L'Attico

Spore della Fantascienza

Si comincia, come diceva Egg Shen, dal molto piccolo. È da lì che iniziano tutte le storie. O dal molto vicino: la mia famiglia. Ho uno zio che legge solo fantascienza. E questo lo fa da sempre. Non so, probabilmente possiede un paio di migliaia di libri del genere. Tutti gli Urania bianchi, coi Cerchi di Thole e l’aspetto di tante lavatrici, più che di oblò. Questo che vuol dire? Che la fantascienza è nella sua vita da sempre, anche ora che lui è vecchio. Come lui e meglio di lui (nel senso di libri posseduti) ce ne saranno altri. Eppure, la fantascienza è un genere che boccheggia, attaccato ai respiratori. Ovviamente, si parla della fantascienza in Italia, dove ogni genere fantastico è, nel migliore dei casi, sciocchezza con la quale non ci si può (e non ci si deve) identificare. Mettiamo un po’ di musica, va…
Svegliatevi. È così che noi appassionati del fantastico siamo visti da quelli che c’hanno i soldi e che fanno spettacolo, che siano editori o produttori cinematografici e/o televisivi.
A essere ottimisti, un lavoro di fantascienza qui in Italia potrebbe, e dico potrebbe essere accettato, realizzato e distribuito per il grande pubblico solo e soltanto se contenesse introspezione, critica sociale sul lavoro, la famiglia, i figli, con l’aggiunta di qualche dramma psicologico e d’attualità, tipo l’immigrazione. Perché? Perché qua credono ancora alle favole, ovvero alla morale. Un prodotto di fruizione popolare che si rispetti deve ammaestrare (o moralizzare, o entrambe le cose). Ci si deve identificare con esso e, magari, esserne rasserenati. La pace sociale. Le cose andranno meglio, non è così? Certo, come no.

***

Siete lettori di questo blog, e se non lo siete diventatelo. Quello che penso di come il fantastico venga gestisto in questo paese è noto, così come il mio giudizio sul cinema e la letteratura italiana: scelgo di ignorarle.
Un tempo non lontano qualcuno avrebbe potuto dire che sbagliavo. Ora non più. Sono convinto che fregarsene della scena italiana sia l’unico sistema per continuare a usufruire di opere di spessore che provengono nella loro totalità, dall’estero. Certo, le cazzate le scrivono/producono/pubblicano anche da quelle parti, ma lì accanto c’è roba buona.
In questi giorni sono partite due iniziative delle quali si discute. Un concorso sci-fi di Angelo Benuzzi e una collana di narrativa sci-fi di una casa editrice neonata, la Pyra. Entrambe vorrebbero ridare smalto al genere così tanto vituperato in oggetto. Idee lodevoli. Di sicuro non sta a me giudicarle. Questo articolo non nasce da esse, ma da ciò che ne è derivato.
La discussione sulla sci-fi in Italia s’è portata avanti, fino a proporre “il fronte comune”, cui dovrebbe seguire l’apertura di blog, caffè letterari virtuali, in cui poter riunire gli appassionati e scambiarsi pareri e segnalazioni.

***

Non sono la persona adatta per questi ragionamenti. Individualista convinto, soffro in presenza di qualsiasi prospettiva di gruppo e/o associazione. La collaborazione con Alex è qualcosa di diverso, una comune insofferenza verso i paletti universali della vita (discorso da riprendere). E poi io aborro il genere, qualunque esso sia.
Il genere è una chimera la cui natura malsana infetta coloro che lo sostengono, irrigidendoli su posizioni nette, precise, ma allo stesso tempo inutili. Certo, ci sono anche i bravi ragazzi, ma la maggior parte è gente cieca che bada ai nei del genere più che alla pelle. Un altro guaio è che si debba ancora chiarire affermazioni come questa, tra parentesi, sennò spuntano gli obiettori della domenica: “eh, ma gli appassionati non sono tutti così!”. E grazie al c…
Chiaro, no?
E poi, di fronte alla mia obiezione scatta la legittima questione del confrontarsi, dell’avere un posto in cui interagire tra appassionati. Tutte belle cose.

