L'Attico

Aurea Mediocritas

L’aura mediocritas è il giusto mezzo, l’ottimale moderazione, dicono alcuni: oggi è divenuta traduzione letterale, aurea mediocrità. Quella in cui hanno preteso di crescerci, in cui pretendono esistiamo perché noi non siamo nulla di speciale. E ci dobbiamo accontentare.
Be’, fanculo.
E questa ventata d’ottimismo fa il paio con quelle schiere di rigidi pensatori che avvelenano la blogosfera, e il mondo. Ma di questi mi riservo di parlare in un post a parte.
Siamo alle solite, come sempre la predica sulla moderazione viene da chi, in vita sua, non ha mai osato pensare. Perché è il pensiero a fare la differenza.
Hanno tentato di farci credere che pensare sia sbagliato, essere diversi sia sbagliato, che uniformarsi, anima e corpi (magri, snelli e tonici) sia l’unica strategia accettabile di esistenza. E ci sono riusciti. Persino con gente che, un tempo, ritenevo in gamba, indomabili. Ma con me no. E con pochi altri no. Siamo la cosiddetta viariante impazzita, quella che non si sottomette a queste stronzate, perché tali sono è ora di dirlo, neppure se portati dinanzi al patibolo.
Io mi dovrei accontentare di un’esistenza anonima e mediocre, perché questa sarebbe la mia vita? Ma che cazzo state dicendo?
Siete voi a essere morti, dentro e fuori. Munitevi di conforti religiosi e sparite, oppure tacete, che è meglio. Ma non venite ad avvelenare la mia esistenza, così bella, mutevole, fantastica, piena di mostri e fantasie, di bellissime donne, di passione.
Rassegnatevi, non mi avrete mai. E proprio perché rifulgo d’incoscienza, non penso alla pensione (che mai avrò), non mi responsabilizzo, qualunque cosa pensiate voglia dire, questa forma verbale, m’invidiate e, non potendomi avere, mi odiate.
Vi ho capito.

***

Questo post nasce da amare riflessioni di un amico. Non vi dirò chi è. Se vuole, lo farà lui. Ma sono riflessioni che non appartengono solo a lui, ma a noi tutti. Quei pochi citati all’inizio.
I mediocri arrivano a limitare l’esistenza libera, che loro non riescono a controllare, a responsabilizzare come vorrebbero, togliendo tutto ciò che è imprevedibile e sciocco (secondo loro), che, in definitiva, non riescono a comprendere.
Conosciamo il loro aspetto: il parente, il cugino che s’è inserito, che ce l’ha fatta, che ha fatto i soldi e messo su una famiglia con figli, divano e maxi-televisore del cazzo (cit.); l’amico che, un tempo, la pensava proprio come voi, finché non è andato a vendere la libertà del pensiero per 800 euro al mese, ma ehi, cazzo, almeno lui si da da fare e non pensa a quelle stronzate per poppanti; la zia che, ehi, hai trentacinque anni e ancora non ti sei sposato, ma che, sei gay? Ti piacciono le donne?
Menti mediocri utilizzano idee mediocri, perché incapaci di generarne di proprie. A quel punto le mutuano dalle riviste, dalla televisione, da chi le genera per loro.
Siamo in una distopia, rendiamocene conto. La distopia in cui i mediocri si credono sovrani, ma sono solo esecutori di chi li vuole come le vacche indù: bonari e arrendevoli. L’atarassia, la liberazione da ogni passione. Un tempo credevo fosse una cosa figa…

***

Non abbiamo futuro. C’è la crisi. Questa vita è andata così. E tutta questa rassegnazione senza nemmeno pensare di poter cambiare le cose?
Siete morti. Per cui siete oggetti. E gli oggetti non parlano. Tacete, quindi. E lasciate il passo a chi questo stato di cose, questa aurea mediocritas dalla quale non riuscite più a uscire per la paura dell’ignoto, l’angoscia che vi spezza le gambe, non l’ha mai accettata, per indole, natura, perché è ineluttabile.
Vado pazzo per i raccontini che scrivo, per le mie fidanzate immaginarie, per le donne (vere, reali, vere donne) che amo e che mi amano. Sogno di mondi stupendi che voi mediocri non siete capaci di concepire.
Potete solo invidiarmi e odiarmi. Sfottermi, tentare d’abbattermi coi vostri ragionamenti patetici e idioti, responsabili, in definitiva, aggettivo che amate. Potete provarci. E l’unico risultato che otterrete sarà questo: lo sfogo di un post, che mi sottrare a quei magnifici universi di poc’anzi.
Mi avete distratto per qualche minuto, ancora. Ma la vostra misera voce è sempre più flebile… non la sento già più.
Poche parole, per voi incapaci di comprendere, di pensare un modo diverso di esistere.
Levatevi dalle palle, definitivamente. Io non v’ho mai cercato, siete voi che venite a importunarmi. Per come la vedo io, mi dovete decine di giorni di vita, che m’avete rubato. E, anche se posso compatirvi, non vi perdono per questo.
Pagate il vostro debito, quindi. Solo allora saremo pari. Ma non vorrà dire che diventeremo amici. Semplicemente, avremo ristabilito la bilancia cosmica. Tenetevi la vostra paura, i vostri dubbi, la vostra miseria intellettuale, la vostra povertà di spirito: quelli sono i vostri doni al mondo. E ora, mi raccomando, domandatevi perché le cose fanno tanto schifo. Magari qualcuno ci arriva, all’unica risposta possibile.

