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La Notte del Drive-In 3

Ecco, trovo superflua la definizione, applicata a Lansdale, de “il più brillante scrittore di genere dell’ultima generazione” (in quarta di copertina), oltre che inesatta. Ultima generazione presuppone che l’umanità abbia smesso di procreare, che siamo tutti condannati. E il genere applicato a Lansdale, poi… Quale genere?
Ma facciamo finta che certe distinzioni abbiano un senso e godiamo del fatto che La Notte del Drive-In 3 (The Drive-In: The Bus Tour) sia stato edito da Einaudi nella collana Stile Libero – Noir.
Noir.
Lansdale.
D’accordo… sono solo nomi, no? Sì e no.
Comunque il volume è cartaceo. Il mio olfatto ne è stato vieppiù titillato. E anche il mio tatto. “Toccare un libro è come toccare un amico”, non dicono così?
Poi comunque l’ho anche letto. Avevo letto anche i precedenti, mi erano piaciuti. Mi piace Landale, per quanto non lo toccherei neanche sotto minaccia armata. Il punto è che lo considero uno scrittore, il cui messaggio, infarcito di cultura pop, è affascinante e delirante insieme, non innovativo, in quanto, proprio come Dick, s’interroga sul senso del Reale, sull’autocoscienza. Diversamente da Dick e tanti altri, però, Lansdale lo fa con frasi come questa:

Da qualche parte, un rospo scoreggiò in modo sinistro.

Che, a rifletterci, non vuol dire nulla. Ma sulla quale ho riso parecchio. Datemi frasi così, e vi amerò per sempre.

***

Un nonsense, un meta-racconto. È uno dei protagonisti che, narrando di un libro che ha letto, ne cita una frase, quella del rospo, che l’aveva colpito. E in effetti colpisce, come i velociraptor che inculano gli esseri umani e poi li decapitano con un morso.
Lansdale è così, non è che esplori la natura umana, la denuda, letteralmente, e fa emergere il lato bestiale, pur concedendosi, di tanto in tanto, attimi di fiducia, quando descrive donne forti.
I bambini vengono mangiati, si scopa allegramente in un Drive-In, o su un autobus alla deriva. Si ridacchia alle battute che emergono rapide, inattese, o persino alle descrizioni fisiche, delle imprese erotiche di strampalati superstiti.
Superstiti al passaggio, nei precedenti volumi, della cometa che ride. Una divinità ridicola che ha fatto uno scherzone a pochi eletti spettatori di un Drive-In, impegnati a vedere film horror e a pomiciare in macchina.
Il terzo episodio è il viaggio alla scoperta del mondo, una fuga, o semplicemente un tenersi impegnati nell’attesa di crepare, avendo fiducia di poter scegliere come andarsene, piuttosto che finire sbudellati o arrostiti per pranzo nelle pance di altri fottuti stronzi.

C’è un oceano sconfinato, abitato da enormi creature, poco conta che i protagonisti viaggino su un autobus provvisto di galleggianti di fortuna. Se riuscite a crederci, allora riuscirete a credere all’enorme pesce gatto che lo inghiotte, alla gente che vive all’interno… al cielo che collassa e al sole che precipita in acqua, facendo ribollire il mare.

***

Lansdale è cinema, e presenta la sua storia con dissolvenze e piccole parti introduttive. Il testo è un diario scritto da Jack, un tizio qualunque, ma divenuto “l’uomo di punta del Drive-In”. Lo stile si adatta a questa messinscena, evitando di essere forbito, risultando anzi, semplice, diretto, grezzo quasi. Ma soprattutto, scorrevole. È talmente scorrevole che il libro lo si termina in un paio d’ore.
Esistenzialismo. Sì, c’è, ed è legato al senso dell’intera trilogia. Per cui su di esso evito ulteriori commenti per evitare anticipazioni.
M’è piaciuto? Mmmhh… Meno dei primi due, e non perché sia contrario ai seguiti e alle trilogie, ma perché in effetti, proprio quel finale che spiazza, fa pensare, ma anche no, non essendo particolarmente innovativo e non avendo, Lansdale, voluto creare alcun senso d’empatia coi protagonisti, sciocchi attori fino alla fine, che non vanno al di là dei propri nomi.
Una cosa era il Re del Popcorn, il cui ricordo/fantasma ancora aleggia in questo terzo capitolo, una cosa è questo gruppetto di avventurieri, che a parte quando fanno sesso, non li vedi mai, li senti solo starnazzare. Col risultato che, anche stavolta, a farla da padrone sono gli antagonisti tipo Bjoe, e il setting, il pesce-gatto su tutti.
Davvero arduo definire Lansdale scrittore di genere, inutile aggiungerei. Troppe suggestioni contiene, infatti, la saga del Drive-In, anche se non così complesse come si può pensare.
Ma in fin dei conti, è da leggere. Sì, per frasi come quella riportata in alto, e per altre simili. Frasi brevi e un universo piccolo quanto un atomo…

