L'Attico

La chiusura

blackcat

A un certo punto, ci siamo rotti i coglioni.
Questo il riassunto.
Io soprattutto, mi sono rotto i coglioni della maleducazione della gente. Di chi non è capace di sostenere un dialogo senza aggredire.
Comunque, è nell’aria da mesi.
Personalmente ho smesso di scrivere qui sul blog, senza fare annunci, perché non mi sembrava il caso, intorno a fine maggio, o giù di lì. Non ricordo nemmeno, e in fondo non mi importa.

La mia assenza dal web, come scrissi, è passata in sordina.
Perché il web è fondamentalmente un amplificatore, una cassa di risonanza del rumore di fondo.
Che tu ci sia, o no, non fa alcuna differenza, ci saranno altri blogger intercambiabili a fornire alla rete la linfa vitale per il nulla cosmico.

L’idea di fondo è che un blogger, per la maggior parte degli utenti, sia uno stronzo qualunque. Che non merita nulla, proprio in quanto tale.

Ed è qui, di fronte proprio a questo stronzo, che sorge il paradosso.
Se sono uno stronzo, perché continuare a seguirmi, tutti i giorni, per cinque anni?
Perché magari vi piaccio un po’? Vi piace quello che scrivo?

E allora, perché non dirmelo? Perché non condividere un post, perché non mettere un like, fare qualcosa per me, per permettermi di arrivare dove non posso solo con le mie forze?
Vi costa tanto una gentilezza?

A quanto pare sì.

Vi costa tanto dialogare senza aggredire, con tono pacato?

A quanto pare sì.

E mi raccomando, non sforzatevi proprio adesso, dopo questo post, a mostrarmi un interesse che ancora non mi avete dato in cinque anni. Lo so, che tra voi c’è gente che mi stima. Lo so… qualcuno ha persino fatto il salto della barricata per venirmelo a dire.
Grande affetto e ringraziamenti per costoro.

Piuttosto, è che a questo punto, a me non frega più nulla di ricevere una qualunque forma di interesse.
Vado avanti per la mia strada, trattando voi altri, la maggioranza silenziosa, esattamente allo stesso modo in trattate me, con indifferenza. Che ci siate o meno, a me non frega un cazzo.
Siete intercambiabili.

Ecco, non è tanto bello sentirselo dire, vero?
Pensate a quanto debba essere bello per noi, che siamo esposti in prima persona, sentirlo tutti i giorni, questo ritornello.

Ehi, ma è così che stanno le cose, giusto?
Pare proprio di sì.

itsyourchoice (Custom)

D’altronde…

Sono convinto che la maggior parte delle cose buone che la rete poteva darmi, me le abbia già date.
Le persone intelligenti sapranno leggere al di là del tono di queste poche righe, e capire cosa davvero voglio dire. Le altre, che stiano alla larga da questo posto, è meglio per tutti.

Che poi, a ben vedere, ecco il succo del discorso, fatto in termini decisamente più eleganti, di Davide Mana, alla chiusura del suo blog.
Davide si è rotto i coglioni:

dell’astio
dell’invidia
dell’indifferenza
della superficialità
delle frecciatine immancabili dei moralizzatori del cazzo

E siccome non è in nostro potere (non più; un tempo lo era, forse, ma abbiamo perso il treno) cambiare la percezione (e i modi) altrui, meglio andarsene, per salvare se non altro la sanità mentale. Impiegare il tempo prezioso in cose più utili e divertenti.

Oppure, continuare, come conto di fare da queste parti, fregandomene, e insistendo. Magari troverò la gente giusta. Magari cambieremo entrambi, venendoci incontro.

Alcuni blogger chiudono i commenti, ritagliandosi uno spazio online che è un monologo shakesperiano tendente al delirio.

Altri si sentono prudere le mani. La tentazione di sfanculare tutti e di chiudere è forte. Fortissima. Fare come Davide. Se lui l’ha fatto posso farlo anch’io, andandomene col botto… ma anche no.

Altri cambiano. Come ho fatto io.

E insistono. Come sto facendo.

Perché traslocare, aprire altrove, ricominciare… sì, può essere affascinante. Ma la verità è che a me i traslochi hanno sempre dato noia.
Questo posto l’ho costruito facendomi un culo così, quindi non lo lascio. Posso anche maltrattarlo, sporcarlo un po’, abbassare la serranda, o tenerla chiusa per metà, ma chiudere bottega mai. Almeno finché riuscirò a pagarmi la bolletta telefonica. In caso contrario, be’, sarà stata una questione di forza maggiore. Ubi maior…

Mi piacerebbe soltanto che lo ammetteste, una buona volta: dopo le lacrime di coccodrillo, dopo le dichiarazioni d’amore postume, dopo i consigli di ripensarci o meno, alla chiusura del blog, a voi non frega un cazzo di niente e di nessuno, se non di voi stessi.

È normale.
Tragico.
Ma assolutamente normale.
Direi quasi: umano, troppo umano. (cit.)
E quella di pensarci creature superiori, dalla sensibilità superiore, è una menzogna che amiamo raccontarci.

Una voce ha cessato, momentaneamente, di far parte del coro. Si nota appena. E solo se ci si fa davvero attenzione. Lo nota di sicuro chi gli vuol bene davvero.

A domani.

