Cinema

I Mercenari – The Expendables (2010)

Parliamone, mi sono detto.
E già, perché la metà del pubblico è impegnata a masturbarsi, mentre l’altra metà è impegnata a elargire stroncature ingiuste e vuote come le loro teste piene solo di ragni che figliano (cit.). E io? Io a riguardo ero molto scettico e forse anche un po’ stronzo. Ma sì, togliete pure quell’ un po’.
Mentre I Mercenari, sorpresa delle sorprese, è un bel film. Solo un bel film. Niente capolavori, niente resurrezioni fuori tempo massimo di un cinema bello che andato e niente, e questa è la cosa che stupisce di più, museo delle cere in movimento. Mi rimangio tutto quello che ho scritto prima senza aver visto e temendo il peggio. Il peggio non è arrivato.
Sì, d’accordo, ci sono loro, i vecchi.
Come ho detto tempo addietro, ci sono QUASI TUTTI, quei vecchi bastardi.
Quel QUASI ha impedito il corretto orgasmo di parecchi.
C’è persino chi ha gridato alla becera operazione di marketing dietro alla sbandierata partecipazione di Bruce e Arnold. A questi ultimi faccio notare che fin dall’inizio si è parlato di cameo.
Il cameo è, per antonomasia, di breve durata. Ed è stato meglio così, perché Arnold, a differenza degli altri, è invecchiato proprio male, sul suo cammino per diventare Presidente. Ed è un dolore vederlo con le rughe in faccia.
I vecchi dovrebbero essere come i personaggi dei fumetti. Andare in giro vestiti sempre uguale e non imbiancare mai. Non dovrebbero cambiare un solo capello del loro aspetto fisico. Altrimenti ci si ricorda, a meno che non ci si chiami Clint Eastwood, che più invecchia e più diventa simile al vino, di pregio, che il tempo passa e che il suo scorrere è una brutta bestia per tutti.

***

È arrivato

Marketing, dicevo. “I Mercenari” è forse una squallida rimpatriata messa su alla meglio per incassare i dollaroni?
No. Decisamente.
Di sicuro Sly ci ha guadagnato, visto come sta andando. Ma voi l’avreste fatto gratis?
È, piuttosto, come un atto dovuto. Che ha cavalcato l’onda del cinema idiota degli ultimi quindici anni. Se quest’ultimo fosse mancato, se il cinema d’azione fosse stato buono, Stallone non avrebbe potuto mettere le ali al teschio e venire a fare il liberatore, venire a ricordarci che lui e gli altri sono stati i signori di quel cinema e che di loro eredi, a tutt’oggi, non ce n’è neppure l’ombra.
Si può dire, quindi, che a favorire “I Mercenari” e quel senso di vendetta/rivalsa nei confronti dei polpettoni neo-romantici sia stata la contingenza.
Meglio così, perché il film arriva proprio là dove vuole arrivare.
Nessuna esaltazione della violenza, come affermano sedicenti illuminati della critica. Nessun rispolvero.
E, contrariamente a tutto ciò che avrei potuto aspettarmi, c’è persino un bel po’ di autocritica con tanto di passaggio di testimone alla nuova/vecchia generazione: Jason Statham.

***

Schizzi

La trama è semplice, ma non accessoria come è stato detto. Semmai, a essere accessorio è il Dittatore Generale Garza (David Zayas), davvero un manichino inutile. Metterci al suo posto una sagoma avrebbe dato gli stessi risultati, o forse migliori, dal momento che non avremmo udito le sue farneticazioni.
Insieme a Charisma Carpenter, anche lei vecchia scuola, che forse avrebbe dovuto lasciare il passo a qualche nuova aspirante, data l’inconsistenza del suo ruolo.
Tutti gli altri stanno al loro posto. Lo sanno fare da sempre.
Stallone che si fa tatuare da Mickey Rourke, che dal suo canto è un biker nato, altro che attore. Dolph Lundgren che gli avrei fatto fare tutta la vita il russo cattivo, non il mercenario schizzato. Jet Li che fa il cinese con le gambe corte ed è doppiato da, ma che cazzo di voce gli hanno dato, a proposito?
Sangue in CG, sangue non in CG. Ovvove!
Sì, ma anche no. A volte i veri duri fanno le checche isteriche.
Gli schizzi sono adeguati. È solo che non ci si inzacchera a dovere.
E tutti gli spettatori della mia età sanno che senza inzaccheramento rossastro non c’è cinema. O c’è un cinema a metà. Ma può andare, dai. L’unico problema è che rispetto a una enorme quantità di schizzi volanti, là intorno di sangue non ce ne è traccia. Realismo, Sly, realismo… non ti ho detto altro.