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    • 12 anni ago

    Il primo era grandioso, il secondo divertente adesso aspetto di poter definire il terzo.
    Certo che questa mania da parte degli editori italiani di definire tutto come Noir tutto quello che pubblicano e che ha appena qualche elemeno fantastico ha un po rotto….

      • 12 anni ago

      Più che altro, anche la mania di voler pubblicare libri in collane. Uno come Lansdale non rientra in alcun genere, visto che spazia dovunque. E quindi si tratta solo che categorie di comodo. 😉

    • 12 anni ago

    Concordo sul fatto che i primi due siano meglio. L’ho letto un po’ di tempo fa, ma c’è una cosa che non ho capito nel finale…
    (QUASI SPOILER) ho avuto L’impressione che L’avesse finito in un certo modo, poi gli abbia appiccicato dietro un altro capitolo giusto per aggiungere qualche pagina in più. Ora purtroppo non ricordo bene gli avvenimenti, quello che ricordo è di aver pensato che se si fosse fermato al “primo finale” sarebbe stato meglio. Ricordo male?
    Il Moro

      • 12 anni ago

      Mah, l’unica spiegazione che mi viene in mente è che ci abbia ripensato e abbia voluto lasciare il finale aperto. Senza quelle pagine, in effetti, il finale sembrava essere definitivo. Ci sarà un quarto capitolo?
      Spero di no.

    • 12 anni ago

    La trilogia del Drive In è tra i miei scritti preferiti di Lansdale insieme a Dead in the West,i lavori su Jonah Hex e alcune delle raccolte di racconti.Concordo che rispetto ai primi due capitoli il Drive In 3 è moscio soprattutto nel finale ma non ti fa rimpiagere nemmeno un minuto della lettura.

    • 12 anni ago

    Alla mondadori, giovedi, vidi il volume con la trilogia…non la comprai perchè avevo una marea di libri già da leggere e non conoscevo il testo…il mio portafoglio ti maledice, Hell ^_^

    • 12 anni ago

    Ricordo quando parlasti di quella frase 😀 Lansdale è proprio un balordo 🙂 P.S. Ho letto solo la prima parte della recensione per evitare spoiler: dimmi, ti è piaciuto?

      • 12 anni ago

      Mi è piaciucchiato. Meglio i primi 2, ma comunque anche questo è da leggere. 😉

    • 12 anni ago

    Credo sia con McCarthy uno dei miei scrittori preferiti. mi sono letto tutto il possibile e e le Notti sono favolose. Mi piace in qualsiasi veste si presenta:-)
    Trovo azzeccata la recensione che hai fatto, si dovrebbe dire così di questo libro 🙂

      • 12 anni ago

      Ovvero, che non è riassumibile in un genere? Io lo penso fermamente. 😉

        • 12 anni ago

        Infatti, c’è di tutto:-)

    • 12 anni ago

    Ma lo sai che il terzo libro devo ancora leggerlo? Le prime due “Notti” sono tra i miei preferiti (specie la prima, un capolavoro di ironia e violenza). E adesso che hai citato la frase del rospo sono ancora più invogliato a tornare su Lansdale. E’ da un pò che lo trascuro, porello 🙁

      • 12 anni ago

      La frase del rospo è il vero motore del libro. 😀
      È uno schiaffo in faccia ai manuali. È bellissima.

    • 12 anni ago

    Devo confessare che espressioni come toccare un libro suonano un po’ inquietanti… (Pero’ sì l’ho toccato , altrimenti come lo sfogliavo ?)

      • 12 anni ago

      ahahahah XD Muoio.
      Scherzi a parte, è sembrato un po’ mosciarello (il contenuto del libro, non il libro XD), con qualche guizzo, quando incontra il popolo del pesce.

      Oddio, è tutto un doppio senso. 😀

    • 12 anni ago

    Joe Lansdale è uno di quegli scrittori che adoro. Anche nei loro lavori meno riusciti. Ed anche se questo terzo capitolo ed inferiore ai precedenti l’ho gustato lo stesso.

      • 12 anni ago

      Vabbé, ma l’hai toccato, almeno? 😀