Antologia del Cinema

Ammazzavampiri (1985)

Una musica come questa riesce a fare la differenza rispetto a… adesso. La sentite? Sa di sintetizzatori, di locali notturni e di bui vicoli nebbiosi.
Inutile evocare spettri di paragoni superflui. Nel 1985 era questa la scena. Nel 2008 tutti sappiamo come è andata a finire.
Ammazzavampiri (Fright Night, 1985), come tanti altri dell’epoca, fa parte della mia infanzia. Visto e rivisto innumerevoli volte in televisione. Queste cose passavano spesso e volentieri sugli schermi. Era l’alba della tv commerciale e, tra continui spot pubblicitari sparati senza grazia, ma con puro interesse economico [il loro], si potevano ammirare le vicissitudini di Charley Brewster, del suo vicino di casa, il vampiro Jerry Dandrige e del cacciatore di vampiri Peter Vincent, così chiamato per omaggiare Peter Cushing e Vincent Price.
Ricordo che a quel tempo non esistevano astruse fasce protette e i nudi parziali delle ragazze con le quali il signor Dandrige si intratteneva, notte dopo notte, venivano mostrati senza starci troppo a rimuginare. Il ché contribuiva alla “magia” degli anni ’80.
Da bambino questo film era unico. Per molti versi lo è anche ora che sono un adulto. E quella che poteva somigliare a sincera angoscia e a sottile e piacevole terrore, quale può provare un ragazzino che immagina e allo stesso tempo teme un vampiro occupare l’appartamento accanto al suo, ora si è tramutata in affetto e nella consapevolezza di aver assistito a un grande spettacolo.

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Fright Night

“Ammazzavampiri” è un riuscitissimo insieme di generi, e, allo stesso tempo, sentito omaggio al cinema gotico, ma non solo: è commedia adolescenziale e romantica, parodia, horror e metacinema. Uno di quegli esperimenti che oggigiorno ritengo assolutamente irrealizzabili, visto come sono tutti presi, i registi, dalla smania per la tecnica e per le vuote citazioni, incomprensibili ai più.
Difficilmente classificabile, quindi. E non privo di pecche dal punto di vista narrativo.
Ma, in fondo, chi se ne frega?
“Ammazzavampiri” diverte, ora come allora. Direi che questo può bastare. Tom Holland, il regista, ha in cantiere il suo remake., non si sa in quale veste, ovvero se siederà nuovamente alla regia o si limiterà a un ruolo di supervisore. Remake da vedersi, auspicabilmente, prima della fine del mondo, nel 2012.
Non che questa notizia mi faccia piacere. Pur trattandosi del medesimo regista, le regole valgono anche per lui. E un remake, come sapete, per me parte già con un piede nella fossa, cinematograficamente parlando. Non basta mica la consapevolezza che il soggetto tratti di non-morti perché il nuovo “Fright Night” ne riceva automaticamente beneficio.
È facile e scorrevole la strada per l’inferno del cinema. Lo sapete.

- Peter Vincent utilizza i suoi paletti alla rovescia... -
– Peter Vincent utilizza i suoi paletti alla rovescia… –

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Un film sui Vampiri (wow!)

Charley Brewster (William Ragsdale) è un liceale. È fidanzato con Amy (Amanda Bearse) e appassionato di vecchi film dell’orrore presentati ogni notte nel programma “Fright Night” [“Ore d’Orrore” nella versione italiana, ndr] dalla vecchia gloria del cinema Peter Vincent (Roddy McDowall), la cui fama è legata ai suoi innumerevoli film nei quali ricopre il ruolo dell’intrepido ammazzavampiri. Una notte, mentre alla tv riecheggiano le urla delle vittime dei succhiasangue dei film di Peter Vincent, Charley scopre che il suo vicino di casa, il signor Dandrige, sembra nascondere un turpe segreto nella sua cantina: una bara.
Appassionato di horror com’è, Charley decide di approfondire questo mistero, specie dopo che in città vengono rinvenuti i corpi di ragazze barbaramente assassinate. Le stesse ragazze che lui ha visto recarsi, le sere precedenti i delitti, proprio dal suo vicino…