***

Ma il punto è che ce l’abbiamo già. Quei punti in cui radunarsi, confrontarsi e scambiare idee sono i nostri blog. Esistono già. Solo che noi siamo così abituati a perdere, che non vediamo neanche ciò che abbiamo costruito. Ed è una cosa grossa, che cresce ogni giorno di più (escludendo le ovvie metafore sessuali).
Ce ne dovremmo accorgere dal numero di mail richiedenti segnalazioni di questa o quell’altra manifestazione. Dal numero di lettori, tutti a cercare film e/o libri che in libreria/videoteca, a chiederne, non sanno manco cosa siano.
I nostri blog esistono. Come si fa a non vederli?
Qui parlo per esperienza. Ho gestito un forum e ora gestisco un gruppo su FB, un gruppo di “fantascienza” dove, ok, si cazzeggia più che altro e ci si diverte. Ma, ehi, è un gruppo. All’inizio sono fuochi artificiali. Si parte con un entusiasmo senza pari, ci sono molti iscritti che non vogliono lasciarsi scappare l’occasione, si postano video e citazioni di “esempi del genere”. Dopo di ché, passata l’onda, restano i soliti quattro gatti, gli irriducibili. E le presenze attive tornano a essere quelle di chi, come me e alcuni di voi, in queste cose ci crede sul serio, e non ha mai smesso, né ha intenzione di farlo.
Per cui, ripeto, il gruppo c’è già. Perché disperdere i nostri lettori creando qualcos’altro? Qualcosa che, come ho scritto da Alex, a meno che non divenga icona-pop, seguita ossia anche da spettatori che di fantascienza non ne masticano troppa, non cambierà poi molto la situazione attuale? Parliamone, se vi va.

Le immagini provengono dal mio tumblr.

Kick-ass writer, terrific editor, short-tempered human being. Please, DO hesitate to contact me by phone.
    • 13 anni ago

    Da amante della fantascienza e spietato etichettatore, non conosco queste iniziative e sorry, non mi interessano. L’ignoranza come scusa era buona 15 anni fa, ora siamo nell’era di internet: se qualcosa ti interessa o ti appassiona, la trovi. Circoli e associazioni sono obsolete e castranti.
    E secondo me non portano da nessuna parte.
    Che male può fare? Beh, perdere il mio tempo a mio modo di vedere è MOLTO male. Io personalmente non ho voglia di leggere e neppure di scrivere fantascienza “italiana”. Questo decreta la morte del genere in Italia? E allora? Cioè, vogliamo continuare a illuderci che il nostro è il paese dell’arte e della cultura? Di roba morta ne siamo pieni, in Italia.
    È il periodo meno indicato per questo genere di cose, a mio avviso: la gente si vergogna di essere italiana, e boicotta tutto ciò che è italiano, perché gli fa schifo. Magari fra un decennio ne riparliamo.
    Ecco, se una casa editrice o gruppo o chicchessia si prefiggesse come primo obiettivo la diffusione nei paesi anglofoni e il confronto con realtà editoriali vive e competitive, e quindi finanziasse-organizzasse la traduzione dei testi, forse avrebbe un senso e potrebbe essere potenzialmente formativo per gli scrittori italiani. Ma così… quattro gatti che scrivono per quattro gatti…
    Scusate ma ho altro da fare.

  • […] Visita il sito bookandnegative oppure iscriviti al feed Leggi l'articolo completo su AlterVista […]

    • 13 anni ago

    Come diceva Glauco ci starebbe bene un Lagavulin, potendo anche un Talisker che non mi dispiace neppure lui.
    Io sono felice che tu abbia scritto questo post, anche e sopratutto perchè non sono d’accordo con parte del suo contenuto e delle successive informazioni presenti nei commenti.
    Non uso a casaccio la parola amico, esattamente come fai tu, ma la spendo volentieri nei tuoi confronti perchè avverto quella vicinanza che permette a due persone di bersi in silenzio un drum di whisky.

    La SF è in uno stato deplorevole ed è anche colpa nostra. Come lettori, come scrittori per chi esercità questa facoltà, come spettatori di troppa roba scadente. Non credo che una o cento iniziative senza padrini&padroni possanbo cambiare le cose ma ho sempre preferito metterci la faccia che rimanere a guardare. Fai lo stesso anche tu ma usi una strategia diversa. E va bene.

    Citavi Splattergramma, idea ottima di Elvezio, e la sua scarsa fortuna. Well, se c’è una cosa che quel buon lavoro insegna è che non basta essere bravi, bisogna raggiungere più gente che si può. Per come vanno le cose forse anche un badge e uno slogan possono servire. A un paio di persone serviranno per godersi tre libri ciascuno, sempre meglio di un ceffone. 🙂

    Take care man, always watch your six.

    • Ma ti pare, peccato non conoscersi dal vivo.
      C’è da dire che ho un carattere acceso e forte, e penso anche tu. E siamo piuttosto simili, mi pare di capire.
      E sì, coi miei amici ci litigo, ci discuto, e va bene così. Non credo sia questo il caso, un litigio intendo, ma solo uno scambio di vedute che, per come la penso io, fa bene a tutti, soprattutto a chi pensa che siamo degli yes men asserviti a una causa comune, quale essa sia.
      Non è così. Siamo degli individui.

