L'Attico

Un po’ di napalm

“Mi piace l’odore del napalm al mattino.
Una volta abbiamo bombardato una collina, per dodici ore, e finita l’azione siamo andati a vedere. Non c’era più neanche l’ombra di quegli sporchi bastardi.
Ma quell’odore… sai quell’odore di benzina? Tutto intorno. Profumava come… come di vittoria.” il Col. Kilgore in Apocalypse Now, di F.F. Coppola. (1979)

Più che il blog, ve ne sarete accorti, a boccheggiare in questo periodo sono io. E non perché manchino argomenti di conversazione, ma perché più passa il tempo e più le statistiche mi danno un quadro allucinante di ciò che internet si sta rivelando, ovvero un covo di gente assetata di pettegolezzo e litigi.
E questa consapevolezza mi sta guastando il divertimento. Tutto qua.
È cominciato mesi fa, continua e sta pure peggiorando.
Siccome trattasi di statistiche, in teoria sarebbe possibile trarne una sorta di tracciato di gradimento, manipolare quindi i contenuti del blog per avere il maggior successo possibile.
Ecco, se fossi interessato solo agli accessi quotidiani, a quest’ora avrei raggiunto le mille e passa visite (NON pagine visitate) al giorno, parlando semplicemente di tre argomenti:

a) la scrittura

b) la polemica

c) le lamentazioni

Se volete aprire e gestire un blog di successo, affidatevi a questi temi. E non sbaglierete mai. Il contatore sarà sempre infuocato, i commentatori si daranno battaglia sulle vostre pagine, e diverrete celebrità, se avete il manico di continuare.

***

Riguardo ai contenuti, non è necessario che siano complessi e/o ricercati. Certo, sarebbe bello che fosse così, ma le statistiche mi dicono che non serve.
Articoli sui quali ho lavorato tanto sono stati snobbati, di contro, certi scritti in, uhm, non di più di un quarto d’ora, sono stati premiati con un diluvio di commenti e diffusi in ogni dove.
Perché?
Eh, è una domanda che mi faccio da un anno a questa parte.
La scrittura è l’argomento principe. Chiunque ci tiene a dire la propria, spesso puttanate neo-romantiche. Come se, a tacere al mondo la propria opinione, la scrittura stessa ne risentisse.
Gettonatissimi i decaloghi: quando scrivo, io scrivo così e colà.
E allora il pubblico s’infiamma e fornisce a sua volta decaloghi.
E le discussioni muoiono laddove nascono, a meno che non si manifesti il troll di turno capace di protrarla fino agli estremi.
Utilità pratica, alla fine, pari allo zero. Ognuno resta sulle sue posizioni. Però, ecco, si è chiacchierato parecchio e il contatore visite ringrazia.

***

La polemica è la linfa vitale di internet. Purtroppo, e dico purtroppo, ne faccio un uso smodato anche io. Ma l’impiego non è sistematico al tornaconto in accessi che riesco a registrare. Spesso è esigenza fisica, uno sfogo contro certe cazzate.
Ebbene, i miei post polemici sono di sicuro i più gettonati.
Per avere 8-900 accessi (sempre accessi singoli, NON pagine viste) al giorno, basta scagliarsi contro qualcosa/qualcuno e mandarli affanculo, letteralmente.
I visitatori desiderosi di sfogarsi mi premiano, sottoscrivendo lo sfogo, che è anche il loro.
Utilità pari a zero, anche questa. A parte il sollievo momentaneo dello sfogo in sé, e la consapevolezza che c’è gente che la pensa nella stessa maniera.
Ma è cosa di poco conto. Le polemiche non hanno mai cambiato nulla di ciò che ci dà più fastidio. Sollevano polveroni e basta.
Esaurita l’inerzia, il tutto ritorna a un silenzio desolante.
Il napalm della citazione a inizio articolo. Profumerà anche di vittoria. Ma se non c’è nessuno a cui far pesare la propria supremazia, è una vittoria di Pirro.