***

Diamogli una Lezione

Eppure ci sono anche scene che non vedevo più da un pezzo, forse da quando ho comprato il mio primo rasoio: Jason Statham che le suona a dovere a un branco di idioti che giocano a basket pronti a spalleggiare il più belloccio tra di loro che si è permesso di alzare le mani su una donna.
Abituati come siamo stati a vedere le donne iper-cazzute stile Doomsday menare calci e pugni e difendersi da sole, ci hanno fatto quasi dimenticare quanto è bello e opportuno per un uomo fare giustizia e mettere a posto le cose. Quanto riempie di soddisfazione suonarle a degli stronzi bastardi.
Cinema d’epoca, in questo e in tutte le altre scene d’azione, sì spettacolari, sì mozzafiato e sì, assolutamente esagerate. Ma loro le sanno fare, o si sono ricordati come si fanno.
Jet Li che perde colpi, che viene legnato e sventolato come una bandiera, Stallone, quello vero, che si rompe l’osso del collo, sul set, combattendo con Steve Austin e che, sul set, quello finto, riesce a non vincere.
Questa è l’autocritica alla quale mi riferisco. Stallone non ha mai perso, eppure qui non vince. Jet Li, che è un nano, forse la metà di Dolph Lundgren, non solo ammette di esserlo, ma si permette anche l’affanno dopo gli scontri.
Jason Statham, che lavora coi pugnali, be’, lui è l’erede designato: i suoi coltelli sono veloci quanto i proiettili di Sly. Se non è un’investitura questa…

***

La Corona di Aquilonia. Forse.

Che altro serve? Forse ammettere che “I Mercenari” diverte e intrattiene, che è un buon film, che è piacevole guardarlo anche se non siete tra i seguaci del decennio aureo.
Impagabile, poi, l’ennesimo sfottò di Stallone a Schwarzenegger. Come due amici che non crescono mai. Arnold vuole fare il Presidente degli Stati Uniti, nella testa di Stallone lo è già da anni. Gli ha concesso persino biblioteche a suo nome, insomma, Conan diviene Re di Aquilonia, lo sanno tutti. E lo sa anche Sly.
Ma questi scherzi, queste battute sono uniche come la loro parentesi cinematografica. A nessuno dopo di loro sarà concesso questo tipo di potere, quale quello concesso a due immigrati, uno austriaco, l’altro delle mie parti.
Abbiamo mangiato le stesse mozzarelle, ma io presidente non lo diventerò mai. Probabilmente, caro Arnold, non ci riuscirai nemmeno tu, ma al contrario di me, sei così grande, tu e i tuoi amichetti, che ci potete scherzare sopra. Pochi al mondo possono permetterselo.
E sono gli stessi che si possono permettere un film così e ricevere complimenti dalle platee di mezzo mondo, ma, quel che più conta, non essere presi per il culo.

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Kick-ass writer, terrific editor, short-tempered human being. Please, DO hesitate to contact me by phone.
    • 12 anni ago

    E adesso il due…!

      • 12 anni ago

      Eh, devo ancora vederlo. Non mancherò. 😉

    • 14 anni ago

    Non vorrei sbagliare, ma credo che Jet Li volesse l’aumento perché essendo alto la metà degli altri faticava il doppio a parità di situazione bellica… lo dice a Sly mentre sono in macchina e Dolph vuole far loro la pelle…

    Ah, dici che è il “vero” motivo? Avevo supposto si trattasse di una delle altre scuse (la famiglia, le spese…), però in effetti ci sta con la fissazione del personaggio per la sua statura.

    La Carpenter credo sia parte dell’operazione revival. E’ molto più giovane degli altri, ma resta sempre una reginetta bella-e-irraggiungibile la cui immagine è molto legata a un decennio preciso. Sicuramente, comunque, la sua resta una figura inesplorata.

    PS: nel frattempo ho letto anche io un po’ di eccessi dalla rete, e non riesco a darti torto
    : P

    • 14 anni ago

    […] stesso tempo, però, sono sempre pronto a farmi sorprendere e smentire, come nel caso de “I Mercenari“. Un film divertente, in fondo, è più auspicabile dieci volte dell’ennesima, […]

    • 14 anni ago

    Grazie per averla letta. 😉

    Sì, ma mi riferivo anche a tanti altri articoli di blogger e a commenti di altrettanti utenti.
    In realtà credo che riguardo a “The Expendables” si sia ecceduto in entrambi i sensi.
    Chi lo ha stroncato a prescindere, chi ha trovato più modaiolo parlare del botox di Stallone anziché del film e chi lo ha esaltato perché siccome è un film di Stallone allora è fico per forza.
    Io non vado d’accordo con gli eccessi aprioristici, anche se simpatici, talvolta.