      Per me, lo stato del fantastico in Italia è pietoso, ma nulla vieta di provare a migliorarlo, sempre che si abbia la voglia. Non sono convinto della possibilità di ottenere risultati, ma questo è il focus del post.
      Ma il discorso che volevo fare io, che poi è stato ignorato da tutti, è che i nostri blog hanno già fatto tanto, e con nostri intendo di tutti voi presenti nel mio blogroll (te compreso) e anche quelli presenti nei vostri rispettivi. Siamo tanti e i nostri pareri cominciano a pesare.
      Io sono convinto non che basti, ma che sia un buon inizio, destinato persino a diventare più grande, se continuiamo su questa strada. E che dobbiamo rendercene conto, noi stessi per primi. E, boh, con me iniziative atte a centralizzare le cose non hanno mai funzionato, ma magari sono stato sfigato io.
      Poi, che tu ci creda o no, il successo della sci-fi, magari a causa/per merito di queste piccole cose, pure un banner, non può che farmi piacere.
      Per quel whisky, io ci sto. Ci mancherebbe.
      🙂

  • Non so se posso berlo, devo leggere le controindicazioni 🙂

    • Devi bere l’amaro calice fino in fondo. (cit.) 😀

  • @elgraeco & Alex:
    Questi discorsi andrebbero fatti con un bel bicchiere di Lagavulin tra le mani… o se preferite un buon Oban, e rigorosamente davanti a un caminetto! ^^

    • Va benissimo il Lagavulin. 😉

  • Ma io ho sempre detto che la catalogazione è necessaria. Oh, ma è impossibile.

    ahahahahah 😀

  • Sul genere quoto Glauco 🙂

    Alla fine, anche se antipatica, una scala di riferimento è necessaria.
    Sennò va a finire che “2061 – un anno eccezionale” lo fan passare per fantascienza 🙂

    Per quel che mi riguarda il “genere” è tutto ciò che ha un elemento fantastico e/o avventuroso. Quindi tutto ciò che non è mainstream.

  • Io non sono nemico di nessuno. Però sono da sempre abituato a dire le cose per come le penso.
    Allora, che a me la situazione Italiana faccia schifo potrò dirlo o no?
    Oh, chiarito questo, io considero amico anche Angelo. Ma ripeto, io per scrivere questo articolo mi sono basato sulla discussione che è seguita a queste due iniziative (le ho definite lodevoli non per fare la leccata, ma perché mi sembrano cose ottime). Solo che ho avuto il dispiacere di far parte di gruppi simili che non hanno avuto vita lunga.
    Ridotto ai minimi termini, se dobbiamo essere sempre noi a discutere e scrivere, non è che cambia molto, rispetto alla realtà attuale. Questo solo volevo dire, non scatenare polemiche.

    Ma di sicuro non vi remerò contro se scegliete di farlo, ci mancherebbe. Anzi, potrei pentirmi un domani e cambiare idea, chissà.

    😉

  • @elgraeco:
    Non c’è bisogno di alzare il grassetto. ^^

    Nel mio intervento cercavo di esprimere la mia opinione in toto, sia sui luoghi di raduno (che è praticamente uguale alla tua), sia su iniziative come quella di Pyra.

    E riguardo a quanto ho detto, del fatto che voglio leggere racconti italiani e quant’altro, era in riferimento a uno dei tuoi commenti, in cui affermi:

    [quoto]Il fatto è che ho letto di far riscoprire il genere ai lettori potenziali. Ebbene, secondo me non funziona.[quoto]

    Io credo invece che il problema stia proprio lì… anche se la parola giusta non dovrebbe essere “riscoprire” (che sottointenderebbe una precedente scoperta e il successivo abbandono), bensì “scoprire”.

    C’è molta gente (vedi ‘lettori potenziali’) che guarda con sospetto alla fantascienza perché è presentata con i soliti Asimov e bla bla bla. Io amo Asimov ma ammetto che il suo stile è ormai antico, superato, difficile da digerire per le menti più giovani.

    Ci vuole carne fresca, nuovi autori, nuove storie. E da qui mi ricollego al precedente commento.

    Tutto qui… il mio appunto era inteso a sottolineare lo scopo della collana Gemini e non fare accuse nei tuoi confronti.