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Il Metacinema

Il pregio di questo film e, di conseguenza, la sua riuscita, è nella duplice sospensione di incredulità che esso esige. La prima, come è ovvio, è pretesa dallo spettatore. Un compito neanche troppo difficile:  l’assunto è che i vampiri esistono al cinema, nella finzione letteraria, così come nella realtà. La seconda sospensione, che è la medesima nel contenuto e deriva dall’impianto fondato sul metacinema, è richiesta ai personaggi, alcuni di loro attori come Peter Vincent, che vengono chiamati a combattere creature, i vampiri, che essi sanno inesistenti, ma che non solo si rivelano essere pericolosamente reali, ma caratterizzati da identiche peculiarità e punti deboli, quali noi tutti conosciamo, ovvero la debolezza alla vista delle croci,  verso l’acqua santa,  e verso i paletti di legno.
Che il vampiro nel film sia reale è chiaro fin da subito. Non possono esserci dubbi. E, oltre alla sua veridicità, egli è anche spietato, per quanto ingenuo, o meglio, fin troppo sicuro di sé, tanto da finire più e più volte ingannato dalle trovate, sempre derivate dal cinema, del ragazzo che coraggiosamente, come fanno tutti i ragazzi, lo affronta, aiutato dal vecchio ed esperto, per quanto pavido, cacciatore.
L’ipotesi di realtà o irrealtà non è approfondita e non sussistono grandi e profonde analisi, del tutto superflue in ogni caso. Il punto focale è, piuttosto, un rincorrersi di presunte verità, reali e immaginarie. La prima realtà, quella che noi conosciamo e che ci circonda, è destinata a crollare sotto le innumerevoli visioni mostruose che Jerry Dandrige ci regala, a colpi di zanne e artigli. Merito anche del trucco e degli effetti speciali, del tutto all’altezza del compito.
Di tutti i protagonisti, l’unico a non essere scettico è Charley, piuttosto vittima dello scetticismo di tutti gli altri, amici e non, e della lieta e volontaria collaborazione alla costruzione dello stesso scetticismo da parte dei due esseri sovrannaturali, Dandrige e il suo aiutante, Billy Cole (Jonathan Stark). Amy, la fidanzata che, in un omaggio a “Dracula” di Bram Stoker, incarna le fattezze di un’antica fiamma di Dandrige e l’amico di Charley, “Evil” Ed Thompson (Stephen Geoffreys), “Fiele” nella versione italiana,  sono destinati a sperimentare sulla loro pelle il prezzo di tanta sfiducia, trasformandosi ambedue in esseri mostruosi, mentre Peter Vincent, che tutta la vita ha vissuto nella finzione del suo eroe cinematografico ritrova nel mondo reale il suo posto e il suo ruolo, proprio nel momento in cui dalla stessa vita era stato calpestato. Egli scopre che tutte le sue nozioni e abilità, persino l’equipaggiamento che era solito utilizzare sul set dei suoi film, hanno acquisito improvvisamente potere ed efficiacia, quella stessa che egli, per finzione, era solito attribuire loro.

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Artigli

Musica perfetta, d’atmosfera, inquadrature compiaciute che indugiano sulle scenografie e sui dettagli, quali raramente si trovano e, persino, una storia d’amore, leggera e non troppo seria, quale è lecito aspettarsi da una coppia di ragazzi. C’è il sangue, le croci che deturpano orrendamente la pelle dei non-morti, esseri maledetti e sconsacrati. Ci sono trasformazioni e morti che stupiscono per la crudezza e il raccapriccio. E poi c’è lui, Jerry Dandrige, di volta in volta vicino cortese ed elegante, incallito seduttore, assassino, uomo nero che ti insegue nei vicoli bui, ma sufficientemente stupido da lasciare la finestra aperta in modo che il suo dirimpettaio impiccione scopra i suoi “passatempi”. Questa figura fascinosa, rivisitata, ma al contempo classica del mito del vampiro, pur nella sua cornice pseudo-parodistica e leggera di commedia horror, resta una delle più riuscite e passa alla storia del cinema con la stessa leggerezza con la quale abbassa, con dita munite di lunghi artigli, la tendina della sua stanza, dedicando le proprie attenzioni alla sua splendida partner occasionale.
Un piccolo gioiello.