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Le lamentazioni sono polemiche a basso tono e dispendio di energie, condotte con ironia o con la semplice dimostrazione che un qualunque argomento di discussione è contraddittorio e finisce con lo smontarsi da sé o col dimostrare la propria illogicità.
Mi lamento del fatto che la semplice laurea in Italia non serva più a nulla?
Tutti i laureati nella mia stessa situazione saranno d’accordo con me. Ci si scambia qualche parere carico di livore verso ignoti, verso LORO o quelli là che decidono che le cose debbano andare così, ci si dà qualche pacca sulle spalle, e finisce la storia.
Piccolo sfogo, privo della ferocia propria della polemica.
Bloggare in queste condizioni e su questi presupposti è come allevare criceti, farsi una platea di scontenti e amareggiati che si scaglieranno contro i nemici che, di volta in volta, sceglierete rendendoli protagonisti dei vostri articoli.
Carpire visitatori occasionali, che spesso giungono da blog satelliti soltanto per assorbire il malcontento.
Di fronte a un litigio palese, poi, o a una polemica tra blog, il contatore ringrazia anche di più.

***

Le recensioni negative tirano anche loro. Come se, parlar male di un certo regista, e in termini aggressivi, risollevasse la giornata di certi lettori.
E lo scopo del bloggare si fa sempre più lontano. Non riesco quasi più a vederlo. I post più cliccati degli ultimi mesi di Book and Negative sono, dunque, i seguenti.

Il Crociato anti-eBook
White Summer of Love
Il Crociato anti-eBook 2
Aurea Mediocritas
Mi chiamo Hell. E faccio il blogger
Un parere sull’eBook. Ma anche no.

Ammetterete che è quanto meno singolare che gli articoli più letti in questi mesi di un blog di cinema esulino TUTTI dal cinema. E vadano a trattare, con toni duri e polemici e senza un briciolo di approfondimento, altri temi caldi, sui quali si litiga più che volentieri.
Certo, li ho scritti io. E in quel momento mi faceva piacere che fossero condivisi.
Però adesso trovo sia inevitabile pormi la domanda: che senso ha, tutto questo?
Visto e considerato che a mesi, settimane dalla loro pubblicazione, nulla è cambiato. Né c’era alcuna speranza che qualcosa cambiasse davvero.
Sono solo chiacchiere, dunque. E io le chiacchiere le odio.
Ogni tanto è bene fermarsi a ragionare, e fare pulizia, se occorre. Magari usare un po’ di napalm in casa propria, perché continuare in questo modo sa di pratica masturbatoria.

soundtrack

Kick-ass writer, terrific editor, short-tempered human being. Please, DO hesitate to contact me by phone.
  • Credo di non aver fatto una polemica di proposito in vita mia, ma ne ho scatenate – non sul mio blog, tuttavia – per ingenuità diverse. Tendo a defilarmi se non le considero vitali. Preferisco così.

    Certo siamo in un brutto periodo e con il caldo mi sa che un sacco di gente spara fuori, a volte basta un Mi piace sbagliato su facebook per far saltare i nervi alla gente

    Fossi in te però non mi preoccuperei. Ci sai fare, sei uno stimolo per la maggior parte dei blogger che conosco – me compreso naturalmente – e hai sempre qualche idea nuova per inventarti qualcosa.
    Il male e la miseria tanto non lo leviamo di mezzo noi blogger, sarebbe bello poterlo fare

    Io ho idea precisa del perché bloggo e la porto avanti. Ci vorranno anni per riuscire a fare quello che desidero, ma ci credo e non ci rinuncio anche se non passa giorno senza che qualcosa mi urti o mi ferisca

    • Anche io ho idee chiare, e proprio per quelle idee mi sono accorto che la strada presa dal blog non mi piace. Spero proprio di riuscire a inventarmi qualcosa, sì. ^^

  • […] Visita il sito bookandnegative oppure iscriviti al feed Leggi l'articolo completo su AlterVista […]

  • Sono arrivato più o meno alle stesse considerazioni… dopo quasi due anni di blogging. A che scopo bloggare? Devo per forza infarcire di rant e sfoghi il mio blog? Devo rifarmi il fegato per ottenere più visite?
    Meglio confrontarsi con poche persone coerenti piuttosto che con una folla inferocita che passa subito ad altro…

    PS: L’allevamento di criceti va fatto. C’è del potenziale.