    Quanto al bisogno di avere dei “generi”, perdonami, ma io credo sia necessario avere una scala con cui definire le varie tematiche narrative. Non vorrei mai che 3MSC di Moccia venga mischiato alle opere di Heinlein perché si ipotizza che sia ambientato su un assurdo universo parallelo (e quindi fantascienza). Un po’ di ordine è meglio farlo… anche se i ‘generi’ a volte risultano troppo rigidi per poter accorpare in modo coerente le opere scritte ^^

    • Glauco:

      figurati, anzi scusami ma non riesco a togliere la moderazione ai tuoi commenti. Alla fine ‘sto blog lo butto e ne apro un altro. I miei interventi sono a beneficio dei lettori che cercano il sangue. E che magari credono di trovarlo. Il grassetto serve a far notare le cose a quelli che leggono di fretta.
      Allora, qua, fino a prova contraria si discute civilmente, anche e soprattutto quando non si hanno idee simili. Tutto qua.

      Grazie dell’intervento. Ora il discorso è molto più chiaro. 😉

  • Per come la vedo io, non si tratta di creare un posto figo, di fare un club o altre cose del genere.

    I blog vanno benissimo, anzi, come è già stato detto alcuni sono delle vere e proprie miniere e sono insostituibili, vedi Mana, ma anche questo ed altri.
    Il problema è che non tutti quelli a cui la SF interessa li frequentano, vuoi perchè magari proprio non li conoscono (entrambi i blog che ho citato, il tuo e quello di Mana, ad una prima occhiata e senza una lettura approfondita e continuativa, non sembrano molto legati alla SF), vuoi perchè non conoscono il blog come mezzo di comunicazione e non ne sono attratti.

    E un altro aspetto da tenere in considerazione è che, è inutile negarlo, anche attraverso i blog si tende a creare una sorta di “circolo” (concedimi il termine poco felice) frequentato
    da pochi assidui, da altri meno attivi e da molti che leggono e basta. In ogni comunità succede questo.

    L’idea, come dicevo, non è di creare un club compiacente e pieno di lustrini e nemmeno di costruire una macchina da guerra con cui conquistare il mercato, ma, utilizzando le parole di Angelo, di creare qualcosa che possa aggregare i vari “dispersi”, di fare conoscere reciprocamente tante piccole realtà.
    In un paio di forum che frequento ed in cui ho dato la notizia, ho ricevuto diversi riscontri positivi, da parte di persone che abitualmente non ruotano attorno alla blogosfera in generale e a questo gruppo di blog nello specifico.
    Certo, l’entusiasmo iniziale ed i risultati concreti sono due cose completamente diverse, ma un tentativo non mi pare nemmeno come una cosa così negativa. Se non andrà in porto, sarà uno dei tanti progetti falliti, con buona pace di chi ci si sta dedicando. Se non si riuscirà ad allargare il cerchio di conoscenze rimarremo noi (mi ci metto anche io, nel mio piccolissimo) e pazienza.

    Anche il discorso del forum al momento è tutto da discutere. Dopo tutto è un mezzo come possono esserlo i blog, un gruppo FB, o un qualunque altro. Ognuno di questi mezzi ha i suoi pro e i suoi contro, e ovviamente sono tutti da valutare, tenendo presente che una soluzione perfetta non esiste.
    E non è detto che un forum serva solo per chiacchiere o commenti sterili. Ce n’è un infinità di forum infestati da bimbiminkia spammoni, ma tutto sta alle regole che ci si danno (e che vanno fatte rispettare) e a come viene gestito il tutto fin dall’inizio. Esistono anche forum seri, ne ho frequentati diversi nel corso della mia esperienza in rete.

    A proposito, so che non ti riferivi a me, ma lo scetticismo personalmente non mi sta sulle palle, solitamente sono il primo a diffidare dai facili entusiasmi e delle persone troppo autoconvinte.
    Anzi, mi ha fatto molto piacere leggere un articolo come questo, che pone in luce anche gli aspetti meno convincenti dell’iniziativa e che fornisce un punto di vista sicuramente sicuramente utile.
    Poi, che linkare un articolo non significhi automaticamente criticarlo mi pare ovvio, ma forse sono io ad essere un pò troppo ingenuo 😉

  • Mi importa quando, puntualmente, vengo frainteso solo perché il mio discorso va controcorrente. Eppure mi impegno al massimo per non mancare di rispetto a nessuno.
    Ma la gente se ne fotte di leggere sul serio quello che c’è scritto e preferisce vedere solo i contrasti. Ecco perché. O almeno questa è la mia impressione. Può darsi che sbagli.
    Trovo sia inutile e irritante, soprattutto, ribadire a ogni commento ciò che si è scritto nel post. Che tra parentesi ho riletto dieci volte per vedere se potesse far nascere incomprensioni. Non mi pare.