Kick-ass writer, terrific editor, short-tempered human being. Please, DO hesitate to contact me by phone.
  • Nel tuo post hai parlato di cose a cui sto pensando ormai da qualche mese e centri in pieno il punto quando parli dell’odiosa tendenza a considerarci intercambiabili cosa che personalmente mi ha sempre fatto incazzare come una jena.Complimenti a chi nonostante tutto va avanti ma personalmente condivido la scelta di Davide,si hanno già troppe cose che ti stressano nella vita per cercarne altre.

    • Ciao, Fra. È un piacere rivederti da queste parti. 🙂

  • Spendono tempo da queste e altre parti (le mie, quelle di Davide) perché non sanno che film vedere o che libri leggere.
    O perché vogliono polemizzare, o perché gli stai sul cazzo e devono fartelo sapere a tutti i costi.
    Però domani ci saranno altri posti dove i consigli di lettura e/o visione si ridurranno a: “leggi questo perché è figo, non leggere questo perché è cacca pupù”. E a loro andrà bene lo stesso.
    E comunque ci sarà sempre qualcuno che gli starà sul cazzo e a cui dovranno farlo notare.

    • Perché vuoi mettere il divertimento di venire a casa tua a dirti che gli stai sul cazzo?
      È un divertimento colossale.

      AH AH AH

  • Al di là delle battute, una costante nei commenti ai post sulla chiusura del mio blog è data da persone – individui degnissimi, bada bene – che avendo puntualizzato che loro raramente commentano, ammettono un certo fastidio per il fatto che un blogger si lamenti dell’assenza di commenti.
    E io non credo che si tratti di malafede (“ach! dice che è colpa mia! ma non è vero!”) quanto l’idea… sì, tu parli di intercambiabilità, ma io direi addirittura di non indispensabilità.
    Ma è ancora più complicato.
    Siamo come le patatine che ti servono con l’aperitivo – non le hai ordinate, ma le mangi lo stesso.
    E se non te le portano ti scoccia.
    È uno strano modo di pensare – ed è un segnale, se ci pensi, dell’assoluta mancanza di importanza che il lettore attribuisce a se stesso.
    Tanto che io ci sia o non ci sia i post li scrivono lo stesso
    Che io vada o non vada al supermercato, le scatolette sugli scaffali le mettono ugualmente.
    Non vogliono sentirsi dire che ciò che scriviamo lo scriviamo per loro, perché non sono più abituati a questo genere di cose. Loro sono utenti, e sì, si considerano intercambiabili.
    L’idea di essere causa – e quindi responsabili – di qualcosa li mette in imbarazzo, e li infastidisce.
    È orribile, non credi?

    • È orribile sì, ma il punto è che sono la maggioranza a essere così, non la totalità. Non ancora.
      E allora mi chiedo perché è sempre più difficile incontrare un’utenza costruttiva.
      E ok, sic transit gloria mundi… però cazzo, arriva il momento che certe sparate non sono più tollerabili.
      Io mi sono rotto di gente che ammette candidamente di leggermi da cinque anni dire che non se ne fotte un cazzo se chiudo o no. Non ha senso.
      Allora perché hai speso tutto sto tempo da queste parti? Non avevi una vita da vivere?

  • non fai che lamentarti perché ti credi meglio di noi, non mi piace per niente ma ti leggo da anni, quindi non m’interessa cosa fai, fattene una ragione tanto ora dirai che sono un troll

    • Perfetto.

  • Nessuno ti ha chiesto nulla.

    Lo fate per passione.

    Gratis.

    Se non lo fai è uguale.

    Vado da un’altra parte.

    Eri un tipo rancoroso e stronzo.

    Si stava bene quando si stava peggio.

    Non ci sono più le mezze stagioni.

    La colpa, comunque, è dell’euro.

    Sic transit bunga bunga.

    Questo articolo è stato ribloggato su: http://www.spammositoacaso.com

    Passa a trovarmi, io ti leggo!

    Ciao, scambi link?

    • Scherzi a parte, ma guarda un po’ se uno deve sopportare ‘ste stronzate.
      Perché lo sapete, e lo dico a beneficio dei lettori, che c’è gente che commenta veramente con queste stronzate, vero?

      • È una logica tumblristica. Almeno credo.
        E almeno è una maniera per condividere una cosa che ti è piaciuta. Credo. O spero. 😀

      • Oh, io quelli che “Ho ribloggato questo articolo su…” giuro, non li ho mai capiti.
        :O

    • LOL!!

    • ahahahahhahaha
      APPLAUSI! XD

  • Piuttosto ora aspetto il tipico commento INTELLIGENTE:

    nessuno ti ha chiesto nulla, l’hai fatto perché ti piaceva, tu ti credi chissà chi, gne gne gne

    Che sarà nuclearizzato dopo due secondi. ^^

  • Che dire, vedi tu…

    Io ti ho detto in molte occasioni, quello che poi hai capito con l’esperienza, ovvero l’essenza della rete.
    Ahinoi…

    • Mica devo chiudere. Ma mi hai letto? 😀

      • No assolutamente. L’apprezzerei molto, se non arrivasse nessuno. Ah, finalmente un po’ di sincerità. XD

      • Massi che ti ho letto, appunto è inutile recriminare per persone che non esistono, con ideali diversi dai tuoi.
        Intendevo appunto che nessuno col cappello in mano verrà a ringraziarti xd

        Non credi ?