    • Sì, perché la storia delle visite è gratificante fino a quando non scopri che tra chi ti segue ci sono pure quelli che ti odiano a morte per ogni cosa che scrivi.
      Una volta capito questo, si vive molto più sereni.

      PS: magari potrei venderli a un circo, dopo averli allevati e ammaestrati. 😀

  • “La scrittura è l’argomento principe. Chiunque ci tiene a dire la propria, spesso puttanate neo-romantiche. “

    LOL XD

    • Dì che non è vero e scomparirò. 😀

  • sai che da parte mia, la polemica, arriva solo in casi eccezionali, e anche in quei momenti è sempre pacata e rispettosa.
    Quindi è naturale che capisca il tuo punto di vista, non potrei reggere più di un mese se dovessi sottostare a politiche di calcolo come queste, ne tantomeno mi divertirei più a bloggare.
    Il bloig deve essere una passione piacevole, che contribuisce ad allargare una certa cultura digitale e, al tempo stesso, anche il nostro io interiore. le visite fanno piacere, così i commenti, ma se vengono solo per fomentare un malcontento… beh, ne faccio volentieri a meno:
    E, tranquillo, vedrai che i tuoi prossimi post saranno super, come al solito! 😀

    • Si spera…
      Grazie del supporto. 😉

  • Io ne parlo lunedì sul mio blog. Ma, come ti anticipavo ieri, lo farò in termini positivi ed entusiastici 🙂 Paradossale ma vero.

    • Allora aspetterò lunedì. 😉

  • Che i post di contenuto siano in drammatico calo di “ascolti” lo noto da mesi, quindi non è una cosa riconducibile al periodo estivo.
    Anni fa, quando iniziai a bloggare, il fenomeno era contrario: le recensioni erano gli articoli più cercati e letti.
    Visto che non ho cambiato poi così tanto il mio palinsesto, e leggendo anche il tuo sfogo, mi pare di capire che ci sia proprio un’inversione di tendenza.

    I post polemici e le lamentele ci stanno quando sono spontanee. Non ne farei a meno. In altri casi (in molti casi) sembrano costruiti all’uopo per attirare visitatori. In casi ancor più specifici si nota una precisa strategia “editoriale”, pensata addirittura su un tempo molto lungo.
    Probabilmente la cosa ha pagato in termini di visite, ma io non riesco né voglio fare qualcosa del genere.
    Infatti sto apprezzando, come ti dicevo altrove, il fatto di perdere lettori, ma di averne di più attenti e gentili.

    • Io cercherò di evitare gli sfoghi, d’ora in poi. Cosa difficile, conoscendomi.
      L’unica soluzione è ignorare i commenti di certi lettori e soffermarsi solo sugli articoli, probabilmente.
      Comunque, sono davvero in difficoltà. Non era mai successo.

      • Ecco, ‘sta storia che i supereroi non piacciono e le relative reazioni e critiche mi incuriosisce molto. Vorrei saperne di più, per capire.

      • Io invece continuerò a bloggare d’istinto. Mi sfogherò quando ne avrò bisogno, non rinuncerò alle recensioni perché molti non se le filano, continuerò a scrivere di supereroi anche se a qualche gne-gne “non piacciono”.
        L’unico vero cambiamento è nella gestione dei commenti, spietata.

    • 12 anni ago

    Ecco ad esempio, potrebbe sembrare strano che io ti comkenti solo sui tuoi post polemici ultimamente, vero? 🙂
    In realtá quando lo faccio, lo faccio perchè mi sembra di darti un incoraggiamento virtuale ad andare avanti per la tua strada.
    Magari commento di meno sui tuoi post cinematografici perchè è un periodo che commento di meno in genere, dato che comincio a sentire la stanchezza estiva (vabbè, io sono nato stanco, ma quello è un altro discorso….:))
    Tutti credo, abbiamo notato il disinteresse- o quasi -verso post in cui credevamo molto mentre altri pubblicavano flame polemici raggiungendo visite clamorose.
    La domanda è però, quella strada fa veramente per noi?
    Io penso di no. Perchè è una strada che funziona solo nel breve periodo.
    Saremmo poi in grado di portarla avanti?
    Penso ancora di no, perchè io non sono portato per queste cose, e credo nemmeno tu.
    Nemmeno la maggior parte dei blog che conosciamo se per questo.
    Mesi fa assistetti ad una piccola caduta delle visite,ricordo che cirimasi male. Parecchio male.
    Pensandoci meglio mi resi conto di una cosa: nel bene o nel male i miei post sono stati sempre commentati e sempre da commentatori di qualitá, troll pochi e subito messi alla porta, poco alla volta facendo i discorsi sugli argomenti che volevo e che mi piacevano ho raggiunto una quantitá di visite che definirei soddisfacente.
    Tu su questi aspetti sei messo infinitivamente meglio di me, come blogger sei migliore di me.
    La domanda successiva è: preferisci la qualitá o la quantitá?
    E a questo punto,perchè blogghi, perchè ti piace o per altri motivi?
    Io credo che tu ti sia giá risposto.:)
    Un abbraccio.