    Io ti ringrazio, Davide, perché sei sempre disponibile al dialogo, anche quando l’argomento sembra essere antipatico. Questo è l’essenziale.
    Come te, di sicuro, ce ne sono altri.

    Hai centrato in pieno quella che è la mia diffidenza. Uno stemma non mi cambia la vita, un buon libro sì.
    Questo è il punto. E se si vuole la fantascienza buona la si costruisce anche senza gruppetti.
    Ma se gli altri li vogliono creare, ben venga.

    😉

  • Quanta amarezza!
    E proprio ora che stavo per postare io.

    Allora, di questa faccenda ne abbiamo già discusso di qua e di là, e credo che le reciproche posizioni siano chiare.
    Posto qui una versione condensata della mia.

    Io credo che fra il non agire e l’agire, sia meglio agire.
    E che l’agire in maniera tesa verso l’esterno sia meglio dell’azione autoreferenziale.
    Insomam, è bello stare in piedi su una scatola di legno a parlare, ma è meglio se c’è un pubblico.

    Questo non vuol dire che le iniziative di Angelo Benuzzi o dei ragazzi della Pyra siano il bene, e la tua scelta di starne fuori sia il male.
    Si tratta di azioni diverse – entrambe volte verso l’esterno anche se in maniera diversa, entrambe certamente meritevoli di tutto il supporto possibile.
    Diciamolo malamente – il tuo blog, il mio, quello di Alex, il blog di Luca (e tutti gli altri che non cito, scusatemi), l’iniziativa di Angelo Benuzzi e quella della Pyra, MoonBase… stiamo tutti lavorando nella stessa direzione.
    Il fronte comune c’è già – è nato quando ciascuno di noi, in tempi e situazioni diverse, s’è reso conto che amava certi libri, certi film.

    Tu allora mi dirai – a questo punto a cosa ci serve un distintivo?
    E io potrei risponderti – e che male potrebbe farci?

    Capisco, certo, il pessimismo, e ne abbiamo discusso nei commenti di là da Alex (ma tu poi sei riuscito a digerrila la marmotta? Bleah… mai più).
    Capisco anche la diffidenza, e in parte la condivido: non vorrei che qualcuno intendesse una spilla sul bavero come l’aderenza ad un partito, ad una organizzazione con leggi ferree amministrate senza pietà.

    Però credo che siano comunque attività da considerare – quella come tutte le altre.
    La diversità, la varietà, sono fonti di robustezza.

    Io personalmente preferisco altre cose – non sono una bestia da forum, preferisco il blog personale su cui faccio quel che mi pare quando mi pare, o la blogzine di cui accenna Alex, che invece mi obbliga ad una disciplina.
    Facciamolo.
    E se qualcuno farà qualcosa di diverso, avrà il mio appoggio.

    E chiudo questa lunga sbrodolatura con un commento molto personale sull’annuncio di non voler più parlare di genere (e di scrittura).
    Come diceva Dick Feynamn… cosa ti importa di ciò che dice la gente?
    Continua a fare i post sugli argomenti che ti pare.
    Chi non sopporta il caldo, che esca dalla cucina.

  • Comunque, è l’ultima volta che scrivo discussioni del “genere”. 😀

    Questa si va a sommare a quelle sulla scrittura. Evidentemente lo scetticismo sta sulle palle ed è di difficile comprensione.
    Ciò che davvero non sopporto è la strana associazione di idee che vede un link nell’articolo e che automaticamente fa diventare l’articolo stesso critica a quel link.

    NON è così. E NON permetto che si dica altrimenti.
    E poi Tararà (Pyra Edizioni) è un mio amico. Massimo rispetto.
    Anche se non c’era (o non ci dovrebbe essere) bisogno di dirlo.

  • E che cos’è il genere? LOL

  • Ecco, su questo per esempio dissentiamo: io credo fermamente nel genere, anche se lo vedo come una cosa ampia. Né sci-fi, né horror né fantasy (etc), bensì solo il genere, appunto.
    Poi ritengo che abbia dei confini mooooolto estesi, un po’ tipo la Cina che non sai bene dove finisce, ma per me esiste 😉

  • Che poi è anche la mia idea. È che sono da sempre allergico alle bandiere, che vuoi da me? ^^

    Andare sotto il vessillo sci-fi o qualsiasi altro vessillo è una cosa che non tollero.
    Le collaborazioni sono diverse dai gruppi. C’è più spontaneità e meno regime.
    E PARLO IN GENERALE (che palle dover ribadire sempre!)

