Cinema

Dietro le quinte di Shining

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Nei giorni scorsi hanno trasmesso Shining in TV. E come sempre non ho potuto fare a meno di guardarlo.

Tra l’altro, ora che viene trasmesso in 16:9, la potenza visiva ne viene addirittura raddoppiata. Ma non solo, si tratta del sapiente e ossessivo uso del colore rosso, della simbologia del labirinto, che costantemente rimanda al vero labirinto di siepi, di fronte all’Overlook Hotel, e a quello metaforico in cui si smarrisce il senno di Jack Torrance, all’impiego della luce usata per la prima volta in un film horror, in luogo del buio, per comunicare tensione e orrore.

Non è un caso che sull’opera di Kubrick si disquisisca dal 1980, anno della sua pubblicazione. Non è nemmeno un caso se questo capolavoro sia stato accolto con critiche ostili dai sapientoni dell’epoca, e che venga trattato dai ventenni attuali con la medesima ostilità.

Fa parte tutto del piano.

In ogni caso, m’è venuta voglia di parlarne qui sul blog, ma anziché infliggervi la solita recensione, mi sono messo a caccia, in rete, delle curiosità più interessanti legate alle riprese, tentando d’immaginare cosa volesse dire stare alla presenza di un professionista come Stanley Kubrick.

Ragion per cui, eccovi alcune curiosità su Shining:

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Data la giovane età di Danny Lloyd, al suo primo lavoro di attore, Stanley Kubrick era molto protettivo col bambino. Durante le riprese, Lloyd era convinto di stare girando un film drammatico, non un film dell’orrore. Infatti, quando Wendy porta via Danny mentre urla a Jack nella Colorado Lounge, in realtà ha in braccio un manichino a grandezza naturale, non il vero Danny. Quest’ultimo seppe la verità solo tempo dopo, quando gli fu mostrata una versione pesantemente modificata del film. Lloyd non vide la versione integrale di Shining fino ai diciassette anni, ben undici anni dopo avervi partecipato.


Stanley Kubrick, noto per essere un ossessivo compulsivo e maniaco della perfezione, riuscì a girare la celeberrima scena del sangue dall’ascensore in sole tre riprese. Risultato straordinario, se non fosse che occorsero nove giorni solo per realizzare l’effetto caduta a lui gradito, ogni volta, infatti, che le porte si aprivano e il sangue veniva versato, Kubrick esclamava: “Non sembra sangue.”
Alla fine,
le tre riprese della colata occuparono l’arco di un intero anno.


Il suono della macchina per scrivere di Jack riproduce esattamente quello che occorre quando si formula la celeberrima frase scritta migliaia di volte: All work and no play makes Jack a dull boy“, digitata da un dattilografo professionista.
Alcune persone sostengono
infatti che ogni tasto su una macchina per scrivere possieda un suono caratteristico; in questo modo Kubrick garantì la verosimiglianza della scena.

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C’erano così tante modifiche alla sceneggiatura durante le riprese che Jack Nicholson smise di leggerla. Decise di leggere solo le nuove pagine che gli venivano consegnate giorno per giorno e a volte neanche quelle, improvvisando sul set.


Stephen King fu contattato da Stanley Kubrick con la proposta di fare una versione cinematografica di ‘The Shining’ tramite una telefonata la mattina presto (tra Inghilterra e Maine ci sono cinque fusi orari di differenza). King, reduce da una sbornia, e in un primo momento credendo che uno dei suoi figli fosse stato coinvolto in un incidente, rimase scioccato quando sua moglie gli disse che Kubrick era davvero al telefono. King ricorda che la prima cosa che Kubrick disse fu che riteneva le storie di fantasmi ottimistiche, perché “suggeriscono che gli esseri umani sopravvivono alla morte”. “E l’inferno, allora?” avrebbe obiettato King. Kubrick si fermò per alcuni istanti prima di rispondere: “Io non credo all’inferno.”


Shelley Duvall rivelò che a causa del suo ruolo, che esigeva uno stato quasi costante di isteria, finì letteralmente le lacrime da piangere. Per ovviare a questo inconveniente portava con lei in ogni momento, sul set, bottigliette d’acqua per mantenersi idratata e bagnare gli occhi all’occorrenza.


Tutte le sale interne dell’Overlook Hotel si trovano in realtà agli Elstree Studios in Inghilterra, tra cui la Colorado Lounge, dove Jack batte a macchina. A causa del calore intenso generato dallilluminazione utilizzata per ricreare la luce solare (circa 700.000 watt per finestra per ottenere un livello di luminosità pari a un giorno con cielo coperto), il set della Colorado Lounge prese fuoco. Fortunatamente tutte le scene ambientate lì erano state completate; il set venne poi ricostruito con un soffitto più alto e utilizzato da Steven Spielberg ne I Predatori dell’Arca Perduta (1981) nella scena del pozzo dei serpenti.