(edit by elgraeco, 30.04.2012, ore 15.03)

Kick-ass writer, terrific editor, short-tempered human being. Please, DO hesitate to contact me by phone.
  • E’ sempre il solito discorso, le persone mediocri tentano di infestare qualsiasi cose con il loro stile in modo da non essere inferiori a nulla.
    Siccome non sono capaci di elevarsi, tentano di abbattere quello che trovano intorno. Molto spesso ci riescono, ma altrettante volte ci sono persona che resistono 😀

    • Qui vogliamo resistere. 😉

    • 12 anni ago

    Eccomi. Dopo il coppino di ieri sera, ci voleva proprio un post così. Che devo dire di più che han detto tutto gli altri? Forse che, vista la decina di anni in più dei tuoi, mi sa che io la voglia di combattere la sto perdendo…
    Ciao, Sandro

    • Benvenuto! 😀
      E continua a combattere, poche storie! 😉

  • […] Visita il sito bookandnegative oppure iscriviti al feed Leggi l'articolo completo su AlterVista […]

  • Mente alveare… 🙂 È nell’aria, c’è qualcosa che inizia a farci girare le bolas. Dico io, ma vivere la loro vita senza fare predicozzi? Vai Hell che ti seguo a ruota!

    • I predicozzi aumentano in base alla loro frustrazione. Sono povere creature.
      Aspetto la tua risposta di domani. 😉

  • Oh sì. Oh sì, amico mio. MFP!

    Ciao,
    Gianluca

  • Grazie, Hell. Per te è uno sfogo, ma a me hai dato forza.

    • Grazie a te. 😉

  • Antongiulio è sempre in pole position vedo….
    Tornando in discorso io sono un poco più vecchio di te ed ho imparato a mie spese a mandare a fan*** certa gente che mi viene ad insegnare come si vive.
    Non tollero più gente che si interessa dei cazzi miei, se voglio andare a vedermi i Vendicatori e ridere come un bambino insieme a torme di quindicenni indemoniati invece di frantumarmi le palle con una commedia cecoslovacca o un pippotto di Verdone nessuno deve permettersi di ergersi a moralizzatore o censore.

    • Antongiulio è tutto ciò che odio. 😀
      Per questo dico che siamo rimasti in pochi, però ci siamo.
      A proposito, com’è che pure Verdone s’è messo a sparare pippotti?

      • il passaggio messianico è di solito connesso alla mancanza di un intervistatore che gli dica brutalmente:
        ” ma che cazzo stai dicendo? hai fatto un film di merda con i contributi pubblici e parli ancora?”
        invece del solito zerbino prezzolato con intervista finta e concordata

  • Espresso perfettamente, con un’energia che non avrei saputo metterci. Tra gente che s’inchina alla mediocrità e altri che “o VIP o morte” rincorrono una celebrità sterile, i pochi ma buoni lavorano su se stessi esprimendo il proprio potenziale. Che male c’è? Io sono ancora vivo, non mi piego a nessun dio del XXI secolo, che sia una massa grigia uniforme o un occhio di bue che punta dritto sul nulla. Se dentro hai un mondo, è un vero peccato arrendersi all’entropia.

    • Sì, e se non ti arrendi ti ci spingono, verso quell’entropia, o almeno ci provano. Ci provano sempre. 😉

  • “Ma che, sei gay? Ti piacciono le donne?” Dio solo sa quante volte me lo sono sentito dire !

    • Sì, diciamo che fa parte del pacchetto. Se a trentacinque anni non ti sei sposato la gente ti guarda strano.
      Lasciamoli guardare. Saranno felici loro, intrappolati in matrimoni infelici, ma istituzionalizzati.

  • Mentre leggevo riflettevo su cosa scrivere nel commento, ma ora che sono qui mi rendo conto che hai già detto tutto e qualsiasi cosa che lascerei, suonerebbe scontata.
    Quindi sappi che ci sono e che mi unisco al tuo grido.

  • Concordo e sottoscrivo.
    Siamo intrappolati nella vita tranquilla sognata dalle generazioni che ci hanno preceduto.
    L’esempio più feroce che mi viene in mente è il padre che dice al figlio, appena uscito dalla discussione della tesi di laurea “Bene, ora ti sei tolto questo sfizio, potrai finalmente dedicarti a qualcosa di serio come trovarti un lavoro.”
    E all’inferno il tuo 110 e Lode.
    Oppure ricordo il docente che una volta a sessione segava senza pietà il più bravo, dicendogli “la consideri una lezione di vita”, e sfidandolo a fare ricorso, se aveva le palle.