    😀

  • L’utilità, detta spiccia perché sto navigando “di frodo” è quella di scambiarsi buone idee, di allacciare collaborazioni con persone di cui ti puoi fidare e, per finire, la promozione.
    Ovviamente non intendo “un sacco di posticini”, che non si rivolgono all’esterno, bensì ai soliti lettori.

    Un’idea ottima, a mio modo di vedere, era quella proposta settimana scorsa da Davide: una sorta di blozine divisa in tre settori – fantascienza, horror, fantasy – (o giù di lì), in grado di proporre materiale e non concetti, come spesso facciamo sui blog.
    Materiale vuol dire: racconti, news, recensioni, ebook.
    Certo, non è una cosa semplice da mettere in piedi, e magari nemmeno interessa farlo.
    Ma questo è un “luogo” che avrebbe senso.

    Esisteva già qualcosa del genere, Horror News 24, che secondo me doveva tenere aperto, assestarsi dopo il primo calo di ascolti (sì, ok, di contatti) e vedere quale target coprire sul medio lungo periodo.

    Niente forum, niente gruppi FB. Cioè, ok, facciamoli, che è divertente e non fanno male a nessuno, però non aiuteranno a cambiare un fico 😉

  • @ Glauco
    Fermo restando che l’iniziativa della Pyra è lodevole, non è nemmeno il focus dell’articolo che invece guarda con scetticismo proprio ciò che tu stesso, l’hai scritto ora, non approvi: gruppi, associazioni e compagnia bella.
    Chi ha mai parlato di non scrivere fantascienza?

    @ Alex
    In quanto ai luoghi, uhm, non so, non riesco a vederne l’utilità.
    Un conto è scrivere, produrre romanzi o quel che è. Un conto è creare un sacco di posticini fighissimi che poi moriranno di morte naturale.

    Però, ehi, rivolto a tutti quelli che hanno intenzione di commentare: leggete quello che scrivo e non partite in quarta. Non posso ribadire il mio pensiero a ogni commento.
    😉

  • Ma che bell’articolo…
    Sempre in combo, noi due! A proposito di collaborazioni 😀
    C’è chi penserà che trascorriamo ore a scriverci mail per combinare questi post. Lasciamo che continuino a crederlo… Servirebbe a qualcosa affermare che io e te ci scriviamo al massimo 3 righe a settimana?

    Scusa se la butto sul personale, ma visto che hai citato proprio il nostro team-up nel SB (e in Ucronie Impure) occorre svelare qualche altarino ai tuoi affezionati lettori 🙂
    In primis: una delle cose di cui vado più fiero è la concordanza di intenti nel NON trasformare il SB in un pastrocchio dato in pasto a qualche editore furbetto. Avremmo messo via un migliaio di euro a testa, a patto di pubblicare un lavoro che, nel suo insieme, non funzionava quanto in Rete.
    Seconda cosa: ci dichiariamo entrambi individualisti, ma diamo anche prova di essere più selettivi che non solitari. E questo io lo sono di certo: selettivo.
    Terza cosa: sul luogo, virtuale o meno, (anzi i luoghi) dove confrontarsi, la vedo come Davide. Sono indispensabili. Come te penso che i blog siano funzionali a questo genere di confronto. Ho partecipato a moltissimi forum, ma alla fine ho capito che non è uno strumento che fa al caso mio. Anche Facebook, che comunque uso un sacco, non è l’ideale per buttar giù idee e progetti.

    Mi piace l’atmosfera rilassata in cui nascono certe cose. Come il concorso gestito da Angelo, per capirci. Quando invece le cose diventano un’isterica corsa verso la fama e la gloria io mi faccio da parte. Non che mi facciano schifo, ma il mio fine ultimo non è mai quello.
    E, a quanto pare, sbaglio alla grandissima 🙂

  • quoto [La domanda è: è davvero possibile che la rinascita della sci-fi parta da un “bar”?
    E perché non vanno bene già quelli che abbiamo, a ‘sto punto?]

    Rispondo:
    Forse non hai letto il mio post quando, per la prima volta presentai l’iniziativa della Pyra. Quello che abbiamo non va bene perché, almeno nella mia esperienza personale, in realtà non esiste. Io avevo linkato sul mio lettore RSS diversi blog dedicati alla fantascienza. Questi blog hanno chiuso quasi tutti… e neppure me ne sono accorto. E’ per questo che i “blog normali” non vanno bene. Vengono letti distrattamente. E se scompaiono… neppure ci si accorge della mancanza.