    • Grazie mille, ma non la mettere su un discorso del genere. Tu con le tue interviste stai insegnando molto a tutti. E non scherzo.

      Quello affrontato nell’articolo è un discorso che mi preme particolarmente, proprio perché ho la mia bella fetta di responsabilità in merito. Io sono andato a braccetto con la polemica per troppo tempo, ma solo perché, ripeto, certe volte mi ha fatto bene sfogarmi su certi fatti che mi sembravano troppo assurdi perché potessi far finta di nulla.
      Ora però sono a disagio, per me stesso, in primis, e poi a causa di questi strani individui sempre a caccia di sangue e litigi.

      Per cui niente, come è successo altre volte, in tre anni, sono a un altro bivio da cui dipende la sopravvivenza del blog. Questa volta il dubbio è gigantesco e il disagio maggiore che tutte le precedenti. Bisogna vedere se sono in grado di ricominciare o no.

      Ecco, spero che almeno questo post venga percepito per ciò che è: autocritica.

      Grazie, Nick. 😉

  • Mah, che dire? Mi sembra quasi di rileggere quello che ho scritto martedì sul mio blog, quindi sono fortemente d’accordo con quello che dici. 🙂
    Anche oggi ho scritto qualcosina di simile, ma mi sto rendendo conto che anche a me certi argomenti stanno venendo a noia…

    Il blog è nostro e ce lo costruiamo come vogliamo. 🙂

    Ciao,
    Gianluca

    • Io domando scusa, ma in questi giorni non ho seguito nessuno dei blog, quindi neanche il tuo, per casini di vita privata.
      Dici bene, a trionfare è la noia. Quella che sto cercando di combattere con tutte le forze.
      Infatti oggi volevo scrivere un altro articolo, per risalire subito in sella, dopo essere caduto.
      Speriamo sia la volta buona.
      😉

      • Non che in queste settimane non ci abbia già provato, lo sai bene. Però sono ricaduto spesso e volentieri nella polemica. E non mi piace. Non dovrei averne bisogno.
        Soprattutto non è utile a nessuno.

      • Esattamente!
        E poi, comunque, il cambiamento è un segno positivo. 🙂

      • Un ripensamento sarebbe cancellare i posti incriminati. Ma non lo farò. Non ha senso ed è anche stupido. Come dici, quello che ho scritto è lì perché ho voluto scriverlo. E lo sfogo e i relativi commenti accesi mi sono pure piaciuti.
        Ora però ho visto le cose da un’altra prospettiva. E mi sono sentito davvero fuori posto.

      • E di cosa ti scusi, scusa? La sincronicità esiste, non puoi certo remare contro. u_u

        Però ecco, quello che intendevo con “il blog è nostro e ce lo costruiamo come vogliamo” era che se prima ci siamo anche lasciati andare a polemiche o lamenti, non ci devono essere ripensamenti. In quel momento era ciò che volevamo pubblicare, quello che sentivamo, quindi va bene così. Come va bene essere venuti a noia di certi aspetti e decidere di non trattarli più. Insomma, siamo artefici del nostro blogging. 🙂

        E sì, sono sicuro che i tuoi post futuri saranno di nuovo in sella, belli come sempre. 🙂

        A proposito, occhio al calendario, per domani. 😉

  • E io che speravo di trovare un post su Apocalypse Now!

