L'Attico

Come delle rockstar

Ieri pomeriggio ho avuto un’allucinazione, complici anche i 42° di temperatura. Ma, forse, s’è trattato di qualcosa di più: preveggenza, se è vero che la stessa allucinazione l’ha avuta un amico.
E così, mi sono messo a pensare… perché il succo del discorso, il destino che mi riservava questa visione del futuro, era comicamente tragico, come quello di certe rockstar.
Ma prima, una piccola confessione.
C’è stato un momento in cui avrei potuto farcela: essere pubblicato, diventare uno scrittore col pedigree.
Amici che sapevano delle mie intenzioni scrittorie, a loro volta amici di un talent scout, un tizio che di mestiere faceva tutt’altro, ma che collaborava con una o più case editrici, cacciando talenti.
Non rivelerò mai altri dettagli, neppure sotto tortura.
Ebbene, ricordo che, alla proposta: “Perché non gli fai leggere qualcosa di tuo?”, io risposi, “Certo, come se ne capisse davvero, di letteratura…”
Ed eccoci qua.
Per questo caratteraccio, più che altro, non diventerò mai uno scrittore come in Italia si comanda.
Ho rischiato di mandare a monte la mia laurea, per lo stesso motivo, litigando con un docente, in sede d’esame, a un esame dalla fine.
Solo un idiota, penserete. Ma la verità è che non riesco a piegarmi, neppure per un fine superiore.
Figlio di mio padre.
Preferisco cadere e trascinare con me più gente possibile, se messo alle strette.

***

Ed ecco perché, parlando di futuro, il mio l’ho visto nerissimo.
Ci ho già provato, a ipotizzare i futuri alternativi, ma questo, questo li supera tutti.
Spogliato dei miei averi, derubato delle mie idee e dei miei romanzi, copiati e spacciati per quelli di qualcun altro, legato, in qualche modo, a una donna vorace che mi detesta, ma che non riesce a andare via, in una di quelle simbiosi che sai essere sbagliate, ma che non si riesce a risolvere.
Un monolocale, umido e fatiscente. Una qualche forma di dipendenza. E tutto per non aver ceduto un passo, in un paese che vuole, come condicio sine qua non che tu ceda. Non importa cosa, si pretende la cedevolezza, perché la volontà spaventa i potenti.
E così, sono riuscito persino a pubblicare, ma non sono mai stato riconosciuto come persona seria, perché sono un auto-pubblicato.
Ho avuto successo, ma è stato di breve durata, portatomi via anche da gente che s’è avvicinata a me per spremermi e privarmi delle mie ricchezze.
In casa, cimeli impolverati di piccoli successi raggiunti fuori tempo massimo.
Una volta lessi che per diventare scrittore in Italia occorreva essere ventenni.
Tutto il resto è conseguenza.

***

Nel frattempo c’è il blog, che ho continuato a portare avanti. Ho infranto quasi subito la promessa di non fare polemiche e ho continuato a allevare criceti che, come banderuole segnavento, hanno applaudito, si sono mostrati sdegnati, si sono fatti venire il groppo in gola a ogni mio articolo, a seconda di come mi girava.
I post più graditi, senz’altro quelli in cui facevo nomi e cognomi dei miei nemici e li riempivo di insulti.
Questo ha comportato un numero ingente di cause ai miei danni. È anche per questo che i miei soldi sono finiti, ma, ehi, vuoi mettere la soddisfazione di sentirsi dire bravo? La logica di Pinocchio. Rockstar anch’egli.
Adorkable, adorabile scemotto, il tipo strano che si veste come Kid Rock in quel video, s’atteggia a duro profeta, e strepita contro i poteri forti, che son chiamati forti mica per niente. Eccomi qua, sono io.
Ho persino conosciuto un’attrice famosa. Le piacciono i medio-men, quindi non siamo andati al di là di un semplice flirt.
L’ho mollata io.
Sono stato snobbato, pur essendo stato candidato da finti ribelli in seno al sistema, a un paio di premi letterari, tanto per far vedere al pubblico che non mi hanno ignorato, ma che non hanno pensato, neppure per un momento, di prendermi per uno scrittore. Piuttosto, sono una specie di saltimbanco che a loro non fa proprio ridere.

***

E la visione è terminata con un primissimo piano delle labbra gonfie e truccate della mia futura compagna, una femmina laida fuori quanto dentro.
Devastante, in effetti. Poi sono tornato alla realtà, e mi son detto che vedere certe cose le allontana.
Quindi il mio vero destino, quello che nasce dalla auto-determinazione, dovrebbe essere diverso. Dovrebbe…
E sono ritornato a bloggare, con la consapevolezza che i nostri articoli sono letti anche dai più insospettabili, che vengono persino copiati, e che da essi si trae ispirazione e si apprende come tornare in contatto con una massa di reietti (tra i quali ci sono anch’io) che fanno la differenza tra il successo e l’inferno di prodotti editoriali e televisivi riconosciuti, col bollino ufficiale.
Strano, siamo come dei trascinatori fantasma, non riconosciuti, ma ascoltati.
Non sappiamo scrivere, eppure la gente ci segue perché le nostre cose vengono lette. E se proviamo a chiedere soldi, a dire che quello del blogger è un mestiere, ci ridono pure in faccia…
Siamo ribelli, fino alle estreme conseguenze. Ma a pensarci, ogni vero ribelle lo è, e punta, quando è il caso, sul proprio destino, perché è l’unica cosa che possiede.
Forse questo significa che tra una ventina d’anni mi ritroverò in quel monolocale, o forse no. E non perché m’illudo che le cose possano cambiare.
Ci saranno sempre i poteri forti, e ci saranno sempre i criceti.
Posso cambiare solo io. Posso evitare di buttare i pomeriggi a pensare di scrivere e magari passarli a scrivere, posso darmi da fare, posso costruirmi un futuro, posso chiudere la bocca quando è il caso, posso…