    E comunque l’iniziativa di Pyra non è volta a riunire i fan. E’ rivolta agli scrittori. Pyra vuole pubblicare storie nuove, e vuole che queste storie diano qualcosa agli autori, così che siano stimolati a continuare a scrivere di fantascienza.
    La SF non sopravvive con le chiacchiere tra appassionati… ha bisogno di storie da raccontare, di racconti, di libri…

    In Italia la fantascienza è morta perché nessuno più ha il coraggio di scrivere SF (a parte Avoledo e pochi altri…). Tutto qui. Io la vedo così.

    Nei fan club, nei forum, nei blog dedicati alla fantascienza non si produce narrativa, si parla di ciò che già esiste. Al massimo ci si scambia qualche raccontino che mai uscirà da quel circolo esclusivo… E questo non aiuta a crescere… nel tempo fa addirittura morire una passione. Se non ci sono novità di cui parlare, prima o poi si smette persino di parlare.

    E non è questione di pessimismo o ottimismo. E’ questione di cultura. L’Italia è un paese dove si parla tanto, è il paese delle associazioni, abbiamo il “Parlamento” più numeroso al mondo, dopo la Russia… ci piace tantissimo parlare… ma non si combina mai nulla, e il castello crolla per l’incuria generale. Poi si cercano i capri espiatori… e giù a fare nuovi dibattiti, discussioni, bla bla bla… Io sono un po’ stanco di sentir parlare di ciò che è morto e di ciò che non lo è.

    Scrivo fantascienza. Non voglio parlare di fantascienza. Voglio leggere racconti di fantascienza che non siano scritti da me. E sono persino esigente, forse sognatore e illuso, perché vorrei che questi racconti provengano da autori italiani. Punto!

  • Quanto a pessimismo, sei secondo solo a me. 😀
    Mi spiace per Moonbase, so di essere tra i tanti che hanno smesso di seguirla.
    E credo tu sappia anche il perché, è una delle (poche, invero) cose di cui mi lamento da sempre, ma è un problema mio, quindi non starò qua ne’ a giustificarmi ne’ a piagnucolare.

    La fantascienza è, tra i tanti, il genere che mi affascina di più.
    Che sia snobbata dai miei compatrioti, francamente, me ne infischio.
    È da un bel pezzo che ho smesso di aspettarmi qualcosa (qualsiasi cosa) dai miei simili persino per cose più fatue di questa. 😉
    Nelle mie illustrazioni digitali, i temi fantascientifici non sono rari. Nel mio piccolo, un contributo lo sto dando, pochi se ne accorgono ma io mi sento un pelo più vicino alle stelle.

    • Ma figurati! Mica è Moon Base il problema. Anche perché non è un gruppo sci-fi come si conviene, non stiamo a raccontarcela. 😀
      È più che altro il rendersi conto che, coi nostri blog, noi rappresentiamo una piccola alternativa. Di nicchia finché si vuole, eppure esistiamo. E collaboriamo, pur restando diversi e indipendenti.
      Nulla vieta a questa realtà di cambiare. Di diventare più grande.
      Ma ribadire ciò che c’è già, perché di questo si tratta, e di frammentarsi/radunarsi in millemila gruppi gestiti sempre dalle stesse persone, secondo me perde in efficacia. Lungi dal raggruppare, finisce per frammentare.
      Lo so, è un discorso contorto il mio, ma ci tenevo a dirlo.

      😉

  • Ma infatti prima ho dato la testata, poi visto il sangue mi sono fasciato… u_u ah ehm, vabbè lasciamo perdere 🙂

    La mia risposta è: non credo si possa arrivare a un rilancio che abbia un serio impatto a livello commerciale come i suddetti fenomeni pop degli ultimi tempi, ma sicuramente aiuta a smuovere un po’ le acque per chi certe realtà non le conosce (non tutti gli scribacchini-lettori frequentano tutti i blog, ma magari frequentano solo i contenitori di concorsi o le segnalazioni di selezioni e uscite editoriali etc, spero di essermi spiegato). I blog per me vanno benone e, ripeto, i vostri sono veramente di interesse, sia in campo sci-fi sia per altri ambiti (penso alle rubriche curate da Alex nel campo del misterioso ad esempio). Va benissimo il Lemuria Social Club ad esempio per proporre gli agili volumetti, è un’iniziativa extra-blog che può arrivare a più persone interessate, non necessariamente i frequentatori dei blog in questione. Idem con questi progetti di rilancio della fantascienza, possono proporre alternative e iniziative che arrivino trasversalmente a più persone. Almeno credo… Del resto io di certe cose ho iniziato a interessarmi da poco e da imparare ne ho ancora molto. Sì esatto, mi sto fasciando di nuovo la testa! XD