    Io credo che l’inasprirsi del clima dipenda anche dalla stagione – da maggio a settembre le visite calano, se si gestisce il blog con l’occhio all’hit-counter, tocca inventarsi qualcosa per alzare gli indici.
    E allora vai con una bella polemica.
    Ho anche l’impressione – ma è una mia impressione – che certi blogger stiano accusando un calo di popolarità, e stiano correndo ai ripari; e nulla c’è di meglio che trovare un nemico da attaccare per creare un clima noi/loro utile ad alzare gli ascolti.

    Io sul mio bloggarello di periferia ho notato una cosa – non solo la polemica paga, ma i post non polemici (che poi sono quelli che mi interessano davvero, ovviamente) oltre ad avere un minor numero di commenti e visite, non mancano nelle ultime settimane di attirare sempre e comunque almeno un commento astioso/aggressivo.
    Spesso osservazioni lecitissime, bada bene, ma espresse nella maniera più feroce.
    Sempre da commentatori al loro primo commento.
    Sempre da gente, insomma, passata di lì per caso.

    Io continuo a sostenere sia una questione di dipendenza da dopamina.

    • A proposito di Apocalypse Now e di articoli relativi a classici del cinema. Sai cosa mi è stato detto?
      Testuali parole: “Un argomento di cui non ha scritto nessuno…”
      Osservazione sarcastica alla mia espressa volontà di parlare/scrivere di Blade Runner.
      E la cosa veniva da un amico. Figurarsi i nemici…

      La mia riflessione scaturisce solo dalle statistiche del mio blog. E la consapevolezza mi fa un po’ incazzare. Ma credo che riguardi tutti i blog a questo punto.

      Ecco, la cosa dei commentatori di passaggio, a cui ho fatto un breve riferimento, che ci tengono a lasciare traccia del loro astio stento a comprenderla fino in fondo.
      Voglio dire, è come se mi mettessi tutti i santi giorni a navigare per andare a pescare i post che più mi fanno incazzare. Mica facile, a pensarci…

      • … o come se io mi mettessi su un angolo di strada a insultare tutti quelli che passano per come son vestiti, come camminano, come parlano…
        Nella vita analogica sarebbe improponibile.
        Nella vita digitale sta diventando una costante.
        Incomprensibile.

  • Davvero un clima deprimente. E certi atteggiamenti oramai nenache mi fanno più arrabbiare… Ne sono solo stanco. Punto e basta.

    • Ma la stanchezza è una scusa buona per fermarsi? Per quanto mi riguarda no. 😉

  • Mi sono rivisto Fight Club ieri sera.
    Ad un certo punto, Brad Pitt dice: “Migliorarsi è un atto masturbatorio. Distruggersi, invece…”
    Oggi credo sia proprio l’inverso.
    La “distruzione” (di sè stessi, degli altri, di un film, di un fumetto, di un libro, di qualsiasi cosa) è atto masturbatorio è fine a sè stesso, come dici tu. Il “postulato Santini” non sbaglia, e credo che in tutti i blog, ogni qualvolta si alzi la voce, il successo è assicurato.
    Questo perchè tutti, chi più, chi meno, amiamo comunque “lo sfogo” o “il pettegolezzo” (o proprio lo smadonnamento) nei confronti di questo o quello. Ci divertiamo nell’assistere al litigio tra Tizio e Caio. Inutile pure nasconderlo.
    Magari il paragone è esagerato, ma i blog “oggi” li possiamo accomunare un po’ alle arene gladiatorie, con i blogger in vece dei gladiatori, e i commentatori e i visitatori a mo’ di spettatori, che incitano questo o quel campione ad uccidersi l’un l’altro a colpi di post.

    E le sane palestre di discussione e confronto costruttivo? No, grazie.
    Non sono più di moda.

    • Io infatti sono sempre più persuaso, ahimé, dell’inutilità del confronto.
      Meglio parlare con poche persone che con migliaia. Perché alla fine nel secondo caso non si giunge a nulla. Solo a pomeriggi, serate intere passate a litigare, senza alcuna moderazione.
      È un bel problema, in effetti.
      E ammetto di non riuscire a proporre alcuna alternativa valida.