Ogni volta che Jack parla con un “fantasma”, con lui in scena c’è uno specchio, tranne nella scena in cui si trova rinchiuso nella dispensa, lì Jack parla soltanto con la “voce” di Grady.


Al momento del rilascio, la censura della MPAA non permetteva di mostrare sangue nei trailer. Stranamente, il trailer di Shining è costituito quasi per intero dalla scena del sangue che esce dall’ascensore. Stanley Kubrick aveva infatti convinto la commissione della censura che il sangue fosse in realtà acqua mista a ruggine.


– Stephen King
fu piuttosto deluso dal film. Pur ammettendone la potenza visiva straordinaria, dichiarò che fosse “tutto forma e niente sostanza”. Egli ha spesso descritto il film come “una macchina di lusso senza motore.”


Nel costruire gli interni dell’Overlook, Stanley Kubrick e il suo scenografo, Roy Walker, decisero di farlo sembrare un amalgama di parti di alberghi veri e propri, piuttosto che imprimere un unico design. Kubrick inviò molti fotografi in tutti gli Stati Uniti per ritrarre camere e saloni, scegliendo dal campionario gli stili preferiti. Ad esempio, il bagno rosso degli uomini venne modellato su quello del Biltmore Hotel in Arizona, che fu progettato da Frank Lloyd Wright, la sala del Colorado fu ispirata dal salotto dellAhwanee hotel nella Yosemite Valley. I lampadari, le finestre e i camini sono quasi identici, tanto che le persone che entrano nell’Ahwahnee chiedono spesso se quello sia “l’hotel di Shining”.


Secondo Shelley Duvall, la famigerata scena del “lupo cattivo”, quando Jack tenta di sfondare la porta del bagno in cui Wendy è rifugiata, è stata girata in soli tre giorni, rompendo più di sessanta porte.


L’immagine delle due bambine nel corridoio dell’hotel è ispirata dalla fotografia “Gemelli identici, Roselle, New Jersey, 1967” di Diane Arbus.

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La scena in cui Wendy corre su per le scale portando un coltello è stata girata 35 volte, l’equivalente di correre su per l’Empire State Building.


L’operatore della steadicam, Garrett Brown, realizzò molte delle sequenze dei corridoi seduto su una sedia a rotelle sulla quale aveva montato la cinepresa.


Per conseguire la fluidità della sequenza di apertura, il cameraman Greg MacGillivray assicurò una telecamera grandangolare Arriflex alla parte anteriore di un elicottero, ammortizzata per assorbire le vibrazioni. Anche la scena in cui la telecamera scende dietro la vettura guidata da Jack, la sfiora e va oltre è stata girata dall’elicottero (la cui ombra è visibile proiettata sul suolo in alcuni fotogrammi).


Vivian Kubrick (figlia del regista) rivelò che Shelley Duvall non ricevette alcuna simpatia o supporto morale sul set da parte della troupe. Apparentemente si trattò di un ordine di Stanley Kubrick che in questo modo riuscì a esasperarla a tal punto da farla entrare in sintonia con lo stato mentale di Wendy, il suo personaggio.


L’unica scena nel film che non venne girata solo con la cinepresa è lo zoom lento sul modello del labirinto, con le minuscole figure di Danny e Wendy che camminano al centro. La ripresa venne effettuata in due parti distinte: la prima parte tramite una cinepresa posta un paio di metri sopra il plastico. In seguito, la sezione centrale del labirinto venne ricostruita accanto a un piccolo complesso di appartamenti in modo che Shelley Duvall e Danny Lloyd potessero camminarvi ripresi dalla troupe sistemata sul tetto di un condominio vicino. Le due riprese vennero poi sovrapposte.


Gira voce che durante la realizzazione del film, Stanley Kubrick chiamasse Stephen King al telefono alle 03:00 del mattino chiedendogli “Credi in Dio ?”.
S
teven Spielberg chiese a Kubrick se ciò fosse vero. Kubrick negò l’accaduto.


Gli scarti della ripresa iniziale della Volkswagen in viaggio verso l’Overlook vennero “saccheggiati” da Ridley Scott (con il permesso di Stanley Kubrick), quando fu costretto ad aggiungere il ‘lieto fine’ alla versione originale di Blade Runner (1982).


Durante una scena Jack fa rimbalzare la palla contro un muro, colpendo la cinepresa. Stanley Kubrick era così determinato a ottenere questo rimbalzo sulla lente che fece montare la cinepresa sul muro in modo che scorresse avanti e indietro a rotazione mentre Jack Nicholson tirava la palla sperando di centrare l’obiettivo. Occorsero diversi giorni perché ciò avvenisse.

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– C’è una grande confusione riguardo il numero di ripetizioni di alcune scene. Secondo il Guinness dei Primati, la scena in cui Wendy sale le scale facendo oscillare la mazza da baseball è stata ripetuta 127 volte, un record assoluto. Tuttavia, sia l’operatore della steadicam Garrett Brown che l’assistente al montaggio Gordon Stainforth sostengono che ciò non sia vero. La scena è stata girata circa 35-45 volte. Brown aggiunge, tuttavia, che la scena in cui Hallorann spiega a Danny la natura della Luccicanza fu ripetuta 148 volte, il che sbriciolerebbe l’attuale, falso record.


