L'Attico

Ti recensisco la recensione

Ok, l’elettrocardiogramma del blog mostra qualche pulsazione sporadica, e credo che questo ritmo continuerà ancora per qualche settimana, anche perché, statistiche alla mano, questo posto ha una salute di ferro.
La notizia bomba del weekend è che Amazon ha implementato una funzione di commento alle recensioni.
Di tutti gli articoli in vendita.
TUTTI.

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Io e qualche collega, che abbiamo venduto l’anima a Amazon da un pezzo, però, guardiamo con interesse un solo settore tra i tanti market amazoniani: il kindle store, dove si smerciano tonnellate di byte digitali ogni giorno, e dove schiere di arditi recensori dispensano stelline alla bisogna, a volte fraintendendo il valore delle cinque stelline e della stellina singola.
Ma questa è un’altra storia.

La domanda che scuote le coscienze è:

È giusto avere la possibilità di sfanculare rispondere al recensore?

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Mettiamo da parte i ragionamenti banali, del tipo: è un mezzo, e la bontà del mezzo, come tutti i mezzi, è tale a seconda del modo in cui esso viene utilizzato.

Veniamo al punto, ché di questo si tratta. È davvero utile la facoltà di rispondere a chi ti recensisce?
Probabilmente sì.
Nel caso in cui il recensore segnali refusi, pagine mancanti, errori di impaginazione e difetti vari, io direi che è utilissimo, anche per instaurare un rapporto di cortesia col cliente che investe il proprio denaro nel tuo lavoro. Magari si può intervenire, in casi del genere, e inviare copie omaggio o altre belle cose.

Il discorso si fa ridicolo nel caso vogliate commentare una recensione positiva. A parte “grazie” e un “sono felice che ti sia piaciuto” non vedo cos’altro si debba aggiungere. E in ogni caso, se un lettore vuole scambiare pareri e l’autore è disponibile, ci sono altri mezzi meno plateali, tipo la chat di facebook, o la vecchia e cara mail.

Ma, al di là delle buone recensioni e di quelle che ti segnalano difetti nel prodotto…
è inutile girarci intorno, perché di questo si tratta, e tutti voi ve lo state domandando…
dicevo…
la vera domanda, che vi fa sogghignare, è:

Come reagiranno gli autori di fronte alla temutissima stellina, ovvero, di fronte alla stroncatura, ora che hanno libertà di parola?

E per stroncatura non intendo un parere motivato, per quanto negativo, ma proprio LA STRONCATURA, quel misto di arroganza, saccenza e acidità (che taluni scambiano per “carattere” vantandosene anche in giro quando dovrebbero chiedere perdono all’umanità) che ti fa venire voglia di lucidare la mazza da baseball e aspettare lo stronzo in garage, per spiegargli le vostre ragioni, prima che salga in auto. Uno scambio di opinioni verace. E veloce.
Sincero.
Spontaneo.

Insomma, avete capito.

Ecco, sulla faccenda mi sono espresso mesi fa. Medesimo argomento, ma la facoltà di sfanculare rispondere alle recensioni su Amazon non esisteva ancora. L’articolo lo trovate qui.
Non ho altro da aggiungere in merito. Sono ancora d’accordo con le conclusioni di quel post: le stroncature devono essere sempre ignorate. SEMPRE.
Perché sì, sono dirette al vostro lavoro, e alcuni stroncatori s’illudono di poter stroncare non solo il lavoro, ma voi stessi, bloccandovi la crescita, ma in realtà sono dedicate agli altri acquirenti. Nient’altro.

E per ignorate non intendo che si debba sfoggiare una supponenza degna dello stronzo che vi ha stroncato, altrimenti non sareste migliori di lui, ma piuttosto bisognerebbe lasciarsele scorrere addosso, senza che esse (le stroncature) abbiano il potere di rovinarvi l’appetito.
Ricordate: certe parole hanno come unico valore quello che voi attribuite a loro. In altri termini: il valore di una stroncatura lo decidete voi che la subite, e nessun altro.

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Se sia giusto recensire il recensore?
La questione è spinosa assai, e non ha risposta che esuli dal no.
Non è giusto. E non dovrebbe accadere. Perché il risultato è creare un circolo vizioso, un sistema di commenti che non ha alcun fine, né tanto meno arricchisce.

E sia chiaro, io per primo dichiaro che alcuni recensori che mostrano palese ignoranza rispetto al soggetto che stanno recensendo (ne ho letta una su Richard Laymon giorni fa, dove il recensore ignorava che Laymon fosse morto ben quattro anni prima del film che costui lo accusava di aver copiato nell’ebook) dovrebbero… come dire… tornare da dove sono venuti e tacere.
In mancanza di termini di gran lunga più appropriati. E pregni.

Ma qui si parla e si intende di assoluti, perché è una novità che coinvolge tutti.
Al che, ribadisco quanto scrissi nell’articolo linkato in precedenza, tra una possibilità in più e una in meno, io sono sempre favorevole a una chance in più. Preferisco avercelo in tasca, il preservativo, e non usarlo, piuttosto che sentirne un bisogno disperato e non averlo (cit.).

Al massimo, ci faremo quattro risate leggendo i flame che di sicuro scoppieranno. Take it easy.

Link utili:
Plutonia Experiment
Strategie Evolutive

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  • Aaaaarrgghhh ho dovuto chiudere ben DUE banner pubblicitari appena arrivato qui… ti sei venduto anche tu, eh, Germà?
    (poi dimmi come hai fatto, che interessa anche me 😀 )

    • ahahahha. Credo siano i nuovi banner altervista, tutto qua. 😀