    E sì, in realtà, come nel caso di Statham e Charisma Carpenter, molti punti della sceneggiatura sono rimasti dormienti perché non sviluppati. In effetti che ruolo ha la Carpenter? Siamo sicuri che sia una scream queen? Per questo, non avendo il minimo spessore, avrei preferito vedere al suo posto una sconosciuta. Sembra la tipica particina della tipa alle prime armi, e invece hanno chiamato il nome altisonante [ma neanche tanto, in effetti]…

    Non vorrei sbagliare, ma credo che Jet Li volesse l’aumento perché essendo alto la metà degli altri faticava il doppio a parità di situazione bellica… lo dice a Sly mentre sono in macchina e Dolph vuole far loro la pelle… 😀

    Conoscevo già il blog di Poggy anche se non mi sono mai palesato, e avevo già letto quel pezzo. Niente male.

    • 14 anni ago

    Eccomi qui!
    In verità avevo anche io un progetto di recensione per questo film, ma poi mi sono resa conto che un elenco di link alle analisi altrui che mi sono piaciute sarebbe stato più sintetico e completo e ho mollato.

    Intanto condivido lo sdegno contro i “sedicenti illuminati della critica”. Immagino tu ti riferisca a Maltese. C’è un articolo acidissimo sulla sua “recensione” sul blog I 400 calci che quoto in pieno: Maltese ha scritto di questo film con incompetenza. Per un appassionato di action credo che il suo pezzo stia a The Expendables come per un appassionato di horror la stroncatura di Aspesi stava ad Antichrist o il commento di Fofi (se non sbaglio era lui) a Martyrs.

    Per il resto sono abbastanza d’accordo con questa recensione, anche se non posso dire che il film sia tra i miei preferiti.
    Mi è piaciuto molto nelle scene di botte , ovviamente, ma anche: nella rappresentazione naif delle amicizie virili, nel rapporto tra il gruppo e l’elemento che non si attiene al codice dei duri dal cuore d’oro e nella disfida passionale che ne consegue. Insomma, direi che è un film fantastico per tutto quello che riguarda il gruppo dei mercenari, le cose incredibili che sanno fare con le armi, le armi stesse (un inizio migliore non si poteva fare). Meno ho apprezzato le avventure nel registro melodrammatico: il dittatore e la figlia, per esempio mi sapevano di soap opera, ma anche il monologo di Mikey Rourke l’ho trovato proprio maldestro. Diciamo che non sono pezzi all’altezza del sommo mestiere che guida il resto del film, sono intrusioni spericolate in un registro dominato poco e male. Ho invece preso bene altri attacchi di sentimentalismo, quelli più consustanziali al corpo del film, come la cavalleresca devozione di Stallone e il suo rapporto con il personaggio di Statham. A questo proposito è vero che c’è un ritorno alle scream queen, però il personaggio di Statham è anche leggibile – non so se in coerenza con i progetti di Stallone o meno – come un uomo illuso: è convinto di essere l’eroe di damsel in distress, quando è chiaro che è stato solo il primo livello (“quello che sparisce per un mese e torna con un anello”) di una tipa abbonata alle relazioni disfunzionali e prevedibilmente transitata al secondo ( “quello che la gonfia come una zampogna”).
    Spiccano i due cattivi, Eric Roberts e Dolph. Ma anche Schwarzy, con la sua apparizione piccola piccola, non mi è dispiaciuto… Come il fiatone di jet Li, Arnold Schwarzenegger che “ormai fa altro” è un segno del tempo, fuori e dentro il film come ogni cosa all’interno di questa storia.

    Dopo la superba scena nel Dungeon (?), comunque, i dubbi che sopravvivono sono tanti quanti i cattivi.
    Anzi, uno resta in piedi: alla fine, perché Jet Li voleva l’aumento? Mi sono persa io la rivelazione oppure non c’è?

    PS: sullo stesso film, ti segnalo questa bellissima recensione di Poggy , che penso ti garberà parecchio.

    • 14 anni ago

    Ok, l’ho visto ier l’altro [Crank]. M’è piaciuto, ora tento di procurarmi il secondo capitolo.

    😉

    • 14 anni ago

    Crank si avvia a diventare un piccolo cult: merita almeno una visione.
    I mercenari, invece, li passo.
    Me li tengo per una sera di febbraio fredda e piovosa da noleggiare e vedermi a casa con il riscaldamento acceso e del brandy accanto.

    • 14 anni ago

    Sono commossa.
    No, dico davvero. Cioè, è come guardare la famiglia riunita, come aprire l’ovetto kinder e trovare una sorpresa che non hai già… C’era un 1% di perplessità che mi tratteneva dall’andare a vederlo ma tu mi hai tolto ogni dubbio. Tu e sapere che c’è Dolph Lundgren!
    E comunque, se vuoi vedere scazzottate da paura con Statham guardati Crank, anche se penso che tu l’abbia già visto. 😉

      • 14 anni ago

      @ Cyb
      Credo proprio che ti piacerà. Anzi di più! 😉
      No “Crank” mi manca, ma visto il cast accetto subito il consiglio!

