Cinema

The 4th Reich (2010)

Anche questa particolare sezione degli zombie-movie, la versione nazi-zombie, da giocarsi sul teatro europeo, possibilmente l’entroterra francese, durante la II Guerra Mondiale, sta diventando leggermente stereotipata.
L’idea alla base è sempre la stessa. Esperimenti “scientifici”.
Esperimenti tesi alla creazione di supersoldati da parte del III Reich. Ma qualcosa va storto e puff!: il territorio si riempie in qualche modo di zombie-SS in divisa e stivali neri di quelli che un tempo erano cattivissimi carnefici umani.
A vedersela con il “Quarto Reich” del titolo, questa volta saranno Sean Pertwee (Dog Soldiers) e Tom Savini (che non c’è davvero bisogno di dire chi è), diretti da Shaun Robert Smith. Ah, il tutto in salsa 3D.
Ecco la sinossi:

June 1944, after the glorious victory on D-day, the armies of the combined allied forces begin their long push to Berlin with the aim of bringing down Hitler and the despised Nazi regime of the Third Reich.

But buried deep in secret files German Reichstag, is the chilling reality of Hitler’s plan to create an eternal living hell, The 4th Reich.

Dr. Joseph Mengele, Hitler’s chief scientist, was charged with creating a new super army of invincible soldiers. A force that would never be beaten. His experiments and research at the death camps of Auschwitz, Belsen and Birkenau would create unspeakable evil.

A small brigade of soldiers from 3rd Infantry Division, under the command of the battle hardened Captain Bathurst embark on an ever darkening quest to liberate Europe. Fighting their way through the French countryside, villages and war ravaged towns. Each step discovering progressively strange battles and events until they reach an abandoned research facility where the true horror begins…

The 4th Reich, di fatto, è l’espansione di un corto dello stesso regista Shaun Robert Smith del 2007 intitolato The Soldier, dove un soldato scopre suo malgrado, dopo essere sopravvissuto al massacro del suo battaglione, gli orrori celati dietro agli esperimenti di Josef Mengele.

Qui il trailer di The Soldier:

***

QUI INVECE IL LINK AL CORTOMETRAGGIO “The Soldier”.

***

approfondimenti:

Sito Ufficiale di The 4th Reich
Scheda del film The 4th Reich su IMDb
Scheda del film The Soldier su IMDb
BeyondHollywood.com

Kick-ass writer, terrific editor, short-tempered human being. Please, DO hesitate to contact me by phone.
    • 14 anni ago

    Chiarissimo! è un approccio che capisco e che apprezzo molto. Aggiungiamo pure che dovrebbe essere spesso adottato dagli autori di oggigiuorno, che sono affezionati di brutto all’auto-esegesi nevvero, per capire se la loro storia funziona sul serio.
    Aspetto il post dedicato per approfondire senza andare off topic e nel frattempo continuo a pasticciare con gravatar.com, anche se quello assegnato in sorte non è male e ha la pelle verde.

    • 14 anni ago

    Ciao! Ho trovato il post sui nazi-zombi 🙂

    Parto dalla premessa che sono tra quelli che riconoscono una forte potenza metaforica agli zombi. Poi non so se gli zombi vogliano sempre dire qualcosa, penso solo che siano in grado di evocare immagini molto perturbanti – anche più perturbanti di quelle, oggi un po’ datate, chiamate di solito in causa dalla critica concentrata sui primi esperimenti romeriani. Insomma, se gli zombi sono diventati un po’ il mostro rappresentativo dell’horror moderno è perché sono capaci di parlare di tante cose (oltre che perché fanno molto schifo e offrono tanto sul versante della carneficina gratuita, che è sempre cosa buona e giusta). Questo a volte li rende un po’ stucchevoli (penso, tipo, a Homecoming o a Land of the Dead, che scoprono le metafore con modi didascalici) ma in altri casi esibisce la loro apprezzabile malleabilità con esiti meno scontati (Deadgirl e American Zombie sono le cose che ho fresche in questo momento).
    Sarà per questa inclinazione, giusta o sbagliata che sia, a servire l’equazione zombi=metafora che non mi stupisco nel vedere a braccetto gli zombi e il nazismo: presumo derivi dall’ovvia associazione tra annullamento della volontà individuale e controllo totalitaristico. Proprio perché l’associazione è troppo immediata, mettersi lì a cacciarla fuori non ha tantissimo senso. A me interessa più il risultato prodotto a livello estetico dall’accoppiamento tra le divise mortifere e i cadaveri corrotti, se posso essere sincera (e forse un po’ triviale 🙂 ).
    Il corto in particolare probabilmente non ha grandi meriti, e non è nemmeno particolarmente efficace nello sfruttare l’impatto visivo di cui dicevo sopra. Però l’ho trovato grazioso e con qualche piccola raffinatezza. Apprezzo che il regista sia tornato sul tema. Soprattutto, apprezzo quel giggione di Savini, e devo augurargli il meglio sempre e comunque.
    Un saluto!