Altri articoli nell’archivio Recensioni Film

Kick-ass writer, terrific editor, short-tempered human being. Please, DO hesitate to contact me by phone.
  • Tu sai che io ADORO questo film, vero? *O* Uno dei miei preferiti di sempre.

    • Ne avevo il vago sospetto… 😀

  • […] di quanto ricordassi, molto migliore. Non sto a raccontarvi la storia ma vi consiglio di leggervi questa recensione che è una recensione coi controcazzi. Dopo aver visto questo film (in inglese) in televisione sono […]

  • […] pensare che a fine anni ottanta ci avevo il Macintosh… – You’ve changed our lives, please, don’t change our […]

  • non vedo l’ora non vedo l’ora non vedo l’ora non vedo l’ora non vedo l’ora non vedo l’ora non vedo l’ora non vedo l’ora non vedo l’ora non vedo l’ora non vedo l’ora non vedo l’ora non vedo l’ora non vedo l’ora non vedo l’ora non vedo l’ora non vedo l’ora non vedo l’ora!

  • va beh, è che sono tranciante (e lo sai pure tu, a volte) e sembra che non lascio spazio a replica…

    ma un po’ (!) scherzo, figurati… .-)

    • Ma lo so… altrimenti non staremmo ancora a parlare no? 😀 Comunque… a questo punto credo che il remake ti manderà ai matti! 😉

  • Vediamo… Se quando guardi una cosa ti fa pena invece che farti scattare il sorriso, secondo me non funziona. La parte horror (che mi ha ricordato horror) l’ho trovata ridicola, il vampiro nella discoteca con annesso ballo anni ’80 sono cose che, se è umorismo volontario, non mi han fatto ridere, sennò era involontario e mi han fatto pena.
    Lol, ora che l’ho spiegato si capisce meno di prima.

    Vero, credo sarebbe divertente parlarsi, ci scanneremmo ma sarebbe divertente lo stesso. 🙂

    Però siamo sempre – e ci tengo a ribadirlo – sui gusti personalissimi, ciò che non fa ridere a me non è che non sia divertente in assoluto, non sarebbe nemmeno da precisarlo, in realtà.

    • Guarda, mi ricordi una mia amica, con la quale discuto sempre. Ma alla fine siamo sempre amici, per cui… 😀
      Ma figurati, lo so che si tratta di gusti personali. Pure ciò che scrivo io è personale. Solo che alcune tue uscite sono simili alle mie, per questo dico che siamo uguali, con un carattere acceso. Però si parla sempre, questo è importante.

      😉

  • Poi una cosa cosa non capisco. Se è una commedia, per quanto horror, come può trattarsi di ridicolo involontario?
    Secondo me è volontario. Ecco il punto.

    😉

  • Mi sa che io e te abbiamo caratteri simili. 😀

    …ma gusti diversi.

    Ma si sapeva già. 😛
    Peccato non disporre anche di toni. È la mancanza di sfumature che ci frega, nonostante le emoticon…

    😉

  • Ho dimenticato le faccine, fai conto che ci sono le faccine, ci sono sempre, pure quando non le metto :-p

  • Ho presente eccome, non sono mica idiota!
    Infatti ho scritto “ridicolo e non volontariamente”. Il ridicolo volontario non fa ridere, quello involontario sì e non è bello.

    Siamo lontani anni luce da roba alla Werewolf of London, tanto per citarne uno.

    Ma pace e bene, se per te è un cult per me non è certo un problema!

  • Così ieri sera l’ho visto. E, quasi mi stupisco a scriverlo, non mi è piaciuto quasi per niente. Non credo sia questione di fuori età (Explorers l’ho visto la prima volta qualche mese fa, mi è piaciuto molto, nonostante il finale), l’ho proprio trovato stupido.
    E risente degli anni, è anni ’80 allo stato puro, troppo, ridicolo, più ridicolo di Buffy ( e non parlo del ridicolo volontario, ovvio).

    “Ci sono trasformazioni e morti che stupiscono per la crudezza e il raccapriccio. ”

    Mi viene da scrivere “Ma che storie ti fai?” 😛

    Unica scena degna di nota è l’uccisione dell’amico, quando si trasforma in lupo… Lunga, agonizzante. Ma sono dieci minuti, in un film di un’ora e quaranta è un po’ pochino.
    Che altro?
    Ah, sì, l’idea di Peter vincent mi è piaciuta moltissimo, peccato che secondo me sia stata costruita male.