    • 14 anni ago

    Caspita, mi hai fatto venire voglia di andare a vederlo…

    • 14 anni ago

    E vabbé quelli fanno il mestiere loro, che non si è mai capito bene qual è.
    Anche a me piacerebbe campare guardando film.
    Dite che si può fare?

    Sembra uno di quei lavori da inventarsi. Non può essere vero!

    😀

    • 14 anni ago

    Niente male, niente male. Semplice e basilare. Un film de mestiere.
    Anche io m’aspettavo più caciara e più scemenze pe fa vedè quanno erano fighi e invece passa via ch’è ‘n piacere.
    A critico televisivo che inizi co la M, ma va a morì ammazzato va!

    😎

    • 14 anni ago

    Ah, ora vado a pescare, tempo permettendo.
    Ci si becca tra qualche ora.

    😉

    • 14 anni ago

    Grazie a tutti. 😉

    Questa de “I Mercenari” è l’ennesima prova di quanto sia parallela la realtà in cui viviamo.
    A tutto il mondo sta piacendo, anche a quella parte che come me aveva molte riserve, e i soloni si ostinano a dire STRONZATE.
    Il fatto in sé non è eclatante, dato che i soloni dicono sempre stronzate, la cosa grave è che lo facciano attraverso i canali “importanti”. Ma neppure questa è una novità. Sigh.

    Il “rientro” di Dolph mi è sembrata l’ennesima autocritica, o autoironia. Per la serie, abbiamo inscenato uno spettacolo teatrale, ma siamo tutti amici e siamo ancora qua a far danno. Quasi metacinema.

    😉

    • 14 anni ago

    Sì sì, il doppiaggio è allucinante. Ma non era simile alla voce di HAL 9000?!?
    A me il rientro di Dolph “IVAN DRAGO” Lundgren mi è proprio piaciuto.
    Proprio come ha detto el, loro queste cose se le possono permettere!!

    • 14 anni ago

    PS – d’accordo sul doppiaggio INASCOLTABILE di J.L., ma chi era, un novantenne sdentato?!!?!?

    (spoiler!)(spoiler!)(spoiler!)(spoiler!)(spoiler!)

    PS2 – fantastico il rientro finale di Dolph.
    Eri un tossico. Ti ho scartato. Sei passato dall’altra parte e hai cercato di farmi fuori. Ti ho quasi ucciso. E beviamoci sta birra!
    Ma alla fine, è così che funziona, no?
    Che se devono cavalcare verso Ovest, alla fine, è giusto lo facciano tutti assieme 😉

    • 14 anni ago

    Io l’ho già visto e sono contento che tu abbia cambiato idea. L’ammissione di colpa è un valore aggiunto! Scherzo, è ovvio.
    Sono d’accordissimo con quello che hai scritto. QUesto film è intrattenimento, come del resto è nella natura e nel mestiere di questi “grandi vecchi”.
    La critica che conta? Per me non è mai contata.
    E quoto McNab, il cinema dovrebbe tornare a essere divertimento.

    arrivederci

    • 14 anni ago

    Visto nel weekend e pensavo di recensirlo, ma non avrei saputo fare meglio di così, per cui basti tu.

    Concordo al 100%, mi ha divertito e non è stato pietoso come qualcuno pensava, rivederli sullo schermo, né inutile. E anche la trama, seppur esile, mi è sembrata almeno, per una volta, non forzata.
    Ci vanno per soldi la prima volta.
    Ci tornano per una donna la seconda.
    Senza cazzi assurdi, dietrologie, metafore o altre parole che non riesco mai a usare nelle recensioni.
    Spinti dai motivi fondamentali dell’umanità, donne e denari, fanno quello che sanno fare, e si permettono pure di scherzarci sopra.
    Il dialogo in chiesa ma anche il monologo “emo” di Rourke, il non bacio finale (cristo finalmente qualcuno si ricorda che ci possono stare un uomo e una donna su un set senza farli copulare/innamorare!) e la rissa per la propria donna.
    Basilare, istintivo, semplice ed efficace.

    • 14 anni ago

    Avevo intenzione di vederlo e dopo la tua recensione ti dico che lo vedrò senz’altro.
    Non solo per l’effetto nostalgia, bensì perché un film che nasce scanzonato e con la chiara mission di divertire gli spettatori merita tutto il mio rispetto. Ne ho pieni i coglioni dei produttori presi dallo spirito messianico – vedi i registi del remake di Ultimatum alla terra o Codice Genesi.
    Il cinema può essere mille cose ma è anche, o forse SOPRATTUTTO, divertimento!