      • 14 anni ago

      @ AgonyAunt
      Benvenuta! Mi fa piacere vederti da queste parti! 😉 Ancor più dopo aver letto il tuo intervento così approfondito.
      Sì, il tuo è un punto di vista interessante. Condivisibile per quanto concerne il lato estetico. Come dicevo e come dirò a breve, perché avevo in mente di scrivere un articolo a riguardo, quando mi accingo a guardare un film dalla connotazione fantastica, che presenta, per intenderci, elementi sovrannaturali quali zombie, licantropi, vampiri, etc… tendo a ignorare quello che, di solito, si vuole che rappresentino, per gustarmi ciò che sono o dovrebbero essere. Non so se sono stato chiaro. Guardo un licantropo e non vedo un adolescente alle prese con gli ormoni, ma semplicemente un lupo mannaro, una creatura superiore; vedo uno zombie e non lo interpreto come rappresentazione metaforica dell’appiattimento di massa, ma come un semplice morto ritornato in vita. In questo modo riesco a godermeli di più. Sospendo volontariamente e con gusto la mia incredulità…

      Ciao! 😀

      P.S.: se vuoi, compilando il tuo profilo utente, puoi inserire l’url del tuo blog, in modo da trasformare il tuo nick in un link.
      Ah, e se l’avatar ti fa schifo (cosa molto comune) puoi sostituirlo dando un’occhiata qui.

    • 14 anni ago

    @elgraeco mahahha 😛 Sono sempre pronto ad accettare film, su Zombie nastisti, però devono rispettare almeno un requisito tra i seguenti: 1) devono essere trash; 2)devono essere almeno accettabili.
    Purtroppo fino ad oggi niente di accettabile.

    A un film con quel cattivone di Tom Savini, non si può negare la visione 😀

    • 14 anni ago

    Stereotipato o no questa volta non me ne frega un -beep!- perché è senz’altro uno dei sottogeneri che mi piacciono di più.
    “Outpost” è uno dei film che più mi sono piaciuti dello scorso anno (non per niente aspetto Outpost II). Spero che questo film, che non conoscevo, sia all’altezza.
    Stasera mi vedo il cortometraggio.

      • 14 anni ago

      ahahahahahah 😀
      Ma di sicuro lo vedrò anche io! Poi, se dovesse piacermi, non avrò problemi a parlarne bene, come sempre. 😉
      Anzi, nell’attesa che esca questo qui mi recupero il primo Outpost che ho conosciuto per colpa di Norys, ma che non ho ancora visto.

    • 14 anni ago

    Il corto non sembra un capolavoro. E’ piuttosto moscio.
    A proposito, ehi tu, quando lo metti online quell‘articolo?

    • 14 anni ago

    Io non li capisco questi film. Che c’è di !divertente” o “spaventoso”?
    🙁

      • 14 anni ago

      Sinceramente questo l’ho citato solo per la presenza di Tom Savini, personaggio storico, con alle spalle una carriera trentennale.
      A me non appassiona questo sotto-genere in salsa nazista. Uno perché la realtà, quella vera, è stata molto più spaventosa e quindi l’horror sovrannaturale non aggiunge nulla o quasi, né esorcizza l’orrore reale, e due perché, diversamente da moltissimi altri, non ho mai creduto al simbolismo che di solito si associa all’archetipo dello zombie.
      Non sono affatto convinto che lo zombie sia una metafora o quant’altro, almeno nelle intenzioni dell’autore di turno. Per i critici, si sa, quelli ci campano con le interpretazioni.
      In questo tipo di film non ci ho mai visto nient’altro, oltre quello che viene mostrato.