    Siamo vittime di una spiacevole serie di circostanze – la generazione che ci ha preceduti non ha voluto lasciare le redini del Paese, si è rivelata spaventosamente inadeguata a livello morale oltre che di competenze, e non ha avuto l’immaginazione minima di immaginare un futuro diverso per i propri figli.
    E, io credo, ci godono abbastanza, ora, i vecchi “arrivati”, all’idea che quei giovani scansafatiche che hanno voluto studiare anziché andare a seppellirsi in fabbrica, debbano sputar sangue in un call center.
    Hai voluto la bicicletta? Pedala.
    (Sì, papà, ma io di bicicletta volevo la mia, non la tua di seconda mano, e con le gomme a terra per darmi “una lezione di vita”)

    • Ecco, aspetto la tua versione. Perché il mio è uno sfogo, la tua un’analisi. Si compenetrano.
      Chi ci ha preceduto ha combinato talmente tanti casini che ora sembra impossibile uscirne. Ma il punto è, perché arrendersi a priori. Proviamoci, almeno, cazzo.

      Grazie, Davide. 😉

  • Penso che il tuo post andrebbe probabilmente scritto su lamina d’oro e elevato. Non avendo abbastanza soldi per farlo, non posso far altro che dirti che hai ragione da vendere.

    Ci sono dei giorni in cui il mondo cerca di farmi sentire un idiota che scrive e sogna solo un branco di cazzate e in cui ho l’umore così a terra che potrei usarlo per asciugarci i pavimenti, però poi mi trovo a pensare: e già questa, in confronta a gente che vedo (e sfortunatamente a volte ascolto) è una conquista. Di quelle VERE.

    Beh, preferisco rimanere solo, piuttosto che male accompagnato. Ed essere considerato un bambino perchè m’interesso di cose che per la maggioranza sono sciocche.

    Amo le mie sciocchezze ^^

    • Sì, ma questo post colpirà solo gli animi affini a noi. Gli altri, quelli là, non lo leggeranno nemmeno. Amara consapevolezza.
      Ciò non toglie che è bellissimo ciò che facciamo. Ma io sono arrivato al punto che me ne frego se per gli altri ciò che scrivo o il modo in cui vivo sia socialmente accettabile o no. Vado semplicemente avanti.
      😉

  • Wow! che dire, indietro davvero non si torna, nel mio caso poi non posso proprio, ma la rabbia deve essere trasformata in forza.
    Hell sei figaggine allo stato, fregatene…

    Io è da circa un mese che sono sull’indeciso e non so se sfogarmi o meno riguardo a una situazione vissuta nella blogosfera, ma non lo farò. Mi è servito per imparare.

    In fondo se la gente vuole ignorarti lo fa in un battito di ciglia e lo fa con molta più voglia appena dimostri di valere qualcosa

    Io dico solo che occorre fare un salto di qualità (almeno da parte mia)
    Non mi sono mai sentito un mediocre:-)

    • E fai bene, Ferru.
      Anche se io ritengo che è proprio quando mostri di valere qualcosa che vengono a spezzarti le gambe. I motivi per cui lo fanno sono molteplici e tutti sciocchi.

      😉

      • è quello io bello, no,
        avanti spazzatemi:-)

  • Che sfogo!
    Dire che quoto tutto è troppo scontato ma è così. Mi piacerebbe avere la forza, il coraggio, l’incoscienza, le palle di dire le stesse cose in faccia a qualcuno che conosco. Senza nemmeno il bisogno di offendere, solo di puntualizzare, di gridare che io non sono morto o depresso, né lo diventerò per poterci poi lamentare insieme di quanto il mondo è ingiusto e ci si deve accontentare.
    Fase, quella del vivere nascosto, che ho già passato e nemmeno per poco (per anni), trascinato appunto da amicizie sbagliate, abbandonando passioni e sogni che a loro sembravano troppo strambe e poco social.
    Adesso però basta, io non mi nascondo e non mi faccio trascinare giù dai depressi, dagli sconfitti, da chi vive le vite altrui, mai la propria.
    Certo, avere a che fare con un ambiente composto al 95% di individui del genere suscita malumori e amarezza, perché ci si sente incompresi e anche osteggiati (anche da chi dice di volerti bene, ed è questo che fa male, non gli altri). Però indietro non si torna.

    Ps: il cartello sui ninja è stupendo 🙂

    • Quel cartello dice tutto: chiede l’elemosina, ma lo fa con fantasia eccelsa.
      È il succo del discorso. Uniformarsi ai ragionamenti idioti, dal mio punto di vista, è la morte.
      E, dal momento che io non vado a rompere i coglioni a nessuno dicendo come si deve vivere la vita, PRETENDO che gli altri mi lascino in pace.
      È chiedere troppo? Evidentemente sì.
      Meno male che c’è questo blog. E tutti voi.
      😉