieme alla sua coscienza, fungono da tramite verso l’Aldilà, se esso esiste.

Vignetta satirica sul Mesmerismo, nella quale un asino sperimenta la sua arte medica su una paziente.
Vignetta satirica sul Mesmerismo, nella quale un asino sperimenta la sua arte medica su una paziente.

Ancora una volta si pensa che forte influenza, nella concezione delle tematiche di Mr. Valdemar, abbia avuto la condizione di salute di Virginia, affetta per quattro anni da tubercolosi e che, nella descrizione dello stato patologico di Valdemar, arricchito da dettagli purulenti, Poe abbia sfruttato appieno le sue conoscenze mediche.
Questo realismo, insieme al trucco con cui il racconto venne presentato, ovvero come un resoconto reale degli ultimi istanti di vita di un paziente mesmerizzato, produssero un’eco molto più vasta di quanto preventivato, che raggiunse forse l’apice nella lettera che tale Robert Collyer, guaritore dedito alle arti del magnetismo (sul quale era basata anche la tecnica ipnagogica del mesmerismo), scrisse allo stesso Poe di aver praticato medesimo esperimento di ipnosi su un uomo dichiarato morto (che poi si rivelò essere in realtà soltanto un marinaio ubriaco “resuscitato” da un bagno caldo).

Affascinante riflettere sul potere dei media, in ogni secolo, sulla suggestione che la semplice dicitura “storia vera” esercita tutt’ora, se, nonostante essa sia oggi poco più di una fascetta urlatrice che offre finzione, riesce a smuovere larghe fette di pubblico incuriosite dall’evento reale fatto finzione, che però è sempre e soltanto finzione e abilità narrativa.
Da considerare, in ultima analisi, il sostrato culturale dell’epoca che ossessivamente cercava una dimostrazione scientifica dell’aldilà, attraverso spiritismo, fotografia spiritica e applicazione di pseudo-scienze al servizio della ragione indagatrice che s’era imposta di risolvere il più grande mistero umano.
A tutti loro una lezione di strategia pubblicitaria, manipolazione e creduloneria popolare dalla penna arguta di un piccolo scrittore di Boston…

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