Kick-ass writer, terrific editor, short-tempered human being. Please, DO hesitate to contact me by phone.
  • […] Visita il sito bookandnegative oppure iscriviti al feed Leggi l'articolo completo su AlterVista […]

  • Il destino è tuo, e lo costruisci come lo vuoi. Non sei uno che si piega, quindi non scenderai mai a patti solo perché sì, solo per preservare una facciata. Quindi sei nelle condizioni perfette per costruirti il destino che vuoi, senza compromessi di sorta. Non è mica da tutti, eh. 😉

    Puoi. 🙂

    Ciao,
    Gianluca

    • Ci sta pure: immagena. 😀

      È che, a volte, questa consapevolezza è terribile… e genera allucinazioni. Sono tanto stanco. 😀

  • Come è noto, io ho mandato a monte una laurea, ho detto a un assistente idiota che era lui a non conoscere la materia su cui mi stava interrogando, non certo io (condannandomi così a 5 anni di repliche di quell’esame – sì, era l’ultimo) e ho lavorato per Mondadori per circa 4 ore (il tempo loro necessario ad accorgersi di cosa mi avevano proposto, e a fare marcia indietro).
    Quindi diciamo che condividiamo un certo background.
    Siamo talmente in sintonia che persino io avevo parlato a suo tempo di criceti e rock star, nel 2009…

    http://strategieevolutive.wordpress.com/2009/06/17/chipmunks-and-children/

    Ma se in parte condivido un certo avvilimento, una certa stanchezza per questa stupida tinozza piena di cavedani che si credono squali in un vasto oceano, e si comportano di conseguenza… beh, io la tipa con le labbra a canotto, nel mio futuro, grazie al cielo non me la vedo.
    Sempre più spesso, d’altra parte, mi immagino un futuro da rock star – in un monastero a fare il cuoco, come Leonard Cohen ha fatto per dieci anni.

    E dopotutto non è stato Cohen a scrivere
    mi hanno condannato a vent’anni di noia
    per aver cercato di cambiare il sistema dall’interno
    ?

    Siamo in ottima compagnia.

    • Fantastico. Notavo che il tuo articolo è del 17 Giugno 2009, proprio quando io mi ero affacciato alla rete. Non ti conoscevo ancora, non conoscevo nessuno di voi.

      Ho notato anche delle similitudini con un altro tuo post, di ieri, che ho subito condiviso, si parlava di squali.

      Non so, un po’ la cosa mi consola. È un motivo per mettermi a lavorare, pur sapendo quali sono i rischi. E magari qualcuno si ricorderà, prima o poi, che noi l’abbiamo detto/fatto/pensato prima.

      😉

      • Eh, siamo Legione!
        Non so se sia un vantaggio, alla fine. 😀

      • Uno dei lati positivi della rete è che ci permette di conoscerci e di entrare in contatto.
        Di renderci conto che non si tratta di casi isolati, o di strane paturnie private.
        Non siamo soli!
        😀

  • L’importante non è solo darsi da fare, in una impietosa e implacabile imposizione che diamo a noi stessi. A volte è bene lasciare che la calma ed i tempi morti ci aiutino a capire la direzione da prendere. Di solito chi non si concede respiro è quello che ha paura di guardarsi dentro e si tiene costantemente occupato. Le visioni da incubo loro non le sanno gestire…tu sembra di sì 😉

    • Io guardo indietro non rimpiangendo nulla, ed è vero. E guardo anche al futuro pessimo, immedesimandomi, è utile per essere pronti a tutto.
      😉

  • Cap, questo brutto destino non ti avrà mai.
    Ci sono io che nuclearizzo qualsiasi cosa, anche la femmina laida.
    E punterei l’accento sul finale che è bellissimo.
    Posso nuclearizzare anche i criceti 😀

    • I criceti me li immagino voraci come i Critters, ahahahahha XD
      Ok, allora conto sul tuo aiuto, Lucy. <3

  • La tua visione era talmente brutta che solo con uno sforzo di volontà sono riuscito a terminare l’articolo…
    Però in quanto a visioni pessimistiche non scherzo nemmeno io (da un po’ mi perseguita l’incubo di diventare un homeless…).

    • ahahahah XD
      E ricorda che eri un blogger. Quindi una potenziale rockstar. Datti da fare. 😉

  • Brrr… una autentica doccia fredda,ma di quelle shock che ti riportano alla realtà e sei pure contento di esserci ritornato.

    • Vediamo come va… vediamo come va. ^^

  • Il tuo destino e tuo ed è la prima cosa da portare avanti. Riflessioni del genere le faccio anche io spesso, ma proprio per questo mi piace di più darci dentro. Il bianco o il nero si presenta ogni giorno e non fale la pena sposare l’uno o l’altro. Passione, volontà ferrea e sapere che bisogna arrangiarsi e che nessuno mai, anche l’essere più invidioso – vorrà mettere i piedi nelle tue scarpe.
    Se pensi al futuro sei vivo: blogga amico:-)

    • È il futuro che pensa a me, a quanto pare… 😀
      Sono curioso di sapere quanti lettori mi alienerò, con questo post. Ormai ci sono abituato.