    • Io sono pessimista verso la landa italica, non è un segreto.
      Le cose stanno bene così, per me. Auguro a chi si fa portatore di tali iniziative ogni bene e successo. Ma lo scetticismo rimane e aumenta ogni volta che metto piede in libreria.
      Cambiamo le cose? Può darsi.
      Il punto è che bisognerebbe staccarsi dal genere, secondo me. I prodotti che hanno avuto maggior successo sono quelli che non si sono rivolti solo agli appassionati, irrigidendosi in schemi fissi, ma che hanno spaziato.
      In definitiva, il fantastico in Italia non funziona. È sotto gli occhi di tutti. Ci vorrebbe un saggio solo su questo. Cercare di capire il perché.
      Io ripeto, Splattergramma (che mi piaceva molto), docet. E così insegnano tutti gli altri raggruppamenti.

  • Se, vabbé, mo non ci fasciamo la testa. 😀
    La domanda è: è davvero possibile che la rinascita della sci-fi parta da un “bar”?
    E perché non vanno bene già quelli che abbiamo, a ‘sto punto?

    😉

  • Eh, ma infatti ho scritto “Perdono se ho scritto corbellerie” apposta: lo sapevo che avrei toppato alla grande il senso del discorso…! 😛

    Sulla validità dei blog mi trovi d’accordo: il tuo, quello di Alex, di Davide, di Edu, sono tutti blog che trattano trasversalmente la questione e che offrono tantissimi spunti ai lettori.

  • Interessante il tuo punto di vista. Io credo che la questione avanzata da Angelo e Glauco, nel proporre il concorso e la selezione della Pyra, vada oltre il “semplice” riunire gli appassionati come può fare la Moon Base su FB o qualunque altro forum tematico. È un voler riproporre proprio a livello narrativo la fantascienza, che è oscurata da questi nuovi “generi” come horror-armony e thriller-danbrownistici.

    Io stesso mi sono reso conto che nonostante sia un grande fan della fantascienza, non ho mai scritto qualcosa di questo genere, per quanto abbia le bozze per alcuni racconti. La nascita della collana GEMINI ad esempio mi ha già dato la voglia di riprendere il mio unico racconto di sci-fi che avevo scritto in passato e rivederlo per proporlo. E sì, è un racconto di sci-fi imbastardito pesantemente da discorsi metaforici-esistenziali, e non me ne vergogno, anche perché è stato il mio primo vero racconto degno di essere letto da occhi esterni. 🙂

    Io credo che la passione continuerà ad alimentare i nostri blog/gruppi/forum/quello-che-è, ma servono anche delle iniziative esterne, che abbiano a che fare in generale con il panorama underground. Proporre selezioni editoriali, concorsi, genera negli aspiranti scribacchini voglia di cimentarsi con il tema fantascientifico, ed è questo il punto della vicenda, secondo me…

    Perdono se ho scritto corbellerie, per non dire altro…

    Ciao,
    Gianluca

    • No, affatto. Solo che la questione non è giudicare la bontà di queste due iniziative. Scusatemi, ma non è lo scopo di questo articolo.
      Il fatto è che ho letto di far riscoprire il genere ai lettori potenziali. Ebbene, secondo me non funziona. Si rischia di finire come il portale messo un da Elvezio, quello Horror. Seguito dagli appassionati, ma che ha chiuso perché non si è riusciti a fare il salto di qualità.
      Twilight ha avuto successo al di là del suo (nullo) valore intrinseco perché è diventato fenomeno di massa, di costume, perché evidentemente ha toccato corde che esistevano e andavano toccate (ma anche no). Il punto è che solo una roba altrettanto estesa può funzionare.
      E ok, nessuno dice che non può accadere. Ma io penso che ciò possa accadere benissimo anche al di fuori di una zona ufficiale della fantascienza.
      Secondo me ‘ste riunioni non funzionano. Alla fine, come ho scritto, quelli che partecipano attivamente sono solo i soliti noti.

      E poi, scusate, ma basta farsi un giro sul blog di Davide: una miniera d’oro di tutta la sci-fi. Che altro volete?

    • 13 anni ago

    Ma Capitano su FB noi siamo serissimi, mica si cazzeggia!!! Cribbio

    • E a me lo racconti? Siamo 52 e se siamo attivi in dieci è un miracolo. E gli altri gruppi vanno in proporzione. Conosco forum con centinaia di migliaia di iscritti, dove quelli realmente attivi si riducono a un migliaio.
      Le cose stanno così. E va anche peggio quando si vuole dare ufficialità al tutto. Una patina di istituzionalità che alla lunga scassa.

      😀

  • La lettura di questo post mi ha rimesso di buon umore:-)

    • Almeno non è stato del tutto inutile. 😀