– Il Timberline Lodge sul monte Hood in Oregon venne stato utilizzato per la facciata esterna dell’Overlook Hotel, mentre tutti gli interni, nonché il retro dell’hotel, sono stati appositamente costruiti agli Elstree Studios di Londra, Inghilterra. La direzione del Timberline chiese a Stanley Kubrick di non utilizzare il numero 217 (come indicato nel romanzo di King) per identificare la camera infestata, temendo che nessuno volesse occupare in futuro la stessa stanza, cagionando un danno economico all’albergo. Kubrick decise quindi di utilizzare il 237, ossia quello di una stanza inesistente.


– Il labirinto “innevato” alla conclusione del film consisteva di 900 tonnellate di sale e polistirolo schiacciato.


– Nonostante le recensioni negative ottenute all’esordio, Shining è oggi considerato come uno dei migliori film horror mai realizzati.

Al primo rilascio, il film aveva un finale alternativo: dopo l’inquadratura del corpo congelato di Jack, il film mostrava un gruppo di poliziotti fuori dall’hotel. E poi ancora una ripresa in un ospedale, dove Wendy riposa in un letto e Danny sta giocando in sala d’attesa. Sopraggiunge Ullman (direttore dell’Overlook) che comunica a Wendy che il corpo di Jack non è stato ritrovato. Andandosene, Ullman dà a Danny una palla – la stessa che misteriosamente rotola verso di lui nel corridoio della stanza 237. Ullman ride e va via e sopraggiunge il passaggio d’inquadratura attraverso i corridoi verso la fotografia del 1921 che ritrae Jack. Stanley Kubrick rimosse l’intera sequenza una settimana dopo l’uscita del film.

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La scena in cui Jack insegue Danny attraverso il labirinto ha richiesto più di un mese per essere completata. Durante le riprese, diversi membri della troupe hanno perso l’orientamento e hanno dovuto impiegare i walkie-talkie per chiedere assistenza.


Kubrick pretendeva 70 ciak della scena dell’omicidio di Hallorann (Scatman Crothers) da parte di Jack Torrance, che lo colpisce con un’ascia. Fu Jack Nicholson a parlare con Kubrick invitandolo a considerare l’età di Crothers (69 anni) e a convincerlo a fermarsi a 40 riprese.
A un certo punto, durante le riprese, Crothers divenne così esasperato dalla famigerata
compulsività di Kubrick che scoppiò a piangere, chiedendo “Cosa vuoi da me, Kubrick?”.


Il libro che Jack scrive contiene una singola frase: “All work and no play makes Jack a dull boy“, ripetuta più e più volte. Stanley Kubrick si occupò di digitare per davvero ogni pagina, sfogliata poi da Shelley Duvall.
Per la versione italiana del film, Kubrick,
che odiava i sottotitoli, usò la frase “Il mattino ha l’oro in bocca”. Per la versione tedesca, “Was Du heute Kannst besorgen, das nicht auf Morgen verschiebe” (“Mai rimandare a domani quello che puoi fare oggi”). Per la versione spagnola, “No por mucho madrugar amanece más temprano” (“Alzarsi presto non farà venire l’alba prima.”). Per la versione francese, “Un ‘Tiens’ vaut mieux que deux ‘tu l’aure'” (“Un uccello in mano ne vale due nel cespuglio”).


Danny borbotta “Redrum” 43 volte prima che sua madre si svegli e Jack cominci a sfondare la porta.

 

(approfondimenti: trivia page on IMDb)
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  • Bell’articolo, interessantissimo!!
    Mi fa sempre ridere come King non abbia mai capito che il film di Kubrick è mille volte più bello e profondo del suo romanzo…
    A proposito di Lloyd che pensava di recitare in un film drammatico, mi chiedo sempre quale “trucco” abbiano invece usato per il piccolo Miko Hugues nell’inquietantissimo Pet Sematary…

    • In effetti è un quesito interessante, magari cercando qualcosa lo scopriamo. Ti farò sapere. 😀

  • Ottimo articolo! ^^

  • Ottimo articolo davvero! Mi permetto di aggiungere che c’è un altro aneddoto riferito al film e cioè Dove a King venne l’ispirazione x scrivere la storia… ne ho parlato in qst post http://www.pensierospensierato.net/2013/10/stanley-hotel-non-e-lui-lalbergo-piu-infestato-al-mondo/

    • Ehilà! Grazie! 😀

  • Bell’articolo le uniche che conoscevo erano l’aneddoto riguardante l’incendio degli Elstree studios e la reazione di King (che è famigerata),certo che lavorare con Kubrick doveva essere parecchio stressante…

    • Io sono rimasto abbastanza impressionato dai settecentomila watt per finestra, per una luce che nel film sembra assolutamente naturale, non trovi?