    Detto questo, ho grandi speranze per il remake, adesso. Può solo migliorare, dato che questo non mi è piaciuto, dato che Peter è Tennant (e ieri, mentre guardavo il cast, speravo proprio che non fosse il vampiro, tipo preghierina di mezzanotte) e credo potrebbe essere un personaggio adattissimo a lui. E non solo, Farrel a parte (che non detesto ma non mi ha mai colpito) tutto il cast mi sembra “nella parte”. Aspettative a mille.

    • Horror comedy, hai presente? 🙄

  • […] vabbé… kill me. Sul serio, prendete un paletto e uccidetemi. Peter Vincent, io ti […]

  • […] ce la fa. Ma all’epoca due di questi ragazzi erano i miei modelli, Charley Brewster di “Ammazzavampiri” e Alex Rogan, l’ultimo Starfighter. Alex, per giunta, aveva Maggie, una fidanzata […]

    • 14 anni ago

    Come ElGraeco anche io rimpiango come venivano creati i personaggi negli anni 80 anche se devo dire che nei telefilm degli ultimi anni qualcosa di buono c’è..
    L’ Ammazzavampiri è una dark-commedy-horror(per usare una classificazione che farà storcere il naso al nostro El e che d’ altronde serve a bilanciare il lecchino-mode precedente) per certi versi insuperata, anche perchè mostra un limite , quello dell’impossibile convivenza tra umani e non morti, che troppo spesso di questi tempi viene ignorato…
    i vampiri sono attratti dal sangue non dal sesso e da morto il “coso o la cosina” non dovrebbe riattivarsi un gran che bene..

  • Semi-OT: giustissimo ragionamento sul cinema anni 80 comparato a quello moderno. C’è un solo campo in cui le produzioni attuali surclassano quelle degli ’80: i serial TV.
    Quando mi ricapita di vedere i telefilm dell’epoca, mi accorgo che erano molto semplici, quasi didascalici, rispetto alla raffinatezza di quelli di adesso.

    • No, anzi, ben vengano osservazioni del genere!
      I telefilm ci hanno senz’altro guadagnato. Anche se, come in ogni campo, quando si esagera si sfocia nel manierismo. Ovvero, una sfilza di prodotti tutti uguali. Ben fatti, è vero, ma senza troppa originalità.
      Per la cronaca, io sono uno [vedi “Bones”] che non cerca l’originalità a tutti i costi e a cui piace anche l’intrattenimento semplice, senza particolari eccezioni.

      Per i film il discorso è ribaltato, a mio avviso. Cerco di restare obiettivo ogni volta che guardo un film, dai classici ai moderni e contemporanei, e i più vecchi li riguardo prima di scrivere l’articolo relativo proprio per evitare di essere influenzato dai bei ricordi, molto spesso non troppo sinceri. La verità è che film come La Cosa, Alien e compagnia bella oggi ce li sognamo. E mi riferisco soprattutto alla qualità delle storie e ai personaggi.

  • @ Alex
    La ricordo bene la tua top five. 😉
    Il sequel lo vidi al cinema, pensa un po’. E mi sa che non lo rivedo da allora. Ne ho un ricordo piuttosto vago.

    @ KM
    Ma che volete? Per caso mi volete vedere ripudiare pubblicamente T’Pol? No, ditelo, allora!

    Più che altro voglio dimostrare che il cinema anni ’80 è grandissimo non solo a parole o a causa dei nostri ricordi affettuosi. Nella maggioranza dei casi era non dico migliore, ma senz’altro più godibile e genuino di quello attuale. Non c’è storia.

    • 14 anni ago

    Ormai sei perso negli anni ’80, tranne se si dovesse trattare di una certa antropologa….. allora torni tra noi.
    Bell’articolo, però. 😉

  • Per me è un cult assoluto. Tempo fa lo inserii nella mia top 5 di film vampireschi.
    Mi piacque anche il sequel, anche se privo del brio di questo capitolo 1.
    Ecco, questo è un film decisamente Anni 80.